venerdì 1 dicembre 2023

QUNZ 4

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo




E' in arrivo il periodo natalizio e, come sbandieravano una volta le ronde per le strade, tutto va bene. Va bene tanto per dire, s'intende, al punto di dover correggere: tutto va male; o, meglio ancora: tutto ristagna nel bene e nel male.
In sostanza le gravi tare di questo mondo, in preda alla deleteria globalizzazione, che condanna l'uomo alla acefala obbedienza ad oligarchie internazionali,  arbitri delle cose di tutti i giorni, specie attraverso la mediazione dei mezzi di comunicazione di massa, veri protagonisti della nostra realtà.
E così in Italia hanno buon gioco le vecchie classi dirigenti, che restano sempre in sella, anche al variare del vento politico che tira. Hanno buon gioco i vecchi clan artistici, che spadroneggiano nel campo culturale.
Purtroppo in un mondo così non si vede alcuna via d'uscita, siamo tutti destinati a inchinarci a questi gretti e ciechi ingranaggi collettivi, i quali si appellano poi alla loro indispensabilità, onde impedire la confusione e la discordia, ma in verità essi non fanno che i comodi di pochi e riducono le persone ad automi di una infernale macchina mondiale.
A noi autori letterari non resta che affidarci all'effetto mitigatore della poesia, e pertanto io proseguo per la mia strada, proponendo il quarto brano del racconto Qunz, desunto dal mio romanzo, già presente nei circuiti Amazon, dal titolo Lungo il muro. Se la letteratura può servire a medicare le ferite, ecco, io offro questo rimedio, che magari non servirà a guarire, ma senz'altro almeno ad alleviare i mali.





Segue da Qunz 3 dell'1 novembre 2023  

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   Ebbene? Se il barman non poteva essere un altro, poteva mai Medardo Sagliocca da Caserta mentire? Egli che sosteneva Tasso e Marino essersi incontrati a Ferrara, come provava una lettera del secondo all’amico Ignazio Zambrogna di Napoli, dal Sagliocca scovata in Francia, non essendo mai giunta al destinatario, perché intercettata dai servizi di sicurezza di Luigi XII, che teneva il poeta partenopeo sotto sorveglianza, temendo egli volesse rientrare di nascosto in Italia. Il Marino era effettivamente riparato a Parigi, in fuga dal Piemonte, dove il duca di Savoia lo aveva fatto imprigionare ingiustamente all’indomani dell’attentato da lui subito ad opera del genovese Murtola, suo rivale letterario. Nella lettera autografa, che il Sagliocca aveva scoperto in una biblioteca di Nantes, chi sa come finita lì, Giambattista Marino riferiva che nel suo incontro col Tasso, costui gli avrebbe suggerito il soggetto e addirittura il titolo dell’Adone, oltre a consegnargli passi sparsi già da lui composti del poema. Un poema siffatto egli aveva in animo di redigere prima della morte, ma allora, sentendo prossima la fine, aveva inteso lasciare a Marino quelle sue confidenze letterarie come un lascito, vedendo in lui il suo erede e prosecutore in Campania e rammaricandosi di non aver potuto vivere, lui napoletano, nelle terre natie. Tutte cose, queste che contraddicevano apertamente la nota sentenza del Lavoisier nulla si crea e nulla si distrugge, tanto vero che, come ognun sa, Marino scrisse Murtoleide fischiate. Come conseguenza di questi versi non poteva avvenire altro che un cambio d’olio nel motore, non solo essendosi usurato il lubrificante già esistente, ma essendosi oltre tutto rotto un tubo nel bagno di casa. Bisognava evitare che la testata si fondesse.

  Il che riuscì senza dubbio, se non altro in grazia della solidità della squadra di rugby durante la partita, finita poi 10 a 3, secondo le previsioni, del resto, che annunciavano temporali e maltempo nella zona, non scartando la possibilità che all’ippodromo vincesse Varenne, a testimonianza che i resti archeologici si potevano portare alla luce con degli scavi in quel luogo. Scavi che in seguito non vennero effettuati, per il fatto che i fondi accantonati per quello scopo furono invece dirottati in perfetto stile italiano non si sa verso quali spese incognite. Resta il fatto che Marino riportava oltre al resto, nella lettera a Zambrogna, quale fosse lo spirito che lo animava nella stesura del suo Adone, non, cioè di competizione sportiva per la disputa di una gara di pentahtlon, bensì di pallanuoto, tolto il caso che il tenente fosse sergente o il gallo cedrone. In sintesi egli voleva dipingere con quel poema la corruzione morale e intellettuale del mondo contemporaneo, raffigurato dalla peccaminosità del legame amoroso tra Venere e Adone. Costui avrebbe impersonato il cittadino del XVII secolo, impaniato in una acutissima crisi culturale ed etica, ed alla fine con la sua uccisione ad opera dei veltri avrebbe dovuto avere una funzione didascalica e parenetica verso i lettori, che avrebbero visto in lui consumarsi la tragedia del loro secolo. Dunque, non immoralismo del Marino, come del tutto erroneamente vedevano gli storiografi del bel paese, per niente teneri in genere con gli autori napoletani, ma profondo moralismo attraverso la funzione catartica del suo poema. Non c’è che dire, noterete a questo punto, una puntata all’ippodromo su Varenne avrebbe potuto fruttare bei soldini, una volta che si era, come si era, stabilito il tenente fosse sergente e il gallo un gallo cedrone. Come si evince, infatti, dalla trama dell’Adone, Varenne non poteva non gareggiare e prevalere al traguardo, in virtù della circostanza che, essendo il tenente un sergente e il gallo un gallo cedrone, una moneta da 2 euro vale.


