giovedì 1 dicembre 2022

JAGGHES 4

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo


Passa il tempo inesorabile, si avvicina Natale. Ma le cose restano uguali, almeno all'ingrosso e in apparenza. Dunque, le solite feste ci attendono? Credo proprio di sì, ma senza il covid, ci auguriamo, che ci fece sgradita compagnia gli ultimi due anni. Insomma, una nota positiva in arrivo? Direi di sì, a meno che la cosiddetta pandemia non ci riservi qualche altra sorpresa. E poi, finisce l'anno. Ma, tolto l'anno, con l'avvento del nuovo, non vediamo niente di nuovo all'orizzonte. La nostra condizione umana rimane invariata e precaria, problematica come sempre; quella sociale e temporale peggiora, nel senso che sembra allontanarsi sempre più e vanificarsi la possibilità di bonificare per così dire la nostra società e la nostra cultura. Si direbbe senz'altro che la sopraffazione e la diseguaglianza tendano a crescere, come pure la mistificazione pubblica da parte dei media e di certe centrali culturali, da me bollate come clan, sempre sulla breccia e in agguato per imporre il loro nefasto volere. Il tutto ordito da un potere nemico dell'umanità, che si trincera dietro le esigenze ineludibili di una globalizzazione, foriera di una sorta di alto medioevo per la nostra storia in corso. E così, signori, c'è poco da stare allegri. Volendo, la lettura che propongo qui appresso, al limite, potrà servire a stimolare proficuamente la mente e la sensibilità, ma null'altro. E ciò si accompagni, nonostante tutto, ai migliori auspici possibili per il prossimo periodo natalizio




Segue da Jagghes 3 (Nov. 22)

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  Qualunque sia poi il prezzo, non dimenticare che alla cassa del supermercato il sassofono è sempre uno strumento, per cui un trio di Brahms va suonato ma il ferro da stiro. Ne viene anche che 7 litri di birra bastano, contrariamente al grado centigrado, che bisogna misurare col termometro. In quattro e quattr’otto non erano, pertanto i 7 litri di birra che erano successi a palazzo Schioppa di Napoli, né 44° C, ma l’affresco. Sinteticamente, al 2° piano vi era un rinomato affresco d’autore, che richiamava sempre studiosi e pubblico di visitatori, essendo il palazzo un monumento pubblico. Orbene, neanche i litri di birra fossero 8, la temperatura era sempre quella ambientale, cioè niente di speciale. Il punto, però era che l’affresco, oramai un classico della pittura, era da sempre attribuito alla mano di Mattia Preti, quando improvvisamente il critico d’arte Ciro Cerchia se n’era uscito a sentenziare che non era affatto così, ma che l’aveva dipinto niente di meno che Gian Lorenzo Bernini, in una sua venuta a Napoli, di ritorno nella sua città natale in occasione dell’agonia e poi perdita della madre, per onorare prima il capezzale di lei morente quindi il suo sepolcro. Allora il barone Schioppa gli aveva commissionato l’affresco, che egli aveva eseguito a tempo di record, due tre  settimane, prima  di  riprendere  il  cammino  alla  volta  del Vaticano. Ci crederete se vi dico che quella notizia, uscita sulla stampa, non bastò, come i 7 litri di birra?

  Si dirà, perché la gente si ubriacò e bevve ancora. Nient’affatto! Non è che ci vollero altri litri di birra, ma il sole sorse come sempre a Napoli e il pesce si vendette a peso come sempre. Fu, però che ne nacque un vespaio di polemiche non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra l’opinione pubblica. Necessita a questo punto che vi spieghi una cosa: in marineria, quando una nave sta per essere passata in disarmo, a Napoli si dice che va in pensione. Ebbene, una di quelle, di piccola  stazza, che  stava  per  andare  in pensione un giorno prese il largo per una breve traversata a Ischia, con poco equipaggio e pochi passeggeri paganti per un giro turistico. E non ti capita lungo il tragitto che sul mare si accampa il dio Poseidone e col suo tridente si mette ad apostrofare quelli sulla nave – Mortali, vedete la mia potenza, io posso far rovesciare la nave, sommuovendo a più non posso le onde, se non mi venererete con i vostri onori - ? Quelli sulla nave, rimasti allibiti, non pensarono che un barbiere può benissimo chiamarsi Frank.

  Non fu perciò, quindi che si consigliarono tra loro sul da farsi. Uno, un passeggero dichiarò – In campagna si respira meglio, io, d’estate me ne vado lì – Un altro, un secondo passeggero – Secondo me il colore più bello è il grigio, sta sempre bene e non dà nell’occhio – Un terzo, uno dell’equipaggio – Una motocicletta rombante non è un cavatappi -. Decisero così che, appena scesi a Ischia, avrebbero fatto tutti il bagno. Ma Poseidone tornò a tuonare -  Inchinatevi a me o fra qualche minuto starete in fondo ai gorghi, muti come pesci per sempre – E allora essi si misero a ballare un sirtaki e Poseidone si unì a loro in una grande festa sulla tolda della nave. Il capitano dell’imbarcazione fece sentire in quella in proposito la sua voce squillante, che catturò per un attimo l’attenzione di tutti, anche del dio – La vernice rossa si acquista in ferramenta -.

