mercoledì 29 luglio 2015

AMOR FATI

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio

Claude Monet - Regate à Argenteuil




Lo diceva Friederick Nietzsche, viviamo per obbedire al destino, amor fati. E per noi il destino è ancora la letteratura, ancora la poesia. Niente e nulla potrà fermarci, finchè avremo vita. Inchinarsi al destino, per noi, significa perciò continuare a scrivere, così come ci detta la natura: comporre narrativa, comporre poesia. E non ci dissuaderà dal farlo la noncuranza del mondo culturale italico, la poesia, la letteratura non badano ad esso, procedono per conto loro, meno che mai noi gli daremmo retta alcuna. E ai pochi lettori che ci fregiano della loro considerazione destiniamo i versi che seguono, naturalmente di mano dell'artefice di questo blog, Gerardo Allocca, ma insieme ai nostri lettori (che ignoriamo chi siano) li offriamo in onore della letteratura, che noi intendiamo celebrare.









ALARICO

 

Non bastava che a nord le guarnigioni

fossero cadute e al di là delle Alpi

i vandali dilagassero, i vini

dell’annata andarono a male e i floppy

presero il virus, così cancellando

tutti i file e risuonò poi al telefono

il tuo addio, tacque nei boschi ogni tordo.

Il sud e l’ovest più loro non furono

e alto o basso, qua e là non si distinsero,

come l’acqua non fosse più acqua e l’olio

non più olio, ma il cancello più davvero

non fosse ed il tonfo fosse un rullìo,

il rullìo un tonfo, il clarino una tromba.

Da allora disperiamo che ritornino

dalle Indie le nostre vele, ormai tomba

le onde per marinai e merci al ritorno,

non osiamo guardare l’orizzonte,

dubbiosi se il sole vi nasca ancora,

non sappiamo se valga più il diamante

o il fango che cosparge ogni cosa, ora.




Giuseppe Recco - Natura morta con tulipani

domenica 19 luglio 2015

TRAMIX

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio


Constantin Brancusi - Muse endormie





Un piccolo assaggio del romanzo di Gerardo Allocca Visita di Sirdi. In fondo, la costanza di una formula narrativa. Si tratta, nelle intenzioni dell'autore, non tanto di letteratura italiana, ma di letteratura in lingua italiana, che non è precisamente la stessa cosa










  Cosa che mi sembra una pendola da soggiorno; quanto al da farsi, è presto detto. Si pensi soltanto, volendo prendere la decisione giusta, a 5 o 6 e non ci saranno più difficoltà. Il discorso, mi pare, verta appunto su questo. Chi, per esempio, al suo compleanno, aprendo un regalo a lui destinato, non chiama questo sorpresa? Sul che disquisiremo, preferendo evitare noiosi paragoni con la IV egloga di Virgilio.
  Continuando, la. Invero, a tutti nella loro vita sarà sfuggita chi sa quante volte la tal esclamazione oh! Oh, immagino disse Archimede, vedendo le triremi romane davanti alla spiaggia e oh dissero altrove altri in altri tempi. Più o meno il colore è come il suono, questo non credo lo disse né pensò lo stesso scienziato siracusano, anche perché i diavoli hanno le corna e le triremi erano di legno. Oh!, mirabilia, pensando al resto. I Lanzi, saccheggiata Roma, festeggiarono sul Campidoglio, oh!
  E non bastasse, le scarpe vanno care oggidì, salate. Senonché, poca gente credo sarebbe disposta a darsi all’equitazione e, allo stesso modo, una vacca in India è sacra. Magari, poi vengono fuori anche le malefatte di don Rodrigo. O, si potrebbe pensare, del resto, ritornando all’equitazione, a una donna come qualcosa di più che una costola di Adamo o che le automobili vanno a benzina. Vero è pure che non solo la meraviglia è un sentimento che ci coglie di fronte all’insolito e ci fa uscire in espressioni di ammirazione o di risentimento spesso taciute, ma  anche  che  chi  dice  donna  dice  danno. La conseguenza è forse che i triangoli equilateri hanno gli angoli uguali.
  Molti, non per nulla, colti da stupore, affermano cielo! I pesci, allora sono muti, a differenza dei piselli in scatola, penso. Sarebbe facile obiettare a ciò, adesso, secondo uno dei paradossi di Zenone, che la freccia in volo sta ferma o che una cosa o è vera o è falsa, come assicura un principio logico. Secondo me, è più opportuno meravigliarsi che qualcuno abbia mai potuto teorizzare che del poeta è il fin la meraviglia. Questa, non essendo la settima fatica mitologica, è qualcosa di spontaneo, ben diverso da un succo di frutta. Napoli, tuttavia si sa una capitale dell’illegalità internazionale (come, non so, la stessa Milano), proprio lo stesso giorno che vi nacque G. B. Marino e il qualcuno era lui, altri tempi, però altri yogurt alla fragola.
  Lo stesso più o meno succede quando si scorge l’arcobaleno, che basta distrarsi un momento per perdere una partita a dama e uscire in un malinconico: tu guarda! Così è un tema scolastico mediocre o forse no. Tanto per farsi un’idea della cosa, sarebbe il caso di considerare delle melenzane. Di qui a dire a chiare lettere che stiamo parlando dell’emozione dello stupore, che fa parte delle nostre più comuni esperienze interiori, il passo è breve. Non volendo, quindi dilungarci, riferiremo che molti emigranti in Belgio sono italiani. Tale è il concetto di velocità in fisica, cioè il prodotto.
  Ecco il motivo per cui molti, sbalorditi per qualche evento, prorompono in un Dio!  o restano  a bocca aperta e c’è di quelli, più impressionabili, che vengono meno. Diventa evidente, dopo le cose dette, il perché un latin lover non può che essere maschio. E in fatto di amatori, lasciamo stare. Piuttosto, sì: due e due fa quattro. Il seguito è sottinteso probabilmente.
  Rieccoci daccapo: la sorpresa è qualcosa che sfugge all’ordinario, una violazione del solito. Otto e mezzo, per esempio era un film degno, non come uno che prende il caffè al bar? E dire che tanti leggono i giornali come la Bibbia, mentre le sale cinematografiche riempiono le tasche di profittatori matricolati che offrono in pasto a candidi spettatori porcherie in celluloide. Del resto, gli editori. Non vorrei se ne concludesse che una pera sull’albero può cadere. La verità è che, mi si dia ascolto, remare in barca su un fiume.
  La differenza è, palesemente che trasecolare è possibile sia in positivo che in negativo, per piacere o per dispiacere. Si vede che non bisogna mai alzare il gomito prima di porsi alla guida. Parecchi affermano, invece che Raffaello è più grande. Basti dire che non c’è due senza tre.
  Comunque vadano le cose, stupirsi è assai umano e serve a condire un po’ l’esistenza, a correggerne la monotonia. La sorpresa non è esente da timore, perché, è vero che SPQR sta per Roma, ma quella devia sempre dalla tranquilla prammatica e può a volte rappresentare, essa, una minaccia al quieto vivere. Essa prese l’ombrello e uscì. A meno che non si preferisca prestar fede a quanti riluttano a riconoscere al cinema il rango di musa, il fatto è tutto qui. Altro non si può pensare intorno all’affare della disonestà di molti pubblici amministratori meneghini, balzato alle cronache.  
  C’è da dire anche che il pesce si mangia ben cotto per buona norma, sarebbe a significare chi lo sa. Ciò chiarito, sorge il sospetto che quando lui, diec’anni fa la sposò, in realtà non l’amasse. Lo si creda pure, non mi convincerò lo stesso che si possa guardare l’arcobaleno senza essere ammirati. Sorprendente, mirabolante è sempre dunque il troppo grande, il troppo piccolo, l’insolito e ciò che si ammanta di storia, ad esempio. A conferma, si potrebbe mettersi a cena di ritorno da una giornata d’ufficio. O forse un’arancia di Agrigento. E in tanti a giurare che non era altro che l’uovo di Colombo.