                                                                                                             (Continua)

mercoledì 1 novembre 2023

QUNZ 3

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo


Siamo in pieno autunno, le stagioni si susseguono, e per parte mia non posso venire meno all'obbligo morale di dare corso alla mia passione artistica, nel nome della letteratura.

Presentiamo pertanto qui appresso il seguito del racconto Qunz, il terzo episodio, tratto dal mio romanzo Lungo il muro, già uscito sulla piattaforma Amazon.

Obbedisco, dicevo, nel presentare miei lavori, a un obbligo morale e poco importa che queste mie creazioni incontrino o no il favore altrui. Io ho fatto la mia parte, dando espressione alle mie inclinazioni letterarie, e tanto basta.
Piuttosto è, secondo me, la cultura ufficiale italica a mancare ad un suo dovere morale, nel caso queste cose avessero un valore oggettivo. Il non prenderle in considerazione, come fa, è indice della sua patente immoralità.
Ma, tant'è, il mondo culturale in questo paese è vittima di oscure leve di comando pubblico e clan artistici, il che, unitamente agli effetti nefasti su di esso della globalizzazione internazionale e dei media, suo strumento di imposizione, non permette null'altro all'infuori di questo, per cui non c'è che da rassegnarsi a questa specie di leopardiano potere ascoso, che a comun danno impera e tirar dritto, seguendo il proprio destino




Segue da QUNZ 2 dell'1 ottobre 2023

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  In poche parole il jazz è spontaneità e improvvisazione, la qual cosa non significa naturalmente   che    in   pianura si respira peggio, ma ci dimostra chiaro e tondo come lo strumento può benissimo essere la tromba, non il clavicembalo, da cui discende logicamente che Mozart non scrisse giusto 38 sinfonie, escluso beninteso il pallone da basket.

  E pertanto si può mai affermare candidamente in Italia regna l’onestà? Solo a patto, credo, di ritenere lo strumento sia il clarino, a prescindere da quale sia stato poi il risultato della partita di rugby. Perché, riflettete attentamente, qualora non la facesse da padrona la disonestà nel nostro paese, mi dite voi a che servirebbero l’oboe, il violoncello, l’arpa, l’organo e la chitarra? Basterebbe soltanto che le noci fossero moscate.

  E così pure le tende da sole, i tappeti persiani, la moquette, il bowling, voglio dire insomma che non ci vorrebbe sempre l’olio nel motore. Aggiungo che, dal momento il clarino è a fiato, non si può assolutamente negare un battello possa essere a vapore, almeno dal punto di vista della copertura internet di una data zona, che altrimenti dovrebbe risultare non coltivabile a olivo per il fatto arcinoto che il vino o è rosso o è bianco, mentre un valzer non può essere una mazurka.

   Ecco, dunque illustrate le motivazioni per cui il breve saggio di Medardo Sagliocca su Tasso, l’Adone e Marino, spuntato inaspettatamente sul web chiariva i rapporti tra i due poeti in tal modo che a differenza del vino rosso, quello bianco è più adatto sul pesce. Se ne inferiva manifestamente che ad una cena non si è a un pranzo, cosicché non bisogna confondere tra il dire e il fare, non solo in virtù del mare, ma anche Jacopo Sannazzaro, Masuccio Salernitano, Matilde Serao, per non parlare della torta ai lamponi e della vernice gialla.

  Alla fin fine era evidente che un valzer poteva anche essere viennese, senza considerare che la coltivazione a olivo non impedisce che il mare sia agitato, con il che automaticamente si viene a far sì che il barman sia quello e non altro, a differenza, invece del baritono nell’opera.


                                                                                                                     Continua

domenica 1 ottobre 2023

QUNZ 2

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo


La letteratura prosegue il suo corso, indipendentemente dalle singole volontà, e traccia il suo percorso nella storia. Non sarò certo io quindi a decidere questo corso, ma sarò certamente io a contribuire a tracciare questo corso, attraverso il mio impegno personale e le mie realizzazioni letterarie, che non sono altro che un'emanazione della vicenda umana nel mondo. Eccomi qui, conseguentemente, a mettere in vetrina un nuovo brano, diretta continuazione del precedente del mese scorso. Ecco allora Qunz 2, che prolunga il passo di settembre e, così facendo, si conforma al destino della letteratura, nel cui alveo si inserisce il mio lavoro artistico. Che poi questo mio lavoro sia o no influente ai fini del progresso letterario non starò io a dirlo. Certo è anche che la cultura pubblica italica, retta da clan artistici e poteri meschini, posso assicurare non abbia assolutamente agevolato il mio contributo, al contrario lo ha boicottato in tutti i modi, chiudendomi sempre le porte di accesso ai circuiti pubblici. Tutto ciò, se dovesse risultare che la mia opera ha una sua rilevanza quanto ai destini della letteratura, è la prova della pochezza e malafede di essa cultura, che, insieme alla cultura internazionale, cui è legata a stretto filo in virtù della gobalizzazione, potrà vantare, oltre a quelle, non so, per esempio, di Italo Svevo e Tomasi di Lampedusa (e, se vogliamo parlare in termini extranazionali, di Van Gogh, Modigliani, Pasternak, Brodskj etc), un'altra delle sue vergogne    






