venerdì 1 novembre 2019

LITTERAX 5

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Salvatore Emblema - Composizione astratta


Niente, rischio di ripetermi, la mia letteratura non cambia, la vita letteraria in Italia nemmeno: niente di nuovo sul fronte occidentale, direbbe Erich Maria Remarque. E nemmeno sugli altri fronti, aggiungo io. Il solito schifo. E la guerra, in un certo senso, continua a dividerci e a farci lottare per nulla, perché in fondo la sostanza rimane la stessa. Il solito schifo italiano, dicevo: clan artistici che la fanno da padroni, poteri torbidi che dettano legge e chi ci rimette è l'arte nella sua limpidezza: un'arte perciò gravemente compromessa e distorta tiene banco. E quest'altro brano ne è un'ulteriore testimonianza.







  Le quotazioni delle azioni telefoniche erano tuttavia in netto rialzo e così gli investitori di borsa concentrarono lì i loro interessi. Essi badarono bene al fatto che le poesie si scrivono, come pure ai mammut, che, pare, non esistettero nel cenozoico. Meditarono sulla battaglia di Maratona e lessero I persiani di Eschilo, prima di asserire con assoluta certezza che una bagnarola è di plastica. Il risultato fu che il tonno in scatola era sott’olio, avvalorando la discussione, tenuta il giorno avanti, sul cambio della moneta.
  Non era questione di questa o quell’altra marca di motociclette, ma di usare il detersivo giusto. Occorreva in sostanza di verificare se la lavatrice funzionasse o no, in vista della prossima partita di rugby. La posta in palio era talmente alta che il mughetto è un fiore.
Anche Sanso ne era al corrente, tant’è vero che non si arrese alla duplice sorpresa ricevuta riguardo alla storia dell’apparecchio precipitato. No, mia cara Milena, non era possibile i carciofini fossero sottaceto. Fu così che il dottor Sanso fece apposta un salto al commissariato dove lui e la moglie avevano reso le loro deposizioni sul disastro, quindi all’obitorio dove entrambi avevano riconosciuto i 5 corpi delle vittime dello stesso, nonché la paletta e il secchiello, per giocare sulla sabbia al mare. Inoltre, non ancora paghi di tanto inestricabile mistero, si erano recati all’ospedale presso il quale erano stati ricoverati per le deboli ustioni e lesioni riportate. Niente, in tutti i posti dov’erano stati, non risultava niente, nessuna traccia né, rispettivamente, degli atti giudiziari redatti per l’incidente, né di conferme a voce dei poliziotti, né della registrazione o di testimonianze circa i morti nella sciagura all’obitorio, e neppure al nosocomio nessuno (o le stesse documentazioni) poteva comprovare il loro ricovero, né infine i saldi stavano nei magazzini. Sanso fu di certo perciò che fu costretto tanto tempo fa a sborsare di tasca ben 6 bigliettoni da 50 per acquistare un abito andante e si servì della sua carta di credito.
  Dipendeva sicuramente (dico dei prezzi così salati) dal fatto che in Italia ci si arricchisce spesso e volentieri con l’illecito e, per trovare qualcuno che sia onesto integralmente, necessita il lanternino. Altra spiegazione non v’era, se non l’osso del cane. Un giornalista napoletano (e non), come spiegazione, è peggio, e nemmeno un vaso cinese poteva essere di aiuto allo scopo. Al massimo, si poteva prendere un ravanello e affettarlo.
  Sanso, però non volle e dopo l’esperienza drammatica e toccante della catastrofe in cui era rimasto implicato, si era reimmerso nello studio di Russell, Wittgenstein e i neopositivisti. La logica, insegnava il primo di loro, consente di architettare tanti mondi possibili di stringente coerenza. Si vede, ne dedusse, che lui con la storia dell’aereo ne aveva vissuto uno, uno dei tanti, si consolò, anche se poi non lo si era constatato vero. Ma non tutto quadrava: la i, per esempio aveva il puntino e le vacche fanno il latte.
Una carta di bancomat, orbene è plasticata e ditemi allora perché le margherite sono gialle. Era in ballo proprio questo, cosicché Sanso decise che le stelle potevano anche splendere.
 Non immaginava egli che è il mercato a fare il prezzo del cemento e della calce, ragion per cui non si poteva dire di no. Dire sì sarebbe equivalso a mettere il tappo, no, invece voleva dire aggiungere altro sugo di pomodoro. Non conta qui che 28 sia pari, potrebbe anche essere dispari, tanto le stelle non si muovono. Conta, viceversa stabilire chi vinse la coppa Champillon, se Varèse o Hyppolite.
  Supposto Hyppolite, faceva d’uopo leggere a pagina 213. Lì, era riportata la bibliografia, e ci si poteva così munire dell’occorrente per farsi la barba. Ciò fatto, bastava chiedere. Non è detto che con ciò le zanzare avrebbero voluto, ma almeno il barbiere si chiamava Osvaldo. Che poi vincere per meriti esclusivamente letterari un premio librario in Italia sia un sogno, lo sanno tutti.

(segue)