mercoledì 1 gennaio 2020

IL TROUBADOUR I-XX

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio




Henry Matisse - Harmonie en rouge



E ricominciamo, un nuovo anno ci attende, con gli stessi pro e gli stessi contro: le solite note per così dire private, che accompagnano e connotano il mio stile letterario e le solite note per così dire pubbliche, che adombrano le mie fortune (o sfortune che dir si voglia) in società. 
Che dire del passato? Dal lato culturale, non posso lamentarmi, se è vero, com'è vero, che ho prodotto 3 romanzi, 2 raccolte di racconti, 3 libri di poesia e ho in cantiere un nuovo romanzo e una nuova silloge poetica. Alla fine ho realizzato quasi più di uno Svevo e un Verga. Dal lato del successo, una rovina, considerando che non ho incassato alcun contratto editoriale e vendite in proprio ne ho segnate di magrissime. Nè più che un flop è il mio bilancio esegetico, a giudicare che ho all'attivo solo qualche sparuto articolo di giornale e quasi nessun contributo critico. 
Insomma, un mezzo sconquasso. Ma quel che m'incoraggia è il valore indiscutibile che desumo dalle mie opere, che non potrebbero essere tutto un inganno: il contenuto, ovverosia il materiale letterario è innegabile e la poca considerazione raccolta non gli è congruente. Tutti quei miei scritti non possono essere solo fumo negli occhi, sono una realtà inconfutabile. E allora piuttosto sono le adesioni altrui ad essere un inganno, cioè i mancati consensi a non essere veritieri.
C'è in conclusione qualcosa che non va, non in me, quanto nel mondo letterario e culturale italico, che brilla per canaglieria e doppiezza, mi riferisco agli editori (per lo più milanesi e torinesi) e alla stampa, editori e stampa che obbediscono ai soliti poteri oscuri (da altri chiamati forti) e ai soliti clan artistici.
Aprire l'anno con queste prospettive certo non è affatto promettente, nonostante l'aprirlo nel nome della letteratura e dell'arte sia come minimo onesto e incoraggiante. Ecco, è l'ossequio ai valori dell'arte e della cultura che m'invoglia a proseguire e continuare a onorare, quasi sacralmente, questi valori è per me una via da percorrere e un vigoroso sprone a non fermarmi. Appresso, alcune mie poesie di vecchia composizione, mai finora presentate su questo blog. Buon 2020





 CAFFE’ ESPRESSO

Diciamo pure che ogni tanto
il sangue si rimescola,
vedo quello che non c’è,
ossia m’incanto,
un Turner negli occhi, e
potrebbe anche essere quella
la chiave del Paradiso.

Se non fosse che c’è sempre
qualche bulldog in agguato,
latra feroce, apre
le fauci, marchia a fuoco
la pelle, mi ricorda il fatto
che sono vivo e lui è là, amico
della pietra, appanna il viso.

Però, escluso allora,
è come su un tapis roulant,
che a momenti s’inceppa
e bisogna continuare
a piedi, bullone stretto.
                                                   
                                                   Bruno


ICARO

Cose, queste che soltanto le nuvole
erranti su campagne

aperte e variopinte, come vele
sulle acque, quindi degne

in tutto della tavolozza esperta
d’un classico pennello

 pompeiano; cose che sa, nascosta
tra siepi, aureo gioiello

la lucciola, analogamente, quando
fa brillare i suoi fuochi

sotto dolci e ardenti stelle del torrido
agosto, padre ai fichi.

Che, concludendo, io solo ho sotto chiave
nel petto, con loro e altri

privilegiati, ma muta, non muove
labbro, che non le mostri

la bocca che non sa e non vuole dire.


VALZER, VINO ROSSO

Pensando Dégas,
tiro un calcio a un barattolo
di coca-cola.

… (vuoto). Oggi sta
per finire. Vedo
zanzare
affollarsi sotto un lampione.

Nessuno. La musica
dei miei passi e l’Orsa,
un ronzio fisso
nel pensiero.

Zufoli di grilli, fiati
morbidi carezzano
la pelle
calda. Esploro l’impossibile.

Navigo tra l’ovatta
delle nuvole,
smarrito in un mare
di dubbi.

Ma no, tutto è chiaro,
tutto vero, qui,
cullato tra queste onde,
il sonno.

Sogni tempestosi,
incubi. Un orologio
al quarzo.

Provo a stringere
il pugno: aria, sfuggente
aria e poi, finalmente
la maniglia del Luccioli,
dove entro per bere.
Chiuso.


VICEVERSA,

piangeremo ogni giorno,
andremo al cinema,
no: scriveremo una poesia.
Abbiamo ancora strada da fare, Emma…
Pioverà, a sera?... E sia,
 porteremo anche l’ombrello in mano.