martedì 1 dicembre 2015

LETTERATURA INTEGRALE

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio





Paul Klee - Glass facade



Questo post valga come strenna natalizia per i lettori di questo blog. A loro dedichiamo due pagine, una di poesia, Tixotal, e una narrativa, Olduval. L'una e l'altra, modellate secondo il solito timbro stilistico dell'autore, Gerardo Allocca, titolare di questo blog, rappresentano il tentativo di comporre della letteratura personale e innovativa, che sfugga al becero e insulso cliché cui l'editoria italica, alla mercè di clan culturali e poteri meschini, ha abituato il pubblico, inconsapevole di esserne strumentalizzato e abbindolato. In un'Italia sempre più assurda come l'attuale, tale che per essere ancora Italia non dovrebbe più esserlo, dando modo alle realtà locali, come la Campania, di essere se stesse, e non schiave di un vessatorio modello, contrabbandato come nazionale, ma in realtà imposto dall'alto per fini di parte.











TIXOTAL


Purché non sia questo paleolitico
mugugno, tutto improperi e lagnanze,
questa runa di volgarità in tecnico
gergo da bassifondi o delinquenze,
parlerei come nell’acqua i delfini,
che fanno salotto tra le onde morbide
o infuriate, sgusciando viscidi e fini,
e buontemponi burlandosi in bande.
Questa litania di acri parolacce,
più pesanti degli scogli e di ancore,
più scure del petrolio che le lance
si lasciano dietro i motori al correre,
più violente delle tempeste al lido,
del pugno sferrato sul ring dal guanto.
Il mio kyrie così feroce e lurido,
squallido come guizza sul tappeto
topo di fogna e blasfemo, sacrilego
come amuleto d’osso alla narice.
Questo scioglilingua apolide al tango,
dal laido sapore di mele marce.










OLDUVAL


 Pugilatori, trombettisti, gladiatori, sassofonisti, opliti. Non vorrei, con ciò, imbarcarmi in qualche spigolosa discussione sul mercato valutario. Piuttosto, ecco: l’acqua, sarà bene ricordare, è la molecola più abbondante nei viventi. E così, disponendo di una tavolozza, ci si potrebbe provare a raffigurare la piazza con la fontana di Sirdi. Sirdi non ha più di cent’anni di vita dalla fondazione, ma ha l’aspetto di un borgo romanico, come un’abazia. Non parlerei qui di francobolli fuori corso e nemmeno in circolazione, Sirdi, però, ha  una bellissima, seducente fontana, che campeggia tra una cerchia di palazzi all’antica, in pietra bianca, e dà il nome al posto: Largo della fontana: questo va detto. Del resto, Teseo, amante di Arianna, fu l’uccisore del Minotauro, chi non lo sa, però non bisogna trascurare che uno dei grattacapi più problematici del mondo moderno è lo smaltimento dei rifiuti non degradabili (la carta dei giornali non fa testo, in tema, le pellicole cinematografiche, porno e no, sì).
  E’ quella, la principale piazza di Sirdi, dove ha sede il municipio, il palazzo di giustizia, la guardia cittadina, la biblioteca, il vescovado.  Largo della fontana fa un po’ da centro di richiamo del popolo, che vi si raccoglie per affari o anche solo per passeggiare o svagarsi. Qualcuno, riguardo, poi alla bussola, strumento di navigazione e orientamento in genere, rammenterà certo che, ben prima dell’amalfitano Flavio Gioia, i Cinesi si servivano di un attrezzo simile, da essi costruito. Se ne deduce anche che Roma non è mai stata caput di nessun mundi, se è vero che regioni come l’India, la Cina, le Americhe rimasero per sempre escluse dal suo dominio o addirittura sconosciute ad essa. E’ chiaro, oltre tutto che Prometeo era uno smargiasso.
  Per dirne un’altra, la fontana della piazza omonima di Sirdi era fatta tutta in pietra bianca, lo stesso materiale degli edifici circostanti e della maggior parte delle costruzioni della città, le rimanenti essendo di sassi grigi o rossicci. Per quanto mi concerne, non credo, a questo punto che il Mediterraneo sia il mare più pescoso, ma è sicuro che fu nostrum, ossia la culla della civiltà più splendida della classicità, Roma.
  Chi si intende, comunque di vini, sa che essi, se sono troppo forti, non sono ideali per accompagnamento ai pasti, ma vanno più bene come liquori, almeno è ciò che mi proclamò perentoriamente il gestore di un bar. Per me, o conigli o tacchini, preferisco sempre cacciagione selvatica. E così, sento dire anche: risus abundat in ore stultorum.
  Naturalmente, è la marmellata di ciliegie ad essere o.k. per le crostate e le case fabbricate con roccia del Vesuvio sono fresche d’estate e calde d’inverno. Bisogna tuttavia si sappia che le viole fioriscono prima delle rose, cosa che non implica sempre, come legge di natura, che se son rose fioriranno.
  Si noti che il pavimento di quella piazza di Sirdi era lastricato di ciottoli di selce levigata e l’illuminazione pubblica vi era piuttosto fitta, con lanterne che pendevano in cerchio dalle facciate delle case intorno, in più file. Ed è ovvio che, certamente, per rompere le uova nel paniere a uno, non occorre la presenza materiale d’un paniere con uova. Cosa che potrebbe sembrare un po’ irriverente a chi, poniamo, si accingesse in buona fede a fare una frittata. Pioggia o neve, comunque, un noce è sempre un noce.