                                                                                                                                           (Segue)

martedì 1 novembre 2022

JAGGHES 3

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Il tempo passa, la letteratura no, oserei dire. O meglio, la letteratura degna, quella indegna sì. Ecco, di letteratura indegna ce n'è tanta, e molta la sfornano a Milano e Torino gli editori a forte tiratura. L'Italia si pasce di letteratura indegna, grazie alla masnada dell'editoria di consumo e di grido, che fa circolare solo quello che le pare e, in generale, è porcheria che le fa comodo, perché si vende di più. Ecco, proprio per contrastare simili masnadieri italici, non ci resta che agire per così dire nell'ombra, appoggiandoci al web e ai social, così da far circolare a piccolo giro ovviamente la letteratura degna, quella che i masnadieri italici non vogliono. Qui ne offro un altro esempio, attraverso quest'altro brano del racconto Jagghes, che prosegue i brani già usciti su questo blog. Purtroppo tutti sappiamo che questa letteratura rimarrà sommersa e chi sa se mai riuscirà a vedere la luce per il largo pubblico. Sarà forse quando i masnadieri decideranno di darle il via libera, e ignoro se lo daranno mai. La letteratura in questo paese rimane ahimé nelle loro mani, intrecciate con i poteri oscuri che vi dettano legge, e naturalmente con i soliti clan artistici che li influenzano quanto più è loro dato. A voi qui della letteratura libera dalle grinfie di queste arpie.




Prosieguo di Jagghes 2 dell'1 ottobre 2022

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A quel punto, nel caso che fossero tutti polpi, sgombri, cefali, orate, totani, seppie, calamari, aguglie, spigole, non potevano essere trote, carpe, lucci, anguille, persici e perciò restava univocamente e rigorosamente confermato che la pittura non è scultura. Diversa la conclusione se la nave fosse destinata a Caracas, infatti il vaso non sarebbe apparso capovolto, in modo che immediatamente la mela sarebbe caduta dall’albero e Newton non avrebbe pensato che Galilei sapesse ci fossero sul sole le macchie, da cui si sarebbe ricavata la diretta proporzionalità con il prodotto delle masse, ma non, purtroppo, la fuoriuscita della birra dalla bottiglia, che restava unicamente correlata al capovolgimento, escluso se fosse stato il vaso ad essere capovolto.

Ora ci domandiamo: e se fosse stato il cappello nello scatolo, allora la mela non sarebbe caduta dall’albero? Qui noi confessiamo la nostra pochezza, di non essere all’altezza di rispondere, dopodiché ritorniamo alla pittura, che, non essendo scultura, non ci permette di stabilire con sicurezza e indubitabilmente se la nave nel porto facesse rotta per Caracas, ma solo il fa diesis, altrimenti non potremmo affermare c’è dentro il vaso o c’è dentro il cappello.

E se il fa diesis, perché no la plaza de Mayo, dove Goya si dimostra grande artista? La risposta qui impone una domanda: qual è quel detersivo per la casa che pulisce le vasche, ma non i pavimenti e che, se uno sta dormendo, non significa che debba russare per forza? Voglio dire insomma che, se quel detersivo è liquido, non va messo in frigorifero e, se è in polvere, è possibile usarlo anche per lavare i piatti. La conclusione di tutto è che il quadro di Goya non è stato mai rubato. Ma, così stando le cose, siamo autorizzati a dire che il fa diesis non serve per trovare la circonferenza e neanche l’area del cerchio o quella della sfera, non tuttavia che nel nostro paese non rubino opere d’arte, tutt’altro.

Il rubare è, dunque connaturato alla nostra gente? Cominciamo col dire che un rubinetto che si rispetti va lavato, poi aggiungeremo il fa diesis e ci apparirà evidente che il Tintoretto rubato fu ritrovato, ma non il vaso  di  epoca  romana. Si  vede  che Tintoretto non beveva coca-cola, laddove il vaso, non essendo infrangibile, differiva dal tango. Quest’ultimo in effetti si balla, a differenza del popcorn, che va acquistato. Tango o samba, resta il fatto che una mazurka è più economica, nel senso che una tartaruga ha la corazza e la maratona è più lunga. 7 litri, comunque è di più, sia perché il vino è pur sempre un alcolico, sia perché non vi sono confezioni omaggio, tipo prendi tre barattoli di piselli in conserva, né le olive bianche.

                                                                                                (Segue)

sabato 1 ottobre 2022

JAGGHES 2

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo


E' il momento di riprendere in pieno le attività, siamo a ottobre e ormai ogni traccia dell'estate e delle sue distrazioni è lontana. Anche L'eretico Bruno ritorna operativo in toto. Si tratta perciò qui di introdurre questo secondo brano del paragrafo Jagghes, tratto dal mio romanzo Lungo il muro. Che fare, se non ripetere il medesimo discorso per una letteratura, la mia, con il suo marchio inconfondibile, ancora una volta impresso e applicato con la sua firma a questa pagina di oggi? Niente di nuovo, dunque, la solita minestra, si dirà. Certo, ma una minestra che si spera sia di tutto gradimento, grazie al suo particolare sapore, che ne fa una pietanza di assoluta originalità. Una ricetta insomma fuori del cliché, questa mia, che non si pratica in altri per così dire "locali" e che, se non altro per questo è da auspicare richiamerà, catturando l'interesse e il compiacimento, e riuscirà ben accetta. Né si può tacere che proprio per la sua particolarità e, crediamo, il suo valore, questa letteratura incontra l'ostilità accanita di clan letterari e poteri oscuri, che non riescono a digerirla e tentano in tutti i modi di ostacolarla. Ecco perché il nostro obbligo morale è di resistere a questi boicottaggi, onde portare sempre alto il nome dell'arte, che in ossequio alla nostra umanità non possiamo che onorare e riverire come sua inalienabile e nobile facoltà.

