domenica 28 luglio 2019

ALLA GRECIA 2019

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio





Edouard Manet - In barca ad Argenteuil




Per questo blog non sarebbe luglio se non ci fosse il post rituale dedicato alla Grecia classica, con il quale L'eretico Bruno interrompe le sue uscite e dà l'appuntamento al settembre prossimo. E' presto detto, eccolo qui. Una breve raccolta di mie traduzioni di alcuni dei testi di quella letteratura rimasti per sempre nella mostra memoria storica. Testi che costituiscono un tesoro irrinunciabile per la civiltà occidentale, sia per la lezione di stile artistico che per la lezione di vita che trasmettono. Farli rivivere significa non solo rituffarsi in quel mondo antico e uscire per così dire fuori dal tempo, ma anche ripresentare al mondo d'oggi quelle conquiste della cultura e della letteratura, nonché onorare la mente umana per quelle pietre miliari. E' questo il  movente che ci spinge a rispettare questa tradizione de L'eretico Bruno, unitamente all'intento, se non possiamo, a cagione di clan culturali e poteri meschini, godere di una patria vera, almeno di poter vantarne un'altra di adozione, dello spirito, la Grecia










ALCEO – FR. 362 

Ghirlande conserte d’aneto, via!
uno m’avvolga adesso intorno al collo
e un balsamo spalmi molle sul petto. (Trad. G. Allocca)



PLUTARCO (VITA DI DEMOSTENE - par.1)

E così, se solo si opinasse a Iulida o Egina, minuscola terra della già vasta isola di Ceo, che qualcuno degli Attici pretendeva perfino di cancellare quasi fosse una briciola del Pireo, possa mai capitare in sorte, concedo, di partorire valenti attori o poeti, ma in nessun modo una personalità proba, positiva, di ingegno acuto e longanime, sarebbe senza senso. Non v’ha dubbio ben altre arti prosperino di quelle che fruttano profitto e stima nelle località senza nome e poco estese, benché poi la virtù come pianta ricca e sempreverde cresca in qualunque luogo, purché le tocchi un’indole nobile e un animo laborioso. Ugualmente non ha senso, qualora noi si manchi di vivere e pensare correttamente, incriminare la piccolezza della patria per questo, bensì, rettamente, nient’altro che noi stessi    (Trad. G. Allocca)



PINDARO - ODE OLIMPICA  XIV

Ascoltatemi, ve ne prego, Grazie
a cui donò il fato le cefisie acque
e che anche regnate sull’alma Orcòmeno
dai bei puledri, voi che, della prisca
stirpe minia patrone, perpetuarono
i poeti; giacché armonia e sublime
sempre da voi vengono a noi mortali,
se si è sapienti, fulgenti ed illustri.
Né gli dei senza le gloriose Grazie
danno il via a tutti i cori ed ai banchetti.
Ma, attendenti in cielo ad ogni intrapresa,
il loro posto accanto al Pizio Apollo
arcodorato, onorano la gloria
infinita al capostipite Olimpio.


Datemi retta, celebrata Aglaia
e tu, patita del canto Eufrosine,
rampolli del più eccelso degli dei,
e tu, Talia, felice di canore
voci, nell’assistere a tal corteo
esultante per la propizia sorte,
io che qui per inneggiare ad Asopico
giunsi in chiave lidia e con melodia
accorta, per aver resa olimpionica
egli Orcòmeno, sede dei Minii.
Eco, ora vola al regno di Persefone,
foriero al padre del felice annuncio.
Così, riconosciuto Cleodamo,
raccontagli come al figlio sul giovane
capo scese la corona dalle ali
dei suoi trionfali giochi tra le valli
di tanto nome di Pisa, al suo Asopico.  (Trad. Gerardo Allocca)



SAFFO -  FR. 89

Al mondo più meraviglia voi dite
drappello di cavalieri, di fanti
voi, voi di navi, ed io la cosa amata.