Francesco Solimena - Autoritratto






  E la parte che ebbe Filippo nel declino civile della Grecia? : lasciamo stare. Né vale la pena anche di ripetere che il fumo fa male. Ma, a chi si fosse trovato in giro per la piazza principale di Sirdi, la prima  cosa  che  sarebbe  saltata all’occhio, è fuor di dubbio, sarebbe stato il getto della fontana, che s’innalzava come un pinnacolo per più di due metri per ricadere con i suoi spruzzi a gomito a capofitto nella vasca, in tutto somiglianti a un mazzetto di sottili e lunghi fiorellini eleganti. Non è questa la ragione, sia ben chiaro, per cui molti parlano malissimo dello stato di conservazione e custodia del patrimonio artistico nazionale, che, pure è tra i più ricchi al mondo, dicono.
  Si capisce così perché, quando il tempo minaccia acqua, è buona norma uscire di casa provvisti di ombrello o, almeno di trench, checché poi dicano quelli che si affannano a sostenere la necessità di una radicale svolta politica nel paese (quale sia questa, vattelappesca). In fondo, la rosa è sempre il più bel fiore. Lo stesso vale per il footing, che non è uno sport, ma un’attività fisica, la quale in genere si loda per i benefici influssi che produce sulla salute, sempreché se ne faccia un uso proprio, commisurato all’età e alle condizioni fisiologiche di chi lo pratica, a parere dei medici. Purché non ci si venga a dire che ci sia stato da noi ( ? ) un critico e uno storico della letteratura più eminente in tutto il secolo di Natalino Sapegno, tolto naturalmente il capofila B. C. .Il che non chiarisce, evidentemente quale sia stata l’origine del sistema solare.
  Oltre a ciò, la fontana più leggiadra e l’unica, del resto di Sirdi aveva una vasca dalla bizzarra foggia ad otto o a occhiali, come dir si voglia, con uno stretto canale che univa i due bacini profondi 1 metro e circolari, l’uno recante la canna d’acqua protesa verso l’alto e l’altro uno scoglio, cui si abbandonava mollemente coricata una forma flessuosa. In secondo luogo, pare sia da escludere che la lingua etrusca sia derivata da un ceppo ario-persiano.
  Ma non è tutto qui: c’è stato un tempo, assai lontano dal nostro che Europa e Africa erano unite tra loro e il mare in mezzo prosciugato: in ère geologiche passate, si capisce. E non si trascuri il bisogno prepotente di espressione tipico dell’arte romantica, come nel concerto n° 3 per pianoforte e orchestra. Quasi altrettanto musicale la forma flessuosa nella vasca, come tutto il complesso architettonico d’altronde. Largo della fontana lo accoglieva nel suo seno come una madre il proprio bambino.
  Quanto al resto, mi asterrò dal riferire quali siano i rimedi proposti in un recente convegno contro l’alcolismo, ma, con tutto ciò, il consumo di benzina per auto cresce continuamente, devo sottolinearlo. Sarà che la gente non ama più il cinema come una volta. Come pure, le pillole per il mal d’auto non sembrano efficaci contro il mal di denti.
  La figura nella fontana di Sirdi, per soddisfare ogni legittima curiosità, era in marmo, lo scoglio in basalto. E sullo scoglio, quella forma era una sirena, a mezzo tra pesce e donna, né l’uno né l’altra e tutt’e due insieme, secondo le favole antiche. Ora, non è vero? , come corre voce che i bambini non credono più alla befana, solo in quanto, se pare scontato che la media degli incidenti d’auto si sia abbassata, il gioco del calcio è sempre il più seguito tra il nostro popolo (a scanso  di  equivoci,  La  Paz  è  la capitale  della  Bolivia). Giorno e notte, così, la  sirena stava  immobile nella vasca a magnetizzare gli sguardi dei passanti su Largo della fontana come in un porto, le insegne della città (una sirena azzurra e un’abazia nera, in campo bianco) erano esposte al balcone centrale del municipio, i biglietti dei treni sono aumentati.