  



(Prosieguo di Jagghes I dell'1 settembre 2022)

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Ma non so lo stesso, e siamo punto e daccapo, se Jagghes sia un cognome, un nome di persona o che. Mi limito a supporre che, messo   il   coperchio  sullo  scatolo,  dentro   ci   sia   qualcosa,  tipo cappello, guanti, libri, conserve di pomodoro, birra. Questo perché, data la ellitticità dell’orbita di Marte, dopo non mi si venga a dire lo scatolo era vuoto, con il che Jagghes sarebbe bell’e sistemato, cioè la mela caduta davanti agli occhi di Newton. Ora, sistemato che fosse, vorrebbe dire che non dipese tanti anni fa da Galilei, ma la causa fu un’altra.

Signori, il fatto sta tutto lì, nell’essere un lombrico nel terreno, così da scavare tanti cunicoli dove passa l’aria, a condizione che il prezzo del cappello nello scatolo non sia troppo alto. Il lombrico naturalmente striscerebbe, ma non le formiche, che zampetterebbero a torme, non tanto come l’acqua che bolle nella pentola, ma il bowling. E rieccoci al punto di prima: visto che l’acqua bolle, per quanto non sia il bowling, bensì il lombrico, che non è la formica, dev’essere per forza che la pittura non è la scultura. Eppure il solo rammentare che la III sinfonia è in mi maggiore ci assicura che la mela cadde e furono o Newton o Galilei.

E non finisce qui, basti dire che l’italiano è una lingua, ma lo parlano diversamente a seconda del posto, in pratica il cappello sta dentro lo scatolo e non il bowling, voglio dire che c’è l’italiano di Turin, de Milan, de Venessia, l’italiano de Roma, di Pisah, e’ Palemmo, l’italiano di Ferara, di Zenoa, per capire che l’Italia è un’illusione di certi italiani. L’illusione ci porta a considerare che la mela di Newton cadde dall’albero per conto suo e non fu Galilei, in sostanza non dipese dal cappello se nello scatolo c’era solo un vaso. (capovolgimento del vaso).

Vaso su o vaso giù (sottosopra), Galilei disse il pendolo va su e giù. Ma non fu lui a dimostrare definitivamente che era la pittura, non la scultura. Cerchiamo di capirci: era avvenuto a Napoli che nel palazzo Schioppa, in un vicolo di via Toledo, c’era un affresco raffigurante Partenope che sorge dal Sebeto e questo affresco era, dunque pittura, non scultura. Non essendo scultura, nessuno avrebbe potuto dire a prima vista questa nave nel porto va in India o va in Norvegia o dove. Il problema era dunque stabilire se la nave fosse diretta o no a Caracas, accertata la qual cosa, bastava acquistare il biglietto e partire. Mettiamo, però che la nave non facesse rotta per il Venezuela, bisognava sempre assodare se il vaso nello scatolo fosse o no capovolto. La cosa si complicava nel caso in cui nello scatolo ci  fossero  le  birre, poiché, a  capovolgerle, si sarebbe fatta tanta di quella schiuma che, tolto il tappo, la birra sarebbe tutta traboccata fuori, con il rischio che magari la nave addirittura fosse una barca da pesca e non andasse a Caracas, ma tornasse in porto con le casse del pesce catturato, da mettere subito sotto ghiaccio, per conservarlo meglio.

(Segue)


giovedì 1 settembre 2022

JAGGHES 1

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Dipinto storico



Ecco un nuovo estratto dal mio romanzo Lungo il muro, per ricaricare il blog e ripartire dopo la breve pausa estiva. L'eretico Bruno riaffila le sue armi e presenta dell'altra letteratura in prosa. Ciò che lo anima in primis è essenzialmente un imperativo morale, consistente nell'obbedire alla sua vocazione artistica, che egli vuole onorare fino in fondo. Non si aspetta egli di ricevere dei vantaggi, magari una consacrazione letteraria, tipo quella che toccò a Italo Svevo, no, egli elargisce senza pretendere o, almeno, senza illudersi di ricevere. All'autore di questo blog basta spendere i suoi talenti, per quanti siano. Avendo ricevuto delle doti, per quello che valgano, egli non può che esercitarle, nel rispetto innanzitutto della moralità umana e in pro della società, contando di far cosa utile con il suon contributo al progresso delle arti. Mio intento è stato infatti mettere in piedi un inedito linguaggio letterario, che possa servire per la storia dell'uomo, lasciando una mia eredità culturale come testamento. Poco importa esservi o non esservi riuscito, l'importante è averci provato, aver combattuto a testa alta, che si sia vinto o si sia perso. E poco importa, ai fini di questo mio impegno, che poteri oscuri e biechi di questo paese e clan artistici abbiano fatto di tutto per  rendermi la vita impossibile, sabotando per corti interessi propri il mio lavoro e il mio obbligo morale










