giovedì 1 novembre 2018

MENDARIX 2

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio



Henry Moore - Big two forms




Mendarix 2 è il seguito di Mendarix 1, sviluppa dunque la narrazione già avviata nel brano precedente del mese scorso. Omogeneo al passato il discorso stilistico di questo racconto, facente parte del mio romanzo Visita di Sirdi, che riferisce dell'eruzione annunciata del vulcano dell'isola di Mendariza, eruzione che in realtà poi non si avverrà, benché tante saranno le sentenze che verranno pronunciate e in esso riportate sull'evoluzione di quelli che sembravano i prodromi dell'evento vulcanico. Niente, Idee sul vulcano di Mendariza è una specie di catalogo di previsioni vulcanologiche che vengono formulate e delle misure preventive connesse. Alla fine si rivela essere uno specchio della nostra multiforme epoca, così variegata e contraddittoria. Ma il racconto segue il filo di un modello di narrazione sui generis, che chi abbia avuto la pazienza di seguire questo blog avrà di certo indovinato essere frutto di una precisa scelta, di una personale mia soluzione artistica, di un artificio insomma di mio personale conio. Ovviamente rappresenta a mio avviso la manifestazione di un moderno gusto letterario, questa mia composizione, inquadrata nel romanzo succitato, che spero possa essere convenientemente apprezzato dai graditi e urbani lettori. Non certamente dai soliti ignoti della letteratura ufficiale di questo paese, retta dai soliti clan culturali e dai soliti torbidi poteri 








 IDEE SUL VULCANO DI MENDARIZA (II)

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La conclusione che si possa tirare da  questo  “operistico”   duetto è, credo, che Giugurta era re di Numidia, non del Ponto. Tanto più che, come già dicevo, i protagonisti del barocco italiano ebbero, L. Bernini e G. B. Marino, i loro natali a Napoli, respirarono quell’aria, che dovette ispirarli per sempre, anche quando se ne allontanarono, anche se i fili della corrente sono di rame. Ciò premesso, sembra evidente che il ghiaccio galleggia. Oltre alle rose nei vasi, non v’ha dubbio poi che si preparava a Leroga un’immane tragedia, cioè che un’eruzione esplosiva poneva a grave repentaglio la vita dei suoi abitanti e la sopravvivenza geografica della stessa isola, che avrebbe potuto saltare in aria ed essere divelta alle fondamenta dalla spaventosa violenza della deflagrazione vulcanica.
  Altra conseguenza presumibile poteva essere una radicale svolta nella moda degli abiti da uomo, come il frullare la frutta il lunedì. Il giorno dopo e il mercoledì si sarebbe dipinto fino a sera, il sabato era d’obbligo un salto in villa comunale, la domenica era giorno del Signore e così la settimana era fatta.
  Mai che ci si decidesse a passare un giorno dai parenti di Melfi. E dire che tanta gente porta i calzoni larghi. Non per nulla, potrebbero mettersi almeno l’orologio da taschino, via!  A Leroga lo facevano in parecchi; non solo, ma il latte è di colore bianco. Si sostiene da più parti che sia un alimento dieteticamente completo. Il Bernini non è tra essi, che pure costruì il colonnato di S. Pietro, un grandioso abbraccio verso la folla dei fedeli, ma, nonostante fosse anche scultore, l’Adone poi lo compose il Marino e Adone intenzionalmente stava a indicare il caos morale dell’epoca, tesa a inseguire non altro che  il  piacere  e  la  voluttà, priva  com’era  di  spirituali perni.
  Renato Sturio, lui però non fu convocato d’urgenza era già da una settimana nell’isola del vulcano di Mendariza per stabilire il valore nutritivo del latte, di cui riferiamo dianzi. Egli portava gli occhiali di corno.  Tralasciamo che una   folta   schiera   di   oculisti consigliano quelli metallici, in genere più leggeri, mentre altri tra essi propendono più per le lenti a contatto, più estetiche. Ci preme ben atro: decidere se lo stile dorico o quello ionico, per non dimenticare la stella Vega, sia il più bello.
  A tal uopo, appena si erano manifestate le prime avvisaglie dell’eruzione del Mendariza, ci si era affrettati a invitare sull’isola i più illustri esperti del ramo e tra questi, non specialmente in vista, ma chiamato più che altro come collaboratore e consigliere di studiosi di maggior fama, Renato Sturio, geologo vesuviano.

                                                                                                                            (segue)