 Segue da QUNZ 1 dell'1 settembre 2023

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  Ma veniamo al dunque: il cener freddo del verso tassesco, non potendosi identificare con 1 metro e dispari, ci porta alla naturale conclusione che non tanto le campane fanno dindondan, quanto è Ofelia che sta nell’Amleto. Dato che non fu lei a pronunciare, effettivamente l’essere o non essere famoso, è inutile dire in Italia stanno pieni di tangenti fino al collo, serve piuttosto dire chiaro e tondo se ci sono i cateti, c’è anche l’ipotenusa, prova incontrovertibile che Torquato Tasso era un sommo poeta.

  Ad hoc, ecco l’ultima novità nel mondo del web: uno scritto di tal Medardo Sagliocca, comparso recentemente online, secondo cui l’Adone fu in realtà un’idea del poeta anzidetto come pure il titolo, e Giambattista Marino non fece altro che tradurlo in pratica, conformandosi alla trama concepita dal Tasso e trasferendo anche di sana pianta nel poema diversi passi già composti dal padre della Gerusalemme. Medardo Sagliocca, lungi dall’essere Amleto un principe portoghese, non scriveva a proposito di sic et simpliciter, ma era un letterato del XVII secolo, nato e morto a Caserta. Pare addirittura, già che ci siamo parlando di Caserta, che il numero esatto per indicare gli anni dalla nascita della tragedia greca   non   sia   77,  non   essendo   ugualmente   79   quelli   anni dall’eruzione del Vesuvio né 38 le sinfonie scritte da Mozart, da cui, tirando le somme, si ricava anche che un televisore oggi dev’essere digitale.

  Con un ragionamento del genere si può altresì stabilire se i ladroni erano davvero 40, intendendo con ciò accertare se alla partita di basket il risultato non fu un altro, così da smentire quanti giudicano che la dodecafonia sia una musica da 4 soldi, laddove chi è che non sa in montagna si respira meglio, salvo a parlare di jazz?

                                                                                   Continua

venerdì 1 settembre 2023

QUNZ 1

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Settembre è il tempo della ripartenza, dopo la pausa estiva. Ripartiamo anche noi, nel segno della permanenza. Permane la nostra idea del romanzo, permane la nostra visione della poesia. Dunque non prevedo per ora sostanziali cambi di angolazione nell'inquadramento del mio impegno letterario, sostanzialmente aderente alle sue conquiste già' acquisite. Permane purtroppo anche l'andamento degli affari culturali e pubblici italici ed esteri, i primi orchestrati da poteri privatistici e clan artistici, i secondi vittima della globalizzazione internazionale. Non rimane che proporre come rimedio, sia pure palliativo,. passeggero e non risolutivo, la lettura del brano che qui propongo, tratto da un paragrafo dei miei libri












Le campane, cioè non suonano sempre a morto, voglio dire in soldoni che un orangutang non va confuso, come già si diceva. In pratica, quando le campane suonano, non è detto che un orangutang stia mangiando una banana, la qual cosa la dice tutta circa il famoso dilemma essere o non essere. Risulta quindi evidente non potersi affermare univocamente come una campana che rintocca sia sinonimo di puntigliosità, in altri termini esattezza, che definirei matematica, per la semplice ragione che un orangutang non va scambiato con un gorilla, il che basta da solo a chiarire nella Gerusalemme il verso e il cener freddo de le fiamme etc. non stia a significare quanto dicevamo poc’anzi a proposito della campana, bensì 1 metro e 85.

Come, direte, e il cener freddo de le fiamme vuol dire 1 metro e 85? Macché, voglio solo indicare come 1,85 m sia una misura di lunghezza, per cui, non rappresentando la distanza da qui a Gerusalemme, può tranquillamente  stare  a  intendere  che  il  gran sepolcro di cui parla Tasso fu sì liberato, ma poi rioccupato dai Turchi infedeli.

Mi sembra ovvio, a questo punto che una Citroen o, che dire, una Volvo, una Renault, una Opel siano delle autovetture su strada e non da corsa, laddove, salendo a bordo di una di esse, uno non si senta autorizzato sempre a dire Tasso è stato il più grande poeta, anzi può valere l’inverso, ovverosia la quarta parte di 73 non è 17 virgola 777, con il naturale corollario che un triangolo non sempre ha due cateti. Potrebbe, infatti benissimo essere che l’orangutang stia mangiando la banana, e allora come potrebbe avere il triangolo i cateti, se non ammettiamo per ipotesi che la banana sia acerba?

