venerdì 19 aprile 2019

IL TROUBADOUR II-XIX

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio





Vincent Van Gogh - Mandorlo fiorito





Questo mese un inserto speciale di genere poetico. L'eretico Bruno non è solo narratore, bensì anche poeta. E ci risiamo: se come narratore non riscuote adesioni presso il mondo pubblico nazionale, la storia si ripete come poeta. Sarà che L'eretico non vale granché né come narratore né come poeta o è piuttosto il contrario? Se fosse vera la prima ipotesi, bé, la letteratura non ha mai fatto male a nessuno e L'eretico, continuando a scrivere, non commetterà nessun reato. Nella seconda ipotesi, avremmo invece le prove di come sia combinato male, malissimo questo paese, che non è nemmeno un paese, visto la mancanza di sostanziale unità e i contrasti tra le sue varie aree geografiche. Ciascuno risponda pure liberamente a modo suo al quesito precedente, L'eretico proseguirà la sua strada, nel nome dell'arte e della letteratura. Qui appresso due sue nuove liriche.    











AFFARI DIPLOMATICI



Anche le nuvole sono diverse
in quest’esilio, anche i gelsomini hanno
un altro colore. Le spade appese
alla parete, tutti i trofei furono
rubati. Suona a scherno la cicala,
clandestini si gira tra stranieri,
la patria un’altra, lontano, una fiala
di narcotico. Lì, il tiranno, che ieri
ci bandì via, detta legge, noi qui
senza cittadinanza, vie in dissesto.
Il nostro cielo era un altro, non qui,
il nostro rango diverso, non questo.
L’alba ci coglie sempre in alberghi ospiti,
sempre la sera a spiare l’orizzonte
se laggiù le vele dei fuoriusciti
a prelevarci dal sud sopraggiunte
si staglino per la riscossa, prima
che il sipario cali sul giorno. Ma apre
e così chiuda sue valve ogni lama,
manca la perla alla conchiglia sempre.







LITURGIA DI QUARESIMA



Ben altre estati per noi ci sarebbero
altrimenti state che quei mesi spesso
truci e piovosi col ferro da stiro
sul collo dell'afa o un po’ da melenso
settembre perfino, come una pallida
infanzia o una tarda convalescenza.
Altre sinfonie avremmo udito, un'Aida,
dal palco e non quella leggera danza
pop o quel motivo da banda in festa
di piazza, altrimenti, o stonata tromba.
Tutt’altro, altrimenti, che nella cesta
garofani usuali o simile roba
quegli ambulanti avrebbero venduto
per la strada o alle corse di cavalli,
bensì fini orchidee in profumato
negozio al corso in tanti fasci belli.


……………
……………


I predoni assalirono nel bosco,
però, la carrozza con spade in pugno,
il lampo a marzo bruciò in pieno il pesco
e il vino andò a male in cantina a giugno,
le orde di nuovo dalle Alpi calarono
sui nostri fori e razziarono i templi,
la pesca scarseggiò tutto l'anno
sotto costa ed i nostri due battelli
a motore andarono a picco al largo,
il sofà in salotto s'intignò tutto,
il castello al poggio lassù e giù il borgo
travolse cieca la frana dall'alto,
mancava solo quella dura voce
al telefono a ammutolire i cori,
a versare la più bollente pece
sui candidi lini degli offertori.

lunedì 1 aprile 2019

MENDARIX 6



L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio





Hans Arp - Homme vu par una fleur



Il commento del nuovo passo che segue da Mendarix - Idee per il vulcano di Mendariza, il n° 6, sarà questa volta praticamente assente, perché davvero non ci sono più parole per commentare. Niente, siamo alle solite, le mie con questo brano dai suoi pregi, molti spero e i suoi difetti, pochi spero, e le loro, della cultura ufficiale italiana, con i suoi vizi, troppi e sempre quelli (i clan che dettano legge e i poteri oscuri, che brigano di nascosto) e nessun merito, come io penso, se non quello di tenere in piedi una scena pubblica nazionale assolutamente deteriore, rigettabile e deleteria per l'intelligenza e la sensibilità dei cittadini. Serene vacanze pasquali a tutti i miei venticinque lettori, con l'annuncio a breve di un inserto poetico







IDEE SUL VULCANO DI MENDARIZA (VI)