domenica 1 novembre 2015

COME ALL'OPERA

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio


Claude Monet - Coin du jardin à Montjeron





Un autore di letteratura lo è integralmente, quindi elabora scritti a tutto campo, a 360 gradi, in tutte le forme possibili, insomma. Ci sono almeno 3 generi letterari oggi: narrativa, poesia, teatro, a meno di non volere considerare tale anche la saggistica, e lo può essere se la composizione di un saggio è guidata da una cura letteraria del fraseggio. 
Orbene, tranne in quest'ultimo genere, personalmente mi sono prodotto in tutti gli altri, anche se per la verità di teatro ho redatto poche cose. Qui, però intendo presentare un'altra composizione poetica, che si snoda secondo il mio solito schema e la mia consueta linea creativa. Valga come esempio di letteratura degna, spero, di questo nome, ben diversamente da quella che sfornano le case editrici italiche, asservite ai voleri di clan culturali e poteri meschini nazionali.










L’ULTIMA TOSCA AL S. CARLO

Grosso modo le nuvole sospese
viaggiano sui brindisi ed i mortori,
quando candida ovatta sulle rese
e urrà quando su bancarotte e allori
livido piombo, sugli epitaffi e inni.
Le cancella da tela del pittore,
colpo di spugna, rovescio in stazioni.
Il lampione così spande il candore
notturno al sole al gelo al vento all’afa
sui diari e i giornali, così il platano,
diramando tutto il verde dall’alfa
all’omega su piazzali o tra il fieno,
svetta su lapidi di anniversari
e battesimi o prezzi cari e modici,
la casa del Fauno aspetta altri barbari
così, a calpestare ancora i suoi mosaici,
memore d’antico oltraggio di fosca
mano vandala agli atavici sassi.
Cantando sempre il suo dramma, la Tosca,
la Tosca chiude il sipario così.


Bernardo Cavallino - L'assassinio di Amnon

giovedì 1 ottobre 2015

JAGGHESS


L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Henry Moore - Butterfly
  

Ed ecco la seconda tranche del passo, che io chiamo paragrafo, del mio romanzo in gestazione Lungo il muro. Una pagina anche questa che obbedisce a un mio personale stile già da me collaudato e presentato in questo blog. Il romanzo che sto redigendo è uno sviluppo dei miei lavori precedenti, specie l'ultimo, Visita di Sirdi, e risponde ad una medesima visuale formale, ideale e di contenuto. Un altro mio contributo alla letteratura campana, di cui stavo componendo una storia, attualmente in fase di stallo, ma che conto di riprendere in seguito. Una letteratura, quella campana, che a mio modo di vedere risulta autonoma e da non confondere con quella cosiddetta italiana (si pensi a certi spropositi della critica del bel o malpaese, che ridimensiona fortemente grandi come Giambattista Marino e addirittura Torquato Tasso e totalmente altri autori fondamentali come Jacopo Sannazzaro, Giovanni Pontano e Masuccio Salernitano, sol perché colpevoli di essere della nostra regione), come autonoma, chi sa o indipendente potrebbe essere un giorno la nostra terra dal resto dell’Italia






