Vincent Van Gogh - Mandorlo fiorito |
Questo mese un inserto speciale di genere poetico. L'eretico Bruno non è solo narratore, bensì anche poeta. E ci risiamo: se come narratore non riscuote adesioni presso il mondo pubblico nazionale, la storia si ripete come poeta. Sarà che L'eretico non vale granché né come narratore né come poeta o è piuttosto il contrario? Se fosse vera la prima ipotesi, bé, la letteratura non ha mai fatto male a nessuno e L'eretico, continuando a scrivere, non commetterà nessun reato. Nella seconda ipotesi, avremmo invece le prove di come sia combinato male, malissimo questo paese, che non è nemmeno un paese, visto la mancanza di sostanziale unità e i contrasti tra le sue varie aree geografiche. Ciascuno risponda pure liberamente a modo suo al quesito precedente, L'eretico proseguirà la sua strada, nel nome dell'arte e della letteratura. Qui appresso due sue nuove liriche.
AFFARI
DIPLOMATICI
Anche le nuvole sono diverse
in quest’esilio, anche i gelsomini hanno
un altro colore. Le spade appese
alla parete, tutti i trofei furono
rubati. Suona a scherno la cicala,
clandestini si gira tra stranieri,
la patria un’altra, lontano, una fiala
di narcotico. Lì, il tiranno, che ieri
ci bandì via, detta legge, noi qui
senza cittadinanza, vie in dissesto.
Il nostro cielo era un altro, non qui,
il nostro rango diverso, non questo.
L’alba ci coglie sempre in alberghi ospiti,
sempre la sera a spiare l’orizzonte
se laggiù le vele dei fuoriusciti
a prelevarci dal sud sopraggiunte
si staglino per la riscossa, prima
che il sipario cali sul giorno. Ma apre
e così chiuda sue valve ogni lama,
manca la perla alla conchiglia sempre.
LITURGIA
DI QUARESIMA
Ben altre estati per noi ci
sarebbero
altrimenti state che quei
mesi spesso
truci e piovosi col ferro da
stiro
sul collo dell'afa o un po’
da melenso
settembre perfino, come una
pallida
infanzia o una tarda
convalescenza.
Altre sinfonie avremmo
udito, un'Aida,
dal palco e non quella
leggera danza
pop o quel motivo da banda
in festa
di piazza, altrimenti, o
stonata tromba.
Tutt’altro, altrimenti, che
nella cesta
garofani usuali o simile
roba
quegli ambulanti avrebbero
venduto
per la strada o alle corse
di cavalli,
bensì fini orchidee in
profumato
negozio al corso in tanti
fasci belli.
……………
……………
I predoni assalirono nel
bosco,
però, la carrozza con spade
in pugno,
il lampo a marzo bruciò in
pieno il pesco
e il vino andò a male in
cantina a giugno,
le orde di nuovo dalle Alpi
calarono
sui nostri fori e razziarono
i templi,
la pesca scarseggiò tutto
l'anno
sotto costa ed i nostri due
battelli
a motore andarono a picco al
largo,
il sofà in salotto s'intignò
tutto,
il castello al poggio lassù
e giù il borgo
travolse cieca la frana
dall'alto,
mancava solo quella dura
voce
al telefono a ammutolire i
cori,
a versare la più bollente
pece
sui candidi lini degli
offertori.