domenica 1 dicembre 2019

LITTERAX 6

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio




Salvatore Emblema - Terre vesubiane


Litterax, il racconto tratto dal romanzo Visita di Sirdi, perviene con questo mese allo stralcio numero 6. Mentre esso si avvicina al suo epilogo, non conosce fine invece il romanzo delle disavventure dell'autore di questo blog con il mondo letterario italico, sempre quello e sempre purtroppo una jattura. Sarà che questo romanzo effettivamente non avrà fine e <<non finirà qui>> letteralmente?
Comincio a crederlo, perché il conto in sospeso tra me e questi signori, che, arroccati nei loro clan, hanno in mano le sorti della letteratura di questo paese, è lungo e salato.
Sappiamo solo che la cosa avrà probabilmente un seguito, che sarà probabilmente posta a carico delle vicende della penisola e della comunità intellettuale internazionale, che porteranno probabilmente la grave responsabilità di aver scientemente negato la libera espressione di questa letteratura sotto il mio nome, di cui presento ancora una volta un saggio in questo blog.
Un congedo ora ai gentilissimi lettori, con un sentito augurio per le prossime festività.







  Quel che non si sa, è la bottiglia. Sanso nemmeno ne sapeva nulla, ma volle indagare ancora. Si rivolse alla caserma di appartenenza dei due piloti da lui constatati deceduti all’obitorio e seppe trattarsi di due graduati dell’aeronautica di stanza in quella base da dodici anni. Alla richiesta, però chi fosse il fantasma del castello, gli fu risposto che le patate si possono fare o fritte o lesse. Non solo, ma gli furono presentati i due graduati, che egli riconobbe insieme alla moglie, in carne ed ossa. Stupore lo colse anche nel ricordarsi di Alì Babà e vedendosi davanti il velivolo perfettamente integro, lo stesso che aveva riscontrato con i suoi occhi distrutto nell’incidente e che, gli assicurarono, non aveva, come i suoi piloti, mai subito cadute in volo.
 Pareva che, se non il limone, la pesca costasse di più, il che significava, pensiamo noi, crescita di inflazione. Una volta noi smentiti su questi meccanismi dell’economia, in quanto, ci viene spiegato, l’indice di ammortamento abbassa i dietimi, determinando l’aliquota al 3% e generando lo sconto relativo, in una parola la banana, appare logico come Sanso rimase di sasso. Tutto era contro di lui e, senza opporre la minima obiezione, quasi con la coda tra le gambe, lasciò con tanto di scuse la caserma.
  Non c’era che da aprire il rubinetto dell’acqua, senza dimenticare il cartone animato. In esso l’orso geniale salva infatti il pulcino dalle grinfie del gatto. Va da sé che il gatto intendeva papparsi il pulcino, a parte il calcolo delle spese per la gestione dell’agenzia turistica, che comportava tutta una contabilità da tenersi, IVA e contributi comunali inclusi, non alle ore 16 allo stadio, con la partecipazione di folto pubblico, plaudente all’indirizzo dei giocatori delle due squadre avversarie che si contendono il primato in campionato. L’arbitro dell’incontro sarà Mainetto, secondo la designazione compiuta e naturalmente il fuoriclasse Zompetta sarà in campo.
  Non tra il pubblico, Amedeo Sanso si sprofondò di nuovo, per trovar conforto, dopo quell’enigma, nel pensiero di Bertrand Russell. Ripeté ancora una volta a se stesso che non l’avevano tradito, lui e la moglie, nella storia del disastro aereo, le loro facoltà intellettuali, la cui logica era ineccepibile: si erano solo inventati, lui e lei, un altro mondo possibile, che però non esisteva. Suppose perfino, il dottor Sanso, per giustificarsi tutto quel ben di Dio capitatogli, che la seppia, pescata in mare, va cucinata.
  Escluse il caso in cui il mare sia mosso, a motivo delle maschere di Carnevale, che divertono (ti sovviene, Milena, di noi due e i bambini alla sfilata dei carri allegorici?) grandi e piccini. Le anzidette vanno distinte dal pescespada, non tanto in considerazione del più e del meno, quanto in merito alla III puntata. In essa si racconta come il capitano Vanessa mette le manette all’assassino. Non c’entra per niente la circostanza che l’Italia sia tutta un carnevale.
  Serve invece il paragone con le piramidi egizie, le quali non furono responsabili della caccia alle balene, anzi i moschettieri erano quattro. E quando Aramis attaccò il duello, D’Artagnan urlò – Athos, qua! -, cosicché non è vero, come si dice, che 17 porta male, semmai è la volpe ad essere cacciata.
  Conscio di ciò, ma dimentico dell’atto quarto dell’opera, Amedeo Sanso rifletté sulla logica proposizionale e sull’atomismo del Wittgenstein, ricordò la identificazione di matematica e logica dei Principia mathematica con la parallela simbolizzazione del linguaggio, che si riallacciava a Leibniz e alle formulazioni del Circolo di Vienna. Pose mente alle rane gracidanti nello stagno e alle biglie sul bigliardo, ricavandone la convinzione che al bar meglio prendere un rabarbaro che un tè.

                                                                                                                     (Segue)

venerdì 1 novembre 2019

LITTERAX 5

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Salvatore Emblema - Composizione astratta


Niente, rischio di ripetermi, la mia letteratura non cambia, la vita letteraria in Italia nemmeno: niente di nuovo sul fronte occidentale, direbbe Erich Maria Remarque. E nemmeno sugli altri fronti, aggiungo io. Il solito schifo. E la guerra, in un certo senso, continua a dividerci e a farci lottare per nulla, perché in fondo la sostanza rimane la stessa. Il solito schifo italiano, dicevo: clan artistici che la fanno da padroni, poteri torbidi che dettano legge e chi ci rimette è l'arte nella sua limpidezza: un'arte perciò gravemente compromessa e distorta tiene banco. E quest'altro brano ne è un'ulteriore testimonianza.