Jagghess forse vuol dire qualcosa, ma non ho idea che. Non potrebbe sicuramente indicare quanti anni aveva sul groppone Matusalemme, se non altro per il fatto che un ottagono esigerebbe anche gli angoli nella figura, laddove il basilico è verde e un lampadario deve portare le lampadine. Certo, Jagghes potrebbe anche essere il cognome di qualcuno, certo, ma allora le motociclette dovrebbero essere più potenti, sennò come potrebbe il sedano essere anch’esso verde?

Bando alle ciance su Jagghes, ho già abbastanza  problemi  con  la pittura napoletana del ‘600. Sarà che avrò sentito quel nome da qualche parte, ma ciò non implica che debba per forza sorbirmi un tè al bar. E se prendessi uno scotch? Non sarà quel nome a tediarmi l’anima. Niente, un caffè lungo, e via.

Venendo al dunque, dicevo che Matusalemme aveva gli anni, e perché Alì Babà no? Il punto non è, allora Matusalemme o Alì Babà, ma le piastrelle del bagno devono essere 15x30 oppure 25x25? Onde scegliere al meglio, dovrei mica rivolgermi a un avvocato, che possa illuminarmi sulla possibilità o meno di diventare ballerino. Ballerino, direte? Ballerino, quello, precisamente. Immaginarsi che, qualora diventassi ballerino, dovrei disporre di una patente di guida, e secondo voi, avere una patente di guida non esige che uno sia maggiorenne e, se maggiorenne, uno non potrebbe anche chiamarsi Jagghes? Jagghes potrebbe, perciò, essere il venditore di piastrelle, cosicché la scelta sulle piastrelle dipenderebbe solo da me e lui, e vuoi vedere allora che non saprei decidere tra Salvator Rosa, Luca Giordano e Giuseppe Recco? Lapalissiano.

Dunque veniamo alla pittura napoletana del ‘600. Basti dire che una confezione di detersivo per i pavimenti è in genere di plastica, per capire che la pittura non è la scultura e, se è così, mi sapete dire per qual motivo nel nostro paese arricchirsi spesso esige essere disonesti, per cui tanti sono i danarosi che si sono procurate le loro fortune per mezzo di imbrogli  e  inghippi, altro  che  lavoro? E solo  a  considerare che la pittura non è neanche l’architettura, sorge logica la conclusione che da noi rubare è meglio. Ecco che in tanti dicono alla fine, o pittore o scultore, basta che sia arte. Arte non carte, nel senso di non prendere il taxi.

Qualcuno obietterà che i giornalisti, e i napoletani ve li raccomando proprio, fanno gli articoli o i servizi. Ebbene? Contano tutte quelle fandonie alla gente, per fare gli interessi dei loro padroni editori, e questo non significa fare del cinematografo? Se è giusto quel che dico, sarà anche giusto che un calciatore tira i calci e la gente impazzisce per lui, insomma la pittura non è scultura. Non essendolo, mi sembra ovvio che Jagghes possa vendere le piastrelle ed io scelga, che so, 35x50.

                                                                                                                                 (Segue)

sabato 30 luglio 2022

ALLA GRECIA 2022

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Giorgio De Chirico - Frutta con busto di Apollo


Tanto per cambiare, l'eretico Bruno si ripresenta alla scadenza annuale di fine luglio con un nuovo omaggio alla letteratura greca classica. E' una tradizione di questo blog, che si fonda su una duplice motivazione, da un lato ritornare alle sorgenti della letteratura di tutti i tempi, dall'altro rendere merito a delle pagine superbe in prosa e poesia. Ovviamente, sempre come costume di questo blog, i brani presentati lo sono sempre nella traduzione di Gerardo Allocca, che, nell'attendere a queste interpretazioni dal greco antico, intende compiere delle avventure letterarie, che lo supportino anche nel suo impegno di poeta e scrittore moderno in proprio. Rivivere la letteratura del passato per riceverne utili insegnamenti e stimoli da investire nella letteratura del presente, in barba a clan artistici e poteri meschini. Graecia capta ferum victorem vicit: è la famosa sentenza oraziana e dimostra ancora oggi l'autorità culturale della Grecia, che vogliamo ancora una volta celebrare e onorare. Con ciò, un saluto ai nostri lettori, arrivederci a settembre



ALCMANE (fr.15)

 

Subito, al volo dello sparviero, ecco

le ragazze del coro, uccelli, via! 

