mercoledì 1 maggio 2024

QUNZ 8

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Le stagioni cambiano, così anche gli avvenimenti che formano il nostro destino di uomini. Purtroppo la vita letteraria di questo paese e dell'intero mondo tristemente globalizzato no. Assistiamo alle solite vergogne, per cui troppo spesso  autori e opere di scarsa o nessuna qualità vengo portati in auge e decantati per meriti che non hanno, altri invece, decisamente di valore più consistente, vengono lasciati nell'ombra. Il tutto in base a calcoli personalistici e convenienze di natura editoriale o commerciale. Sono le famigerate leve politiche e gli ancor più famigerati clan artistici che infestano l'Italia a decidere tutto e dirigere il nostro tempo verso una involuzione civile e culturale che adesso non sembra, ma che apparirà presto in tutta la sua drammaticità. Andiamo verso una progressiva deresponsabilizzazione intellettuale delle persone, sempre più spinte verso un culto smodato del danaro e dell'affermazione economica e sempre più distaccate da se stesse, dai rapporti interpersonali, dal dominio di sé, della propria intelligenza e soggettività. Si vanno via via costruendo delle acefale pedine di un gioco fine a se stesso, avente come suo unico scopo di garantire il monopolio dei più ricchi, oramai padroni assoluti della scena, e un  presunto benessere, esclusivamente economico. Il prezzo di tutto ciò è un nuovo medioevo, in cui la nota dominante è l'oscurantismo delle menti, derivante dalla dittatura dei media, nelle mani di gruppi oligarchici. Qualche sprazzo di luce può venire solo dalla poca cultura autentica e libera, oasi nel deserto della cultura asservita, arruolata e conformista che circola sulla stampa e sui teleschermi, mentre la contemporaneità si avvia verso un'era di buio irregimentamento e massificazione. Il brano che qui presento ha la pretesa di sfuggire a quest'ottica e di costituire appunto uno sprazzo di luce nel buio 





Segue da Qunz 7 dell'1 aprile 2024
---------------------------------------------------------
---------------------------------------------------------

  Restava il fatto incontestabile che il codice parlava chiaro: non è vietato il commercio di abiti a tutta gamba e minigonne, cosicché la moda era esclusa in quel contesto urbano e tutt’al più era lecito pensare che il faraone non fosse Hamset II, ma Hamset III. Il particolare non era di poco conto, solo a pensare che l’uva matura al sole e poi si vendemmia, oltre al fatto che per gru s’intende anche l’uccello trampoliere e 0,157 è un numero decimale. Qui sorge doverosa e spontanea la domanda: si può fare la radice cubica di 0,157? e, se sì, stabilire quanti furono le rose contenute nel mazzo, se no, spiegare se c’è un rapporto tra il fatto che Marino era napoletano e il duca di Savoia, che era torinese, lo avesse posto in detenzione. Tanto alla luce della famosa sentenza di Archimede datemi una leva, grazie alla quale sarà agevolmente possibile sperimentare come solo alla luce solare l’uva matura, per cui non ci si venga poi a dire il Savoia non partecipò alla guerra dei trent’anni. Semmai, se ne potrà inferire che fece mettere in cella il napoletano Marino per ritorsione, essendo stato costretto a punire il genovese Murtola. In conclusione, riguardo all’uva nella vigna, si tenga presente che va coltivata e si badi bene che la coltivazione non può consistere nel leggere il giornale a pag. 13, eccezion fatta per il coniglio in salmì.

  Bando alle ciance, volete sapere che altro affermava il documento web del Sagliocca a proposito del Tasso e del Marino? Che l’Adone era un parto comune dei due poeti campani, visto che l’idea, il titolo, nonché svariati luoghi del poema, dal partenopeo trapiantati direttamente nelle ottave, erano di mano autentica del sorrentino, come risultava da altre carte manoscritte di quest’ultimo in possesso del Sagliocca stesso, che egli citava. Tutto ciò, oltre a costituire un importante passo nel progresso tecnologico del ramo delle macchine per il caffè sia da bar che domestiche, mise nello scompiglio il mondo della critica e storiografia letteraria, diremmo meglio, gli ambienti della pallavolo, visto che nella pallavolo c’è la battuta e il pallone non è come quello del rugby. Insomma era un po’ tutto il comparto della siderurgia che vi era interessato, tant’è vero che i meteorologi previdero vento forte da nordest e siccità per il mese di aprile.