  Le quotazioni delle azioni telefoniche erano tuttavia in netto rialzo e così gli investitori di borsa concentrarono lì i loro interessi. Essi badarono bene al fatto che le poesie si scrivono, come pure ai mammut, che, pare, non esistettero nel cenozoico. Meditarono sulla battaglia di Maratona e lessero I persiani di Eschilo, prima di asserire con assoluta certezza che una bagnarola è di plastica. Il risultato fu che il tonno in scatola era sott’olio, avvalorando la discussione, tenuta il giorno avanti, sul cambio della moneta.
  Non era questione di questa o quell’altra marca di motociclette, ma di usare il detersivo giusto. Occorreva in sostanza di verificare se la lavatrice funzionasse o no, in vista della prossima partita di rugby. La posta in palio era talmente alta che il mughetto è un fiore.
Anche Sanso ne era al corrente, tant’è vero che non si arrese alla duplice sorpresa ricevuta riguardo alla storia dell’apparecchio precipitato. No, mia cara Milena, non era possibile i carciofini fossero sottaceto. Fu così che il dottor Sanso fece apposta un salto al commissariato dove lui e la moglie avevano reso le loro deposizioni sul disastro, quindi all’obitorio dove entrambi avevano riconosciuto i 5 corpi delle vittime dello stesso, nonché la paletta e il secchiello, per giocare sulla sabbia al mare. Inoltre, non ancora paghi di tanto inestricabile mistero, si erano recati all’ospedale presso il quale erano stati ricoverati per le deboli ustioni e lesioni riportate. Niente, in tutti i posti dov’erano stati, non risultava niente, nessuna traccia né, rispettivamente, degli atti giudiziari redatti per l’incidente, né di conferme a voce dei poliziotti, né della registrazione o di testimonianze circa i morti nella sciagura all’obitorio, e neppure al nosocomio nessuno (o le stesse documentazioni) poteva comprovare il loro ricovero, né infine i saldi stavano nei magazzini. Sanso fu di certo perciò che fu costretto tanto tempo fa a sborsare di tasca ben 6 bigliettoni da 50 per acquistare un abito andante e si servì della sua carta di credito.
  Dipendeva sicuramente (dico dei prezzi così salati) dal fatto che in Italia ci si arricchisce spesso e volentieri con l’illecito e, per trovare qualcuno che sia onesto integralmente, necessita il lanternino. Altra spiegazione non v’era, se non l’osso del cane. Un giornalista napoletano (e non), come spiegazione, è peggio, e nemmeno un vaso cinese poteva essere di aiuto allo scopo. Al massimo, si poteva prendere un ravanello e affettarlo.
  Sanso, però non volle e dopo l’esperienza drammatica e toccante della catastrofe in cui era rimasto implicato, si era reimmerso nello studio di Russell, Wittgenstein e i neopositivisti. La logica, insegnava il primo di loro, consente di architettare tanti mondi possibili di stringente coerenza. Si vede, ne dedusse, che lui con la storia dell’aereo ne aveva vissuto uno, uno dei tanti, si consolò, anche se poi non lo si era constatato vero. Ma non tutto quadrava: la i, per esempio aveva il puntino e le vacche fanno il latte.
Una carta di bancomat, orbene è plasticata e ditemi allora perché le margherite sono gialle. Era in ballo proprio questo, cosicché Sanso decise che le stelle potevano anche splendere.
 Non immaginava egli che è il mercato a fare il prezzo del cemento e della calce, ragion per cui non si poteva dire di no. Dire sì sarebbe equivalso a mettere il tappo, no, invece voleva dire aggiungere altro sugo di pomodoro. Non conta qui che 28 sia pari, potrebbe anche essere dispari, tanto le stelle non si muovono. Conta, viceversa stabilire chi vinse la coppa Champillon, se Varèse o Hyppolite.
  Supposto Hyppolite, faceva d’uopo leggere a pagina 213. Lì, era riportata la bibliografia, e ci si poteva così munire dell’occorrente per farsi la barba. Ciò fatto, bastava chiedere. Non è detto che con ciò le zanzare avrebbero voluto, ma almeno il barbiere si chiamava Osvaldo. Che poi vincere per meriti esclusivamente letterari un premio librario in Italia sia un sogno, lo sanno tutti.

(segue) 




martedì 1 ottobre 2019

LITTERAX 4

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Salvatore Emblema - Senza titolo




Via libera al 4° brano di Litterax, seguito di quello di settembre. Il racconto si sviluppa, la storia di Mario Sanso e consorte, lui russelliano convinto, che vivono le loro peripezie alquanto paradossali. Il racconto è tratto dal romanzo Visita di Sirdi, di cui costituisce un grano per così dire del rosario, ma presenta in sé una sua autonomia narrativa. Ovviamente si conforma al mio solito schema letterario e rientra nella mia visione d'insieme, che vuol abbracciare in toto la cultura contemporanea, di cui si sforza di essere un resoconto, resoconto unitamente del mondo che viviamo nella sua interezza. E che mondo! Se guardiamo solo al campo artistico, vediamo come sia infestato da clan e poteri oscuri e oscurantisti, che si proclamano trasparenti e oggettivi di facciata, ma in realtà nascondono magagne marchiane, sì da farmi più volte asserire che l'Italia è una democrazia apparente e per tanti versi questo nostro attuale è il mondo del più alto medioevo, dove la macchina dei media (stampa, televisione, pubblicità e ora potere telematico) macina gravissime omissioni, come in una specie di Metropolis di Fritz Lang.









