L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
Salvatore Emblema - Senza titolo |
Tant’è, quello
era il suo posto e l’acqua unita al vino. Avvenne che un gatto salì sulle
scale; Ulmas, che non ne sapeva niente, integrava una funzione nell’aula 23 B
al 2° piano dell’università. Il gatto si trovava ad Avellino, Ulmas no, ragion
per cui l’evento non ebbe conseguenze per lui, solo che il matematico quel
giorno fu impegnato fino a tarda sera all’ateneo e così il gatto di Avellino
andò a dormire sui tetti.
Quanto al
dormire, Ulmas proveniva da una famiglia di piccola borghesia, il padre non
fumava e faceva il decoratore edile, una modesta ditta in proprio. Da
Marigliano, il suo comune nel nolano, il matematico si portava spesso a
Saviano, alle porte di Nola, lì aveva molti amici e poi, una ragione in più, i
tramezzi nelle abitazioni si fanno di mattoni, i balconi hanno ringhiere. I
termosifoni, insomma, riscaldano.
In edilizia,
naturalmente i termosifoni ci sono nelle nuove case, fondamentali, e ne
sono testimonianza anche
i gelsomini, dato
il loro colore bianco. Senonché
Saverio Ulmas lodò quelli che abbellivano la facciata della dimora di un suo
amico savianese, presso il quale andò a passare
una serata, dopodiché tornò a casa. Non racconterò ora cosa si verificò nel
porto di Castellammare di Stabia quella sera né i sigari cubani. Dirò che i
carpentieri sono i primi a mettere mano a un fabbricato.
In terzo luogo
che un giornalista (dirò sempre) è in genere un povero presuntuoso e, per
finire, punto. Ritengo, inoltre che le campane facciano (come fanno?) din don e
che il sole tramonta.
Ulmas
anch’egli lo riteneva. Tornato a casa la sera che dicevamo, la luna non c’era,
il che non comportava senza dubbio che la
regione del matematico fosse, come in realtà, la
Campania. Né comportava il vento soffi il
mercoledì piuttosto che gli elettricisti.
Salito in
casa, dunque, Ulmas non pensava che l’uovo di struzzo è grosso. Aprendo, però,
la posta che aveva ritirato nell’entrare dalla cassetta delle lettere, non gli
passò per la mente che i pinguini sono uccelli e così si trovò tra le mani una
imposizione di pagamento a suo carico di ben seicento milioni. Lì per lì
giudicò trattarsi di un’epistola ad Atticum e non ci diede peso.
Considerato,
però che i pavimenti in un cantiere devono essere messi in opera prima, rilesse
la lettera – Si comunica alla S.V. che è in debito di lire 600.000.000 alla
società immobiliare Piramidi con recapito ed estremi fiscali di cui sopra. La
somma potrà essere liquidata in una o più soluzioni, purché nell’arco di un
trimestre ad oggi. Qualora la S.V. non addivenisse alla dovuta corresponsione,
si adiranno le vie legali – Ulmas pensò che gli elefanti hanno la proboscide,
la quale non serve a fabbricare servizi igienici per i bagni. Al che si
potrebbe ribattere che due più due fa 4.
Se avete
adesso presente come il tennis come il tennis si giochi con le racchette,
capirete che Alessandro Magno morì. Capito questo, non vi sarà difficile
immaginare in che stato si trovasse Ulmas, scorrendo la lettera: per lui
quell’importo era un capitale, ci sarebbe voluta una vita per raggranellarlo e
non si doveva dimenticare poi che le navi vanno per mare e il baseball.
(Segue)