  Tuttavia nella cultura non si registrava alcuna decisa accoglienza della tesi del Sagliocca, dal momento che vi era molto scetticismo sull’autenticità e del suo scritto d’epoca e ancor più dei documenti originali del Tasso e del Marino.  Restava il fatto inequivocabile che l’uva da vino cominciava a maturare all’inizio di settembre, e con ciò era definitivamente assodato che non si può tracciare un cerchio senza il compasso. Ecco però che una notizia venne d’un tratto a rischiarare l’affare del Sagliocca: spuntò chi sa come un manoscritto autografo e perciò sicuramente originale del Tasso, una sua epistola a tale Ottavio de’ Ranuccini da Pistoia, scovato in una biblioteca di Lucca, in cui egli asseriva tra l’altro - Ebbi la visita quest’oggi di Giovan Battista Marino, giovin poeta ch’io vedo ‘n lui un figlio e lui parlai per lungo e lui dettai quel che feci de L’Adone, poema ch’io impresi a fare ad hora di qualche luna -, il tutto datato 2 febbraio 1523. Non c’è che dire, così si tagliava la testa al toro, voglio dire non c’erano più dubbi che la famosa satira VI di Giovenale era proprio contro le donne, tanto più che nella pallavolo bisogna conteggiare i punti come anche nel basket.

(Continua)


lunedì 1 aprile 2024

QUNZ 7

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Introdurre un mio nuovo brano narrativo significa alla fine ripetermi, perché nulla di diverso rispetto a quanto già da me esplicitato al riguardo in passato potrei aggiungere. Per non incorrere in ripetizioni, magari lo introdurrò senza introdurlo. Traccerò qualche nota sul panorama culturale italico, non tanto per dire che, tanto per cambiare, è in pugno ai soliti poteri torbidi e autocratici e ai clan artistici di sempre, quanto che brilla per grigiore e banalità. Ho sentito dire dai media come l'Italia che andrà alla Fiera del libro di Francoforte sarà un'Italia corale, e concordo pienamente. Infatti i libri dell'editoria nazionale, per lo più milanese e torinese, sono di una piattezza ed uniformità deprimente, per cui corale sarà senz'altro la partecipazione italica alla Fiera di Frankfurt. La letteratura di questo paese attualmente sfiora la cretineria ed asinità, tanto è melensa e senza genio: gli editori milanesi e torinesi, si pascono di scritti insignificanti, che poi girano alla gente comune, spacciandoli per cose degne. In tal modo, non solo la produzione libraria italica è scadente, ma è scadente anche il gusto e l'acculturazione della popolazione, che continua a rincretinirsi grazie alle scelte di una classe editoriale incapace e impenitente, del resto perfettamente in carattere con le esigenze della globalizzazione internazionale, pilotata dai media e dalle oligarchie mondiali, spesso ammantati di liberalismo e democrazia. In tal modo, ecco il bisogno di avvalersi di realizzazioni dell'ingegno genuine e libere, al di fuori di tali logiche deteriori, per venire a tu per tu, se ancora esiste, con la letteratura e l'arte meritevoli di questo nome. Questo uno dei motivi per cui qui presento il prossimo brano di narrativo, tratto dal mio romanzo Lungo il muro, sotto il titolo presente di Qunz 7







Segue da Qunz 6 dell'1 marzo 2024
---------------------------------------------------------------------------

 

  Un 200 metri stile dorso in cui si taglia il traguardo in 20 e 14 è lo stesso che afferrare un ferro da stiro e stirare, in altri termini Bach avrebbe composto il suo famoso adagio sulla terza corda quando aveva appena 23 anni, contrariamente a quanto si pensava a proposito della vendita delle  indulgenze, che  il  prezzo  fosse  più alto e pertanto Lutero non fosse un monaco agostiniano, ma domenicano.

  E qui gettiamo piena luce sulla tesi di Medardo Sagliocca a proposito dell’Adone e dei rapporti tra Giambattista Marino e Torquato Tasso. Ecco qua: se Lutero era agostiniano, è incontestabile che le indulgenze costassero, cosicché il turismo non può non influire sulla pesca del tonno e allora un 200 metri stile dorso nel nuoto si fa in meno tempo, cui si riconduce senz’altro che il rame pesa, condizione questa che indica come Bach non poteva avere che 23 anni, cioè la frazione era 78 e non 77/193. In una parola Sagliocca doveva aver ragione sull’Adone, a meno che invece del tonno nell’Atlantico la pesca non fosse stata del salmone.