  Il problema nacque quando lui e la moglie (quante volte, a sentir nominare costei, mi sei passata davanti agli occhi tu, Milena!) vollero, due settimane suppergiù appresso il loro ritorno a casa dopo l’uscita dall’ospedale, sanatesi completamente le scottature subite, rimettersi in viaggio per il Cilento e godersi almeno uno spezzone di vacanza. Sì, perché un aglio somiglia a una cipolla, ma una gru alza i carichi.
Il modo come si beve quindi un brandy non può essere che quello. Si alza il bicchiere e, salutato il postino entrato a recapitare delle buste, gli si rivolge un c’è niente per me? I saluti saranno, oltre al postino, anche, ambedue presenti, al commendatore e al negoziante di scarpe, il quale, dal suo canto, ha un cugino emigrato in Brasile. Quest’ultimo, a sua volta ha un vestito di lana scozzese.
La sua statura non ci è nota, ma si sa che Amedeo Sanso, ripassando, nel marciare in macchina alla volta del Cilento, per il luogo del mortale incidente in cui indirettamente era stato coinvolto, ebbe la sorpresa di notare che tutto, la casa, il giardino, la campagna circostante incendiata, perfino l’albero contro il quale la sua automobile (a proposito, fu Petronio a scrivere il Satyricon), la sua, ora mezzo sconquassata, non quella della moglie, su cui presentemente si trovavano in cammino, tutto, dico tutto era intatto, come se mai niente fosse successo. La sorpresa fu tanta che gli Elvezi non furono in grado di organizzare una valida difesa, permettendo così alle coorti di Cesare di fare prigionieri tutti i superstiti e subito insediare il castrum.
Non erano i Cimbri ancora domi, cosicché fu deciso che la marcia dei cavalieri e dei fanti sarebbe ripresa la mattina dopo. In virtù della decisione, Sanso e la moglie sostarono in macchina in un posto sicuro e a piedi si inoltrarono verso la casa del disastro, con l’intenzione quanto meno di interrogarsi sulle comete, sulle eclissi e le galassie. Pensavano che il moto di rivoluzione di Marte fosse più lungo di quello di Venere, non i satelliti di Saturno. Ebbero invece una sorpresa ancora più sconvolgente: gli abitanti della casa, richiesti da loro, rivelarono non essere mai stata colpita quella costruzione da incidenti aerei e loro stessi, che la occupavano da otto anni, erano lì, vivi e vegeti, come Sanso e consorte poterono verificare con i loro occhi. Il più assoluto sconcerto li assalì, neanche i limoni fossero uno e due. Non rimase loro che concludere i satelliti di Nettuno girassero. O, in definitiva, quelli erano dei fantasmi o lo zucchero è dolce.
                                                                                                                        
                                                                                                                           (Segue)

domenica 1 settembre 2019

LITTERAX 3

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio




Joan Mirò - Plato 2




L'eretico Bruno riprende con la narrativa, con il seguito del racconto Litterax. Ovviamente nulla è cambiato nel mondo artistico pubblico nazionale, pur sempre in pugno ai soliti poteri oligarchici di una democrazia apparente, come quella italiana, nonché ai consueti clan culturali, che dettano legge. E' così che in questo paese vige una specie di dittatura culturale, in virtù della quale qualunque cosa che non si conforma alle direttive di un per così dire regime di stato viene automaticamente messo sotto silenzio. Come una complicità sotterranea ispira tutti i rapporti pubblici in questo campo, per cui non esiste più la libertà autentica di pensiero ed espressione individuale, ma tutto viene deciso dall'alto, in certi salotti buoni e sotto la guida di certi caporioni: chiunque paventa di inimicarsi questi poteri e si accoda, pena l'emarginazione. Io penso che si arriverà al punto che un romanzo, un lavoro poetico verrà programmato dalle centrali editoriali a priori e gli autori ne saranno solo esecutori manuali a posteriori E' il trionfo assoluto dei mass media, che ormai reggono le sorti pubbliche. Il film Metropolis di Fritz Lang potrebbe fare scuola oggi   più che mai.