Alla fine, signori miei, quel che conta è la quarta parte di 73, non fa testo, invece se la banana sia acerba o meno, a meno che non avvenga l’orangutang sia zoppo alla gamba destra, allorché automaticamente verrà 17 virgola 777, da cui traspare lampante che furono i Turchi, non, al contrario la banana a far sì che il triangolo non avesse i due cateti, circostanza, questa che giustifica pienamente l’essere una Volvo e le altre una vettura da strada. 

                                                                                                                                                              Segue


sabato 29 luglio 2023

ALLA GRECIA 2023

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Giorgio De Chirico - Le maschere





L'appuntamento annuale con la letteratura greca antica, rivisitata attraverso mie traduzioni, non può mancare su questo blog. E' un impegno, prima che di fronte a una sua tradizione ormai consolidata, un tributo verso le sorgenti stesse dell'espressione poetica. E' lì, in Grecia. che nacquero la poesia e la letteratura occidentale, e non si può non rendere omaggio a quel patrimonio artistico, anche a distanza di più di 2 millenni. Chi è votato alle arti non si può esimere dall'inchinarsi davanti alle loro prime e fulgide testimonianze e manifestazioni. Soprattutto in tempi come i correnti, dove l'humanitas nelle sue varie forme, dalle lettere alle arti alla musica, è fortemente penalizzata e ridimensionata dal progresso tecnologico e scientifico, che la fa da padrone e trova voce attraverso i media, veri dominatori del nostro mondo. Grazie ad essi poteri oligarchici tengono in pugno l'uomo comune, schiacciato e nullificato dalla globalizzazione, malattia della contemporaneità. In questo stato di cose, poi sguazzano certi clan artistici, che a modo loro e secondo loro disegni di comodo gestiscono gli affari culturali italici, spalleggiati da lobby politico-finanziarie in sella. Ecco, il ritorno a genuine produzioni letterarie dell'epoca greca classica, qui declinate nella mia traduzione personale, serve, almeno sulla carta, a spezzare queste catene e ridare fiato all'anima umana e alle sue ispirazioni creative più nobili e spontanee. Tanto, insieme alla loro celebrazione millenaria, costituisce il nostro preciso intento programmatico in questo post, che rappresenta anche un arrivederci a settembre.



 

 


 

MIMNERMO - Fr.2

 

Foglie  noi, figli  della  floreale

primavera, in  fretta  al  sole cresciute,

come  foglie, godiamo  dell’effimero

fiore  dei verdi anni, del  tutto  ignari

delle  gioie  e  dei  dolori  prodigati

dal  cielo. Incombono, però le  Parche

funeree, l’una reggendo in mano

il  bossolo dell’infelice  vecchiaia,

l’altra  quello  dei  funerali  estremi.

In  un  baleno  spunta  il  frutto  dolce

dell’età  prima, quanto  dura  il  sole

sull’orizzonte. Ma, giunto  poi  il  varco

ultimo  di  quella  bella  stagione,

all’istante  val  più  morte  che  vita.

Molto  infatti  si  volge  in  male  e  a  volte

i  beni  vanno  in  fumo  e  s’assaporano

i  guai  dell’indigenza,  uno  perde

i  figli  e  fino  alla  tomba  si  strugge

per  loro,  un altro  affligge  infermità

che  lo  annienta; e  non  v’è  uomo

che  Zeus  non  riempia  di  tante  disgrazie. (trad. G. Allocca)

 

 

 

ALCMANE – Fr. 159 

 

Le sommità montane, gli strapiombi,

  i promontori, i burroni, i generi

di viventi per quanti ne sostenta

la scura terra, le belve d’altura,

gli alveari d’api, i pesci nel fondo

del chiuso mare, tutti ora riposano,

dormono i pennuti dalle ali in volo.  (trad. G. Allocca)

 

 

PLUTARCO – VITA DI ALESSANDRO, 1

 

 

Nel trattare in questo libro di Alessandro e Cesare, colui che annientò Pompeo, considerata la dovizia di gesta reperibili, nessuna avvertenza anteporremo se non di pregare i lettori di non giudicar male se raccontiamo tutto o qualcuno degli avvenimenti per conto proprio in maniera circostanziata, bensì per lo più concisamente. Noi invero non compiliamo storie, ma biografie, e nei più eclatanti eventi non sempre si coglie un tratto di valore o di discredito quanto invece sovente un particolare di poco conto o una parola o una frase rende una manifestazione dell’indole più di qualunque combattimento con eccidi o dislocazione di truppe o assedio di città. A quel modo dunque che i ritrattisti fissano le fattezze dal volto o dalle particolarità intorno agli occhi, così a noi dev’esser lecito di approfondire maggiormente i risvolti della mente e attraverso questi descrivere la vita di ciascuno, cedendo ad altri le grandi azioni e le lotte.   (trad. G. Allocca)

 

 

SAFFO - Fr. 4

 