  Pesca che poi poteva essere anche del merluzzo, a condizione che la famosa composizione di Bach di cui sopra fosse in mi be molle e non in si bemolle, la qual cosa avrebbe significato contestualmente il ritorno alla moda della minigonna, come si ricavava altresì dal codice, dove si contempla è vietato il commercio di pop corn e merendine, al punto che chiunque avrebbe potuto indossare un camice da odontotecnico e cavare un dente a una balena.

  Ma non fu così per Medardo Sagliocca da Caserta, per il cui documento telematico misteriosamente uscito sul web non si riusciva a risalire a chi lo avesse mai caricato sulla rete, per quante ricerche si fossero compiute. Sfuggiva ai dati informatici la vera fonte dell’inserto internet, il cui artefice pareva sparito nel nulla, volatilizzato, come non fosse mai esistito. Ma, fosse che la luna era a tre quarti, fosse che il prezzo dell’oro fosse calato o fosse ancora che il raccolto di patate fosse stato assai magro, il documento del Sagliocca restava lì, vivo e vegeto, in rete e rappresentava un vero colpo storiografico per la letteratura in lingua italiana, checché volessero dire i geroglifici sul sarcofago del faraone Hamset II. Ovviamente che si trattasse di letteratura in lingua italiana non implicava immediatamente che la pesca fosse del salmone, anzi molti ritenevano che il pezzo di Bach fosse posteriore al 1687, come risultava dal record nei 200 dorso, il cui tempo era più basso di ogni previsione; che la lingua dell’Adone allora non fosse italiana, congetturarono alcuni? Tanto la pesca delle balene era vietata, il che faceva il paio con il fatto che    Giambattista     Marino fosse napoletano e il duca piemontese di Savoia l’avesse fatto incarcerare senza valida ragione a Torino. O forse si poteva supporre, per suffragare che la lingua dell’Adone non fosse italiana, in realtà il salmone fosse più appetibile del merluzzo e quindi era inutile cavare un dente alla balena?


                                                                                (Continua)

venerdì 1 marzo 2024

QUNZ 6

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Il tempo passa e porta via con sé tante cose, ma non tutto vola via. C'è quel che resta di buono, quali certi valori come la poesia, l'altruismo, la riconoscenza, per quanto largamente disattesi nel mondo d'oggi, e c'è quel che resta di male, come la violenza, le malattie, l'arroganza. Tra le cose che restano vi è anche la sordità di questo paese - al quale noi qui in  Campania apparteniamo in un certo senso forzatamente, non riuscendo tanto spesso a identificarci con l'italianità, che si riconferma assai precaria e delicata, tanto che in tanti, potendo, vi rinuncerebbero - la sordità, dicevo, di questo paese alle realtà artistiche più originali e significative, come può essere la letteratura che questo blog promuove e presenta da anni sotto il nome del suo artefice, che lo è anche del blog presente. Una sordità sicuramente colpevole, che dimostra come l'Italia, in ciò sempre più coinvolta negli ingranaggi e nelle grinfie di una feroce globalizzazione internazionale via via più agguerrita e imperniata sui mass media, sia insensibile al Bello, perché nelle redini di poteri malsani e di clan culturali radicati in essa, che dirigono le cose in questo campo non secondo il giusto e gli interessi delle persone e dell'umanità, ma secondo i propri interessi e la propria personale utilità. Non i diritti delle arti e della libera manifestazione dell'ingegno umano ad essi stanno a cuore, quanto piuttosto la loro egemonia e la loro affermazione nella dimensione pubblica e nel sociale, che pertanto risulta da tutto ciò ed altro ancora profondamente inquinato, deteriorato e ammalorato. In questo quadro trova spazio quest'altra vetrina di mie composizioni narrative, che prosegue il racconto dal titolo Qunz, tratto dal romanzo Lungo il muro, precisamente Qunz 6, che vede la luce questo mese qui di seguito 




Segue da Qunz 5 dell'1 febbraio 2024 
_______________________________________________________________ 



  L’importante in tutti i casi è che un sioux non sia un apache, dimodoché non capiti che il file sia più lungo, a garanzia che la corsa all’ippodromo sia al trotto e non di altra specialità equestre, almeno per rimarcare la forte differenza che passa tra cric e croc, non, come si potrebbe invece pensare, nella precisa accezione di salvietta imbevuta. Italiana, a tal riguardo, va considerata non la provenienza della salvietta né la lingua da usare per parlare correntemente, bensì l’agitazione prima dell’uso della bomboletta del deodorante, onde assicurare non vada confusa con lo svitamento del tappo dell’olio per friggere e  naturalmente  con  la mazurka, salvo poi a prendere del tabacco alla maniera del ‘700.
 