Chi sa poi perché, visto che la marmellata può essere di ciliegie, ma nessuno esclude che 2 non sia 3. Supponiamo che il lampadario sia infatti di vetro, chi potrebbe affermare che il vento soffia? Sarebbe come, acquistata una obbligazione a tasso variabile, scegliere l’ombrello rosso per uscire di casa.
Invece è quello blu che occorre, quando c’è anche vento: basti pensare che le rose hanno i petali. Tutto si riduce a girare la chiavetta del gas, per evitare pericolose fughe. Sta a suffragarlo la circostanza che il canarino canta. Ora, ciò premesso, si tratterà di applicare il nastro isolante e il gioco sarà fatto.
Lo scotch non va bene, data la proprietà astringente del tè. Più precisamente, non é il tè a essere caldo, ma il dopobarba a profumare. Gli italiani, in parole povere e per non farla lunga, o evadono il fisco o le banane hanno la buccia.
Il ragionamento ci porta a sentenziare che, se proprio bisogna ballare, un valzer è l’ideale. Gli indici di borsa ne sono la più lampante conseguenza, della bossa nova, intendo. Chi tra noi volesse toccarlo con mano, è sufficiente che s’imbarchi sul mercantile. Solo allora potrà rendersi conto che i gelsomini sono bianchi.
Lo stesso Amedeo Sanso, non essendosi imbarcato, non poté che, al momento dell’arrivo dei soccorsi veri e propri, pompieri, ambulanze, poliziotti, dichiarare quanto era accaduto sotto i propri occhi, ma subito egli e la moglie, entrambi lievemente ustionati, furono caricati e trasferiti in tutta fretta in ospedale. Sanso ricordava che nel nido ci sono gli uccelli, ma, più ancora che, in quel frangente così drammatico dell’incidente, in cui era stato faccia a faccia con la morte, i soli universali logici gli si erano parati alla mente, come, abolito il 3° comma della legge, fossero l’ultima spiaggia della vita. Il pensiero corse di nuovo a Russell, al neopositivismo, alla filosofia della scienza. Stabilì che, se nel nido ci sono gli uccelli, essi devono avere le ali. Di qui a dire che febbraio è di 28, il passo è breve. Il curioso è che giugno è di 30, e allora non si capisce come i cavalli abbiano la coda. Per averla, al luna park ci dovreb-
essere le montagne russe, mentre di rado non avviene che il libro sia di 650 pagine. Vero è che l’acqua disseta, per cui non è necessario che la mina scoppi. Sanso rimase in sostanza un paio di giorni, lui e la coniuge, ricoverato, poi fu dimesso, ma dovette recarsi in obitorio a riconoscere le salme dei cinque deceduti nel sinistro, i due piloti e i tre abitanti della casa distrutta, per le procedure di rito.
Non è che la benzina sia lo stesso, ma si dovrà pur riconoscere che la colla vinilica è un’altra cosa. La verità è che l’ottone non è il bronzo, cosicché non è come giocare al lotto. Giocare al lotto, infatti impone di conoscere le regole del contratto di affitto, quando poi tutti sanno che le api fanno il miele. Facendo i conti, conviene scollare l’adesivo dal foglio, piuttosto che versare il miele nel latte.
Il bilancio così sarà in pareggio, essendo le entrate in conto capitale e l’inflazione al 2%. Non parlo naturalmente degli assegni circolanti, i quali possono benissimo essere intestati al pasticciere. L’importante è che sia venerdì o martedì.
Il punto è verificare, cioè la motocicletta non sia a secco e, in caso lo sia, una tenda da sole non è poi per forza simile. Per meglio dire, un italiano lo è per così dire, potendo essere di tante varietà: un ligure non corrisponde a un pugliese, né un laziale a un piemontese o un triestino a un varesotto. Quel che si può sempre constatare, è la parola rubinetto.
Il rubinetto non costituisce il fazzoletto, il che basta da solo. Inoltre il contrario di rubinetto è sinonimo di pesca sul fiume. Alla fine un rubinetto o è aperto o è chiuso, un parapetto no. Amedeo Sanso lo sapeva bene, per cui considerava S. Chiara a Napoli un sublime esempio di gotico.


(segue)

domenica 28 luglio 2019

ALLA GRECIA 2019

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio





Edouard Manet - In barca ad Argenteuil




Per questo blog non sarebbe luglio se non ci fosse il post rituale dedicato alla Grecia classica, con il quale L'eretico Bruno interrompe le sue uscite e dà l'appuntamento al settembre prossimo. E' presto detto, eccolo qui. Una breve raccolta di mie traduzioni di alcuni dei testi di quella letteratura rimasti per sempre nella mostra memoria storica. Testi che costituiscono un tesoro irrinunciabile per la civiltà occidentale, sia per la lezione di stile artistico che per la lezione di vita che trasmettono. Farli rivivere significa non solo rituffarsi in quel mondo antico e uscire per così dire fuori dal tempo, ma anche ripresentare al mondo d'oggi quelle conquiste della cultura e della letteratura, nonché onorare la mente umana per quelle pietre miliari. E' questo il  movente che ci spinge a rispettare questa tradizione de L'eretico Bruno, unitamente all'intento, se non possiamo, a cagione di clan culturali e poteri meschini, godere di una patria vera, almeno di poter vantarne un'altra di adozione, dello spirito, la Grecia










ALCEO – FR. 362 

Ghirlande conserte d’aneto, via!
uno m’avvolga adesso intorno al collo
e un balsamo spalmi molle sul petto. (Trad. G. Allocca)



PLUTARCO (VITA DI DEMOSTENE - par.1)

E così, se solo si opinasse a Iulida o Egina, minuscola terra della già vasta isola di Ceo, che qualcuno degli Attici pretendeva perfino di cancellare quasi fosse una briciola del Pireo, possa mai capitare in sorte, concedo, di partorire valenti attori o poeti, ma in nessun modo una personalità proba, positiva, di ingegno acuto e longanime, sarebbe senza senso. Non v’ha dubbio ben altre arti prosperino di quelle che fruttano profitto e stima nelle località senza nome e poco estese, benché poi la virtù come pianta ricca e sempreverde cresca in qualunque luogo, purché le tocchi un’indole nobile e un animo laborioso. Ugualmente non ha senso, qualora noi si manchi di vivere e pensare correttamente, incriminare la piccolezza della patria per questo, bensì, rettamente, nient’altro che noi stessi    (Trad. G. Allocca)



PINDARO - ODE OLIMPICA  XIV

Ascoltatemi, ve ne prego, Grazie
a cui donò il fato le cefisie acque
e che anche regnate sull’alma Orcòmeno
dai bei puledri, voi che, della prisca
stirpe minia patrone, perpetuarono
i poeti; giacché armonia e sublime
sempre da voi vengono a noi mortali,
se si è sapienti, fulgenti ed illustri.
Né gli dei senza le gloriose Grazie
danno il via a tutti i cori ed ai banchetti.
Ma, attendenti in cielo ad ogni intrapresa,
il loro posto accanto al Pizio Apollo
arcodorato, onorano la gloria
infinita al capostipite Olimpio.


