L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
Salvatore Emblema - Senza titolo |
Ripartiamo con la narrativa, riallacciandoci al brano presentato a dicembre, Lullox 1. Ricuciamo così uno
iato, nel quale, a gennaio, abbiamo inserito della poesia. Ovviamente nulla è
cambiato in questo intervallo di tempo, né la mia narrativa né il mondo
culturale italico. Mi toccherebbe dunque sciorinare di nuovo gli articoli del
mio programma letterario in prosa e sgranare ancora una volta il rosario delle
mie invettive contro l'ufficialità artistica e intellettuale di questo paese e
la poca trasparenza anche di quella internazionale. Me lo risparmio,
semplicemente facendo presente che i miei presupposti compositivi sono
assolutamente personali e arrischiano una riforma della scrittura del genere
romanzo confacente ai tempi correnti, tempi di scarsa credibilità culturale e
ancor più sociale e pubblica. Voglio dire che si brancola fra fantasmi e
brandelli di verità ideali e reali. In poche parole sia i nostri appigli
concettuali che pratici appaiono quanto mai fragili e precari, per cui si
proclamano affermazioni spesso più o meno gratuite sia sul piano per così dire
teorico che su quello della prassi. Il mondo, e questa disastrata Italia,
galleggiano sull'equilibrio instabile di una globalizzazione che spersonalizza
gli individui e li asservisce alla logica di megaorganizzazioni con le loro
esigenze che dettano legge al di sopra delle nostre teste, con tutte le
sofisticazioni che ne derivano, per cui alla fine nessuno è padrone di se
stesso e si è tutti schiavi di menzogne che circolano impunemente e rendono le
nostre vite per così dire adulterate. Se ci aggiungiamo i dictat di clan nel
campo culturale, come quelli imperversanti nella penisola, che dovrebbero
avere le idee più chiare e invece, in perfetta malafede, in nome dei loro
privati interessi, intorbidano ancor più le acque, il cerchio si chiude e non
c'è più via d'uscita. Non rimane che affidarsi alle poche ancore di salvezza di
chi ancora onestamente e disinteressatamente guarda in faccia le cose per
ravvisarle per quelle che sono, senza stravolgimenti e contraffazioni, come questo passo letterario che ora presento cerca di fare
(Prosieguo di Lullox 1 - Dic. '21)
E’ noto a chiunque la Patagonia infatti si trovi a sud. Anche al passeggero del
Salerno-Caserta, che affermò - Pare che il progetto di istituzione della
provincia di Nola incontri forti ostacoli -, cui ribatté il vicino di sedile
(non quello che gli aveva risposto prima, ma dunque il cucchiaino) – Già, fino
a che non si farà l’Italia federale, articolata nelle sue regioni autonome,
anche la creazione di Nola provincia è facile resti sulla carta -. – Può darsi
– intervenne il quarto dello scompartimento, che fosse pure la Patagonia una
scimmia – perché poi questa vostra provincia, che a me non piace come anche
l’Italia federale, questa provincia dei comuni o di Nola, sia come volete
designarla, non è l’unica cui si dovrebbe dar corpo; in Campania dovrebbero vedere
la luce anche quella del Cilento, dell’Alta Irpinia, del Volturno –. Tornando
alla Patagonia, vi pare che un dialogo simile potesse giustificare il guasto
dell’ascensore al 3° piano? Ci sarebbe voluto come niente che il pesce caduto
nella rete fosse un tonno.
Mettiamo si trattasse di una trota, poteva benissimo essere che il salumiere sposasse la figlia del macellaio, oppure il contrario, che le palme fossero da cocco. Da datteri non credo, a meno che l’autostrada non fosse la madama Butterfly. Questo a prescindere che molti giudicano la Bohème il capolavoro in assoluto di Puccini, ma personalmente no, il mio giudizio è che una vite non è un chiodo, per cui la piazza deve avere una statua. La quale non necessariamente presuppone del salmone in scatola.
Potrebbe tutt’al più indicare che il conto al ristorante
non è stato pagato. Ovvio che poi il cameriere avrebbe per hobby le bocce. Non
è detto che perciò il lattaio sia per forza alto 1,85. In fin dei conti un
lattaio può senza problema alcuno essere fidanzato con Caterina e non sposarla.
E se fosse un poliziotto? Vuol dire che la δ sarebbe, com’è, una lettera
greca e il 7 il numero che viene dopo il 6. Altrettanto vale per quanto avvenne
sul treno Salerno-Caserta partito alle 17,18 di cui sopra: una mosca si posò
sul capo pelato di un uomo addormentato sul sedile pinzandolo, ed egli uscì in
un ahi! Poi dicono che il lavoro nobilita l’uomo! Altro che nobilitare!
Quell’uomo, per capirci abitava al 5° piano, e non finisce mica qui, aveva in
tasca 3 caramelle, mi pare che basti, no?
Ma, all’entrare nella stazione di Sarno (dove ci fu la
frana del ‘98), sullo stesso treno successe che il passeggero della patente
nautica, tale Silvestro Crucioli di Caserta, cominciò a sbraitare a voce
stentorea – Il portafogli … Mariuoli … Il mio portafogli … Faccio uno scandalo
… Qui qualcuno è stato … lestofante – e, mentre gesticolava furiosamente, si
frugava nelle tasche e ispezionava febbrilmente il vagone intorno a sé.
(Segue)