  Voglio dire che parlare italiano è tempo perso, come a dire un jazz che si rispetti deve durare minimo un 5 minuti, per cui, non so, je crois que ta weltshaung soit beautiful, da? Não? Men ce western è bien hermoso! Senza dimenticare che la frazione può essere 3/28, segno che un clan può tranquillamente essere culturale e chiamarsi con quel nome che tutti sanno, a prescindere dalla proverbiale volubilità di marzo. Moravia, in pratica è una regione centreuropea dove si parla ceco, il che alla fine non chiarisce similmente se la frazione sia effettivamente 3/28 oppure 8/93, una porcheria italiana in poche parole rimane porcheria.
 
  E un aeroplano, si dirà? Quello vola, e non ha senso in quel caso specificare 3/28, basta che la frazione abbia un denominatore diverso, non dico geologicamente, ma    nella   misura   che lo sciroppo sia più dolce e non l’amarena di ciliegie, e per il resto spensieratamente deambulare.
 
  Dopo quanto riferito, vi pare mai possibile che un elettricista debba essere considerato alla stessa stregua? Ma quando mai, solo a giudicare l’angolo acuto più piccolo, non si può che inalberare la bandiera quando è festa nazionale, ed allora ditemi voi se è logico dire ad un idraulico non fai l’elettricista! Equivarrebbe a ripetere ancora una volta che un segnale stradale può essere di senso alternato.

  La dimostrazione di ciò ci conduce direttamente al passo successivo, ossia la constatazione penso inequivocabile che la frazione è dopo tutto 77/189, valore che scaturisce da un’attenta e meticolosa osservazione della gente che passeggia nel parco cittadino, senza nulla togliere al commercio internazionale del rame, che in tale situazione incide marcatamente, data la comune condivisione dell’importanza del turismo ai fini della produzione del pesce in scatola. Orbene, tenuto conto che nel mondo le tonnellate annue di tonno sono di meno, è evidente che il rame dovrà costare, con l’ovvia conclusione che nel nuoto più di quello non si può, tranne la terza corda.

                                                                                            (Continua)

giovedì 1 febbraio 2024

QUNZ 5

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Poco da dire di nuovo, il silenzio sarebbe la cosa più degna. Ma questa scelta significherebbe anche condannare la letteratura all'estinzione, e non ci sto. Se anche nel nostro io sentiamo il bisogno di tacere di fronte alla lordura che ci circonda, impossibilitati come siamo a smuoverla in qualche modo, a contrastarla e possibilmente a dissolverla, non possiamo tuttavia tacere, perché tacere noi sarebbe far tacere la letteratura, che non può morire. Ecco, questo è il mese di Carnevale, delle maschere e, con tutta l'amarezza di un clown che deve far ridere la gente, noi  dobbiamo parlare con tanto di maschera, per far parlare la letteratura. Anche se ci costerà indossare appunto la maschera e fingere che tutto vada bene, mentre invece, in un'Italia regno di poteri insondabili e oscuri, nonché di clan artistici e di ogni genere, in un mondo preso nella morsa di una feroce globalizzazione, il cui strumento diabolico di tirannia sono i mass media, noi parleremo ancora, nolenti sia pure. Ecco a voi, dunque, un  nuovo brano di narrativa, il 5° del racconto denominato Qunz, tratto dal mio romanzo Lungo il muro



Segue da QUNZ 4 dell'1 dicembre 2023

..........................................................................................................................................................................................................................................