Datemi retta, celebrata Aglaia
e tu, patita del canto Eufrosine,
rampolli del più eccelso degli dei,
e tu, Talia, felice di canore
voci, nell’assistere a tal corteo
esultante per la propizia sorte,
io che qui per inneggiare ad Asopico
giunsi in chiave lidia e con melodia
accorta, per aver resa olimpionica
egli Orcòmeno, sede dei Minii.
Eco, ora vola al regno di Persefone,
foriero al padre del felice annuncio.
Così, riconosciuto Cleodamo,
raccontagli come al figlio sul giovane
capo scese la corona dalle ali
dei suoi trionfali giochi tra le valli
di tanto nome di Pisa, al suo Asopico.  (Trad. Gerardo Allocca)



SAFFO -  FR. 89

Al mondo più meraviglia voi dite
drappello di cavalieri, di fanti
voi, voi di navi, ed io la cosa amata.

Spiegarlo è presto fatto a chiunque, ebbene:
più splendida tra le donne, quell'Elena,
non piantò il più valoroso degli uomini

facendo vela per Troia, né alla figlia
badando né ai suoi dolci congiunti
solo pensosa del suo caro amore?

Così adesso mi ritorni alla mente
sempre cara tu al ricordo, Anattoria,
di cui sento la penosa mancanza.

Vedessi ora quel grato passo, il riflesso
del suo sguardo luminoso, altro
che lidi carri e in armi truppa marziale!   (Trad. G. Allocca)



EPICURO- LETTERA A MENECEO (PAR. 1)

Non perda tempo chiunque a darsi alla filosofia da giovane, né da vecchio si astenga di esser pronto a farlo. Infatti nessuno è mai prematuro né tardivo per il benessere della sua interiorità. Chi dice in verità che non è ancora il momento di intraprendere la filosofia o che quel momento è sorpassato è pari a chi proclama che è tramontata o ancora da venire l'ora per la felicità. Pertanto tanto al giovane che al vecchio s'addice la filosofia, a questo, perché pur avanzando negli anni resti giovane per le dolci memorie del passato, a quello, perché, pur giovane, sia all'altezza di affrontare con saggezza l'avvenire. Conviene meditare sulle cose che conferiscono la beatitudine: se questa è presente, possediamo tutto, se manca, siamo pronti a tutto per raggiungerla.  (Trad. G. Allocca)



ASCLEPIADE
(A.P. XII,50)

Del vino, dai, Asclepiade! Perché lacrime?
Perché pene? Non stregò te soltanto
la vezzosa Cipride, né, acerbo, Eros
su te solo scagliò gli archi e le frecce.
Perché, vivo e vegeto, fare il morto?
Pretto scoliamo il liquore di Bacco!
Le giornate durano quanto un dito.
Chi sa se rivedremo la lucerna
per il sonno ancora! Del vino,dai!
Tra breve può essere riposeremo,
crudele Eros, nella notte eterna.  (Trad. G. Allocca)

lunedì 1 luglio 2019

LITTERAX 2

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Franck Lloyd Wright - Spiral house (1952)



Eccoci al seguito di Litterax 1, seguito sia del racconto omonimo, incluso nel romanzo Visita di Sirdi, sia del romanzo Allocca-Letteratura italiana, quest'ultimo un'avventura senza fine per ora e che si trascina nell'incomprensione reciproca. Da una parte un autore, io, che ha un suo stile e un suo discorso culturale distintivo, che meriterebbe se non altro, come minimo, un diritto di cittadinanza nell'ufficialità, dall'altra un mondo pubblico nel campo specifico chiuso e nelle mani di clan per niente sensibili ai valori letterari, ma solo ai propri meschini interessi di parte in un paese, l'Italia, dalla democrazia apparente, in realtà controllata da potentati oligarchici, che fanno il bello e il cattivo tempo. Chi dei due antagonisti avrà ragione? Un autore che vuol far valere solo i diritti dell'arte o dei clan culturali, politici e finanziari, che si preoccupano solo di gestire il proprio corto e spicciolo tornaconto? Giudicate voi.