(trad. G. Allocca)



POLIBIO - STORIE (I, 1, 1-5)


Ammesso e non concesso per noi ci fossero per caso precedenti tra chi abbiano atteso a raccontare le vicende umane di aver mancato di tessere le lodi della storia stessa, risulterebbe probabilmente l’esigenza di raccomandare a chiunque di preferire e accogliere questo genere di opere per non esserci alcuno più pratico rimedio dell’essere a giorno circa gli avvenimenti trascorsi. Dal momento che però né alquanti né una frazione, ma la totalità per intenderci sono ricorsi a ciò in apertura e in chiusura, sostenendo che più autentica istruzione e addestramento per la vita politica dello studio della storia non v’è e lezione più eloquente e unica per regolarsi elettamente di fronte ai capricci della sorte della memoria delle cose già successe ad altri, si capisce come a nessuno possa apparire conveniente tornare a disquisire su argomenti egregiamente illustrati e da parecchi, meno che mai a noi. E difatti la singolarità medesima dei fatti che ci siamo decisi a trattare, basterà a richiamare e raccomandare chiunque sia, giovane o in anni, a leggere questo scritto (trad. G. Allocca)


 

ANACREONTE (fr. 17)

 

Giù ancora nei flutti schiumosi,

cieco d’amore, dalla roccia

di Leucade precipitarsi

(trad. G. Allocca)



PLATONE - CRITONE (IX-47)


SOCRATE: Sulla scorta delle nostre premesse, a questo punto, v’è solo da vagliare se risponda a equità ch’io provi a evadere di qui o meno contro il volere degli Ateniesi; e, caso mai sembri equo, osiamo, caso mai no, desistiamo. Quelle tue riflessioni circa la privazione del patrimonio e del buon nome e della cura dei figli, il cielo non voglia in realtà coincidano, o Critone, con quelle di coloro che a cuor leggero mandano a morte e riporterebbero in vita, se solo ne fossero in grado, senza cervello, coloro che sono in prevalenza. Per noi, secondo logica, altro non si debba valutare che quanto vengo appena dal dire, cioè se sia corretto passare soldi sotto banco e rendere grazia a costoro che mi cacceranno fuori da qui dentro, così da liberarcene ed esserne liberati, oppure per la verità faremo torto in questo modo. E se parrà che iniquamente metteremo in pratica queste azioni, non si stia assolutamente a discutere né se sia da perdere la vita così, restando inattivi, né se sia da subirne qualunque altri contraccolpi al posto di commettere illegalità.

CRITONE: giudico tu correttamente ti sia pronunciato, o Socrate; ma ora valuta il da farsi (trad. G. Allocca)



SOFOCLE – EDIPO RE (vv. 1524-1530)

 

 Ecco Edipo, Tebani, che il notorio

indovinello spiegò ed importante

divenne: a chi tra noi la sua fortuna

non destava invidia? Ma ultimamente

è precipitato in tanta sciagura

che qual mai terrestre si stimerà

beato, se, a guardare quest’epilogo,

non oltre l’amara soglia tombale?

(trad. G. Allocca)

 

DEMOSTENE – PER LA CORONA (205)

 

In realtà gli Ateniesi in quel tempo non desideravano né un uomo politico né un condottiero sotto il quale stare al riparo da guai, ma in soggezione, rifiutando perfino di vivere, qualora non fosse possibile nel rispetto della libertà. Ognuno era convinto tra loro di non essere venuto al mondo esclusivamente in pro del padre e della madre, bensì anche della patria. Dove sta la differenza? Sta qui, che, avendo idea di vivere solo per i genitori ci si aspetta una morte naturale dal destino, laddove si abbia idea anche per la patria, si sarà pronti a dare la vita pur di non vederla soggiogata, giudicando più odiosi della estinzione corporea il dover tollerare le insolenze e le lesioni all’integrità della patria sottomessa (trad. G. Allocca)


ALCMANE (fr. 13)

 

Non proveniva, egli, dalla campagna,

né grullo era o della schiera dei dotti

né di origine tessalonicese,

né di Erisiche o guardiano di greggi,

 proveniva egli dall’alto di Sardi.

(trad. G. Allocca)

 

venerdì 1 luglio 2022

IL TROUBADOUR XXII-II

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Henri Matisse - Finestra a Tangeri


La poesia è oggi una forma letteraria un pò fuori moda: si sa che è la narrativa che la fa da padrona in letteratura direi dal secondo ottocento. Pur dominatrice del campo per secoli, da quando la prosa si è affermata nel gusto del pubblico e degli intenditori, essa è passata un pò in ombra e dire poeta oggi è come dire una specie di vice di tutto rispetto. I veri protagonisti nel mondo attuale in letteratura sono i narratori, mentre ai poeti spetta una parte di secondo piano sulla scena. Non intendo ovviamente tra la gente comune, dove il rapporto è invertito, voglio dire che tra i dilettanti sono di gran lunga più i poeti che i narratori, al punto che oggi a scrivere poesie ce ne sono così tanti che sicuramente il loro numero prevale su quello dei loro lettori. Io che sono sia narratore che poeta (e un pò anche drammaturgo, poco però, perché in quel genere ho scritto ben poche cose) diciamo che non mi sento più l'uno che l'altro, ma è come procedere su binari paralleli alla partenza, in cui però linee e stazioni sono tutt'altre. La poesia mi ha portato in certe direzioni, la prosa in altre. La mia direzione in poesia è quella di un rilancio della stessa, finita in pastoie e in sabbie mobili, da cui difficilmente può uscire viva. Il mio compito è consistito pertanto in un salvataggio, ripristinando certi valori di essa, che stavano andando in malora. Si spiega perciò anche il riferimento ai lirici greci e alla loro lezione. In narrativa, per me si è trattato non già di un salvataggio, ma di un'estensione, di una prosecuzione di un discorso in evoluzione. E' ora però il momento di presentare qualche saggio del mio preteso salvataggio della poesia. Un salvataggio, che definirei eroico, considerando che oggi il poeta autentico lo è, dovendo da solo combattere contro delle forze preponderanti, quelle della spersonalizzazione e omologazione selvaggia, imperante nel nostro tempo, facile esca di poteri autocratici e clan artistici, che se ne alimentano, come un incendio con il vento. Ecco, allora che, come in narrativa, la mia battaglia contro l'unilateralità di certi caporioni della finanza e della politica e delle cricche artistiche di questo paese si sposa con quella contro la globalizzazione internazionale, che tutto riduce al comune denominatore nelle mani delle oligarchie dei media e dei loro detentori.