  Siccome non era neanche per le stesse ragioni fotografo, né fornaio, ma i vetri delle auto quando piove devono essere puliti con i tergicristalli, Rumma non accennava a uscire dal bar o a piantarla di riempirsi di alcol. E per fortuna che non era neppure laziale o veneto, altrimenti le fotografie digitali potevano essere 27. Invece egli aveva un orologio al polso, il che nulla dice se le foche stiano al polo sud o al polo nord, bensì non ci assicura che lo stesso fosse italiano. In ogni modo non si poteva negare assolutamente che i pinguini, quanto a uccelli, lo fossero.
  Premesso ora che le melenzane sono degli ortaggi e non della frutta secca, come ognun sa, viene spontaneo chiedersi ma Rumma portava o no la cravatta? Per soddisfare questa legittima curiosità, possiamo solo dire che quel giorno non pioveva, circostanza che la dice lunga a tal proposito. Inoltre, quel giorno gli aerei partivano e atterravano a Capodichino, a riprova che o due o tre o 11, sempre un numero esce ai dadi, ma non il pescespada. Insomma tutto sta a indicare che Rumma d’un tratto, posato l’ultimo bicchiere sul banco de Il Pedone, cominciò a dare in escandescenze nel locale e, imbracciata una sedia dai tavoli, prese a sferrare colpi con quella a dritta e manca, nel mentre strillava non è vero questo o quello, ma è vero questo e quello. E lasciamo stare che i salmoni vengono pescati anch’essi, come pure i merluzzi, i cefali, le trote.
  Senza dimenticare che a S. Stefano fa freddo e bisogna mettersi come minimo un pullover, sennò può succedere che uno scambi il cavallo di Troia per un aeroplano. Sarebbe molto sconveniente, se non altro ai fini terapeutici, dato che la miglior cura dell’acidità di stomaco sta nel prendere la pillola. La medesima serve anche per i brufoli, il colesterolo, il mal di mare, la setticemia, ma nulla ci dice, come dianzi si diceva, riguardo a essere o non essere. In proposito occorrerebbe aprire una birra e, presone qualche bicchiere, chiamare il 34932105, dove risponderà il pescivendolo che ci spiegherà se il salmone è o non è fresco.
  Qualora lo sia, inutile andare a indagare se Adamo avesse o no dei peli folti, basterà invece  fare il fax, qualora no, il fax va ugualmente indirizzato alla ditta di piastrelle, onde far sì che ortensie in vaso sul balcone siano profumate. Ciò non toglie che Ferdinando Rumma non cessasse nel bar Il Pedone di Avellino di brandire fuori di sé una sedia e sbatterla a dritta e manca come gli capitava, così da distruggere quanto gli passava a tiro e dare addosso anche a qualche avventore sui suoi passi, sempre delirando quelle stesse parole non è vero questo o quello etc. Non vuol dire perciò ovviamente che fossero le ostriche, no, ma 3 o 4 volte.
