martedì 1 febbraio 2022

LULLOX 2

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo


Ripartiamo con la narrativa, riallacciandoci al brano presentato a dicembre, Lullox 1. Ricuciamo così uno iato, nel quale, a gennaio, abbiamo inserito della poesia. Ovviamente nulla è cambiato in questo intervallo di tempo, né la mia narrativa né il mondo culturale italico. Mi toccherebbe dunque sciorinare di nuovo gli articoli del mio programma letterario in prosa e sgranare ancora una volta il rosario delle mie invettive contro l'ufficialità artistica e intellettuale di questo paese e la poca trasparenza anche di quella internazionale. Me lo risparmio, semplicemente facendo presente che i miei presupposti compositivi sono assolutamente personali e arrischiano una riforma della scrittura del genere romanzo confacente ai tempi correnti, tempi di scarsa credibilità culturale e ancor più sociale e pubblica. Voglio dire che si brancola fra fantasmi e brandelli di verità ideali e reali. In poche parole sia i nostri appigli concettuali che pratici appaiono quanto mai fragili e precari, per cui si proclamano affermazioni spesso più o meno gratuite sia sul piano per così dire teorico che su quello della prassi. Il mondo, e questa disastrata Italia, galleggiano sull'equilibrio instabile di una globalizzazione che spersonalizza gli individui e li asservisce alla logica di megaorganizzazioni con le loro esigenze che dettano legge al di sopra delle nostre teste, con tutte le sofisticazioni che ne derivano, per cui alla fine nessuno è padrone di se stesso e si è tutti schiavi di menzogne che circolano impunemente e rendono le nostre vite per così dire adulterate. Se ci aggiungiamo i dictat di clan nel campo culturale, come quelli imperversanti nella penisola, che dovrebbero avere le idee più chiare e invece, in perfetta malafede, in nome dei loro privati interessi, intorbidano ancor più le acque, il cerchio si chiude e non c'è più via d'uscita. Non rimane che affidarsi alle poche ancore di salvezza di chi ancora onestamente e disinteressatamente guarda in faccia le cose per ravvisarle per quelle che sono, senza stravolgimenti e contraffazioni, come questo passo letterario che ora presento cerca di fare

 

 


(Prosieguo di Lullox 1 - Dic. '21)


E’ noto a chiunque la Patagonia infatti si trovi a sud. Anche al passeggero del Salerno-Caserta, che affermò - Pare che il progetto di istituzione della provincia di Nola incontri forti ostacoli -, cui ribatté il vicino di sedile (non quello che gli aveva risposto prima, ma dunque il cucchiaino) – Già, fino a che non si farà l’Italia federale, articolata nelle sue regioni autonome, anche la creazione di Nola provincia è facile resti sulla carta -. – Può darsi – intervenne il quarto dello scompartimento, che fosse pure la Patagonia una scimmia – perché poi questa vostra provincia, che a me non piace come anche l’Italia federale, questa provincia dei comuni o di Nola, sia come volete designarla, non è l’unica cui si dovrebbe dar corpo; in Campania dovrebbero vedere la luce anche quella del Cilento, dell’Alta Irpinia, del Volturno –. Tornando alla Patagonia, vi pare che un dialogo simile potesse giustificare il guasto dell’ascensore al 3° piano? Ci sarebbe voluto come niente che il pesce caduto nella rete fosse un tonno.

Mettiamo si trattasse di una trota, poteva benissimo essere che il salumiere sposasse la figlia del macellaio, oppure il contrario, che le palme fossero da cocco. Da datteri non credo, a meno che l’autostrada non fosse la madama Butterfly. Questo a prescindere che molti giudicano la Bohème il capolavoro in assoluto di Puccini, ma personalmente no, il mio giudizio è che una vite non è un chiodo, per cui la piazza deve avere una statua. La quale non necessariamente presuppone del salmone in scatola.

Potrebbe tutt’al più indicare che il conto al ristorante non è stato pagato. Ovvio che poi il cameriere avrebbe per hobby le bocce. Non è detto che perciò il lattaio sia per forza alto 1,85. In fin dei conti un lattaio può senza problema alcuno essere fidanzato con Caterina e non sposarla.


E se fosse un poliziotto? Vuol dire che la δ sarebbe, com’è, una lettera greca e il 7 il numero che viene dopo il 6. Altrettanto vale per quanto avvenne sul treno Salerno-Caserta partito alle 17,18 di cui sopra: una mosca si posò sul capo pelato di un uomo addormentato sul sedile pinzandolo, ed egli uscì in un ahi! Poi dicono che il lavoro nobilita l’uomo! Altro che nobilitare! Quell’uomo, per capirci abitava al 5° piano, e non finisce mica qui, aveva in tasca 3 caramelle, mi pare che basti, no?


Ma, all’entrare nella stazione di Sarno (dove ci fu la frana del ‘98), sullo stesso treno successe che il passeggero della patente nautica, tale Silvestro Crucioli di Caserta, cominciò a sbraitare a voce stentorea – Il portafogli … Mariuoli … Il mio portafogli … Faccio uno scandalo … Qui qualcuno è stato … lestofante – e, mentre gesticolava furiosamente, si frugava nelle tasche e ispezionava febbrilmente il vagone intorno a sé. 

 

                                                                                                                    (Segue)