 

…così è che si scioglie la neve e cadono

le foglie degli ontani dissanguate,

questo è l’indirizzo dove domani

ho appuntamento…

 

                                   in cielo quattro nuvole

bastano a fare un giorno, il porto è sempre

pieno di navi e merci, vanno e vengono.

Io immagino un fabbro che batte un ferro

di fuoco all’incudine e il ferro cambia

forma, giusto un pugno di creta in mano.

 

 

FILOSOFIA

  

Ma poi dove finisce il pingue suono

delle trombe, quando tacciono o il volo

delle cavolaie, quando si posano?

Dev’essere che l’aroma, suo assolo,

della fresia vada pur a raccogliersi

da qualche parte, perché poi le allodole

stiano a cantare, sui muri a rapprendersi

la malta, a maturare ogni mensile

rata, l’automobilista a cambiare

l’olio del motore, pensile in grotta

la stalattite corposa a crescere,

la nave in viaggio a seguire la rotta.

  

O sarà che le pale della ventola

del radiatore girano lì a vuoto,

la banderuola sul tetto vi balla

per chi sa che, non certo per il vento,

nella cassa di scale sale e scende

l’ascensore come gli salta l’uzzolo,

sulla riva, mai senza tregua, le onde

schiumano per fare champagne solo,

il tuo cuore pulsa ogni istante in petto

per gareggiare con il ticchettio

del pendolo e la pesca sta non frutto:

palla a Natale che luce un fottio?

 

Piovvero intanto lampi sulla torre

e la lesionarono, orde piombarono

su dalle Alpi e sconquassarono le are

di Giunone e Marte, il foro romano,

straripò il fiume sull’ansa ed invase

l’autostrada, franò fino il costone

sulla spiaggia e lido e barche distrusse,

i nostri legni al rientro da colonie

con pietre e spezie pirati velieri

li predarono e affondarono, smanie

la colsero e per sempre ti piantò ieri.

  

 

SU UNA FOTO DI JOSIF BROSKJI


Chi mai ti autorizzò poi, Josif, le stelle

forse, che sempre autorizza il tramonto?

Nessuno può firmare sulla pelle

i suoni che gli occhi sullo strumento

del cuore strimpellano ad ogni istante,

nessuno timbrare le credenziali

per gioire all’alba al mortorio di fronte.

Il ticchettio del cucù in sala bolli

non ammette, nella corrente fissa     

che verso nord scivola inarrestabile,

trascinando sabbia, plancton in corsa

e il caldo dei tropici, il pesce folle 

fa dietrofront ed a sud volge la bussola.

Perfino il temporale nell’elenco

non era, i lapislazzuli la regola

d’ogni bon ton gettano dentro il fuoco.

 

 

E così, Josif, tu non eri autorizzato

neanche dalle onde del freddo Baltico,

che depone a riva zinco colato.

Non era permesso che il ramo secco

non desse frutto, l’acqua effervescente

traboccasse dall’orlo, nei solstizi

 l’altezza del mezzodì differente

fosse, Mercurio errasse negli spazi.

 

 Ma il calendario, Josif, è ovunque quello,

né mai zanzare risparmiano estati,

civetta mai tace su torre o melo.

E qui, non lungi dai templi violati

ancora di Pompei, la tua canzone

stessa ripeto, percorro la strada

che pure tu facesti, nel copione

sostengo il tuo stesso ruolo tra Giuda,

e nessuna stella qui mi autorizza,

non ci sono credenziali ufficiali

per le sette mute di questa razza    

di crisalide e poi i quarti rituali

e i miei pleniluni, nessuna firma

sulle carte e la documentazione

per queste mie ostriche di mare a norma,

per lo stagno e rame di queste vene.

        

 

 



mercoledì 1 giugno 2022

LULLOX 6

 

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



E' ormai estate, cambia la stagione, cambiano alcune abitudini e i panni che mettiamo indosso. Non cambia lo stato miserevole della letteratura italica e la miseria di chi la gestisce nelle alte sfere. L'estate non rimedia ai mali di un mondo bacato, che proprio perciò teme di cambiare le cose a sue spese. E allora: che si goda dell'attimo, come diceva il Magnifico! Se la mela è marcia, non si può più risanarla, a meno di non staccarla e aspettare una nuova annata. Non è dato se non, come diceva Eliot, che noi si stia "in parte vivendo", cioè si passi il nostro tempo nel disagio e nel sacrificio di una vita più degna che ci viene negata da clan e autocrazie, a noi avversi. Abbiamo motivo perciò di essere riconoscenti a chi partecipa di questo nostro vivere in parte, seguendo questo blog e le sue composizioni in prosa e versi. In pro di essi ora questo troncone conclusivo, il sesto, del paragrafo Lullox, tratto dal mio romanzo Lungo il muro.






