sabato 8 febbraio 2014

QUALCHE NUOVA PROSPETTIVA POETICA

Kandinsky - Giallo, rosso e blu

Alla prosa nella biografia letteraria di Allocca Gerardo si è sempre intrecciata la poesia. Non si poteva pertanto non postare accanto a una spigolatura sui nuovi approdi narrativi dell'autore come presentato in data 27 novembre 2013  con Squarci, una equivalente nel campo poetico. 
Allocca confessa che in poesia non è riuscito a procedere più oltre di qua, nel senso di ridare fiato e autenticità al valore canoro della versificazione e di ripristinare nei limiti di una libera espressione dei pensieri e stati d'animo del poeta i valori metrici. Ciò non significa che sia stata questa una operazione di restauro della poesia, anzi egli è convinto, all'inverso di aver provveduto a far progredire questo genere letterario, in profonda crisi. 
L'intenzione è stata, infatti, in primis di strappare la poesia allo stallo in cui è caduta in seguito a tanti sterili esperimenti  avanguardistici e restituirla al suo primigenio spirito di estrinsecazione dell'animo attraverso la musica del fraseggio, e in ciò si è tenuto come principale modello il melos greco antico e le voci di Alceo, Anacreonte, Mimnermo, Saffo avanti a tutto. Ovviamente la formulazione poetica di Allocca s'impernia su altri per così dire accorgimenti compositivi, che una volta o l'altra verranno anch'essi illustrati.  



UN LOUIS QUATORZE

                                                                                         Quel diavolo di Lorenzaccio!

Fintanto che durarono gli incontri,

le foglie verdeggiavano sui platani,

i tram passavano, pioveva ai vetri,

compravano birre, all’afa sotto i pini

guizzavano saettando lucertole,

saliva e scendeva la borsa e l’oro,

un altro novembre appassiva al sole.

Al bar clienti parlando tra di loro

sedevano e scadevano le polizze

assicurative, iceberg correnti

trascinavano verso sud, le gazze

volavano e obbedivano tenenti.

Poi la linea al telefono cadde

e l’agenda non volle più annotare

orari, mentre spegnevano fredde

le luci di un night, alla facciata le edere

s’assolavano, varavano navi,

battevano il record degli 800,

una jeep parcheggiava in mezzo ai rovi.

Ora Pompei vive tra il greve fiato

di spettri e di nuovo le nostre strade

invasero, la parete di argilla

verso il bosco frana sempre e le spade

nel salotto sono spuntate, fiala

d’arsenico non basterebbe a Amleto.

Fu che la sala riempirono i topi,

le streghe maledirono il balletto,

dietro la cava avvistarono i lupi,

il fiume straripò e allagò la fabbrica,

la tigre scappò dal circo di notte,

lingua straniera fu la voce amica

e così per me non ci fu più un te.