Ebbene? Se il barman non poteva essere un altro, poteva mai Medardo Sagliocca da Caserta mentire? Egli che sosteneva Tasso e Mrino essersi incontrati a Ferrara, come provava una lettera del secondo all’amico Ignazio Zambrogna di Napoli, dal Sagliocca scovata in Francia, non essendo mai giunta al destinatario, perché intercettata dai servizi di sicurezza di Luigi XII, che teneva il poeta partenopeo sotto sorveglianza, temendo egli volesse rientrare di nascosto in Italia. Il Marino era effettivamente riparato a Parigi, in fuga dal Piemonte, dove il duca di Savoia lo aveva fatto imprigionare ingiustamente all’indomani dell’attentato da lui subito ad opera del genovese Murtola, suo rivale letterario. Nella lettera autografa, che il Sagliocca aveva scoperto in una biblioteca di Nantes, chi sa come finita lì, Giambattista Marino riferiva che nel suo incontro col Tasso, costui gli avrebbe suggerito il soggetto e addirittura il titolo dell’Adone, oltre a consegnargli passi sparsi già da lui composti del poema. Un poema siffatto egli aveva in animo di redigere prima della morte, ma allora, sentendo prossima la fine, aveva inteso lasciare a Marino quelle sue confidenze letterarie come un lascito, vedendo in lui il suo erede e prosecutore in Campania e rammaricandosi di non aver potuto vivere, lui napoletano, nelle terre natie. Tutte cose, queste che contraddicevano apertamente la nota sentenza del Lavoisier nulla si crea e nulla si distrugge, tanto vero che, come ognun sa, Marino scrisse Murtoleide fischiate. Come conseguenza di questi versi non poteva avvenire altro che un cambio d’olio nel motore, non solo essendosi usurato il lubrificante già esistente, ma essendosi oltre tutto rotto un tubo nel bagno di casa. Bisognava evitare che la testata si fondesse.

Il che riuscì senza dubbio, se non altro in grazia della solidità della squadra di rugby durante la partita, finita poi 10 a 3, secondo le previsioni, del resto, che annunciavano temporali e maltempo nella zona, non scartando la possibilità che all’ippodromo vincesse Varenne, a testimonianza che i resti archeologici si potevano portare alla luce con degli scavi in quel luogo. Scavi che in seguito non vennero effettuati, per il fatto che i fondi accantonati per quello scopo furono invece dirottati in perfetto stile italiano non si sa verso quali spese incognite. Resta il fatto che Marino riportava oltre al resto, nella lettera a Zambrogna, quale fosse lo spirito che lo animava nella stesura del suo Adone, non, cioè di competizione sportiva per la disputa di una gara di pentahtlon, bensì di pallanuoto, tolto il caso che il tenente fosse sergente o il gallo cedrone. In sintesi egli voleva dipingere con quel poema la corruzione morale e intellettuale del mondo contemporaneo, raffigurato dalla peccaminosità del legame amoroso tra Venere e Adone. Costui avrebbe impersonato il cittadino del XVII secolo, impaniato in una acutissima crisi culturale ed etica, ed alla fine con la sua uccisione ad opera dei veltri avrebbe dovuto avere una funzione didascalica e parenetica verso i lettori, che avrebbero visto in lui consumarsi la tragedia del loro secolo. Dunque, non immoralismo del Marino, come del tutto erroneamente vedevano gli storiografi del bel paese, per niente teneri in genere con gli autori napoletani, ma profondo moralismo attraverso la funzione catartica del suo poema. Non c’è che dire, noterete a questo punto, una puntata all’ippodromo su Varenne avrebbe potuto fruttare bei soldini, una volta che si era, come si era, stabilito il tenente fosse sergente e il gallo un gallo cedrone. Come si evince, infatti, dalla trama dell’Adone, Varenne non poteva non gareggiare e prevalere al traguardo, in virtù della circostanza che, essendo il tenente un sergente e il gallo un gallo cedrone, una moneta da 2 euro vale.

Certo una banconota è di carta, ma ciò non toglie ugualmente che il sergente avrebbe potuto essere un tenente e il gallo cedrone un gallo qualsiasi, con il necessario corollario che la moneta poteva anche non essere quello, ma, che so, un segnale stradale.


