venerdì 1 febbraio 2019

MENDARIX 4

Frank Gehry -Bilbao Guggenheim Museum

Riprende in questo blog la narrativa con il IV brano del racconto Mendarix-Idee sul vulcano di Mendariza. Esso si conforma al mio solito schema stilistico e prosegue il resoconto degli eventi che accompagnano le manifestazioni eruttive del vulcano che dà il nome al titolo. Ovviamente il racconto è incorporato nel romanzo Visita di Sirdi ed ha una sua valenza in seno ad esso, che non si discosta molto, però da quella preso per se stesso, singolarmente. Il significato sotteso ad esso va interpretato alla luce dell'analisi che viene elaborata dell'attività vulcanica, la quale, unitamente alla impostazione espressiva della scrittura vuole additare dei precisi orizzonti culturali e formali, che rappresentano il contributo proprio letterario dello stesso, poi integrato nell'ambito del romanzo suddetto, per suo conto poi portatore di altri ancora valori letterari. Tutti quanti questi valori letterari che la letteratura pubblica nazionale, gestita dai soliti clan e dai soliti poteri oscuri, non sa e non vuole riconoscere. Buona lettura comunque a chi (e non so chi e quanti siano) segue questo blog o lo incontra per la prima volta e arrivederci per il seguito del racconto agli inserti dei prossimi mesi





Alban Berg - Lulu suite




IDEE SUL VULCANO DI MENDARIZA (IV)


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  Tra  l’altro, spesso si apprezza di più lo Champagne, lo si dà per più elegante, sarà. Per conto suo, Sturio era del tutto astemio e più di un goccio di alcol gli faceva vedere le stelle. Filippo e Alessandro di Macedonia si racconta bevessero a profusione, Mussorsgky a dismisura, Sannazzaro scrisse l’Arcadia.
  Visto che ci siamo, Gesualdo da Venosa era un musicista e il prof. Malvieri, dal canto suo fu il secondo tecnico di cui il nostro geologo vesuviano trascrisse il pensiero nel proprio inventario. L’eruzione, diceva, non era alle porte, sarebbero passati 4-5 mesi prima che scoppiasse, inoltre, ancorché fortemente esplosiva, essa non avrebbe cagionato una catastrofe tanto spropositata come si paventava, tutt’al più era sicuramente compromessa l’integrità del solo borgo di Mendariza, che avrebbe perciò dovuto esso solo essere evacuato, ma senza alcuna urgenza, con comodo. Malvieri si diffondeva dopo in altre enunciazioni a suffragio della sua tesi, tanto per dire, il fatto che la nostra emigrazione in Venezuela era stata massiccia negli anni quaranta, la circostanza cruciale che la lira spesso perdeva colpi allora e nei decenni a seguire, nonché la considerazione pur essa centrale del cattivo sapore del limone spremuto nel latte e la venuta di Enea nel Lazio.
  Né si poteva passare sotto silenzio contestualmente che la magniloquenza del barocco era di casa nella parlata dei campani, anche, se non in specie, in quella delle classi più abbienti e colte e che Napoli allora era sotto il governo degli Spagnoli, i quali, quanto a barocchismo, erano maestri. Restava fuori la questione se Alessandro Magno non fosse morto così precocemente, sia che si vada a piedi sia che si prenda l’autobus. Quanto a me, dovendo scegliere tra un’opera e una commedia, sono più per la prima. Ti è più gradito il canto, direte: bè, ecco, non sempre mi sveglio alle sette.
  Sturio? Non so a che ora avesse l’abitudine di alzarsi, mi risulta solo in proposito che furono dodici  le   famose   fatiche   dell’eroe. C’è qualcuno che intende contestarlo? Allora sappia, e se lo scriva in fronte, che Ajaccio si trova in Corsica. Nizza è più a nord; patria di Garibaldi, una volta era incorporata con tutta la Savoia nel Regno piemontese. Oggi, invece vanno tutti in automobile.
  Il nostro geologo vesuviano ne aveva una di piccola cilindrata, non gli erano mai piaciute le cose in grande. La cugina, non per dire, si chiamava Clara, il che spiega tutto. Quella paterna del prof. Zarollo, il terzo studioso incluso nell’inventario di Renato Sturio, era glottologa, essi, i due cugini, s’incontravano spesso all’università, dove entrambi insegnavano, e lei diceva sempre – Se ti crescessi la barba, faresti un figurone -. Zarollo non ci pensava proprio e continuava attualmente a vivere lontano dalla moglie, delle donne diceva un gran male. Sturio, che manco a farlo apposta le considerava il germe vitale della terra, annotò a proposito del citato accademico: a suo avviso, l’evento vulcanico avrà luogo   tra  15-20    giorni    e   comporterà   una   modesta   fase esplosiva (ci sarebbero, in base a sue rilevazioni, alterazioni della composizione del magma del Mendariza), che non costituirà alcuna preoccupazione per i nuclei abitati e alla quale, però farà seguito una imponente colata, il cui corso potrà investire e disintegrare totalmente i tre principali borghi a nord-est dell’isola: Mendariza, Gesona, Leroga e il suo porto. Unica alternativa alla rovina di questi antichi e tipici agglomerati (la cui popolazione dovrà essere comunque allontanata e ricoverata nei due rimanenti borghi, Wonga e Manera, distesi sul versante opposto di sud-est, cautelativamente) un rischioso intervento di deviazione della lava, al cui riguardo egli aveva pronto un piano con buone speranze di successo, ma da avviare senza il minimo indugio. Ogni ritardo si accompagnerebbe alla perdita del treno per Saragozza, il che corrisponde a non ti scordar di me, cioè a la luna  è   romantica,  ma   non   si   fraintenda,  Zarollo  voleva far comprendere soltanto che gli angoli, se sono acuti, non sono retti.
  E questo è un postulato, l’altro è che il barbiere entrò nel bar e chiese un’acqua tonica. Vedendolo un giorno (non si contano le susine sull’albero) alla televisione, Fausto l’elettricista, che teneva bottega la porta accanto, uscì in un - Toh, quanti cetrioli che c’erano ieri nel campo! – Naturalmente alludeva alla questione copernicana, non al premio assicurativo.
  In merito, sarà il caso di riflettere che Napoli è ancor oggi una città barocca, nelle sue profonde ombre caravaggesche del centro antico, nei suoi stridenti contrasti architettonici, urbanistici, umani, nella sua rumorosità e vistosità, nel suo parlare ampolloso e colorito, nel suo tragico protendersi verso un assoluto sfuggente, nella seriosa teatralità della sua gente, nell’intima fragilità delle loro coscienze, nella loro pretenziosità. Al 13 pertanto è la scadenza di pagamento, per non andare in mora. C’è anche da tenere a mente che il teorema di Pitagora vale per i triangoli, ma potrebbe esserci prezioso ai fini della pensione. Non insisto su questo punto, si sa, gli italiani non leggono molto la Divina Commedia.

                                                                                (segue)