Spiegarlo è presto fatto a chiunque, ebbene:
più splendida tra le donne, quell'Elena,
non piantò il più valoroso degli uomini

facendo vela per Troia, né alla figlia
badando né ai suoi dolci congiunti
solo pensosa del suo caro amore?

Così adesso mi ritorni alla mente
sempre cara tu al ricordo, Anattoria,
di cui sento la penosa mancanza.

Vedessi ora quel grato passo, il riflesso
del suo sguardo luminoso, altro
che lidi carri e in armi truppa marziale!   (Trad. G. Allocca)



EPICURO- LETTERA A MENECEO (PAR. 1)

Non perda tempo chiunque a darsi alla filosofia da giovane, né da vecchio si astenga di esser pronto a farlo. Infatti nessuno è mai prematuro né tardivo per il benessere della sua interiorità. Chi dice in verità che non è ancora il momento di intraprendere la filosofia o che quel momento è sorpassato è pari a chi proclama che è tramontata o ancora da venire l'ora per la felicità. Pertanto tanto al giovane che al vecchio s'addice la filosofia, a questo, perché pur avanzando negli anni resti giovane per le dolci memorie del passato, a quello, perché, pur giovane, sia all'altezza di affrontare con saggezza l'avvenire. Conviene meditare sulle cose che conferiscono la beatitudine: se questa è presente, possediamo tutto, se manca, siamo pronti a tutto per raggiungerla.  (Trad. G. Allocca)



ASCLEPIADE
(A.P. XII,50)

Del vino, dai, Asclepiade! Perché lacrime?
Perché pene? Non stregò te soltanto
la vezzosa Cipride, né, acerbo, Eros
su te solo scagliò gli archi e le frecce.
Perché, vivo e vegeto, fare il morto?
Pretto scoliamo il liquore di Bacco!
Le giornate durano quanto un dito.
Chi sa se rivedremo la lucerna
per il sonno ancora! Del vino,dai!
Tra breve può essere riposeremo,
crudele Eros, nella notte eterna.  (Trad. G. Allocca)

lunedì 1 luglio 2019

LITTERAX 2

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Franck Lloyd Wright - Spiral house (1952)



Eccoci al seguito di Litterax 1, seguito sia del racconto omonimo, incluso nel romanzo Visita di Sirdi, sia del romanzo Allocca-Letteratura italiana, quest'ultimo un'avventura senza fine per ora e che si trascina nell'incomprensione reciproca. Da una parte un autore, io, che ha un suo stile e un suo discorso culturale distintivo, che meriterebbe se non altro, come minimo, un diritto di cittadinanza nell'ufficialità, dall'altra un mondo pubblico nel campo specifico chiuso e nelle mani di clan per niente sensibili ai valori letterari, ma solo ai propri meschini interessi di parte in un paese, l'Italia, dalla democrazia apparente, in realtà controllata da potentati oligarchici, che fanno il bello e il cattivo tempo. Chi dei due antagonisti avrà ragione? Un autore che vuol far valere solo i diritti dell'arte o dei clan culturali, politici e finanziari, che si preoccupano solo di gestire il proprio corto e spicciolo tornaconto? Giudicate voi.