  Rumma effettivamente farneticava sempre quello, nonostante i passeri non fossero fringuelli e le vene d’oro non contenessero sangue, tanto più che nella Commedia i canti sono in tutto 100 a testimonianza che egli non poteva fare diversamente, altrimenti il parco poteva essere il porco e il fesso il fosso. Qui fa d’uopo senz’altro chiarire che Napoleone faceva Bonaparte di cognome, non, come si potrebbe credere, le arance avessero gli ossi. Le melenzane, infatti sono degli ortaggi, e allora non si può dire arance sì arance no, ma piuttosto Napoleone Bonaparte. A seconda poi che la confettura sia di mirtilli o ciliegie o albicocche, avremo tre casi: a)Napoleone era corso b)le arance sono agrumi c)i cardellini cantano.
  A più ampia illustrazione dei tre casi dirò che Ferdinando Rumma, ferite 4 persone nel locale e sfasciati molti arredi e oggetti, tra cui parte del banco, tavoli, specchi, bottiglie, bicchieri, tazze, bricchi, coppe, scheggiati pavimenti e scorticate pareti e quadri, mise piedi fuori del locale sulla pubblica via e berciò non è vero questo o quello, ma è vero questo e quello. Non si pensi tuttavia che il motivo ne fosse il trattato di Campoformio, che, come ognun sa, fu quello a spingere Foscolo a scrivere, e lo spiego subito se riflettiamo che, simile a un’ape che ronza intorno a un convolvolo per suggerne il nettare, italiano non è la radice quadrata. Ebbene, posto che a Roncisvalle Orlando morì, i convolvoli stanno sui prati.
  La circostanza non ci esime dal riferire che vari cameramen con le loro telecamere, nel locale in attesa dell’arrivo della corsa podistica cittadina, avessero fin dal primo momento adocchiato le stramberie di Rumma e principiato a filmarle, cosicché la furia di Rumma era divenuta appunto come un film ancora in corso. Non bastasse infatti, Carlo Magno sbaragliò poi i Mori a Poitiers, vendicando Orlando e giustiziando Gano. Ma Rumma in strada fece il resto, mulinando una sedia del bar e assestando colpi formidabili in ogni direzione, così da infierire contro qualche infelice passante, anch’egli ferito, e, facendo il vuoto davanti a sé, abbatté la sua mira su un lampione e alcune macchine parcheggiate e perciò seriamente danneggiate come lo stesso lampione, mentre le telecamere continuavano a riprendere la scena. E mentre risuonava stentorea la stessa frase, non intendo io vuolsi così colà dove si puote e più non dimandare, ma quella già citata di Rumma, ossia nel 3° canto, partivano i treni in stazione. Del resto anche i bastimenti nel porto partivano e arrivavano, come si può dedurre dal fatto che la pioggia bagna i vetri. A maggior ragione Rumma strillava in strada non è vero questo o quello, ma è vero questo è quello, indicando così che il gerundio è laudandi. Finì che il forsennato andò per attraversare ciecamente la trafficata arteria urbana e stramazzò al suolo, colto in pieno da una vettura di passaggio, che non poté evitarlo, sbucato che fu all’improvviso tra due camion in sosta lungo il marciapiede. I cameraman filmavano.