lunedì 6 luglio 2015

ALLA GRECIA 2015

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio


Tempio greco di Poseidone a Paestum



Nonostante le burrascose acque in cui versa attualmente la Grecia, essa rappresenta comunque le sorgenti della civiltà occidentale. In Grecia nacquero la democrazia, la filosofia, l'epica, la poesia lirica, la commedia e la tragedia, la storiografia, l'oratoria, l'architettura, la scultura e la pittura classica, fors'anche la musica antica. E fu maestra di civiltà (e di arti) anche per Roma antica. Ogni anno questo blog rende ad essa un doveroso omaggio, attraverso la presentazione di brani di quella letteratura, nella traduzione di Gerardo Allocca.






Alceo – 362 Voigt

Ghirlande conserte d’aneto, via,
uno m’avvolga adesso intorno al collo
e un balsamo spalmi molle sul petto.


Archiloco - 19 Voigt

Lungi da me l’oro di quel papavero
di Gige, io mai che l’ ho invidiato, quello!
Né mai che sbalordii per i portenti
dei numi, né sogno autorità immensa:
mai vedano i miei occhi cosa siffatta!


Anacreonte - 46 Gentili

Che faccio? Amo e non amo,
son demente e son savio.


Archiloco -  5 Voigt

Si vanta un tale dei Sai d’uno scudo
che, arma già senza macchia, mio malgrado
presso un cespuglio gettai via: ma scampai.
Che m’importa in fondo di quello scudo?
Al diavolo! Ora uno a me mai al di sotto!



Archiloco - 30 e 31 Voigt

Mirto e rosa portavi nei capelli,
radiosa; e ti scendeva sulle spalle
e gli omeri la chioma, nereggiando.







Archiloco - 1 West

Son io Archiloco, al seguito di Enialio,
patrono in guerra, e sempre mi accompagna
la compiacente grazia delle Muse.



Archiloco - 122 West

Nulla più v’è che sconcerti nel mondo,
nulla d’inaspettato o deprecabile,
dal dì che Zeus, signore dell’Olimpo
calò la notte in pieno mezzogiorno,
il chiarore del sole cancellando
e piombando sulla terra buio panico.
Tra i mortali da allora ci si può tutto
aspettare, tutto è ormai presumibile.
Nessuna sorpresa, dunque per voi
neanche nel vedere che le belve
coi delfini barattassero il pascolo
salso ed esse anteponessero ai campi
le fragorose spume equoree, essi
a queste le altezze dei verdi boschi.


Anacreonte - 94  Gentili

Ecco, un balzo da su lo scoglio Lèucade
e mi slancio nei flutti tra mereltti
spumeggianti e son furioso d’amore.



Alceo - 45 Voigt

Mirabile fiume, Ebro, che ti versi
là nelle onde tenebrose presso Ainos,
scrosciando per tutta la Tracia splendida
di cavalli,

anche fanciulle in frotta ti visitano
e con la mano leggera carezzano
le anche gentili con le tue dive acque
come unguento.



Alceo -  325 Voigt

Tu, battagliera Atena formidabile,
che la patrona sei di Cheronea,
troneggiando innanzi al tempio…
lungo i greti del Corallo che scorre.




Vaso di Eufronio - VI sec a. C.