lunedì 1 gennaio 2024

IL TROUBADOUR XXIV - I

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Joan Mirò - Donna nella notte




Spazio alla poesia, è ora! Questo blog dedicherà il suo rituale post letterario del primo del mese alla espressione in forma versificata. Presenterò alcune mie poesie incluse nei miei 4 volumi finora usciti sui circuiti Amazon (che, checché ne possano pensare i soliti paladini dell'editoria italica, la più gretta, monopolistica e autoritaria che forse esista al mondo, consentono la massima libertà di manifestazione artistica), volumi che vanno tutti sotto il nome di Versi superstiti. Questa etichetta, da me attribuita a tali volumi, ha un preciso movente alle spalle, consistente nella mia programmatica mira di salvare il salvabile nella poesia, recuperare quindi il suo ubi consistam primitivo, così come posto in essere ai suoi primordi, quello, per intenderci, della lirica eolica e ionica, per quanto filtrato attraverso tutte le espressioni più avanzate della contemporaneità, che però spesso hanno portato questo genere letterario fin sulle soglia dello svuotamento, dell'isterilimento, dell'estinzione. Il tutto poi nella mia poesia è collocato sullo sfondo della sensibilità che ci ispira la nostra realtà, intrappolata nei tentacoli di una globalizzazione internazionale accanita e feroce, che trova la sua estrinsecazione nella dittatura dei media nella nostra vita e che ha quasi totalmente impoverito, se non vanificato le personalità dei singoli, dei cittadini odierni del mondo. In Italia essa ha assunto le forme di un potere tanto anonimo quanto personalistico, pur spacciato come democratico, e di clan di varia specie, artistica compresa. Ecco, io mi sono assegnato il compito da un lato di strappare la poesia alla ossificazione e incenerimento ad opera di una avanguardia oltranzistica, che ormai ha detto tutto e il contrario di tutto, dall'altro di fotografare la nostra disperante condizione umana moderna, senza mai a priori trascurare gli apporti delle più recenti conquiste nel campo di questo genere di produzione letteraria. Nell'ottica di tale mia visione operativa, seguono ora le mie composizioni di cui parlavo in precedenza, tutte tratte dai miei 4 volumi di poesia già usciti e presenti sulla piattaforma Amazon, le quali si attengono strettamente ad essa per la loro elaborazione a monte e che affido ai lettori, in questa apertura del nuovo anno, come strenna letteraria, malgrado nulla di confortante oltre ad esse possa io profilare all'orizzonte.








DA PRONUNCIARSI IN SENATO

(III CATILINARIA)


                                                                                      Un mandolino dal golfo


Fino a quando l’aurora non si cambi

in tramonto e le sorgenti non sgorghino

arsenico, non diventino rombi

i triangoli e vile zinco non siano

gli ori nello scrigno, l’ovest s’inverta

in est, il su in giù e non inaridisca

il mare, non mancherà mai la muta

sabbia di gridare la sola lisca

avanzò del cefalo a tradimento

assalito dal pescecane, snella

la colonna di tenere l’affronto

del vandalo a mente, il lampo alla spalla

di abbattersi del pioppo e abbrustolirlo.

Non cesserà di calare il sipario

sul miele delle coppie e ancora al vicolo

di affondare il pugnale del sicario.




L’ORACOLO DI CUMA


Neanche il sambuco sulla corrente

a galla sfuggirà al delta e alle rapide

o la cicogna, quando spira estate,

ai paesi del nord, alle vandale orde

il foro, gli anfiteatri e le sacre

oche, le facciate dei fabbricati

alle intemperie, al sapore amaro e acre

d’assenzio i giorni e inflessibili i fati.

Più le clessidre avanzano, più polvere

s’accumula sul cucù della casa

in centro antico, più mattini e sere

alle spalle divengono la salsa

irrimediabile a un pranzo scontato,

sulla fuga si scorge senza uscita

il vicolo nel dépliant già annunciato

al termine del tour d’agenzia in data.

Incancellabile al bar dietro l’angolo

quel caffè dopo la seduta e applausi,

quel cielo dell’addio a Clara col velo

sui capelli, quel punto al rigo e il “si

respinge” della lettera in cassetta,

quel viso duro e marmoreo a letto.


E ora la fine del romanzo è nota,

si sa della crociera ormai ogni porto.



ALTRIMENTI,


non avrebbero tagliato il ciliegio

nel giardino, rovinando del tutto

lassù i nidi dei merli, l’altro maggio

il cardellino alla finestra il gatto

non avrebbe trangugiato, invasori

mai avrebbero valicato a nord le Alpi,

la ragazza non avrebbe certo ieri

lasciata l’innamorato con colpi

di telefono. Violente abbattendosi

sulla riva, non avrebbero le onde

smantellato il lungomare, due frasi,

diresti un tango ritmato alle corde,

devastato il tuo ottobre non avrebbero,

brodo per diserbare le tue viole,

girando ogni manopola allo zero,

fiaccando il respiro a tutte le vele.