A corona della soave luna, o astri,

a voi  s’appanna  il vostro chiaro raggio,

non appena ella rotonda  s’affaccia

sul nostro orizzonte, di luce argentea. (trad. G. Allocca)

 

LISIA - CONTRO ERATOSTENE 1-3

 

Il difficile non è dare il via a questa incriminazione, illustri giudici, ma stare zitto: hanno perpetrato azioni così turpi e numerose, che neppure mentendo si potrebbe addebitare di più del vero, né volendo attenersi al vero riferire tutto, ma appare ineludibile che o l’oratore lasci perdere o difetti il tempo. E giudico che ci toccherà l’inverso che in passato. Allora infatti era imposto di dichiarare quale fosse la contrarietà degli inquisitori verso gli incriminati, qui invece siamo tenuti a domandare quale fosse per essi la contrarietà verso la città, per via di cui si spinsero a commettere tali e tanti colpe ai danni di essa. Tuttavia non intendo parlare come non avessi subito cattiverie e disgrazie personali, ma come se per tutti ci fossero serie ragioni per sentirsi sdegnati a cagione di affari privati e pubblici. Io pertanto, egregi giudici, pur non avendo mai trattato cause giudiziarie mie o altrui, ora mi vedo forzato per i fatti capitati a imputare costui, al punto che più volte mi sono dibattuto in forte titubanza, timoroso di indirizzare l’incriminazione a nome mio e di mio fratello non con la necessaria efficacia e veemenza per via della mia imperizia. Ad onta di ciò, mi studierò di mettervi a giorno dal principio il più succintamente che saprò.  (trad. G. Allocca)

 

ALCEO - Fr. 130

 

Qui, adesso in mezzo ai campi desolato

per destino, io che non sogno che udire

chiamare a raccolta il popolo in  piazza

rumoreggiante e riunire il consiglio,

o progenie di Agesilao, sono

privato di prerogative, anziani

anche da mio padre e nonno,  godute,

io per colpa di cittadini astiosi

l’un verso l’altro, io che perciò sono esule

in lontani posti. Io come Onomacle

laggiù, insediatosi nella boscaglia

solo, tra lupi, stanco a battagliare,

aizzarsi infatti è vano contro i perfidi.

Su terre scure asceso, liberato

dalle angustie, vivo dentro il sacrario

divino dei numi beati, dove

vergini di Lesbo con il peplo sfilano

elette per virtù e vibra all’intorno

quella sonora voce sibillina

della  orazione  annuale delle donne. (trad. G. Allocca)

sabato 1 luglio 2023

IL TROUBADOUR XXIII-II

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Claude Lorrain - La partenza di Sant'Orsola


E' il momento della poesia. Si tratta di una forma espressiva cui mi dedico da una vita, parallelamente alla narrativa. Ha esigenze distanti mille miglia dall'altra e uno sviluppo storico anch'esso sui generis. Da parte mia mi studio sempre di percorrere strade nuove, per cui ho delineato un mio mondo poetico del tutto personale, tanto per contenuti che per resa tecnica, così da sbozzare dei componimenti, che hanno la pretesa. per così dire, di salvare il salvabile, cioè mantenere in vita un genere letterario sul ciglio del precipizio, a rischio estinzione. Diciamo che è questo il principale mio intento programmatico, per cui le mie poesie sono raccolte sotto il titolo di Versi superstiti, oltre naturalmente ad altri, da me altrove precisati. Qui ora presento due mie cose dal corpus poetico di mio conio, certamente pochissime rispetto allo stuolo di mia creazione. Mentre però i miei presupposti artistici sono animati dalle migliori intenzioni, non così quelle della vita culturale pubblica di questo paese, sempre in preda ai soliti clan e a una classe dirigente pensosa solo dei propri corti interessi e non dei diritti delle arti e della poesia.




SE POI CHI SA

  

Sarebbe bastata appena una mano

di vernice a salvare la ringhiera

dall’ossido e le gardenie in giardino

ora secche da giorni un po’ di cura,

bastava qualche sprazzo di beltempo

ventilando a imposte aperte in cantina

per fugare la muffa - un lesto lampo

squarciò la notte a dicembre in macchina -

dalla legna in serbo per il camino,

un fil di voce con una parola

sola a quell’altro capo del telefono

per scongiurare un addio come falla

di una nave in naufragio irrimediabile.

Avvenne, invece che le tarme in torma

rovinarono quell’antico mobile

ricordo di famiglia e passata orma,

le orde sfondarono al nord e poi invasero

calidarium, triclini, peristili,

le locuste devastarono intero

il raccolto di mais, in mare i petroli

scappati a stive imbrattarono i lidi,

razziarono i corsari tutto l’oro

in viaggio da Indie, e ora se mai più verdi

i campi torneranno a marzo ignoro,

se mai più sul curvo orizzonte l’alba

imbiancherà alla vista a noi il mattino

e alle stelle per sempre chi sa tomba

non sia poi il nero sipario notturno.

 



STAVO PER DIRE I MOSAICI DI SAN VITALE

 

Poi dicono quando al vento turbinano

le foglie color tabacco e di carta

e fragile crosta, che è per l’autunno!

E che dire di questa scena muta

che alla mente si schiude al solleone?