Segue da Lullox 5 - maggio 2022

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Ecco il perché Silvestro Crucioli si mise le mani nei capelli: ma come?, quel portafogli sotto i suoi occhi era la copia perfetta del suo sottrattogli in treno neanche un’ora fa ed, esaminato che lo ebbero, conteneva i suoi documenti (compresa la patente nautica ritirata quell’oggi), le sue tessere bancarie e non, tutte le sue banconote e perfino portava stampate le sue iniziali ed il numero preciso di serie dell’altro. Il tutto secondo l’inventario dei ferrovieri stilato all’atto del ritrovamento con la data di 6 giorni addietro. Come giustificare che il portafogli fosse lì da tanto, mentre glielo avevano defraudato suppergiù mezz’ora prima e lui non si era mai fermato alla stazione di Nola, né aveva viaggiato su quella linea ferroviaria negli ultimi 6 mesi (in genere si spostava in auto, ma a volte era costretto per una ragione o l’altra a farne a meno)? Come, se addirittura la patente nautica gliel’avevano consegnata quel pomeriggio, mentre era lì da sei giorni e recava la data odierna (cosa sfuggita ai compilatori dell’inventario) e tutto era in regola?

Come un’arancia colta dall’albero si ripone nella cesta e la si destina al mercato, così un carrozziere differisce. Come quest’ultimo non è un elettrauto, così Silvestro Crucioli, pronto a intascare di nuovo il suo portafogli, trasecolò, disponendosi a compilare e sottoscrivere le carte di protocollo per la restituzione. Così il capotreno e gli altri funzionari ferroviari, senza dimenticare il medico, allibirono, così il treno ripartì per Caserta, ma senza il Crucioli, che attese il prossimo convoglio, per avere il tempo di sbrigare le pratiche, così l’erba cresce sul prato, così il quadro è una natura morta, così il gommista saluta, come il trapano fa szz.

Per meglio intenderci, il trapano è quello elettrico e chi lo manovra è un operaio di 31 anni, di cui ignoriamo chi sia e di cui non ci importa minimamente. Né le sue operazioni e i suoi calcoli per misurare dove fare il foro avvenivano in quella stazione, ma a chilometri di distanza, né essi aggiungevano o toglievano alcunché a quello sbalordimento e sconcerto di cui caddero preda il Crucioli e gli altri alla stazione. Sappiamo solo che, facendo la somma, veniva 0.

                                                                                                             (Fine)

domenica 1 maggio 2022

LULLOX 5

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo


Di nuovo di questi giorni c'è solo la guerra. No, attenzione, non qui, ma lontano, migliaia di Km, quanto basta, però, per temere la fine del mondo. Sì, sapete, basta poco e dal fuoco di un fiammifero si sviluppa un incendio colossale. Per ora l'incendio colossale non c'è, solo uno circoscritto, tuttavia, ci saranno solo decine di morti. Insomma, il genere umano sa il fatto suo, e, quando ci si mette, dimostra tutta la sua stupidità. Visto che il covid non c'è riuscito come si deve, hanno studiato come fare un'altra bella strage con la guerra, architettando così un suicidio di massa. Più furbi di così! Ma, oltre al nuovo c'è il vecchio, cioè le solite cose. I soliti poteri oscuri e i soliti clan artistici che in questo malcapitato paese fanno i loro danni, e i soliti che ne pagano le conseguenze, come la mia letteratura, che rimane per così dire nelle catacombe. Ma sa, dalle catacombe un bel giorno, non si ha idea di quando, si esce, e può darsi che le cose mutino piega, chi sa. E così, nell'attesa ignoro quanto lunga e se premiata dalla liberazione dai sotterranei della penombra, per ora ecco alla luce un altro brano di quella letteratura, un nuovo brano, il quinto, di Lullox. 





Segue da Lullox 4 di aprile '22

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Quel tabaccaio, tutti lo sapevano, aveva divorziato tre volte e ora, vivendo solo con due levrieri, nel fare la doccia, metteva la cuffia. Non che fosse inusuale, ma, si sa anche  questo, le  pernici  sono  squisite.  Con ciò,   abbiamo   discusso   abbondantemente   sul   tema   che   ci   eravamo assegnato in questa allocuzione che ha mirato a far luce sui rischi del fumo.

Reputiamo ci si sia formata, grazie ad essa, un’idea chiara di come si debba correttamente suonare il pianoforte. Per inciso, non è vero il violino sia più difficile da imparare, malgrado ciò non si evinca dall’epilogo della storia del portafogli sottratto sul treno Salerno-Caserta. Difatti, sceso il rapinato, dolorante al petto, in compagnia del capotreno, presso la stazione di Nola, le automobili consumavano benzina.