E invece no, la buona stella dei due automobilisti, Sanso e la signora Giulia, li assisté ed essi rimasero, salvo qualche contusione ed escoriazione qua e là, incolumi. Vennero fuori dall’abitacolo a fatica e  distinsero  subito  dinanzi  a  loro  uno spettacolo agghiacciante: il velivolo in rottami, le fiamme che l’avvolgevano, esso e una casa, una costruzione a due piani attorniata da un giardino, su cui era precipitato l’aereo, abbattendola, urla di spasimo. Subito Sanso sentì il dovere, lui medico, di apprestare i primi soccorsi. A Gibuti faceva caldo, il termometro segnava i 36° e i sommozzatori si erano immersi presso il porto di Baia per ripescare dei reperti archeologici di epoca romana, lì sul fondale, in seguito, come da poco scoperto, a un remoto nubifragio.  Così l’acqua calda per il tè era pronta e Sanso non poté esimersi dallo slanciarsi tra le fiamme per constatare se fosse possibile intervenire in pro dei malcapitati dell’incidente aereo e la moglie istintivamente lo seguì. Avvenne che a Gibuti i gabbiani sul ponte della nave erano tre.
  Bastava fossero quattro e i peperoni, anziché gialli, sarebbero stati rossi, quando poi gli spalatori spazzano la neve; e invece, mia Milena, il postino depone la lettera nella buca. Dico, non sarebbe meglio il drink venisse bevuto col limone!
  Se non altro, le tariffe scemerebbero, il bilancio se ne gioverebbe e il PIL continuerebbe a indicare il prodotto interno lordo. In fin dei conti ad aprile gli uccelli cantano e nessuno può garantire il nuotatore sia maschio. E’ certo, al contrario la mafia non sia diffusa ovunque in Italia?
  Nel dubbio, si consideri che i bufali fanno il latte e si capirà come le stelle stiano in cielo. Non solo, ma il dottor Sanso individuò tra le fiamme i due corpi, ormai cadaveri, dei due piloti, poi altri due, tuttora in vita, più in là, tra i poderi all’infuori del  villino  devastato. Dovevano  essere  due  agricoltori, sorpresi mentr’erano al lavoro nel loro fondo dal disastro. Ad  essi  prestò  le   prime   cure, mentre   la   consorte, facendosi coraggio estremo, sottraeva al fuoco che si propagava le salme dei due aviatori. Dopo tutto, poteva sempre dirsi a quel punto che, per fare la moltiplicazione, occorre mandare a mente la tavola pitagorica. Sì, perché un’arancia alla fine è fatta a spicchi.
  Altro discorso meritano le angurie, le quali, più che a spicchi, si fanno a fette, non foss’altro per l’affare del cavallo di Troia. Si racconta infatti che Napoleone, giunto a S. Elena, esclamasse – Che caldo! -. M’intendi, dunque, diletta Milena: non è questione di prezzo, qui.
  Prendiamo il caso di un’obbligazione; caso mai il suo prezzo salga, nessuno vi obbliga a fare il viaggio in treno. Uno può benissimo, in alternativa, bersi una camomilla, addirittura può arrivare fino al punto di guardarsi allo specchio. Non potrà, però, per nessuna ragione fare footing.
  Un assegno circolare è meglio, può essere accreditato immediatamente, là dove, per fare l’albero di Natale, non è necessario possedere la patente di guida. Fu questo, credo il motivo che indusse Amedeo Sanso, apprestate le cure d’urgenza ai due presumibilmente contadini feriti a gettarsi tra le vampe per recuperare e portare al sicuro le salme di tre individui, un uomo e una donna maturi e un anziano signore, che tutto lasciava credere fossero abitanti della casa sventrata, i quali erano periti nel sinistro. Fu allora anche che Sanso, di fronte allo spettacolo della morte e lui stesso a gravissimo repentaglio, toccò con mano l’annientarsi della realtà sensibile e l’imporsi alla coscienza di un’unica verità indistruttibile e invulnerabile, rimasuglio ultimo dell’essere, le supreme entità della logica: il sì, il no, l’ovvero, l’implica, il prima, il   dopo, il   su, il   giù   e  quant’altre gli balzarono alla mente: ecco, si  disse, la  sola  scienza  indubitabile  per noi, il resto è solo percezione materiale transeunte, che dura il tempo che trova. Si confermò nelle sue convinzioni intellettuali, già consolidate in lui e ora lampanti, le concezioni russelliane, la riduzione del pensiero a corretta analisi espressiva e della realtà a capriccio dei sensi. Non gli passò per la testa tuttavia che gli elefanti hanno la proboscide.

                                                                                           (segue)

sabato 1 giugno 2019

LITTERAX I


L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio






Henry Moore - Large vertebrae


Comincia con questo un nuovo racconto dal titolo Litterax, di cui presentiamo qui il I stralcio. Forse sarebbe meglio dire continua, nel senso che non è questo un inizio, ma una continuazione di un discorso narrativo già in corso attraverso le pagine di questo blog. No, non inizia il discorso narrativo de L'eretico Bruno, ma solo questo particolare episodio, contenuto nel romanzo Visita di Sirdi, cosicché esso prosegue un continuum letterario già noto ai lettori del blog. E con esso si trascina immutabile il disinteresse o quasi della letteratura ufficiale del paese nei suoi confronti. Cattivo segno, si dirà. Non lo discuto, ma cattivo per che cosa? Per il suo valore artistico o piuttosto per la noncuranza del mondo pubblico culturale italiano, in mano ai soliti clan artistici e interessi meschini che ne reggono le sorti? Bé, la si veda come si vuole, il libero esercizio artistico de L'eretico Bruno non può che doverosamente procedere sulla sua strada