Sarà che inganna l’occhio o al bar drink preso?

Tutta una eclisse si distende a piene

mani nelle vene, tundra, di peso,

cresce polare in petto ancora estivo,

zittisce il mandolino in fondo al cuore,

la farfalla in ogni fibra e ogni nervo

ritorna verme strisciante sul fiore.

  

Fu che il battello sul fiume la piena

annegò e anche devastò fin la fabbrica,

alle terme di Adriano per la sauna

togati oratori del foro in carica

vandali pugnale in pugno trafissero,

nella macchia l’elegante gazzella

sbranò il ghepardo, con lo sguardo fiero,

non risparmiò il ladro il Van Gogh in sala.

E al ponte la carrozza andò a finire

nel botro, coi cavalli che drogarono,

quella mano non mancò di strappare

le lettere e mai rispose al telefono.

 

 


giovedì 1 giugno 2023

JAGGHES 9

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Questo mese termina la presentazione dei brani di Jagghes, il paragrafo del mio romanzo Lungo il muro, che sto facendo uscire da diverso tempo su questo blog. E' la degna conclusione di un episodio di Lungo il muro, che ha il sapore tutto sommato degli altri. Un mondo che si ripete, quello di questo blog, perché altro non può esprimere che il precedente. Ma, a ripetermi non sono io solo, quanto anche questa realtà inospitale che ci circonda, fatta apposta per alienarci da essa, a ripetersi è il mondo della cultura italica, sempre ostile e impenetrabile, dominato com'è da clan cinici e torbidi, facenti il paio con il potere pubblico di questo paese, che ricorda il "brutto poter, che, ascoso, a comun danno impera" di leopardiana memoria, supino com'è alle esigenze della globalizzazione, vero capestro per il mondo attuale, apparentemente così aperto e immerso nel benessere, ma in realtà gretto e dalla mentalità medievale. Ecco, non potevo che ripetermi di nuovo, nella speranza che il farlo artisticamente con la mia letteratura possa essere una qualità e non un difetto. Vi lascio al brano conclusivo di Jagghes





Ovviamente il manometro per la misurazione non doveva essere confuso con il barometro, come fecero molti automobilisti. Non essi però, ma i meteorologi, in cambio, ricorrendo ai barometri, date le file dai gommisti, fecero indovinatissime previsioni del tempo. Nonostante annunciassero pioggia e maltempo per tre giorni di seguito, la vendita dei tulipani non calò, anzi furono le Volvo, non le Opel. E ci fu chi dalle reti Sky annunciò che, dato il protrarsi degli affollamenti presso le officine dei gommisti, a Napoli era stato ufficialmente deciso di porre fine una volta per tutte alla diatriba su chi fosse l’autore dell’affresco di palazzo Schioppa, ma non si sapeva come. Il cronista Sky aggiunse anche che le dalie non erano camelie, e molti non capirono. Manco a farlo apposta, in effetti, le gomme delle macchine erano 4+1, quindi bisognava aggiungere 1, il che giustificava pienamente quell’appendice nella notizia da parte delle reti Sky.

Fatto si è che numerosi telespettatori pensarono bene, una volta appresa l’informazione sull’affare dell’affresco, che, come le dalie non erano camelie, così non si doveva più andare alle partite di calcio su tutto il territorio nazionale e allo stesso modo altri non vollero più acquistare giornali e spensero la tivù. Similmente la nostalgia. Per di più i telespettatori erano sia maschi che femmine, dunque, non essendo unisex, indossavano abiti di taglio estivo. Ne viene anche che l’acquedotto serve le case dei cittadini, così come le linee telefoniche, della luce e del gas. Altra conseguenza è che un concerto di musica da camera si può fare. Inversamente una lavastoviglie va caricata col sapone, per cui non ha senso dire questo quadro è brutto. Resta il fatto che le albicocche sono morbide, i mobili di legno, i lampadari pendono dal soffitto, neanche le carote non stessero sotto terra, come le patate, e gli zucchini non fossero verdi. Per il resto, i cavalli galoppano negli ippodromi. Gli stessi non rimasero coinvolti beninteso nella controversia a proposito dell’affresco di palazzo Schioppa. Questa sembrava incomponibile, a tal segno da indurre la Soprintendenza alle Belle Arti e Monumenti di Napoli ad adottare come estrema ratio una soluzione assolutamente sui generis per cavarsi d’impaccio e superare quello stallo insormontabile. In altri termini i grissini sono un utile spuntino e si discostano dagli omnibus per il fatto che questi si fermano a tutte le stazioni, ma non il ferro dolce.

La latta è proprio così, ferro dolce o ghisa? Ben altrimenti, il cemento s’indurisce contrariamente alle dalie, che, come fiori profumati, non coincidono con la sua area. Il volume è invece quello del cemento, ma un po’ minore, in quanto la latta è più debole, per cui, quando si misura l’altezza, viene sempre più alta, di circa 5 centimetri. 7, infatti è troppo, perché corrisponde ai colori dell’arcobaleno, 4 è poco, perché il quadrato è un poligono. 483 Non rimaneva che sentenziare come l’affresco di palazzo Schioppa appartenesse a tutti insieme gli artisti candidati, fino a successivo eventuale accreditamento. Così fece la Soprintendenza di Napoli, assegnando a tutti i nomi avanzati dagli specialisti del ramo, Bernini, Giordano, Rosa, Recco, Cavallino, Preti e gli altri quell’opera d’arte, un po’ all’uno un po’ all’altro, dal momento che essa sembrava avere un po’ di ognuno di essi, senza averne tutto.

