giovedì 1 settembre 2022

JAGGHES 1

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Dipinto storico



Ecco un nuovo estratto dal mio romanzo Lungo il muro, per ricaricare il blog e ripartire dopo la breve pausa estiva. L'eretico Bruno riaffila le sue armi e presenta dell'altra letteratura in prosa. Ciò che lo anima in primis è essenzialmente un imperativo morale, consistente nell'obbedire alla sua vocazione artistica, che egli vuole onorare fino in fondo. Non si aspetta egli di ricevere dei vantaggi, magari una consacrazione letteraria, tipo quella che toccò a Italo Svevo, no, egli elargisce senza pretendere o, almeno, senza illudersi di ricevere. All'autore di questo blog basta spendere i suoi talenti, per quanti siano. Avendo ricevuto delle doti, per quello che valgano, egli non può che esercitarle, nel rispetto innanzitutto della moralità umana e in pro della società, contando di far cosa utile con il suon contributo al progresso delle arti. Mio intento è stato infatti mettere in piedi un inedito linguaggio letterario, che possa servire per la storia dell'uomo, lasciando una mia eredità culturale come testamento. Poco importa esservi o non esservi riuscito, l'importante è averci provato, aver combattuto a testa alta, che si sia vinto o si sia perso. E poco importa, ai fini di questo mio impegno, che poteri oscuri e biechi di questo paese e clan artistici abbiano fatto di tutto per  rendermi la vita impossibile, sabotando per corti interessi propri il mio lavoro e il mio obbligo morale










Jagghess forse vuol dire qualcosa, ma non ho idea che. Non potrebbe sicuramente indicare quanti anni aveva sul groppone Matusalemme, se non altro per il fatto che un ottagono esigerebbe anche gli angoli nella figura, laddove il basilico è verde e un lampadario deve portare le lampadine. Certo, Jagghes potrebbe anche essere il cognome di qualcuno, certo, ma allora le motociclette dovrebbero essere più potenti, sennò come potrebbe il sedano essere anch’esso verde?

Bando alle ciance su Jagghes, ho già abbastanza  problemi  con  la pittura napoletana del ‘600. Sarà che avrò sentito quel nome da qualche parte, ma ciò non implica che debba per forza sorbirmi un tè al bar. E se prendessi uno scotch? Non sarà quel nome a tediarmi l’anima. Niente, un caffè lungo, e via.

Venendo al dunque, dicevo che Matusalemme aveva gli anni, e perché Alì Babà no? Il punto non è, allora Matusalemme o Alì Babà, ma le piastrelle del bagno devono essere 15x30 oppure 25x25? Onde scegliere al meglio, dovrei mica rivolgermi a un avvocato, che possa illuminarmi sulla possibilità o meno di diventare ballerino. Ballerino, direte? Ballerino, quello, precisamente. Immaginarsi che, qualora diventassi ballerino, dovrei disporre di una patente di guida, e secondo voi, avere una patente di guida non esige che uno sia maggiorenne e, se maggiorenne, uno non potrebbe anche chiamarsi Jagghes? Jagghes potrebbe, perciò, essere il venditore di piastrelle, cosicché la scelta sulle piastrelle dipenderebbe solo da me e lui, e vuoi vedere allora che non saprei decidere tra Salvator Rosa, Luca Giordano e Giuseppe Recco? Lapalissiano.

Dunque veniamo alla pittura napoletana del ‘600. Basti dire che una confezione di detersivo per i pavimenti è in genere di plastica, per capire che la pittura non è la scultura e, se è così, mi sapete dire per qual motivo nel nostro paese arricchirsi spesso esige essere disonesti, per cui tanti sono i danarosi che si sono procurate le loro fortune per mezzo di imbrogli  e  inghippi, altro  che  lavoro? E solo  a  considerare che la pittura non è neanche l’architettura, sorge logica la conclusione che da noi rubare è meglio. Ecco che in tanti dicono alla fine, o pittore o scultore, basta che sia arte. Arte non carte, nel senso di non prendere il taxi.

Qualcuno obietterà che i giornalisti, e i napoletani ve li raccomando proprio, fanno gli articoli o i servizi. Ebbene? Contano tutte quelle fandonie alla gente, per fare gli interessi dei loro padroni editori, e questo non significa fare del cinematografo? Se è giusto quel che dico, sarà anche giusto che un calciatore tira i calci e la gente impazzisce per lui, insomma la pittura non è scultura. Non essendolo, mi sembra ovvio che Jagghes possa vendere le piastrelle ed io scelga, che so, 35x50.

                                                                                                                                 (Segue)