  A questo punto non va trascurato che via Morelli e Silvati ad Avellino ricorda gli eroici ufficiali che a Nola si sollevarono nel 1820 contro il dominio borbonico e chiesero la costituzione, ma finirono poi al patibolo. Essi compirono il gesto con la partecipazione di un abate nolano, il Menichini, anch’egli condannato alla pena capitale. Morelli, Silvati, Menichini furono i primi da Nola a rivoltarsi contro i principi stranieri nell’epoca che va sotto il nome di Risorgimento, il quale, se lo fu, non lo fu perché portò i Piemontesi a conquistare la penisola, ma perché la liberò da troni esteri. E oggi che si parla del buco dell’ozono come fenomeno inquinante, parlare di Risorgimento non è ecologico, dato l’effetto dei clorofluorocarburi, che possono influire sul peso e sul volume. E difatti, se mai si voglia parlare di cartoon oppure della nautica da competizione, non escluso il π e la genealogia degli dei dell’Olimpo, si dovrà piuttosto ritenere che oggi assistiamo ad un antirisorgimento con tutte le spinte autonomiste o separatiste, specie da settentrione, con i Padani, convinti come sono e tronfi della loro supremazia socioeconomica sul paese, che aspirano a staccarsi da Roma e dal sud, ed anche se in tono minore, da sud, dove vari ambienti o meridionalisti o regionalisti, come certe voci dalla Campania, rivendicano anch’essi processi analoghi, nell’ottica e nel quadro, tuttavia in generale di una sostanziale coesione e solidarietà tra le diverse popolazioni della penisola.  Si dirà: dipende dalla malacologia, che dimostra come le conchiglie siano fatte di carbonato, ma non tutti quanto a ciò sono d’accordo, giudicando invece che Omero esistette veramente in carne ed ossa.
  Ora, noi non vogliamo entrare nel merito della questione omerica, ma dobbiamo pur osservare al riguardo che Giambattista Vico fu uno dei primi a sollevarla, benché poi la circonferenza non si misuri così, ma con la formula 2 π r.
  Per la verità sarebbe, in luogo di circonferenza, più opportuno parlare di dodecagono, dal momento che 12 sono le persone a tavola, voglio dire non 13, ma ciò non toglie che il lucido per scarpe possa essere nero, marrone e di altre tinte ancora. Ciò non ci esime dalla doverosa considerazione che a dicembre bisogna pur cominciare a vestire più pesante. Oddio, la cosa è relativa a dove si vive: non so, a Trieste magari i panni caldi inizieranno a indossarli più presto e in Calabria dopo, ma resta il fatto che uno non può pulitamente dichiarare di avere studiato per anni la storia greca antica, quando poi ha il raffreddore e deve soffiarsi continuamente il naso. Vi pare che uno che sia raffreddato può mai aver letto per anni senza giustamente aver preso la patente di guida? E allora? Vorrà pur dire che dovrà essere esperto in malacologia e conoscere a fondo le conchiglie.
  Ma il punto non è conchiglia o non conchiglia, piuttosto essere o non essere o meglio il terzo set. Mettiamo che il punteggio sia 40-15, è ovvio che il tennista in vantaggio si chiederà angosciosamente ma che fine fece quella mattina Ferdinando Rumma? Noi, che dubitiamo fortemente della nostra italianità non possiamo rispondere che ignoriamo se anche lui ne dubitasse. Fatto sta che molte tivù trasmisero la notizia della sua disavventura e le riprese delle sue irresponsabili peripezie di quel giorno. Lascio perciò che il resoconto dell’epilogo di esse ci venga da un servizio di una di quelle emittenti che si trovava sul posto per caso con un cronista e un cameraman, precisamente non c’era ancora tanta neve sul Matese, nonostante i turisti invernali affollassero alberghi e pensioni per le piste da sci. Orbene, dato che queste ultime venivano innevate artificialmente, avvenne che Ferdinando Rumma, che si credeva perito nell’investimento in mezzo alla strada dove era finito nelle sue smanie e farneticazioni, trasferito d’urgenza al nosocomio cittadino, operato tempestivamente, era stato strappato alla morte, come pure erano state curate tutte le persone rimaste ferite durante il suo raptus, nessuna delle quali aveva riportato irreparabili lesioni personali. II servizio terminava con le parole sembra che adesso la situazione sul Matese si sia stabilizzato e le precipitazioni nevose siano sui livelli stagionali, permettendo agli sciatori di usufruire delle piste in condizionali ottimali. E fosse solo questo! A parte le piste sul Matese, anche uno dei miei cugini si chiama Ferdinando.  
   Rumma pare sia adesso convalescente, ma conserva i gravi postumi del trauma fisico e psicologico subito quella volta, senza contare gli alisei e i contralisei ai tropici, come pure il Capo di Buona Speranza. Anzi sembra che lo stesso Magellano non volesse fare il navigatore in un primo momento, ma poi, visto che i gatti non erano persiani, si fosse deciso ad acquistare delle botti di vino, così da mettere in luce indubitabilmente che, finito sotto processo, il Rumma fu giudicato autore involontario, come ubriaco, di tutto quel pandemonio. Ma dovette risarcire tutti i danni materiali e morali procurati, rimettendoci, lui alquanto danaroso, ma ora perciò in condizioni così così, una barca di soldi e fortuna che le Alpi non sono gli Appennini, sennò la cravatta sarebbe stata a pois, tant’è vero che non era quello il numero di fax.


