martedì 1 dicembre 2020

ZAMIK 6

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo


E siamo a fine anno, un anno che si chiude malinconicamente sotto svariati profili. Eppure la cifra, 2020, era così fine e carina! Ma poi si è rivelata un mezzo disastro. E adesso mi spiego: punto primo, l'affare Covid, una iattura! In un anno è cambiata la storia, è cambiato l'uomo. Non più strette di mano, incontri da vicino, ora sottoposti a regolamentazione poliziesca, spesso negati i viaggi e le pubbliche relazioni in presenza, depresso il commercio, didattica fortemente compromessa o da chiusure o da lezioni online, insomma la sfera sociale ridotta ai  minimi termini, l'individuo ritornato spesso un lupo solitario,  timoroso di avere contatti con altre persone. Roba dell'altro mondo! E questo si è venuto a sommare a tutto il fango già esistente. Fango costituito da storture di ogni genere nella società italica, da una gestione particolaristica della cosa pubblica, guidata da ragioni utilitaristiche in pro di certe lobby, da una cultura dominata e falsata da clan personalistici, capaci di ogni genere di sopruso in questo campo, e perfino da uno sport non più genuino, ma compromesso da intrusioni di interessi di parte. In questo 2020 ha piovuto in pratica sul bagnato, anzi più che piovuto, ha diluviato, cosicché questo è stato forse il peggiore anno dal dopoguerra. Ma, per fortuna sta finendo e con la sua conclusione trova voce e credito in noi la speranza che cambi qualcosa, a cominciare da questa malaugurata pandemia, che ha investito l'umanità e che le si è incollata addosso come una camicia di Nesso. 

E con la fine del 2020 termina anche questo racconto Zamik, con il suo ultimo episodio, il sesto. Rappresenti esso per i lettori stimatissimi di questo blog un gradito dono natalizio sotto l'albero.




  Sempre logicamente è il piastrellista che mette in opera i rivestimenti di bagni e cucine nonché i battiscopa, non il farmacista. Costui, che vende scatole, boccette, fiale e rossetti, in fin dei conti dorme la notte e fa toilette.

  A tal fine, del dormire cioè e del fare toilette, poiché la mattina devono svegliarsi e dedicarsi alle loro cose, molte sono le persone appassionate di basket. Altri a mezzodì si mettono in viaggio per Istanbul, altri ancora ritengono che in Italia ci siano troppi imbroglioni. Per conto nostro, ci tocca portare il berretto, se fa freddo.

  Il professor Saverio Ulmas, che calvo non era come noi, lo portava anch’egli d’inverno alle volte, e ciò non era una novità per lui dopo quel guaio occorsogli. Novità al contrario era quel filosofeggiare solitario, come a voler darsi ragione in qualche modo dell’impiccio in cui era caduto. Ci mulinava su sordamente e segretamente sulla sua malasorte e andava in cerca di una giustificazione. Pensa e ripensa, gli venne in testa che carnevale cade sempre di martedì e andò al bagno.

  Non gli sarebbe valso sicuramente considerare l’assoluta nullità artistica del nuovo cinema italiano, ridotto sovente a pornografia   redditizia e comunque asservito all’autorità e ai quattrini, dopo tutto l’erba è verde. Il calcestruzzo è un altro paio di maniche e può servire a fare pilastri, massicciate, solai, a proposito dei quali ultimi va detto che una volta portavano travi di legno.

  Non vorremmo addentrarci in una lunga disquisizione sulla storia dell’edilizia, ci accontenteremo di un asparago con la maionese. Siamo frugali nei pasti, in fondo, e riteniamo che l’etrusco fosse una lingua affine al greco; ne possiamo senz’altro assicurare i clienti del benzinaio.

  Facendo rifornimento, essi pagano e lui riscuote, ogni tanto cambiano l’olio nel motore. Quanto ai clienti del tabaccaio, non ci riguarda. Ulmas non si era mai interessato, si diceva, di lingua etrusca e prese a leggere per caso nella sua biblioteca, indiavolato com’era per l’affare dei seicento milioni, il libro dal titolo Il capitale, acquistato in blocco con altri in una collana editoriale anni prima. Come se il vento soffiasse!

  E invece no: soffiava egli il suo naso per il raffreddore da cui era afflitto da un po'. E fosse stato solo questo: la guerra del Peloponneso era finita e gli Spartani avevano prevalso. Naturalmente non ne conseguiva la necessità per Ulmas di leggersi tutto il Capitale, ma i lampadari.

