giovedì 1 ottobre 2020

ZAMIK 4

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Henry Moore - Reclining figure



L'arte e la letteratura sono al di sopra delle singole persone, per chi le onora costituiscono un valore inviolabile e imperituro finché umanità ci sarà sulla terra e da che quest'ultima con la sua dignità è apparsa sulla terra. Qualunque cosa quindi possa accadere, arte e letteratura permarranno in piedi a testimoniare l'umanità. Ecco perché L'eretico Bruno non può fermarsi, checché gli tocchi di dover sopportare nei suoi rapporti con la cultura pubblica italica. Egli dovrà per queste ragioni mettere da parte le storture che essa pone in essere e guardare avanti nel nome della verità e della creatività umana: far conto che non ci siano clan culturali in questo paese, che non vi sia un potere bieco e mentitore, che consapevolmente nasconde all'opinione pubblica autentiche opere d'arte in ossequio a chi sa quali interessi e motivazioni arcane. Forte di ciò, L'eretico Bruno presenta ora ai suoi gentili lettori una nuova pagina narrativa, il continuo del mese scorzo, Zamik 4






  Il matematico ci rimase esterrefatto. Assolutamente inconcepibile! Come? L’atto originale che faceva fede e testo lo condannava e la sua fotocopia, eseguita da lui stesso tanti anni prima e che non contava legalmente gli dava ragione. Che qualcuno avesse potuto introdursi in casa e scambiare il vecchio atto con quello sotto i suoi occhi era anche ipotizzabile, ma come poteva essere che poi fosse contraffatto, se la data di registrazione era esattamente quella in cui era avvenuto il contratto e lo stesso notaio che l’aveva vergato di suo pugno, caso sui generis, lo sapeva da suo padre, era mancato giusto giusto improvvisamente e immediatamente dopo la sottoscrizione, alla presenza dei contraenti choccati? C’era da perderci la testa.

  Che un albergatore di Chipango, scivolando sulla neve, sia caduto, ci domandiamo, o che un fioraio, cogliendo la rosa, si sia punto al dito? Fatto sta che i gioiellieri vendevano collane.

  Ecco, Ulmas, collane o no, ricordava giusto, la fotocopia glielo attestava: nell’atto non si faceva menzione alcuna di quel vincolo notarile che lo inchiodava a quel debito esoso e che suo padre mai avrebbe firmato, ma che valore poteva avere una copia meccanografica? Era l’atto che valeva, e l’atto incomprensibilmente gli dava torto.

  Se i gioiellieri, poi, vendevano, come si riferiva testé, collane, e un pescatore, tirando le reti, era  finito  in  acqua,  ciò  doveva  pur  significare  qualcosa. Poteva forse significare che un giornale italiano aveva detto la verità? La nostra esperienza di lunga data ci porterebbe senz’altro ad escluderlo.

  Bè? Ulmas ci passò tutta la notte in bianco a rimuginare sopra quella storia e la mattina non aveva cavato un ragno dal buco. Gli venne, però in mente che poteva fare una ricerca presso la conservatoria degli atti notarili, ufficio pubblico, dove doveva essere custodita copia del documento. Comunicò in facoltà che quel giorno sarebbe mancato all’università e filò dritto in quel posto. Ci crederete se vi dico che, lungo la strada, la gente camminava sui marciapiedi e una signora, uscendo da una frutteria, recava in mano una busta di mele?

  In breve, Ulmas chiese e ottenne di visionare copia dell’atto che lo riguardava, atto che non consisteva in affari di ordine propriamente commerciale, ma immobiliare, dunque non poteva vertere sulla compravendita di pelli conciate, costituite precisamente da pelli di volpe, ermellino, cincillà, da utilizzarsi per la confezione di capi di abbigliamento da immettere sul mercato in negozi di alta moda. Vertere sulla poesia di Orazio delle odi, neanche poteva.

  Verteva, invece sulla cessione di un terreno in località Marigliano, trasferito dal cavaliere Girolamo Berlocco, originario di Nola al signor Costantino Ulmas, nativo di Saviano. Il suddetto signor Costantino Ulmas, genitore di Saverio (gli Ulmas, che pure non erano mai vissuti a Patrasso, erano però di provenienza di Saviano e poi insediatisi in Marigliano), non risultava nell’atto fosse stato fidanzato a 20 anni con una polacca, che in poco tempo lo aveva piantato né che andava matto per le ciliegie. Risultava invece che la vendita era condizionata al codicillo cui si appoggiava la immobiliare Piramidi nel rivendicare da Ulmas i 600 milioni e anche questo era un enigma, stando a quanto ne sapeva dal padre e per suo conto. Il matematico si sentì quasi venir meno, la legge gli avrebbe dato torto.


                                                                                                                                               (Segue)