domenica 1 marzo 2020

BROW 1

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Inizia con oggi un nuovo episodio tratto dal mio romanzo Visita di Sirdi, dal titolo Brow, che conta 2 tranches, e questa è la prima. E' un brano dialogato, che però s'ispira ai soliti presupposti romanzeschi da me adottati. Varietà nella uniformità, direi, come sono abituato a fare nelle mie realizzazioni letterarie. Un pezzo dolente, del resto, nella mia normale amministrazione. E come potrebbe non essere malinconico un mio elaborato artistico, considerata com'è conciata questa nostra società, nella quale volenti o nolenti siamo immersi e con cui dobbiamo necessariamente fare i conti?
Un'Italia dove spadroneggiano i consueti clan, anche artistici, che fanno sì che la nostra sia una falsa democrazia, in cui in realtà comandano sempre pochi e sempre gli stessi; un panorama culturale bugiardo, in cui poteri occulti reggono le fila di un gioco non genuino e autentico, dove prevalgono e vengono messi sulla scena in pubblico non gli efffettivi attori della scena artistica odierna, ma solo quelli graditi a chi ha in mano il gioco, insomma la solita buffonata made in Italy, ecco quello che abbiamo davanti agli occhi.
Che farci allora se al narratore, al poeta non rimane che far risuonare le sue dolenti note? Se volete, ascoltatele









  Non solo, ma c’erano anche barche a vela. Chiodi a croc non mancavano, né Masaniello fu re. Re della plebe (1647-1647), fu pescivendolo napoletano, assurto, lo si diceva, a fastigi regi con la sommossa da lui capitanata contro gli Spagnoli. Per non farla lunga, chi crede alla televisione è scemo e Masaniello finì impiccato. Lo stesso vale per le orchidee.
  Sì, perché una mazzetta nel libero commercio è legge. Le seppie (legge non scritta, né confessabile, sed salica, inviolabile), che vanno per mare, ne sanno qualcosa. E così accade che un masso pesi.
  Tutt’altro meditava Mauro Labia, comodo su una poltroncina nell’arioso salone d’attesa di fronte alla vetrata che dava sulla pista di decollo di Capodichino. E   dire   che   il   toro   incorna   alla   corrida,   le soubrettes ballano al varietà! I gatti no.
  Labia (verso il signore vicino, nel dare un’occhiata alla sua valigetta a terra) – Mica ha sentito annunciare la partenza per Buenos Aires delle 10,50?
  L’altro (negligentemente) – Io? No. Vado a Istanbul
  Labia – Bel posto. Turismo?
  L’altro – Turismo? No, maccheroni. Compravendita pasta di fabbrica
  Labia – Credo che se le albe fossero tramonti sarebbe più giusto. Saremmo meno nervosi
  L’altro – Che?
  Labia – Niente, pensavo. Volo a Buenos Aires da un mio zio. Deve pagare delle cambiali a mio nome
  L’altro – Ah, la storia delle albe. Diceva, mi pare che deve vedere uno zio all’alba
  Labia – Pressappoco. Parlare è come stare zitti
  Precisamente: chi non è d’accordo, se poi una quercia è alta? L’altezza non determina il colore delle foglie e quindi è chiaro. Insomma (insomma) tutto dipende dalle rose. Esse fioriscono a maggio, tranne il De rerum di Lucrezio. Inoltre le rose profumano e, quanto a colori, il cielo è azzurro. Più che di colori, però, intendevamo parlare di mazzette.
  Guglielmo Zaulo (l’altro) – Un caldo; ci sudo
  Labia (disinteressato) – No, guardi, dicevo sul serio
  L’altro (curioso) – Cosa?
  Labia – Preferisco stare zitto
  L’altro (punto) – Non immaginavo …
  Labia – Ma no, anzi. Mi fa piacere sentirla. La prego
  L’altro (sconcertato) – Non capisco
  Labia (sorridendo) – Sono lieto d’ascoltarla, parli, parli pure, mi sentirò più vivo, meno solo. Ma starò muto; come un pesce
  L’altro (un po’ seccato) - E che vuole che le dica?
  Labia (dispiaciuto) – Si è risentito, intendo. Faccio ammenda. Mi favorisce il suo nome? Ho la sensazione di averla già vista. Io mi chiamo Mauro Labia, pittore
  L’altro (sulle sue) – Se proprio le interessa, io sono Guglielmo Zaulo
  Labia - Forse sono indiscreto
  L’altro - Faccia lei
  Discreto o indiscreto? questo è il punto. E’ di capitale importanza venirne a capo ai fini di quanto dicevamo: spedire il telegramma. Telegramma? Correggiamo: prendere la pillola o qualcosa del genere. Una cosa è certa: gli italiani sono maestri nell’ungere il carro, tramite mazzette per avere concessioni sotto  banco.  Corromperebbero  perfino  Robespierre. Costui, parigino, avvocato, fu un celebre rivoluzionario del XVIII secolo. Non è che, schiacciando patate, si capiscono meglio i fatti storici di quel tempo. Piuttosto conviene a tal uopo farsi fare la bolletta. Così, pagando un funzionario pubblico, ci si mette in regola in Italia: si ottiene la licenza edilizia o il grosso appalto e le coccinelle sono insetti.
  Labia – Viaggio poco, e meno ancora in aereo. Ma: o bere o affogare. Tre cambiali per fine mese e, se non ci pensa lo zietto d’oltreoceano … Lui tratta manzo delle pampas, da una vita.
  Zaulo – Vedo, vedo
  Labia – L’arte eleva lo spirito, ma non rende, capirà
  Zaulo – Purtroppo
  Labia – Magari lei prende spesso l’aereo
  Zaulo – Spesso
  Labia – E s’intende di affari
  Zaulo – Rappresentante commerciale di una fabbrica di pasta
  Labia – Vive solo, glielo si legge in faccia
  Zaulo (ironico) – Lei è un mago
  Labia – Magari. Soltanto occhio clinico
                                                                                                                                            (Segue)