Tanto per dire, il cannocchiale serve, una borraccia pure, un caricabatterie non sempre, il cacciavite. Di Bernini l’affresco napoletano aveva l’originalità e la grandezza, di Salvator Rosa la magia del colore, di Giordano la monumentalità, di Recco la naturalità, di Solimena l’eleganza, e così per ogni altro dei pittori della scuola napoletana del XVII tirati in ballo vi era qualche tratto tipico che apparteneva all’affresco. Eppure, in autostrada la velocità non dipende dallo stesso motivo, intendo dire che non bisogna estrarre la radice quadrata, ma pagare il pedaggio.

Ecco come avviene che, cliccando sul nome, si apre una finestra su cui si legge inserire i propri dati anagrafici e una fotografia, dopodiché premere il piede sull’acceleratore e innestare la freccia a destra, facendo in modo di indicare tutte le tappe della carriera nel curriculum, che si avrà cura di firmare alla fine, apponendo la data del giorno e avviandosi sulla tangenziale a non più di 80 Km orari, tanto più che le stelle sono bianche la notte. Non dimenticare che i cani fanno bau bau

                                                                                                                                         

                                                                     (FINE)




lunedì 1 maggio 2023

JAGGHES 8

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Direi che di questi tempi, con l'estate che si appropinqua, parlare di cultura seria diventa più difficile. Andiamo verso giorni di maggiore spigliatezza, che mal s'accordano con la profondità e la concentrazione imposti dalla cultura seria Facevo per dire naturalmente, perché la cultura, quando è autentica, è ben accetta in qualunque momento e qualunque sia la stagione dell'anno. Era un modo per far intendere che certi personaggi della vita pubblica italica dimenticano cosa sia la cultura e spacciano per essa dei surrogati senza peso alcuno, che di cultura non hanno nulla o quasi. Mi riferisco alla letteratura in lingua italiana che gli editori (per lo più milanesi) fanno circolare in Italia, scambiando e gabellando per essa una pallida imitazione, del resto velleitaria, che autori senza vero talento imbastiscono, a scopo unicamente di consumo e di commercio. Ecco, questa è la letteratura italica attuale voluta dall'editoria di risonanza in questo paese, un prodotto scadente e di bassa lega, destinato esclusivamente a fare cassa. Quello che ad essa difetta è il valore, ma il pubblico per lo più non se ne accorge e recepisce inavvertitamente quello che trova sul mercato, della paccottiglia editoriale. E' il risultato delle scelte di un potere ipocrita e sempre più autoritario e di clan culturali che imperversano sulla piazza. Per sfuggire a questo scempio, ecco qui appresso della letteratura degna, l'ottava tranche di Jagghes, modellata dalla mia mano 




Ovviamente il manometro per la misurazione non doveva essere confuso con il barometro, come fecero molti automobilisti. Non essi però, ma i meteorologi, in cambio, ricorrendo ai barometri, date le file dai gommisti, fecero indovinatissime previsioni del tempo. Nonostante annunciassero pioggia e maltempo per tre giorni di seguito, la vendita dei tulipani non calò, anzi furono le Volvo, non le Opel. E ci fu chi dalle reti Sky annunciò che, dato il protrarsi degli affollamenti presso le officine dei gommisti, a Napoli era stato ufficialmente deciso di porre fine una volta per tutte alla diatriba su chi fosse l’autore dell’affresco di palazzo Schioppa, ma non si sapeva come. Il cronista Sky aggiunse anche che le dalie non erano camelie, e molti non capirono. Manco a farlo apposta, in effetti, le gomme delle macchine erano 4+1, quindi bisognava aggiungere 1, il che giustificava pienamente quell’appendice nella notizia da parte delle reti Sky.

Fatto si è che numerosi telespettatori pensarono bene, una volta appresa l’informazione sull’affare dell’affresco, che, come le dalie non erano camelie, così non si doveva più andare alle partite di calcio su tutto il territorio nazionale e allo stesso modo altri non vollero più acquistare giornali e spensero la tivù. Similmente la nostalgia. Per di più i telespettatori erano sia maschi che femmine, dunque, non essendo unisex, indossavano abiti di taglio estivo. Ne viene anche che l’acquedotto serve le case dei cittadini, così come le linee telefoniche, della luce e del gas. Altra conseguenza è che un concerto di musica da camera si può fare. Inversamente una lavastoviglie va caricata col sapone, per cui non ha senso dire questo quadro è brutto. Resta il fatto che le albicocche sono morbide, i mobili di legno, i lampadari pendono dal soffitto, neanche le carote non stessero sotto terra, come le patate, e gli zucchini non fossero verdi. Per il resto, i cavalli galoppano negli ippodromi. Gli stessi non rimasero coinvolti beninteso nella controversia a proposito dell’affresco di palazzo Schioppa. Questa sembrava incomponibile, a tal segno da indurre la Soprintendenza alle Belle Arti e Monumenti di Napoli ad adottare come estrema ratio una soluzione assolutamente sui generis per cavarsi d’impaccio e superare quello stallo insormontabile. In altri termini i grissini sono un utile spuntino e si discostano dagli omnibus per il fatto che questi si fermano a tutte le stazioni, ma non il ferro dolce.

