L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
Giorgio De Chirico - Frutta con busto di Apollo |
Tanto per cambiare, l'eretico Bruno si ripresenta alla scadenza annuale di fine luglio con un nuovo omaggio alla letteratura greca classica. E' una tradizione di questo blog, che si fonda su una duplice motivazione, da un lato ritornare alle sorgenti della letteratura di tutti i tempi, dall'altro rendere merito a delle pagine superbe in prosa e poesia. Ovviamente, sempre come costume di questo blog, i brani presentati lo sono sempre nella traduzione di Gerardo Allocca, che, nell'attendere a queste interpretazioni dal greco antico, intende compiere delle avventure letterarie, che lo supportino anche nel suo impegno di poeta e scrittore moderno in proprio. Rivivere la letteratura del passato per riceverne utili insegnamenti e stimoli da investire nella letteratura del presente, in barba a clan artistici e poteri meschini. Graecia capta ferum victorem vicit: è la famosa sentenza oraziana e dimostra ancora oggi l'autorità culturale della Grecia, che vogliamo ancora una volta celebrare e onorare. Con ciò, un saluto ai nostri lettori, arrivederci a settembre
ALCMANE (fr.15)
Subito, al volo dello
sparviero, ecco
le ragazze del coro, uccelli, via!
(trad. G. Allocca)
POLIBIO - STORIE (I, 1, 1-5)
Ammesso e non concesso per noi ci fossero per caso precedenti tra chi abbiano atteso a raccontare le vicende umane di aver mancato di tessere le lodi della storia stessa, risulterebbe probabilmente l’esigenza di raccomandare a chiunque di preferire e accogliere questo genere di opere per non esserci alcuno più pratico rimedio dell’essere a giorno circa gli avvenimenti trascorsi. Dal momento che però né alquanti né una frazione, ma la totalità per intenderci sono ricorsi a ciò in apertura e in chiusura, sostenendo che più autentica istruzione e addestramento per la vita politica dello studio della storia non v’è e lezione più eloquente e unica per regolarsi elettamente di fronte ai capricci della sorte della memoria delle cose già successe ad altri, si capisce come a nessuno possa apparire conveniente tornare a disquisire su argomenti egregiamente illustrati e da parecchi, meno che mai a noi. E difatti la singolarità medesima dei fatti che ci siamo decisi a trattare, basterà a richiamare e raccomandare chiunque sia, giovane o in anni, a leggere questo scritto (trad. G. Allocca)
ANACREONTE (fr. 17)
Giù ancora nei flutti schiumosi,
cieco d’amore, dalla roccia
di Leucade precipitarsi
(trad. G. Allocca)
PLATONE - CRITONE (IX-47)
SOCRATE: Sulla scorta delle nostre premesse, a questo punto,
v’è solo da vagliare se risponda a equità ch’io provi a evadere di qui o meno contro
il volere degli Ateniesi; e, caso mai sembri equo, osiamo, caso mai no, desistiamo.
Quelle tue riflessioni circa la privazione del patrimonio e del buon nome e
della cura dei figli, il cielo non voglia in realtà coincidano, o Critone, con
quelle di coloro che a cuor leggero mandano a morte e riporterebbero in vita,
se solo ne fossero in grado, senza cervello, coloro che sono in prevalenza. Per
noi, secondo logica, altro non si debba valutare che quanto vengo appena dal
dire, cioè se sia corretto passare soldi sotto banco e rendere grazia a costoro
che mi cacceranno fuori da qui dentro, così da liberarcene ed esserne liberati,
oppure per la verità faremo torto in questo modo. E se parrà che iniquamente
metteremo in pratica queste azioni, non si stia assolutamente a discutere né se
sia da perdere la vita così, restando inattivi, né se sia da subirne qualunque
altri contraccolpi al posto di commettere illegalità.
CRITONE: giudico tu correttamente ti sia pronunciato, o
Socrate; ma ora valuta il da farsi (trad. G. Allocca)
SOFOCLE – EDIPO RE (vv. 1524-1530)
Ecco Edipo, Tebani, che il notorio
indovinello spiegò ed importante
divenne: a chi tra noi la sua fortuna
non destava invidia? Ma ultimamente
è precipitato in tanta sciagura
che qual mai terrestre si stimerà
beato, se, a guardare quest’epilogo,
non oltre l’amara soglia tombale?
(trad. G. Allocca)
DEMOSTENE – PER LA
CORONA (205)
In realtà gli Ateniesi in quel
tempo non desideravano né un uomo politico né un condottiero sotto il quale
stare al riparo da guai, ma in soggezione, rifiutando perfino di
vivere, qualora non fosse possibile nel rispetto della libertà. Ognuno era
convinto tra loro di non essere venuto al mondo esclusivamente in pro del padre
e della madre, bensì anche della patria. Dove sta la differenza? Sta qui, che,
avendo idea di vivere solo per i genitori ci si aspetta una morte naturale dal
destino, laddove si abbia idea anche per la patria, si sarà pronti a dare la
vita pur di non vederla soggiogata, giudicando più odiosi della estinzione
corporea il dover tollerare le insolenze e le lesioni all’integrità della
patria sottomessa (trad. G. Allocca)
ALCMANE (fr. 13)
Non proveniva, egli,
dalla campagna,
né grullo era o della
schiera dei dotti
né di origine
tessalonicese,
né di Erisiche o
guardiano di greggi,
proveniva egli dall’alto di Sardi.
(trad. G. Allocca)