  Egli nondimeno se ne sentì come spinto da una forza misteriosa e da quella lettura trasse la persuasione che la realtà non è altro che rapporto materiale, gioco di leve economiche, dialettica di classe. Capì inoltre in quel periodo che farsi la barba di sera serviva a conciliare il sonno. Egli si faceva sempre pelo e contropelo col rasoio, quand’anche i gelsomini, che tra parentesi fioriscono d’estate, siano bianchi. I pompieri invece mettono la sirena, la quale avvisa del loro passaggio.

  In generale essi spengono gli incendi, ma potrebbe anche essere che esca 6 sulla ruota di Bari. Oppure che il detective abbia fotografato gli amanti, come può benissimo essere che un colombo faccia cacca sulle sedie del terrazzo.

  Talora capitava su quello di casa a Ulmas, che si mise a scorrere anche Il manifesto, dandosi ragione che la storia ha un’unica radice: la ricchezza. Viene ora spontaneo il domandarsi se una gallina faccia coccodè anche a ferragosto, quando poi fu il tenente ad essere promosso colonnello, non i clarini. Ulmas  in   una   parola   divenne comunista e attribuì all’ingordigia del capitale, che mette gli uomini gli uni contro gli altri, la causa della sua dolorosa disavventura.

  Eccetera, ma la questione cruciale è, come già detto, accertare se gli amanti avessero fissato in anticipo quella stanza d’hotel dove il detective li sorprese anche il giorno prima oppure i parrucchieri abbiano il diritto di restare aperti i giorni festivi. Ulmas ne era già ormai certo e non aveva più dubbi: la panacea di tutti i guasti dell’umanità consisteva nella soppressione della classe dominante abbiente e detentrice degli impianti produttivi attraverso una fase di totalitarismo proletario, che sarebbe sfociato nella democrazia operaia, una volta radiato dalla società l’ultimo borghese. Questo non era insomma quel che significa fare il palombaro nel ripescare l’auto affondata nel lago Patria con due occupanti periti. Lo stesso palombaro acquistò un appartamento a via G. Bruno, appartamento costruito in parte con edilizia prefabbricata con infissi esterni a larghe vetrate scorrevoli. Combinazione volle che il cognato del palombaro facesse il camionista, la cui sorella si chiamava Luisa e divenne miss.

  Le miss non interessavano minimamente il nostro professor Saverio, matematico cattedratico, il quale mandò giù col tempo l’intera opera di Marx, ferrandosi su quella filosofia, che venne a costituire una ragion d’essere per lui e la professava in Sirdi, dove poi si stabilì. Così, allorché giunse l’autunno, i coniugi Belomme divorziarono. Altra conseguenza fu il rally di Kuala Lumpur.

  La costruzione dei grattacieli in vetro, cemento e acciaio del centro direzionale di Napoli, autentica esposizione di architettura contemporanea, non è da far risalire alla medesima ragione. Ne costituisce conferma la circostanza che in Campania tra Saviano e Nola, là dove non si nutre a volte molta simpatia per il vicino capoluogo regionale, si sente spesso dire o la va o la spacca.

  Ulmas, che era di quelle parti (a Marigliano non c’è il mare e dicono arrivederci) e talora lo affermava, ripeteva continuamente, da che si era fatto marxista – I padroni in fin dei conti, per via del plusvalore, sono dei parassiti e i salariati, secondo la tesi del saggio di caduta tendenziale del profitto, verrà il giorno che li soppianteranno del tutto e risaneranno la storia dell’uomo -. Per lui non v’erano vie di mezzo, o con i proprietari o con il popolo e aveva idea che i gelati facessero ingrassare. In ciò era poco italiano (dopo tutto d’inverno c’è il solstizio) e non so se se ne vantava di esserlo. Anche un idraulico gli avrebbe dato ragione, visto che installa i tubi.

  A suo sfavore va tenuto presente che i cani abbaiano, la qual cosa può anche dar fastidio, intendo dire che   un   quadro   di   Salvator  Rosa,  una degnità di Gianbattista Vico o una legge proposta dal principe di Canosa del real governo napolitano non siano altro che un’emanazione del dio danaro e di chi ha le casse più piene. Saverio Ulmas ne era convinto e lasciamo stare che i falegnami quando mettono in opera gli usci nelle case usano piallarli un poco. Quelli, infilando i chiodi, fanno toc toc toc.


 (Fine)