L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
Salvatore Emblema - Senza titolo |
Marzo porta con sé aria di novità,
se non altro meteorologiche e climatiche. Ma questo blog di novità può offrire
solo il solito cliché della mia scrittura narrativa, un cliché già presentato
in questo spazio, ma pur sempre fortemente innovativo rispetto a certi imbratti di
romanzi che sfornano gli editori italici e pur sempre suscettibile di ulteriori esplorazioni
formali e di intreccio. Cliché che qui dà forma a quest'ultimo racconto, lo si introdusse già l'altro mese, che riporta la storia di Luisa Perri, di come cioè costei si risolse a trasferirsi a
Sirdi, la fantomatica città di cui favoleggia il romanzo da cui è tratto questo
episodio. Una storia di ricerche archeologiche miracolosamente
"soffiate" da altri studiosi alla Perri, che, delusa, finirà per
abbandonare il campo e cercare altri lidi. Questo però lo si apprenderà nel
seguito del racconto, cioè nei prossimi mesi: si tratta quindi di una
anticipazione per così dire di contrabbando, di straforo. Comunque, così come le pagine in questo blog offerte all'esame dei cortesi lettori procedono via via, tratte dal libro Visita
di Sirdi già pubblicato da qualche anno e circolante sulla piattaforma Amazon, procede pure la strafottenza del mondo culturale pubblico nei miei
confronti, che, come se niente fosse e niente sapesse (e questo è tutto da
dimostrare), si disinteressa completamente alla mia letteratura. Sarà che essa non
vale nulla? E' da crederci poco, al massimo potrebbe valere poco (cosa che in ogni
caso escludo), ma, se anche fosse, valgono di più certi romanzetti da
quattro soldi che girano nelle librerie? Ma quando mai! è volontaria strafottenza, volontario rifiuto nei miei
confronti dei soliti clan artistici che imperversano nel bel paese e dei soliti
poteri oligarchici e dispotici e dei loro media che ci tengono in pugno, mal
disposti verso di me. E dunque, che può venirne se non le solite querimonie e
il solito squallore culturale dell'Italia (e del mondo, oserei dire, ormai in
preda ai ricatti della globalizzazione). Non mi resta allora che mostrare,
accanto ai pregi e al brio della mia letteratura innovativa e aggiornata,
questo squallore, quello di un'Italia e di un mondo, che diventano sempre meno
liberi di sé e sempre più prigionieri di logiche apparentemente legittime, ma
in realtà antiumane e false, le logiche dei media, della massificazione e del
villaggio globale
Un
paio almeno, naturalmente le uova per la frittata e sette le note per suonare,
di cui la è larga, si stretta, sol alta. Renoir anche fu musicale nei suoi quadri parigini, le
navi del Pacifico navigano, i martelli del cantiere inchiodano, le rane fanno
cra cra. Braque fondò invece con Picasso a Parigi la scuola cubista. Non per
questo le foglie cadono in autunno.
Tutt’al contrario,
Luisa Perri aveva, ormai trent’anni e per ora vivacchiava dei proventi di un
magro lavoro presso uno dei tanti giornali di terz’ordine in circolazione, ma
il suo sogno era l’università. Ella non sopportava lo smalto sulle unghie e
perciò andava spesso a teatro. Rimuginava di continuo i suoi Euripide,
Mimnermo, Teocrito, il greco era la sua lingua favorita. Una cosa era scontata
più di tutto, però: i topi ballano. La Perri non amava, lei, il ballo, ma
faceva, quando poteva, palestra. Ben sapendo che un matto non è un motto, ella
mangiava caramelle. Chi sa perché una caramella non è una caravella!
Naturalmente non volevamo dire precisamente questo, per cui ecco il dunque: la
vela, che non vola, può, veleggiando sembrare un velo, non un vello che, d’oro,
molto vale.
Luisa Perri neppure,
intendo il velo, ella sperava
ardentemente in quel successo della scoperta del papiro a Pestum.
Pertanto, dato che le nuvole portano pioggia e a Carnevale si folleggia, non
faceva mai il caffè con le sue mani. Si affaccendava nel cercare di procurare
fondi, insomma, per un lavoro di scavo archeologico, senza, però mai tradirsi
sul reale scopo di quello né sulla sua ubicazione (per timore di non venire
presa sul serio, tanto era inverosimile: un papiro sotto il pavimento di un
tempio!), e purtroppo senza fortuna.
Avvenne così che un gatto cadde dal 6° piano in pieno centro urbano e morì. I padroni (i signori Lastrone, lui capitano dell’esercito, lei maestra), ne rimasero costernati e, per riprendersi dal colpo patito, fecero appena possibile un viaggio alla Bahamas. Non solo, ma Parigi fu il centro di gravitazione dei fauves e di surrealisti come Ernst e Mirò. Tanto che a Luisa Perri piovve di punto in bianco addosso un’autentica doccia fredda: un barone dell’università a Roma, il titolato e nominato professor Assarosa, se ne uscì, facendo chiasso, con il suo ultimo ritrovato dai suoi studi filologici: un papiro di sicuro pugno parmenideo, l’unico mai portato alla luce, esser celato sotto l’ammattonato del tempio di Cerere a Pestum, come del danaro sotto una piastrella! Chi l’avrebbe detto: un gatto cadere dal 6° piano e gettare nel cordoglio più inconsolabile una coppia di cittadini perbene, i Lastrone! Meno male che il conto al supermercato faceva 45!
Sì, perché 88 non era dispari e Martin perse la cappa. Per un punto, Dio buono! Neanche le formiche fossero tutte rosse e al pub tutti bevessero aranciata.
(Segue)