  Tali, come vengo appena dal riferirti, le mie giornate qui a Sirdi. E’ che, Milena, sento molto la tua mancanza e quella di Giancarlo e Gemma, ma spero che presto finirà e potrò di nuovo riabbracciarvi. Non voglio dire con ciò che l’aumento dei prezzi porta all’inflazione, ma solo che lo scafandro lo usano i palombari.
 Sia, dunque questa mia lettera a casa simile, perché tu possa modificare. La modificazione consista nel ridefinire. Innanzitutto va da sé che 6 uova non bastano, se non altro la poesia esige qualche rima e 6 uova da sole tutt’al più fanno una frittata.
  Ebbene, cara Milena, capirai che ho bisogno di credere la frittata sia di cipolle, così da autorizzare la storia di Adamo ed Eva. Devi sapere che proprio avantieri ho appreso dalla sua viva voce, essendo andato a trovarlo presso la sua dimora, dove abita con la consorte Giulia in Contrada dell’avvenire, il curioso caso del dottor Sanso, emerito clinico di Sirdi. Avrò cura, adesso di narrartelo, con il proposito di rifare l’addizione. 
 Ontologicamente voglio quindi riaffermare il bullone che gira nel dado, per poter applicare il 3° comma. La gnoseologia mi dà ragione, là dove insegna che un ottagono implica necessariamente il piatto sia guarnito con prezzemolo, ma piuttosto è il tasso di sconto a determinare l’accesso al credito.
  Il prezzo di un titolo del resto non se ne discosta, specie in considerazione della marcia in fa. Marcia che, in senso militarista, non va confusa con l’arte del gelato, peculiare prerogativa italiana. Si pensi al sorbetto siciliano o al gelataio col carrettino delle fiere. La pizza, altro emblema dell’italicità, va cotta in forno a legna, per poter dire che un gatto ha quattro zampe.
  Dire che a febbraio fa freddo è un’altra cosa, malgrado il cacciavite. Ricapitolando, o i parati sono gialli o il tavolo è a 3 gambe. L’importante è che i cavalli abbiano la coda. Cara Milena, in sostanza devi sapere che Amedeo Sanso dirigeva il reparto di ortopedia dell’ospedale S. Giovanni di Napoli. Egli, a causa delle pere sull’albero non credeva i fantasmi avessero il lenzuolo indosso.
  Né le tegole sul tetto, viceversa i mulini a vento giravano le pale. Egli si era messo in cammino, orbene insieme a sua moglie per portarsi in Cilento per una vacanza. Era partito verso le otto dalla sua casa, sita in S. Giuseppe, un comune del nolano e viaggiavano sulla loro vettura di media cilindrata in compagnia di un gruppo di loro amici, che seguivano in quattro sulla loro automobile, ma che ben presto persero di vista nel traffico, per cui rimasero praticamente da soli in marcia. Colgo l’occasione, Milena, per ricordarti che i dinosauri vissero nell’era mesozoica, quindi non c’è alcun motivo per archiviare, cosa che raccomando anche ai nostri due rampolli, che tu sono convinto sappia seguire in maniera egregia e insostituibile nei loro impegni di studio. A proposito, ho saputo che il prezzo della verdura è salito e le quotazioni in borsa del petrolio pure. Sarà che le scarpe sono un paio.
  Tornando a Sanso, avvenne che, giunti presso Battipaglia lui e sua moglie, sulla direttrice parallela al mare, peraltro nascosto dalla pineta, ma lungi, per fortuna dal nucleo abitato, scorsero improvvisamente un velivolo rumoreggiare con una scia di fumo ad un’ala e calare progressivamente di quota. Poi, avvertirono uno schianto assordante e simultaneamente, lui e la moglie, furono catapultati per l’onda d’urto dell’esplosione fuori della carreggiata a rovesciarsi su una fiancata contro un albero. Meno male che, una volta il mercato dei cambi abbia stabilito quanto valga una moneta, si possa incollare il francobollo! Sennò, chi sa, i polli non sarebbero ruspanti.

                                                                                                                                  (segue)

mercoledì 1 maggio 2019

MENDARIX 7



L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Jackson Pollock - La furia

Siamo al canto del cigno del racconto Mendarix, che qui si chiude. Il vulcano di Mendariza ha esaurito il suo ciclo narrativo, ma non ha svelato i suoi segreti. Il geologo Renato Sturio ha tenuto per così dire il verbal,e scientifico dell'eruzione, ma non ha potuto pronunciare la parola definitiva su di essa alla luce dei responsi degli illustri suoi colleghi vulcanologi. E nemmeno noi sciogliamo la riserva: è questa letteratura, quella dell'Eretico Bruno, meritevole del silenzio di cui la circonda il mondo culturale ufficiale italiano (anche se da un pò qualcosa si è mosso, qualche timido e debole segnale di riconoscimento pubblico, almeno a Napoli, si è visto, che però non cambia granché le carte in tavola), con i suoi clan e i suoi poteri oscuri, o è piuttosto quel mondo pubblico meritevole della massima riprovazione per il trattamento riservato ad essa (e altro), che disattende i più elementari diritti dell'arte e della convivenza civile? A ciascuno la risposta per parte sua e al tempo che verrà per tutti.



IDEE SUL VULCANO DI MENDARIZA (VII)