  Lì, tuttavia, lo avesse voluto il cielo!, non si era sul lago dei due piccioncini, era Leroga, quella, l’isola del vulcano Mendariza in procinto presumibilmente, non si sapeva per certo, di entrare in eruzione e tutti stavano col fiato sospeso: poteva darsi che il vestito non fosse un tailleur, ma il selz.
  Ammettiamolo pure, non si vorrà negare certo che un gatto miagoli o la menta sia profumata, spero bene. Sturio non lo pensava nemmeno, tanto era persuaso che il caffè andasse bevuto con moderazione, sia per l’effetto eccitante sui nervi sia per il divieto di caccia alla volpe e il ratto delle Sabine.
   Non importa che i nostri connazionali evadano spesso e volentieri per diffuso malcostume le tasse, egli amava molto passeggiare. Quanto al Mendariza, Renato Sturio appuntò a mò di consuntivo del pensiero prospettato da quegli eminenti universitari: le previsioni avanzate sul prossimo destino del vulcano da queste autorità della geofisica hanno tutte fondate basi scientifiche e, pur divergendo largamente tra loro, potrebbero ognuna essere nel giusto; inoltre godono di consensi e approvazione quale presso alcuni quale presso altri dei rimanenti esperti consultati, me compreso (che inclino più per il prof. Malvieri, ma ciò non fa gran che testo), nonché parimenti, benché non tecnicamente parlando, presso i responsabili civici di Leroga e perfino i cittadini dell’isola. In tutti però è comune l’appello all’abbandono di questo lembo di terra o di sua frazione da  parte della  popolazione, anche se in modi e tempi diversi, ed è quanto, dopo coscienzioso vaglio delle indicazioni degli scienziati, è stato disposto con ogni sollecitudine dalle autorità, nel dubbio, per tutta l’isola.
  Fin qui Sturio: noi potremmo commentare, osservando come sia veramente dilettevole andar per farfalle tra i prati, ma ritengo sia forse riduttivo, visto che potremmo anche andar per funghi. Una cosa è certa: la neve al sole si scioglie e ciò sia di lezione a quanti si fanno la barba. Imparino essi che non c’è gallina senza uovo.
  Come sta scritto in tutti i trattati di embriologia, l’uovo di gallina può sviluppare un pulcino; condizione necessaria e sufficiente ne è che il bucato si faccia col detersivo. Non cambia se prendiamo pinco pallino e lo facciamo giocare a carte napoletane con tizio. Né è un caso che anche alle Termopili come a Sapri eran trecento, da cui si vede che anche la scultura berniniana era tipicamente napoletana, con quella sua scenograficità e il piglio altero, così spagnolesco, di certi ritratti. E che dire, se, non diversamente, le carote sono ortaggi? Vorrà dire che il Marino fu perciò che abbandonò la natia Partenope, per stabilirsi prima a Roma, poi a Torino, di lì in Francia, guastatosi prima con i napoletani, poi con i romani e i torinesi, per rimpatriare alla fine all’ombra del Vesuvio, ormai vecchio e prossimo alla fine? Al riguardo sarà utile sapere che d’estate fa caldo e che Nola conta più di 20000 anime.
  Più o meno è come il basilico, ma non la strettezza delle vie di Leroga, dove era tutto un fermento tra le persone a causa dell’evacuazione e chi correva di qua chi di là per prepararsi alla partenza e portarsi appresso quanto era loro più possibile dei loro beni. Una febbrile ansia era scesa in ogni animo, un prepotente desiderio di fuga prendeva ognuno, convinti com’erano tutti che su di loro incombeva più o meno presto una rovina, la quale avrebbe preso corpo dalle pendici del vulcano e sarebbe   piombata su  di loro   inermi, convinti, inoltre   che   solo fuori di lì, lontano da Leroga li aspettava la salvezza, sulla scorta delle tesi avanzate sul Mendariza dagli illustri esperti che vi erano convenuti, dei quali chi tra essi prestava   credito   a   uno  chi  all’altro. Cinque navi facevano rotta sull’isola per prelevare gli abitanti e portarli al sicuro.
   Facciamo ora l’ipotesi che due pappagalli avessero parlato tra loro a Montevideo e si fossero detti –  Salve, Luiz, bello mio! - - Felice giorno a te, Pablito caro -, che cosa sarebbe successo? I faraoni nelle piramidi sarebbero risuscitati, i fotografi sarebbero scesi in sciopero, lo zucchero sarebbe stato filato, l’asfalto sulle strade nero.
  Quanto ai cistercensi, già non mangiavano carne il venerdì. I certosini facevano ottimi formaggi, i benedettini orabant, i carmelitani una volta erano scalzi. Tolto se frati come loro (chi mai poteva dire?), due qualunque potevano trovarsi di fronte e darsi senza problemi della canaglia. Cosa possibilissima con l’alta marea a Capo Palinuro, ma impensabile con la bassa per ovvia questione di pressione agli pneumatici.
  Se non si gonfiano al punto giusto, può essere compromessa la stabilità dell’auto e guai agli aborigeni della savana! Dovrebbero essere almeno di pesce le 24 scatolette e non di carne, allora sì, sennò tutte le pellicole cinematografiche made in Italy datate posteriormente al 1994 (62 calamari + 36 boccali + le galline starnazzavano), capitassero loro gentilmente a tiro, le prenderebbero a calci.
  Sia chiaro che prima per galline intendevamo quelle del pollaio, escludendo tutte le volte che piove a Salerno. Il mondo è piccolo, eh! Quando piove in quella città, s’immagini che a Hong Kong a un turista potrebbe cadere sul divano il fazzoletto da taschino e lui raccoglierlo. Che roba!
  Addirittura ho letto che mesi fa c’è stato un benzinaio, il quale aveva  43  anni, e il tempo pare  fosse  bello. Altro  che lavorazione del vetro! Ci vuole tutt’un’arte speciale per creare bottiglie, bicchieri, chincaglieria di una eleganza veramente di  classe, e  in  vetro di tutti  i  colori. Nemmeno un orologiaio potrebbe sedersi a un bar e gustarsi un caffè così.
  Renato Sturio era esattamente di questo avviso: conosceva un bar di Ottaviano, sotto il Vesuvio. Col vulcano di Mendariza, però dovette ricredersi. Uscito alle otto di casa, egli e famiglia una domenica si recò al lago Laceno e lì pescò.

                                                                                                         (segue)