Bernardo Cavallino - Cacciata di Eliodoro dal tempio

martedì 1 settembre 2015

LUMIEL

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio


Henry Moore - Plastik two large forms

Il mio cammino artistico prosegue e qui ne presento un'altra pagina narrativa, tratta dal romanzo in corso Lungo il muro. E' un cammino solitario, al di fuori del conformismo editoriale dell'Italia dei clan, un cammino originale, ossequioso di una formula letteraria unica, che mi studio di perseguire e coltivare in proprio. Non importa quello che ne possano pensare critici o lettori ligi e osservanti del corso ufficiale della letteratura istituzionale italiana. Non di letteratura italiana si tratta, infatti, in questa pagina, bensì di letteratura in lingua italiana e, più segnatamente campana.   
Il passo che segue costituisce un paragrafo a sè del romanzo in gestazione e verrà presentato in due tronconi, di cui quello appresso è il primo



  , la pioggia non cadeva più, il che fece pensare che non ci fossero più acrobati nel circo, ma solo borse nelle vetrine. Ci fu anche chi presuppose che i semafori fossero 47, ma il punto non era questo, bensì quanto vale una bufala da latte quando la luna è al I quarto? Per lo più la risposta era un po’ di meno, nel senso, credo, che, asciugati i vetri dopo aver lavato l’auto, c’è sempre il problema di essere o non essere. Naturalmente la stima poteva essere anche diversa, ma questo implicava che si stabilisse con precisione, riguardo alla terza decade di Tito Livio, se sì o no.
  Sì avrebbe significato che le piastrelle del bagno erano quelle, no che il foglio non fosse il figlio, anzi fossero il doppio i lampioni stradali. Nel dubbio tra l’uno e l’altro, si poteva sempre transigere, cioè non farsi lo shampo e dire: ovviamente. Restava comunque il problema di vedere se le pagine fossero quelle o di più, intendo prendere il tappeto in salotto e batterlo energicamente sulla ringhiera.
   La cosa era del tutto lecita, a meno che non si scambiassero assi per fiori, in pratica si girassero le carte e si annunciasse poker. L’effetto sarebbe stato il medesimo se, giocando con carte napoletane, si fosse proclamato che le previsioni del tempo erano diverse. Ecco spiegato il perché fosse cessata la pioggia, ma non perché le carte fossero da gioco.
  Erano effettivamente 40 le carte, ma non altrettanti i reati che si contestavano a certi personaggi di lusso che tenevano banco sulle cronache italiane, di più ancora. Si vede che la dodicesima parte corrispondeva, mentre le oche erano capitoline. Inversamente, capitoline non erano necessariamente le oche, ma anche, che so, facendo un giro a piedi, prendendo l’aereo per Bombay, innaffiando i fiori del balcone, cliccando sul mouse, mettendo la firma sull’assegno.
  Il poeta Nevio, per esempio, venne a lite con i Metelli e così non poteva certo essere 568934 il numero di telefono del fruttivendolo, ma piuttosto 348025, da cui dipende direttamente che il premio assicurativo dell’autoveicolo era aumentato di 51 euro, a parte poi la Turandot, la Gerusalemme liberata, il verbo amare, la congiunzione quando.
  Si capiva allora come quella mattina ci fossero state le telecamere in strada da quelle parti, voglio dire insomma che la parentesi non era ancora chiusa e bisognava aggiungerci dentro la frase sono entrato nel bar e ho mandato giù un po’ di bicchierini. Fuori parentesi ora bisogna aggiungere che la I Georgica non va confusa con la III Bucolica, anzi la raccomandazione vale anche per il contatore della luce, in cui la seconda levetta a destra è quella del salvavita, circostanza, questa del contatore, che comporta essere stato Orazio a nascere  a Venosa, non il frangiflutti del porto.  Tuttavia, non a Venosa era ubicato il bar di cui si faceva poc’anzi menzione, bensì ad Avellino e, parlando di bar, è logico che, nel libro, a pag. 57 non si trattasse dell’esagono, ma dell’ottagono. Essendo inoltre quest’ultimo regolare, è escluso che ci fosse molta gente al bar, tutt’al più sì e no tre o quattro tavoli erano occupati e un apparecchio diffondeva nel locale una musica francese. Questo non dice nulla se presbiteriano fosse lo stesso che metodista, ma solo il 14° capitolo.
  In altri termini le famose marine di Salvator Rosa indicano chiaramente che se proprio spiove, non per forza la fermata dell’autobus dev’essere l’altra. Può benissimo essere infatti che, smettendo di piovere, gli ombrelli siano smessi e perciò è insensato pretendere che le cotolette si facciano senza l’uovo. D’altra parte le frittate sono anche dette homelettes e allora come si fa a dire che per suonare la tromba ci vogliono i polmoni d’acciaio, quando poi è noto a chiunque che, volendo far salire l’ascensore, bisogna premere il pulsante del piano? Parlare dunque di Campania indipendente o autonoma, come fanno certuni, non è lo stesso che avvitare con il giravite, ma 55.