  La storia del Mendariza, noterò, si era conclusa da circa sei mesi. Era andata che un poliziotto aveva acciuffato un rapinatore in una tabaccheria e per premiarsi si era scolato una birra. O meglio, preso lo zaino in spalla, il giudice Tanza se n’era andato a caccia. In poche parole, del cataclisma temuto su Leroga, l’isola del Mendariza, non ne era sortito un bel nulla, era finito in una bolla di sapone, fermo restando che gli eruditi consulti e responsi dei vulcanologi chiamati in causa, risultando pur sempre calzanti e scrupolosi, erano tutto quello che allora si poteva fare.
  Diciamola tutta: o la borsa o la vita. E’ la frase canonica del mariuolo vecchio stampo, che so, a Milano, salvo a prendere l’elenco del telefono per cercare il numero del fioraio e, trovatolo, non sapere che farsene.
  Ed eccoci, parlando di fiori, alle rose di macchia: chi mai fu, ebbene il drudo che conquistò il cuore di Clitennestra? Vox clamat in deserto: nei rovi ci sono le spine, non la carta geografica, e dunque. Non vorrei si pensasse, seguendo il filo di questo discorso, io collezioni francobolli.
  Il mio scopo è un altro, cioè apporre il timbro sul documento. Mi si chiederanno senz’altro notizie di Sturio. All’indomani della partenza in massa della popolazione da Leroga sotto la minaccia del Mendariza, egli fece il resoconto degli sviluppi della situazione sull’isola.  Si badi che a Sturio la liquirizia non piaceva, vi si faccia attenzione.
  Essa, che è la passione di tanti bambini, è un’essenza vegetale. Succhiata   in   stecche, dà   un   sapore   amarognolo, gommoso e caramelloso; non tutti sanno che la liquirizia ha un effetto digestivo, ma a Sturio non andava. Costui scrisse a proposito della vicenda del Mendariza: nei mesi che successero appresso, l’emissione dei fumi sul vulcano seguitò come prima, ma degli eventi disastrosi variamente preannunciati non si ebbe alcuna traccia e, a distanza di circa un anno, s’interruppe anche la fumigazione, sicché in breve, passata la paura, la popolazione fece ritorno a Leroga. Il curioso e sorprendente si fu che da quella data ogni rilevazione scientifica sul vulcano evidenziò che la sua vita magmatica si era per il momento esaurita, il Mendariza era diventato praticamente un vulcano spento, cosa incomprensibile.
  Il tutto, messo in salsa verde, non poteva non sfociare in un do di petto che avrebbe fatto tremare i vetri del teatro lirico, e non fu così in virtù dell’intervento dei gendarmi, che presero tre fuorilegge in platea e li portarono in guardina. Erano gli stessi tre che giorni prima avevano mandato tanti baci a parenti e amici tramite cartoline spedite in dolce compagnia da Sfax. Erano tre brave persone, no?
  Che fossero tali, si evidenzia dalla venuta di Pirro in Italia. Pirro, re dell’Epiro, fu poi battuto a Maleventum sia che i topi avessero la coda sia che un elettricista che si rispetti debba usare le pinze. Era lo stesso che dire il barocco trovò in Italia feconde radici a Napoli, dove attecchì grazie alle sue più spiccate personalità artistiche, a specchio, è presumibile, di una realtà umana e civile particolarmente consona. Né va dimenticato che il liquore contiene alcol, per cui non è detto le bollette siano della luce, in virtù del sano principio secondo cui non si tossisce, senza essersi parata la mano davanti alla bocca. Gente come, pittori intendo, come  Cavallino,  Giordano,  Recco,  Preti  e  Ribeira, pur non astri di prima grandezza, vissero e operarono anch’essi nella città del golfo nel XVII secolo  e  il  geniale Caravaggio stesso, benché forestiero, soggiornò e lavorò a lungo colà. Sturio, chi sa perché, non ne parlava, spiegando, invece come, non che gli illustri studiosi avessero fallito il loro compito, anzi, essi avevano interpretato lucidamente, anche se discordemente, mercé gli strumenti più all’avanguardia nelle loro mani quella contingenza del Mendariza e, se poi le cose erano andate in tutt’altro modo, vale a dire che il vulcano ancora in piena salute e tutto fuoco nelle viscere si fosse da un momento all’altro spento, ciò non era da imputare alla scienza, che non aveva altri mezzi per giustificare quella imprevedibile evoluzione se non i medesimi che l’avevano indotta a preannunciare ben altri scenari e sbocchi, pronunciandosi in quel modo già noto. Scienza che comunque aveva permesso con la sua soluzione pratica dello sgombero di superare con successo il delicato momento sull’isola in preda al panico. C’era forse solo una possibile risposta alla questione per ora aperta del vulcano, precisamente che esso aveva deciso da solo il suo destino, in barba a tutte le più raffinate verità della scienza; toccava a questa, adesso rimettersi all’opera e scoprire di nuovo e con armi più affilate i segreti del Mendariza, per motivare il suo anomalo recente passato e l’avvenire. Non mancava la firma in coda: Renato Sturio; mancava qualche consiglio per una seria disciplina del traffico nelle metropoli e per una sana alimentazione del lattante, nonché qualche chiodo a croc.
  Si sarebbe dovuto riferire a mio giudizio da parte dello Sturio  nel suo rapporto su Mendariza anche sulle nevi del Kilimangiaro, che pur essendo in Africa è imbiancato. Ragioni non dissimili sono all’origine del diffuso cattivo gusto dei nostri giornali, che chi li legge o li vede dallo schermo è buono, per non dire   che,  seduti   sull’erba   o  in moto su di essa, si può fare una splendida scampagnata. Basta entrare nell’ordine di idee che la più parte delle persone si rade la barba con pennello e rasoio a mano e non va mai in bicicletta, quando poi chi non lo sa che tutto sta a lavarsi i denti. Non solo, ma fu barocca tutto sommato, non per ripeterci, ma per coltivare tulipani, la musica dello Stabat mater di Pergolesi e quella della Nina pazza per amore di Paisiello o quella del Matrimonio segreto di Cimarosa e il clavicembalo, grosso modo, di Scarlatti, tutta una fioritura di elaborazioni strumentali e liriche, che andarono a impinguare il già ricco patrimonio artistico, letterario e musicale stesso, con Scarlatti padre, del secolo anteriore nel capoluogo campano, da noi già prima qualificato come capitale del barocco italiano. Né si può trascurare di riportare che Sturio, andato a pesca una domenica con la famiglia sul lago Laceno prese una trota, una carpa e una tinca.

(Fine)