sabato 1 aprile 2023

JAGGHES 7


L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio




Salvatore Emblema - Senza titolo



Altro mese, altro post. Di nuovo letteratura, altro tentativo, cioè di costruire qualcosa che, difforme dal precedente, abbia i caratteri del Bello, nel binario di un genere, chiamato narrativa. Un Bello che sia diverso, ma sia anche il medesimo, quel Bello che lo è in assoluto da Omero in avanti. Ed ecco a produrmi in un'altra estrinsecazione, un'altra manifestazione dello stesso io, che si slancia al di fuori di sé per significare qualcosa, avente la qualifica di letteratura. E di nuovo quell'io a scontrarsi con la solita società, incapace di accogliere quelle espressioni, incapace di concedere loro il dovuto riconoscimento, perciò sua nemica. La solita società nelle redini di poteri oscuri e meschini, la solita cultura ufficiale dominata da clan personalistici, pensosi esclusivamente, come quei poteri oscuri, dei loro corti interessi. Poteri e clan oggigiorno più che mai agguerriti e gagliardi, in una parentesi storica come l'attuale, presa nella morsa di una globalizzazione asfissiante, di cui noi tutti siamo degli automi, delle rotelle di un ingranaggio







Continuo da Jagghes 6 dell'1 marzo 2023

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La circostanza non è priva di importanza, solo a pensare che nel nostro paese un editore manovra i suoi cronisti come fossero suoi lacché e chi non fa come dice lui, fuori. E poi, non si creda, come solitamente si sente dire, che non c’è rosa senza spine, perché ci sono anche le dalie, le camelie, le azalee, i tulipani, le orchidee, i giacinti, i girasoli, i gerani. Ne esce confermato che le camelie non sono dalie, come pure la pinza, il trapano, il martello. Va al riguardo puntualizzato che un chiodo prima si estrae quello vecchio, poi si fa un nuovo foro, infine si ficca nel muro. Dopodiché si appende il quadro e qui ritorniamo punto e daccapo: to bie o not to bie? Sì, perché, ditemi voi, se le camelie non sono dalie, com’è possibile che, salito su non so una Porche, uno vada per controllare la pressione alle gomme e gli venga candidamente comunicato che sono lisce?
E’ la Porche che non è una Renault o la Citroen che non è dell’elettricista? Ci si può consolare solo dicendosi che dopo tutto anche le ortensie sono fiori, malgrado l’aperitivo e Giordano Bruno. E perché un digestivo no? Sicuramente, ed è sufficiente dire che un gommista ne beve, quindi le ruote possono benissimo non essere lisce. Il ragionamento adesso ci porta logicamente a concludere che l’elettricista aveva ragione quando diceva che un benzinaio non è un idraulico. In realtà egli, e così tutto quadrava, aveva comprato una Citroen, non una Peugeot. Vuoi vedere che è per questo se tra Bernini, Mattia Preti, Giuseppe Recco, Luca Giordano, Salvator Rosa e tutti gli altri che furono chiamati in causa da critici e storiografi, non si riusciva a capire chi fosse l’artefice dell’affresco di palazzo Schioppa? Bernini dicevano certi no, quella pittura è troppo poco architettonica; Recco dicevano altri no, essa manca della freschezza che alberga nei suoi dipinti;
Salvator Rosa obiettavano altri ancora, no, il dipinto manca di fantasia surreale. E analogamente per gli altri candidati, c’erano sempre degli studiosi che avevano qualcosa da ridire, sicché quell’affresco di palazzo Schioppa pareva di tutti e di nessuno. Non si finiva più in tal guisa di avanzare ipotesi sulla sua paternità e puntualmente di screditarle. Si arrivò al punto a Napoli di fare la fila presso i gommisti, tanto le dalie erano ricercate ai negozi di fiorai. La cosa continuò a trascinarsi così irrisolta per mesi, come fosse che una BMW non potesse avere le gomme sgonfie, quando poi erano le camelie a profumare, non i contrabbassi. Tutt’al più si poteva credere che i violoncelli profumassero, benché fossero in tanti a preferire i clarini. Alla fine un fagotto perché non avrebbe potuto profumare lui? Fatto sta che la vendita dei tulipani crebbe a più non posso, dopo che si diffuse la voce che italiano non significava quello. E tutti si chiesero quale fosse la pressione corretta per le gomme, in modo che si stabilì quella di scorta dovesse essere diversa dal m’ama non m’ama.

                                                                                                                                (Segue)