L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
Giorgio De Chirico - Piazza d'Italia |
Di
questi tempi, agli sgoccioli di luglio, L’eretico Bruno ha una scadenza da
osservare come una ricorrenza, e anche quest’anno ha inteso uniformarvisi. Mi
riferisco al post annuale sulla letteratura greca classica, che non manco mai
di dedicarle, imperniato su mie traduzioni originali dai testi antichi in
quella lingua. La motivazione è duplice, innanzitutto per rendere un rispettoso
tributo a quei testi, che costituiscono i pilastri di tutta la letteratura
occidentale, al tempo stesso facendone io stesso tesoro come lezione
intramontabile per il mio proprio esercizio letterario attuale in prima
persona, cioè per la composizione delle mie opere moderne, in secondo luogo,
per prendere le distanze dal nostro mondo letterario italico, pur così
simile, almeno nelle lontane origini, a quello ellenico, ma purtroppo oggidì fortemente
compromesso da deleterie ingerenze di clan artistici e poteri oligarchici, che
lo penalizzano gravemente con scelte mosse esclusivamente da corti calcoli
privati, miranti a soddisfare obiettivi particolari, a prescindere da
qualunque ossequio ai diritti dell’arte e della letteratura. Questo blog
intende in tal modo operare in piena antitesi con essi, avendo a cuore
unicamente le più elevate e nobili esigenze dell’idealità e dell’umanità, senza
mezze misure o condizionamenti, machiavellici o particolaristici che siano
CORO: Tanti i portenti, alcuno più dell’uomo.
E
questo, anche più in là dello schiumoso
mare
in subbuglio per il furioso Noto
naviga,
soverchiando i gorghi estuosi,
strema
la più vetusta degli dei,
Gaia
l’imperitura, l’instancabile,
smuovendola
cogli aratri annualmente,
grazie a stirpi cavalline rimestandola
(trad. Gerardo Allocca)
DEMOSTENE - (III FILIPPICA - 74-76)
E
non sognatevi che siano i Calcidesi a preservare la Grecia o i Megaresi, se voi
vi asterrete dall’azione, perché prendereste un granchio. E’ già molto se
riusciranno a tirarsi essi stessi dai guai. Tocca a voi accollarvi l’onere, a
voi gli avi affidarono questa missione, ve la tramandarono affrontando
molteplici e gravose insidie.
Se
al contrario ciascuno se ne sta mani in mano inseguendo gli affari propri e si
studierà di non far nulla per proprio conto, in primis non rinverrà mai chi lo
farà per lui, poi sospetto che si sarà forzati a fare tutto insieme ciò che adesso disdegniamo di fare.
Io
per me questo è quello che sostengo e questo è quello che scrivo. E confido anche che queste iniziative
potranno ancora fronteggiare il precipitare degli eventi. Se qualcuno possiede
idee migliori di queste, si pronunci e le renda note. E quel che vi parrà
opportuno, gli dei ne siano garanti, possa giovare alla nostra salvezza.
(trad. Gerardo Allocca)
SAFFO
- Fr.17 Voigt
‘Era
regale, che la tua figura,
io
ti impetro si accampi al mio cospetto,
te
che un giorno illustri Atridi adorarono,
e
reduci da leggendarie gesta
dapprima
presso Troia e quindi in mare,
qui
approdati, partire non potevano
senza
te supplicare e Zeus patrono
di
supplici e il mite figlio di Tione,
che
anche me ora tu benigna soccorra.
(trad. Gerardo Allocca)
ILIADE (XXIV – 801-804)
Allestito
il sepolcro, essi tornarono
indietro
e in bell’ordine si raccolsero
a celebrare nelle sale regie
di
Priamo pio a Zeus la mensa funebre.
Ecco
gli estremi onori all’equestre, a Ettore.
(trad. Gerardo Allocca)
TUCIDIDE - (STORIE - PROEMIO I, 1-23)
L’ateniese Tucidide ragguagliò circa il conflitto tra Ateniesi e Peloponnesi, così come guerreggiarono tra loro, fin dal suo abbrivo, preventivando già che sarebbe stato ragguardevole e massimamente ricordevole tra quelli già scoppiati. E lo arguì per il disporvisi entrambi al culmine della capacità militare e notando i rimanenti Greci coalizzarsi o con gli uni o con gli altri, quali senza indugio, quali avendolo in animo. Questo sconvolgimento per la verità si dimostrò immane vuoi per gli Elleni vuoi per taluni dei barbari: al punto di dire che lo fu per i più tra le genti. Non era dato, è vero, reperire incontrovertibilmente per il lungo distacco notizie sia sui fatti prossimi che su quelli più lontani, quantunque a mio avviso, sulla scorta di dati degni di fiducia accessibili alla mia ricerca più minuziosa, non se ne ebbero di più rimarchevoli né dal punto di vista militare né da altri
(trad. Gerardo Allocca)
ALCEO – (Fr. 123)
Eccomi in pena, eccomi tutta afflitta.
(trad. Gerardo Allocca)