domenica 1 novembre 2020

ZAMIK 5

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Terra colorata su tela di juta


Novembre è il mese dei morti, si dice comunemente. Quest'anno forse è più che mai vero. Morti siamo un pò tutti per  questo Covid, che ci ha precipitato indietro nel tempo di secoli, ai tempi cioè di tante famigerate epidemie che hanno infestato l'umanità e ci sta privando dei pochi diritti di libertà che ancora ci erano rimasti. Ma morti anche perché assoggettati a un mondo in preda al dominio dei media, che dettano legge in tutti i campi e tolgono aria per respirare alle persone, divenute perciò dei burattini nelle loro mani. Sono i media che oggi fanno la storia, ma siccome essi sono controllati da poche persone, spesso anche privati, è comunque una oligarchia che gestisce gli affari nazionali e internazionali. Questi autocrati comprendono anche i clan culturali, che detengono le redini delle arti, della letteratura, dell'intellettualità pubblica in genere, per cui chi non si piega alle loro direttive, è automaticamente messo fuori gioco. Il punto è che questi poteri culturali non li gestiscono in generale per il bene comune e in nome delle arti e cultura, quindi dell'umana spiritualità, bensì in pro dei loro corti interessi, sicché non tutelano l'intelligenza umana, ma i loro vantaggi personali. Questa è l'antifona con cui presento il prossimo brano, Zamik 5, tratto dal mio romanzo Visita di Sirdi. E che antifona, direte! Vi dò perfettamente ragione, ma purtroppo è un'antifona che è insita nella nostra vita d'oggi, in cui siamo apparentemente liberati dalle necessità materiali elementari, ma abbiamo perso, prezzo da pagare, la nostra dignità interiore, in primis la nostra libertà di pensare e di essere noi stessi. Ecco perché ho più volte detto che questo mondo, ormai irreggimentato dai media, costituisce una specie di alto medio evo per l'uomo odierno. Buona lettura ai pochi liberi che mi seguono, cui va tutta la mia stima.



  


Eppure le seppie nuotano nel mare. Diavolo, seppie a parte, non se l’era mica sognata il contratto che lui aveva sempre conosciuto (di cui oggi avanzava unicamente la fotocopia), Ulmas! Il fatto non quadrava per niente, matematicamente era un controsenso, un’equazione impossibile. Ci si poteva consolare, pensando che per costruire una barca da pe-

non bisogna adoperare il cemento armato. Questo serve, invece per l’edilizia, in cui si procede così: si scava l’area per le fondamenta, indi si appronta l’armatura di legno e di acciaio (tondini di materiale robusto ci vogliono), dopodiché, tramite betoniere, si cola il cemento per i pilastri e i solai, cui fa seguito l’erezione delle pareti in mattoni. Volendo, a questo punto, si può fare anche leggere il 20° capitolo di Robinson Crusoe. In caso contrario, uno può fare il venditore di stoffe.

  Ulmas non lo sapeva fare, lui era un professore di matematica e quella grana rappresentava per lui una sciagura. Incastrato com’era da quell’agguato mortale della sorte, cominciò a studiare come uscirne: interpellato un valente avvocato e da costui avvertito che, comunque fossero andate le cose, le carte erano contro di lui e sarebbe stato obbligato a pagare, fece l’inventario delle sue proprietà e, fatta una stima di esse, si rassegnò, così come si era messa la faccenda, a consegnarle nelle mani dell’immobiliare Piramidi: tre mesi dopo, egli era senza casa e senza beni, fuorché la sua paga di docente all’università.  

  E passi pure la batosta delle armi italiche a Lissa, il matematico cominciò a riflettere sulla vita dall’epoca di quel suo infortunio. Non l’aveva mai seriamente fatto sino allora, la sua testa era stata sempre e soltanto piena di numeri.

  Fortuna che cemento e calce sono due materiali diversi in edilizia, sennò coi numeri si farebbe l’Abacuc o il Deuteroisaia. Una cosa a quel punto, a  parte  le prescrizioni del Levitico, che egli non applicava, era sicura per Ulmas: le vacche non vanno all’inferno. Oltre a ciò, egli, che viveva solo con la perdita dei genitori, è bene si sappia rimase nella sua abitazione di Marigliano, avendo stipulato con la immobiliare un contratto di affitto   della casa, per cui non traslocò. Precisiamo ancora che non fu in condizione di accendere prestiti bancari sul suo stipendio per fronteggiare il suo debito, dato che ne aveva già acceso uno precedentemente per acquistare la sua piuttosto costosa automobile più un modesto alloggio al mare (presso Amalfi) ove passava le vacanze e che andarono, l’una e l’altro, anch’essi in fumo quella volta, anche se la quota che ne ricavò con la cessione non bastò neanche lontanamente ad estinguere il suo debito, che richiese anche il sacrificio della dimora di Marigliano. Logica vuole quindi che i baritoni cantino nell’Andrea Chénier. 

(Segue)