mercoledì 7 gennaio 2015

LA POESIA CONTINUA


L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio




Constantin Brancusi  -  Mademoiselle Pogany








Potrebbe mai la poesia arrendersi di fronte a chi la calpesta e irride, negandole i suoi diritti alla piena manifestazione pubblica, cosicché essa viene ridotta in un cantuccio e solo in pochi possono fruirne?
Mai, la poesia, nata con l'uomo sotto forma se non altro di espressione artistica già nelle caverne preistoriche, non si arrenderà mai, finché esisterà l'umanità. Essa continuerà a risuonare per le strade e le città, finché il fiato emanerà ancora dalle gole e la coscienza non sarà stata del tutto abolita.
In questo paese, che ancora ci si ostina a chiamare così, l'Italia, in realtà profondamente diviso e frammentato da insanabili chiusure mentali tra diversi suoi territori, si registrano attualmente gravi attentati alla libertà artistica, non di principio ma di fatto per gli ostacoli insormontabili frapposti dai canali di comunicazione pubblici e privati (editoriali e di stampa).
E' la prova che quello italico non è un sistema democratico, ma oligarchico, nelle mani di lobby (o clan che si voglia dire) e signorotti di manzoniana memoria. 
L'arte esige la sua incondizionata presenza nella società, pena la sconfessione dei diritti primari dell'uomo. L'assoluto diritto all'esistenza pubblica dell'arte è un valore irrinunciabile al di sopra di tutto e va tutt'uno con la natura stessa dell'uomo. 
Ed è proprio quello che questo paese, l'Italia, e il potere che ne tiene le redini sembra aver completamente dimenticato.
Comunque sia, essa non cessa e non cesserà di esercitare questo diritto e di presentarsi come suo obbligo morale all'attenzione delle persone.
Questa mia poesia che segue è pertanto l'assolvimento di un obbligo verso l'uomo e la civiltà.



SEBBENE
(POESIA CONCESSIVA)


Ancora attraccarono sul pontile
i pescherecci e i mercantili carichi
e piovve ancora il tepore ad aprile
sulle magnolie del giardino e i crochi,
ancora s’ingrigirono di nebbia
le morbide colline sullo sfondo,
guizzarono fulminee sulla sabbia
le lucertole di nuovo e svettò il cardo,
appesero sull’albero le sfere
ancora e brindarono nelle coppe
 con gli spari a mezzanotte nel bere,
di nuovo afa spaccò argilla con crepe.
Non rientrò tuttavia il marinaio in porto
annegato in mare nella burrasca,
della loro antica grandezza in toto
mai più rifulsero e di vita fresca
le pietre a Pompei da vandali invase,
altro che a far riagganciare il telefono
non valsero quelle chiamate afose,
l’olivo preso dalla tigna in pieno
due volte ancora un magro olio mielato
spremette, poi furono aridi stocchi
i suoi rami curvi un dì di frutto:
senza voce rimasero gli allocchi.