                                                                                                                                     (continua)


lunedì 1 gennaio 2024

IL TROUBADOUR XXIV - I

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Joan Mirò - Donna nella notte




Spazio alla poesia, è ora! Questo blog dedicherà il suo rituale post letterario del primo del mese alla espressione in forma versificata. Presenterò alcune mie poesie incluse nei miei 4 volumi finora usciti sui circuiti Amazon (che, checché ne possano pensare i soliti paladini dell'editoria italica, la più gretta, monopolistica e autoritaria che forse esista al mondo, consentono la massima libertà di manifestazione artistica), volumi che vanno tutti sotto il nome di Versi superstiti. Questa etichetta, da me attribuita a tali volumi, ha un preciso movente alle spalle, consistente nella mia programmatica mira di salvare il salvabile nella poesia, recuperare quindi il suo ubi consistam primitivo, così come posto in essere ai suoi primordi, quello, per intenderci, della lirica eolica e ionica, per quanto filtrato attraverso tutte le espressioni più avanzate della contemporaneità, che però spesso hanno portato questo genere letterario fin sulle soglia dello svuotamento, dell'isterilimento, dell'estinzione. Il tutto poi nella mia poesia è collocato sullo sfondo della sensibilità che ci ispira la nostra realtà, intrappolata nei tentacoli di una globalizzazione internazionale accanita e feroce, che trova la sua estrinsecazione nella dittatura dei media nella nostra vita e che ha quasi totalmente impoverito, se non vanificato le personalità dei singoli, dei cittadini odierni del mondo. In Italia essa ha assunto le forme di un potere tanto anonimo quanto personalistico, pur spacciato come democratico, e di clan di varia specie, artistica compresa. Ecco, io mi sono assegnato il compito da un lato di strappare la poesia alla ossificazione e incenerimento ad opera di una avanguardia oltranzistica, che ormai ha detto tutto e il contrario di tutto, dall'altro di fotografare la nostra disperante condizione umana moderna, senza mai a priori trascurare gli apporti delle più recenti conquiste nel campo di questo genere di produzione letteraria. Nell'ottica di tale mia visione operativa, seguono ora le mie composizioni di cui parlavo in precedenza, tutte tratte dai miei 4 volumi di poesia già usciti e presenti sulla piattaforma Amazon, le quali si attengono strettamente ad essa per la loro elaborazione a monte e che affido ai lettori, in questa apertura del nuovo anno, come strenna letteraria, malgrado nulla di confortante oltre ad esse possa io profilare all'orizzonte.








DA PRONUNCIARSI IN SENATO

(III CATILINARIA)


                                                                                      Un mandolino dal golfo


Fino a quando l’aurora non si cambi

in tramonto e le sorgenti non sgorghino

arsenico, non diventino rombi

i triangoli e vile zinco non siano

gli ori nello scrigno, l’ovest s’inverta

in est, il su in giù e non inaridisca

il mare, non mancherà mai la muta

sabbia di gridare la sola lisca

avanzò del cefalo a tradimento

assalito dal pescecane, snella

la colonna di tenere l’affronto

del vandalo a mente, il lampo alla spalla

di abbattersi del pioppo e abbrustolirlo.

Non cesserà di calare il sipario

sul miele delle coppie e ancora al vicolo

di affondare il pugnale del sicario.




L’ORACOLO DI CUMA


Neanche il sambuco sulla corrente

a galla sfuggirà al delta e alle rapide

o la cicogna, quando spira estate,

ai paesi del nord, alle vandale orde

il foro, gli anfiteatri e le sacre

oche, le facciate dei fabbricati

alle intemperie, al sapore amaro e acre

d’assenzio i giorni e inflessibili i fati.

Più le clessidre avanzano, più polvere

s’accumula sul cucù della casa

in centro antico, più mattini e sere

alle spalle divengono la salsa

irrimediabile a un pranzo scontato,

sulla fuga si scorge senza uscita

il vicolo nel dépliant già annunciato

al termine del tour d’agenzia in data.

Incancellabile al bar dietro l’angolo

quel caffè dopo la seduta e applausi,

quel cielo dell’addio a Clara col velo

sui capelli, quel punto al rigo e il “si

respinge” della lettera in cassetta,

quel viso duro e marmoreo a letto.


E ora la fine del romanzo è nota,

si sa della crociera ormai ogni porto.



ALTRIMENTI,


non avrebbero tagliato il ciliegio

nel giardino, rovinando del tutto

lassù i nidi dei merli, l’altro maggio

il cardellino alla finestra il gatto

non avrebbe trangugiato, invasori

mai avrebbero valicato a nord le Alpi,

la ragazza non avrebbe certo ieri

lasciata l’innamorato con colpi

di telefono. Violente abbattendosi

sulla riva, non avrebbero le onde

smantellato il lungomare, due frasi,

diresti un tango ritmato alle corde,

devastato il tuo ottobre non avrebbero,

brodo per diserbare le tue viole,

girando ogni manopola allo zero,

fiaccando il respiro a tutte le vele.