E invece no, la buona stella dei due automobilisti, Sanso e la signora Giulia, li assisté ed essi rimasero, salvo qualche contusione ed escoriazione qua e là, incolumi. Vennero fuori dall’abitacolo a fatica e  distinsero  subito  dinanzi  a  loro  uno spettacolo agghiacciante: il velivolo in rottami, le fiamme che l’avvolgevano, esso e una casa, una costruzione a due piani attorniata da un giardino, su cui era precipitato l’aereo, abbattendola, urla di spasimo. Subito Sanso sentì il dovere, lui medico, di apprestare i primi soccorsi. A Gibuti faceva caldo, il termometro segnava i 36° e i sommozzatori si erano immersi presso il porto di Baia per ripescare dei reperti archeologici di epoca romana, lì sul fondale, in seguito, come da poco scoperto, a un remoto nubifragio.  Così l’acqua calda per il tè era pronta e Sanso non poté esimersi dallo slanciarsi tra le fiamme per constatare se fosse possibile intervenire in pro dei malcapitati dell’incidente aereo e la moglie istintivamente lo seguì. Avvenne che a Gibuti i gabbiani sul ponte della nave erano tre.
  Bastava fossero quattro e i peperoni, anziché gialli, sarebbero stati rossi, quando poi gli spalatori spazzano la neve; e invece, mia Milena, il postino depone la lettera nella buca. Dico, non sarebbe meglio il drink venisse bevuto col limone!
  Se non altro, le tariffe scemerebbero, il bilancio se ne gioverebbe e il PIL continuerebbe a indicare il prodotto interno lordo. In fin dei conti ad aprile gli uccelli cantano e nessuno può garantire il nuotatore sia maschio. E’ certo, al contrario la mafia non sia diffusa ovunque in Italia?
  Nel dubbio, si consideri che i bufali fanno il latte e si capirà come le stelle stiano in cielo. Non solo, ma il dottor Sanso individuò tra le fiamme i due corpi, ormai cadaveri, dei due piloti, poi altri due, tuttora in vita, più in là, tra i poderi all’infuori del  villino  devastato. Dovevano  essere  due  agricoltori, sorpresi mentr’erano al lavoro nel loro fondo dal disastro. Ad  essi  prestò  le   prime   cure, mentre   la   consorte, facendosi coraggio estremo, sottraeva al fuoco che si propagava le salme dei due aviatori. Dopo tutto, poteva sempre dirsi a quel punto che, per fare la moltiplicazione, occorre mandare a mente la tavola pitagorica. Sì, perché un’arancia alla fine è fatta a spicchi.
  Altro discorso meritano le angurie, le quali, più che a spicchi, si fanno a fette, non foss’altro per l’affare del cavallo di Troia. Si racconta infatti che Napoleone, giunto a S. Elena, esclamasse – Che caldo! -. M’intendi, dunque, diletta Milena: non è questione di prezzo, qui.
  Prendiamo il caso di un’obbligazione; caso mai il suo prezzo salga, nessuno vi obbliga a fare il viaggio in treno. Uno può benissimo, in alternativa, bersi una camomilla, addirittura può arrivare fino al punto di guardarsi allo specchio. Non potrà, però, per nessuna ragione fare footing.
  Un assegno circolare è meglio, può essere accreditato immediatamente, là dove, per fare l’albero di Natale, non è necessario possedere la patente di guida. Fu questo, credo il motivo che indusse Amedeo Sanso, apprestate le cure d’urgenza ai due presumibilmente contadini feriti a gettarsi tra le vampe per recuperare e portare al sicuro le salme di tre individui, un uomo e una donna maturi e un anziano signore, che tutto lasciava credere fossero abitanti della casa sventrata, i quali erano periti nel sinistro. Fu allora anche che Sanso, di fronte allo spettacolo della morte e lui stesso a gravissimo repentaglio, toccò con mano l’annientarsi della realtà sensibile e l’imporsi alla coscienza di un’unica verità indistruttibile e invulnerabile, rimasuglio ultimo dell’essere, le supreme entità della logica: il sì, il no, l’ovvero, l’implica, il prima, il   dopo, il   su, il   giù   e  quant’altre gli balzarono alla mente: ecco, si  disse, la  sola  scienza  indubitabile  per noi, il resto è solo percezione materiale transeunte, che dura il tempo che trova. Si confermò nelle sue convinzioni intellettuali, già consolidate in lui e ora lampanti, le concezioni russelliane, la riduzione del pensiero a corretta analisi espressiva e della realtà a capriccio dei sensi. Non gli passò per la testa tuttavia che gli elefanti hanno la proboscide.

                                                                                           (segue)