                                                                                                                                                  (Segue)

sabato 1 aprile 2023

JAGGHES 7


L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio




Salvatore Emblema - Senza titolo



Altro mese, altro post. Di nuovo letteratura, altro tentativo, cioè di costruire qualcosa che, difforme dal precedente, abbia i caratteri del Bello, nel binario di un genere, chiamato narrativa. Un Bello che sia diverso, ma sia anche il medesimo, quel Bello che lo è in assoluto da Omero in avanti. Ed ecco a produrmi in un'altra estrinsecazione, un'altra manifestazione dello stesso io, che si slancia al di fuori di sé per significare qualcosa, avente la qualifica di letteratura. E di nuovo quell'io a scontrarsi con la solita società, incapace di accogliere quelle espressioni, incapace di concedere loro il dovuto riconoscimento, perciò sua nemica. La solita società nelle redini di poteri oscuri e meschini, la solita cultura ufficiale dominata da clan personalistici, pensosi esclusivamente, come quei poteri oscuri, dei loro corti interessi. Poteri e clan oggigiorno più che mai agguerriti e gagliardi, in una parentesi storica come l'attuale, presa nella morsa di una globalizzazione asfissiante, di cui noi tutti siamo degli automi, delle rotelle di un ingranaggio







Continuo da Jagghes 6 dell'1 marzo 2023

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La circostanza non è priva di importanza, solo a pensare che nel nostro paese un editore manovra i suoi cronisti come fossero suoi lacché e chi non fa come dice lui, fuori. E poi, non si creda, come solitamente si sente dire, che non c’è rosa senza spine, perché ci sono anche le dalie, le camelie, le azalee, i tulipani, le orchidee, i giacinti, i girasoli, i gerani. Ne esce confermato che le camelie non sono dalie, come pure la pinza, il trapano, il martello. Va al riguardo puntualizzato che un chiodo prima si estrae quello vecchio, poi si fa un nuovo foro, infine si ficca nel muro. Dopodiché si appende il quadro e qui ritorniamo punto e daccapo: to bie o not to bie? Sì, perché, ditemi voi, se le camelie non sono dalie, com’è possibile che, salito su non so una Porche, uno vada per controllare la pressione alle gomme e gli venga candidamente comunicato che sono lisce?
E’ la Porche che non è una Renault o la Citroen che non è dell’elettricista? Ci si può consolare solo dicendosi che dopo tutto anche le ortensie sono fiori, malgrado l’aperitivo e Giordano Bruno. E perché un digestivo no? Sicuramente, ed è sufficiente dire che un gommista ne beve, quindi le ruote possono benissimo non essere lisce. Il ragionamento adesso ci porta logicamente a concludere che l’elettricista aveva ragione quando diceva che un benzinaio non è un idraulico. In realtà egli, e così tutto quadrava, aveva comprato una Citroen, non una Peugeot. Vuoi vedere che è per questo se tra Bernini, Mattia Preti, Giuseppe Recco, Luca Giordano, Salvator Rosa e tutti gli altri che furono chiamati in causa da critici e storiografi, non si riusciva a capire chi fosse l’artefice dell’affresco di palazzo Schioppa? Bernini dicevano certi no, quella pittura è troppo poco architettonica; Recco dicevano altri no, essa manca della freschezza che alberga nei suoi dipinti;
Salvator Rosa obiettavano altri ancora, no, il dipinto manca di fantasia surreale. E analogamente per gli altri candidati, c’erano sempre degli studiosi che avevano qualcosa da ridire, sicché quell’affresco di palazzo Schioppa pareva di tutti e di nessuno. Non si finiva più in tal guisa di avanzare ipotesi sulla sua paternità e puntualmente di screditarle. Si arrivò al punto a Napoli di fare la fila presso i gommisti, tanto le dalie erano ricercate ai negozi di fiorai. La cosa continuò a trascinarsi così irrisolta per mesi, come fosse che una BMW non potesse avere le gomme sgonfie, quando poi erano le camelie a profumare, non i contrabbassi. Tutt’al più si poteva credere che i violoncelli profumassero, benché fossero in tanti a preferire i clarini. Alla fine un fagotto perché non avrebbe potuto profumare lui? Fatto sta che la vendita dei tulipani crebbe a più non posso, dopo che si diffuse la voce che italiano non significava quello. E tutti si chiesero quale fosse la pressione corretta per le gomme, in modo che si stabilì quella di scorta dovesse essere diversa dal m’ama non m’ama.

                                                                                                                                (Segue)