lunedì 1 giugno 2020

ZAMIK 2

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo




Il racconto Zamik, parte integrante del mio romanzo Visita di Sirdi, prosegue su questo blog con il suo secondo episodio. L'arte non si può fermare, l'uomo singolo sì, ma se l'uomo singolo è portatore di arte, come nel mio caso, anch'egli non si può fermare. Ed eccomi, nonostante tutto, ancora qui presente con quest'altra pagina narrativa, che si riallaccia a quella già presentata il mese scorso. Siamo ancora in fase Covid, anche se sembrerebbe che il virus abbia allentato la sua morsa, lasciandoci tirare fiato. Ma non si può ancora cantare vittoria e speriamo che tutto vada per il meglio, per il bene dell'umanità. Come per il bene della letteratura e dell'arte, che rappresentano penso un valore sacro e intoccabile della nostra vita, per quel bene io mi impegno ancora a portare in pubblico le mie cose, che alla fine non sono propriamente mie, ma di tutti. Se, come dicevo, l'arte è un patrimonio universale e dev'essere messo a disposizione delle persone, io dunque faccio la mia parte, affinché l'arte parli alla gente. Personalmente ne sono solo il tramite, l'intermediario e la mia arte eccola qui. Essa vuole, dicevo, parlare agli uomini, per continuare il suo cammino sulla terra. Ed effettivamente io credo di averle fatto fare dei passi in avanti, creando un modello nuovo di narrativa e di poesia, non importa poi tutte le critiche che se ne vorranno fare: io ho la coscienza a posto, per aver cercato di far progredire la letteratura. Altri, invece, che godono a differenza mia di fama e vantaggi economici in questo paese dominato dai soliti poteri oscuri e dai soliti clan nel campo culturale, magari non hanno detto nulla di nuovo e la letteratura con essi si è solo ripetuta. Essa vuole però andare avanti, trovare nuove strade, perchè il cambiamento è essenziale per migliorare l'umanità e farle scrivere la storia. Io, ecco, spero di aver fatto scrivere alla letteratura dell'altra storia, cioè di averle fatto vivere delle nuove avventure ed esperienze che potranno servire agli uomini che verranno, e il resto, intendo la pessima accoglienza che ho ricevuto e continuo a ricevere dal mondo pubblico italico, non mi tange, perché non tange l'arte di cui sono portatore, ma dovrebbe tangere solo loro, la loro cattiva coscienza.






  Tant’è, quello era il suo posto e l’acqua unita al vino. Avvenne che un gatto salì sulle scale; Ulmas, che non ne sapeva niente, integrava una funzione nell’aula 23 B al 2° piano dell’università. Il gatto si trovava ad Avellino, Ulmas no, ragion per cui l’evento non ebbe conseguenze per lui, solo che il matematico quel giorno fu impegnato fino a tarda sera all’ateneo e così il gatto di Avellino andò a dormire sui tetti.
  Quanto al dormire, Ulmas proveniva da una famiglia di piccola borghesia, il padre non fumava e faceva il decoratore edile, una modesta ditta in proprio. Da Marigliano, il suo comune nel nolano, il matematico si portava spesso a Saviano, alle porte di Nola, lì aveva molti amici e poi, una ragione in più, i tramezzi nelle abitazioni si fanno di mattoni, i balconi hanno ringhiere. I termosifoni, insomma, riscaldano.
  In edilizia, naturalmente i termosifoni ci sono nelle nuove case, fondamentali, e  ne  sono  testimonianza  anche  i  gelsomini,  dato  il  loro colore bianco. Senonché Saverio Ulmas lodò quelli che abbellivano la facciata della dimora di un suo amico savianese, presso il quale andò a passare una serata, dopodiché tornò a casa. Non racconterò ora cosa si verificò nel porto di Castellammare di Stabia quella sera né i sigari cubani. Dirò che i carpentieri sono i primi a mettere mano a un fabbricato.
  In terzo luogo che un giornalista (dirò sempre) è in genere un povero presuntuoso e, per finire, punto. Ritengo, inoltre che le campane facciano (come fanno?) din don e che il sole tramonta.
  Ulmas anch’egli lo riteneva. Tornato a casa la sera che dicevamo, la luna non c’era, il che non comportava senza dubbio che la regione del matematico fosse, come in realtà, la Campania. Né comportava il vento soffi il mercoledì piuttosto che gli elettricisti.
  Salito in casa, dunque, Ulmas non pensava che l’uovo di struzzo è grosso. Aprendo, però, la posta che aveva ritirato nell’entrare dalla cassetta delle lettere, non gli passò per la mente che i pinguini sono uccelli e così si trovò tra le mani una imposizione di pagamento a suo carico di ben seicento milioni. Lì per lì giudicò trattarsi di un’epistola ad Atticum e non ci diede peso.
  Considerato, però che i pavimenti in un cantiere devono essere messi in opera prima, rilesse la lettera – Si comunica alla S.V. che è in debito di lire 600.000.000 alla società immobiliare Piramidi con recapito ed estremi fiscali di cui sopra. La somma potrà essere liquidata in una o più soluzioni, purché nell’arco di un trimestre ad oggi. Qualora la S.V. non addivenisse alla dovuta corresponsione, si adiranno le vie legali – Ulmas pensò che gli elefanti hanno la proboscide, la quale non serve a fabbricare servizi igienici per i bagni. Al che si potrebbe ribattere che due più due fa 4.
  Se avete adesso presente come il tennis come il tennis si giochi con le racchette, capirete che Alessandro Magno morì. Capito questo, non vi sarà difficile immaginare in che stato si trovasse Ulmas, scorrendo la lettera: per lui quell’importo era un capitale, ci sarebbe voluta una vita per raggranellarlo e non si doveva dimenticare poi che le navi vanno per mare e il baseball.

(Segue)