Nonostante la benzina costasse, si ebbe la ventura che in stazione si trovasse per caso un medico. Costui, cui non piacevano i gelati, fece portare lo sfortunato viaggiatore nei locali della stazione e, visitatolo, non escluse la notte non volassero i pipistrelli. Assicurò solo che il signore era sano come un pesce e tutto dipendeva dallo choc nervoso. Tutti allora si tranquillizzarono, convinti che la terra e non il sole girava. Lo strano fu che Silvestro Crucioli, l’uomo alleggerito in treno, sbirciando su uno scaffale della stazione adocchiò un portafogli e chiese cos’era.

Non gli fu risposto la lampada di Aladino, la quale si trova invece nelle Mille e una notte. Non poteva esserlo anche perché, pur essendo magica, essa garantisce che le uova le faccia la gallina. Il Crucioli seppe, dunque quel portafogli essere un oggetto smarrito in quella stazione da 6 giorni, rinvenuto dal personale delle pulizie e a disposizione del proprietario che ne reclamasse con diritto la restituzione. Intanto sui monti del Caracorum cadeva la neve.

Quest’ultima, diventata ghiaccio, forma i ghiacciai, i quali, non avendo denti e mascelle, non sono piste da corsa per automobili e quindi gli elettricisti, perciò. In sostanza o si spedisce la raccomandata o la pasta scuoce.

                                                                                                            (Segue)

venerdì 1 aprile 2022

LULLOX 4

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo 


E siamo a Pasqua, ad aprile, insomma è primavera, cambia il tempo, si va verso il semestre caldo: non cambia naturalmente la musica, e nemmeno i musicanti. Rieccomi con il mio brano mensile, rieccoci con lo spettacolo vergognoso della cultura pubblica nazionale e internazionale. Io almeno la faccia la salvo, loro no. Voglio dire che onestamente per conto mio faccio la mia parte in pro della letteratura, mettendo in vetrina il mio mondo poetico, loro, per conto prorio, fanno lo stesso solo nelle intenzioni, in realtà torbidamente, mentendo sulla sostanza delle cose, sofisticando l'autentico. E così si assiste ad una specie di gratuita messinscena in cui ci sfilano davanti agli occhi gli atti di una commedia che, se proprio deve far ridere, è un riso velenoso, che mentre ride piange.  Noi però insceniamo il teatro vero, e naturalmente non può essere che una tragedia. A voi ora un'altra scena di questa tragedia



(Segue da Lullox 3-Marzo '22) 


Quel che non stava né in cielo né  in  terra era  la quadratura  del  cerchio,  cosicché il treno riprese il viaggio, lasciando Palma. Palma Campania è una cittadina a poca distanza da Saviano, un comune dove fanno, a parte che all’alba vi sorge il sole, i carri a Carnevale. Pasqua cade di domenica, invece, da cui il fatto che lo schampo fa schiuma. Uno che, dopo lo schampo, si tagliasse le unghie e dopo uscisse per lavoro e, nel momento in cui rincasasse, si guardasse nello specchio, non s’imporrebbe si chiami Eduardo. Che so, potrebbe fare al contrario l’assicuratore, purché, si badi, a novembre cadano le foglie, o il barista.

Altrimenti s’intende i leoni starebbero nel circo e chissà se l’assegno sarebbe stato pagato dal sassofonista. Non per altro, i pescherecci salpano e, una volta gettata dai marinai la rete in mare, chi può dire se Osvaldo diventerà attore? Giusto, il teatro è una carriera ostica, lo affermò anche il tappezziere nel montare la tenda. Si vede che i gatti hanno la coda.

Il punto è però il ferro da stiro. In virtù di esso, archiviato il caso del sarto sgozzato e messa la museruola al cane, siate informati il treno Salerno-Caserta si accinse a entrare nella stazione di Nola. Concesso che il nostro paese per mole di furti e truffe non ha niente da invidiare a nessuno, non fu questo il motivo del 3° tempo della sonata. Lo fu il fischio del treno a indurre uno dei passeggeri da noi già uditi discutere prima a – Si scende, signori – parlare così – Nola ci apre le braccia. Giusto giusto, mancavo di mettervi a giorno che la provincia potrebbe abbracciare anche Sperone, Baiano, Lauro, Acerra, Mugnano. Sarà veramente grande! – Senonché gli uccellini sull’albero cinguettano e a primavera nascono le viole.

Ne viene che, a prescindere molti titubassero sulla questione della provincia e su quella dell’Italia federale, le stelle brillano di notte. La loro luminosità non era ancora visibile (erano le 18 quasi), allorché il treno sostò sferragliando in stazione. Ne smontò, tra gli altri anche il passeggero derubato, Silvestro   Crucioli, a   causa   di   un   malessere   che l’aveva improvvisamente colpito, certo per il trauma della disavventura subita; lo accompagnava il capotreno. Non c’era, come una volta, una fanciulla di nome Biancaneve, insieme a loro.

Fortuna volle i rami fossero sugli alberi, almeno si poteva vedere la tivù. Le alci, purtroppo erano lontane, sui monti, e talmente che, scendendo le scale del palazzo dietro il cinema, superato l’atrio, poco più oltre a destra, c’era il tabaccaio. Lì, non dico ci fosse da ascoltare la sonata, bastava tossire.


                                                                                                                (Segue)