Giuseppe Recco - Ancora la vita con pesci

  55 e non 74 per il semplice motivo, lampante a tutti, che un insetticida non si chiama più flit, anzi c’è chi lo designa con il termine ammazzamosche, il che non è precisamente come prendere una caffettiera e fare il caffè. E si capisce, se è vero, com’è vero, che il caffè viene dai tropici e lì fa caldo, per cui non è tanto ragionevole mettersi un pullover di lana. Logica conclusione: se il caffè è tropicale, la birra è poco alcolica, cosicché resta univocamente dimostrato che il numero non può essere 74, ma l’altro.
  E poi mi sembra anche ovvio che, se le cose stanno in questi termini, ossia il pan grattato, non basta un rotocalco gossip. Ci vuole ben altro, come salire su un autobus cittadino, accendere una sigaretta, il punto e virgola. In sostanza il bar si chiamava Il pedone e si trovava nel centro di Avellino. Essendoci poca clientela, a un certo punto vi fecero l’apparizione, per lo più singolarmente o alla spicciolata, dei cameraman televisivi con le loro videocamere. Non era perché il doppio fosse 2395, né per lo stop, ma si trattava quella mattina di assodare se la terza parte del totale fosse quella, quindi un po’ di meno. In altre parole le telecamere erano lì perché di lì tra circa un’ora e mezza doveva transitare, da poco partita, una corsa podistica, il cui traguardo era, dopo un lungo giro, a circa 10 Km, in una delle piazze cittadine.
 Con ciò non voglio dire, si badi bene, che i pop corn sono fatti col mais, né che Matusalemme visse di più, ma solo che non si deve mettere la cioccolata sulle verdure, se non altro così si evita che una scala mobile sia più lunga, nel senso di archiviare una pratica. Altrettanto dicasi per i tornei di boxe, che, non dovendo un postino per forza consegnare una raccomandata se non c’è il destinatario, non implicano che il dopobarba sia profumato al mentolo, al contrario potrebbe essere che il regalo del compleanno sia uno spray deodorante per le ascelle e allora ditemi voi se è pensabile che il rodondendro stia sul prato? La verità è che in Italia si falsificano tante cose, a cominciare da boom a finire a splash, vattelapesca dunque. Mi spiego meglio, qualora ti dicano che 8 è blu e 87 è giallo, non devi necessariamente pensare che ci debba essere un’eruzione del Vesuvio. Potrebbe in realtà essere che il cavallo sia invece un baio, la viola sia uno strumento musicale, il sale sia iodato, in una parola che lo speaker sia italiano. Poiché in tal caso all’ippodromo ci sarà molta gente, scommettiamo su Varenne e vedremo che o è avverbio o è congiunzione.
  Se è avverbio, il modello da acquistare l’anno prossimo sarà uno spider, se è congiunzione un coupé, l’importante è si prenda una macchina che consenta, una volta prodotta tutta la documentazione per la concessione a noi del mutuo abitativo, di capovolgere il discorso in tribunale a favore dell’imputato. Costui sarà non già quello che ha effettivamente ucciso il marinaio Ettore Gianola, ma il suo complice.
  Roba da telecamere, direte? Può darsi, resta il fatto che quella mattina in via Morelli e Silvati all’altezza del bar Il Pedone ad Avellino si diedero i numeri e le telecamere ci furono veramente, ma non per la corsa podistica, che fu invece deviata su un'altra strada urbana. Non per nulla un bonifico si fa in banca e ci vuole il numero di codice più il nome dell’intestatario, al punto che, se uno scrive FTU973LK significa una cosa, se invece TYQW59OX un’altra. Così avvenne che da un momento all’altro nel bar Il Pedone s’introdusse tale Ferdinando Rumma. Il medesimo non faceva il camionista e non parlava arabo, ma le corde della chitarra si pizzicano e a volte i cani abbaiano, non escluso il passaggio a livello e la pendriver.
  Rumma, orbene ordinò da bere al banco, era solo e pareva molto stralunato. Se proprio vi interessa sapere, egli ci vedeva benissimo e non aveva mai fatto una visita oculistica, tant’è vero che un box per auto si monta sul portabagagli. Ma Rumma non era per fortuna torinese e nemmeno milanese, sennò lì avrebbe alloggiato in qualche albergo o presso qualcuno del posto o sarebbe stato di passaggio, a meno che bis non volesse dire lo stesso. No, egli non aveva una camera d’albergo ad Avellino, ma un secondo nome, Filippo, e faceva del footing ogni tanto, benché le farfalle non fossero sempre vanesse, quindi la lira turca. Ammesso ora che nell’albergo la rubinetteria fosse da cambiare, egli, che pur non vi alloggiava, beveva, beveva a tutta forza un bicchierino dopo l’altro.


                                                                                                         (segue)