L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
Salvatore Emblema - Senza titolo |
Lullox 3 è il nome del post di questo mese. E' il continuo
del paragrafo del mio romanzo Visita di Sirdi inaugurato su questo blog a
dicembre, con la interruzione di gennaio, in cui ho pubblicato della poesia.
Commentare il presente post sarebbe ripetersi. Non mi ripeterò, dirò solo che la
mia narrativa è un mondo a sé, che cerca di incamminarsi su itinerari non
battuti, per aprire un discorso letterario originale e moderno. Lo stesso
perseguo anche in poesia. Inutile cercare nella mia prosa la scorsa lineare, la
comodità del fraseggio. Un'attenta e seria lettura permetterà però di
decifrarne i valori sonori e semantici, in una con i risvolti di novità formale
rispetto al registro corrente del genere romanzo in voga, circolante nelle
librerie. La mia narrativa presenta interventi su svariati piani, espressivo,
compositivo, rappresentativo, esplicativo. Intendo essere più esplicito.
Espressivo riguarda il mio eloquio, già battezzato come schizofrenico o
astratto-cubistico; compositivo si riferisce all'assemblaggio o montaggio degli
spezzoni del racconto; rappresentativo ha a che fare con lo sfondo per così
dire scenico dell'obiettivo, di sapore trascendentale, che cioè, pur eccedendo
i confini del logico e plausibile, si valorizza solo in rapporto ad esso;
esplicativo nel senso di trasporre sulla pagina il multiforme clima spirituale
e culturale del XX secolo e oltre. Ecco qualche segreto del mestiere che ho
cercato di svelare, qualche chiave interpretativa del mio lavoro letterario in
prosa. Ma ora concludere dicendo che poteri occulti e oligarchici sempre
operanti in questo paese e clan artistici che vi imperversano (ma del resto il
panorama internazionale in questo campo specifico non se ne discosta granché e
non risulta assai più confortante in genere) ne hanno sempre reso proibitiva la
diffusione e persistono nel farlo, sarebbe ricadere nella ripetitività, per cui
me ne asterrò.
Fu chiamato il capotreno, che apprese dalla bocca del Crucioli essergli stato involato il suo oggetto personale. Fu intimato che nessuno smontasse dal convoglio, appena arrestatosi in stazione. Fatte salire due guardie ferroviarie, esse operarono i primi rilievi, raccogliendo la denuncia del rapinato e le identità di tutti gli occupanti del vagone, nessuno dei quali era pallanuotista. Non ci fu alcuno che si accusasse del furto, né la refurtiva si poté recuperare. E così pure le margherite sul prato.
Tale furto non costituiva argomento di studio dell’architettura romana, che, trattando di acquedotti e basiliche, può influire beneficamente sulla gastrite. Questa affezione non è mortale, ma non impedisce la grandine estiva. Né le bottiglie sono battaglie; piuttosto il lunedì viene sempre dopo la domenica.
Ma quel giorno della rapina in treno era martedì.
Perquisiti che furono senza successo i presenti sul vagone, il treno fu fatto
ripar-
re (mi correggo: tire), rinviando l’indagine a poi.
Non si pensò di farsi la lampada così da essere scambiati lungo le rive del
fiume Congo per abitanti del posto. Ci fu chi invece pensò che, quando fa
caldo, la cioccolata si scioglie.
Meglio la liquirizia, si osserverà, se non altro con
il vento i rami si piegherebbero e così al bar servirebbero il seltz. A riprova
adduciamo la circostanza che l’argento non si ossida. Un’applicazione pratica
se ne ebbe, allorquando il treno Salerno-Caserta, non ancora sopito lo scalpore
suscitatovi dalla storia del portafogli, entrò nella successiva stazione di
Palma Campania. Lì, manco a farlo apposta, non c’erano sommozzatori,
per cui le tele di ragno sul termosifone dell’ufficio delle tasse non si
contavano, e il calorifero non era appunto di bronzo. Tant’è vero che, a
condizione i sub non s’immergessero nel lago per riportare alla luce l’auto
precipitatavi sul fondo, uno dei quattro sul treno summenzionato, che prima
avevano parlato della provincia di Nola, ebbe così a pronunciarsi – Poco è
mancato non ci prendessero per delinquenti! -. E il vicino – Mettiti, però, nei
loro panni. Il sospetto era legittimo -, al che il primo – Sì, ma che modi
quelle guardie! -. – Hai ragione – trovò quello di fronte – Ma, parliamo
d’altro, per distrarci da questo spiacevole incidente – Subito
il quarto, al suo fianco, colse al balzo la palla – Ecco, ecco, questo si
chiama saggezza. Suggerisco immediatamente un buon argomento: la provincia di
Nola – E gli altri a sorridere e bonariamente protestare – Rieccoci … Si
ricomincia … Ma dai, di nuovo? -. – No, scusatemi, perché? – si schermì il
contestato – Vi sta storto che discorro del vostro bene? Io sono di Saviano, tu
di Liveri, tu di Cicciano, lui di Marigliano, siamo tutti nolani o, se vi
piace, del territorio della Provincia dei comuni. Pensate che erigerci a
provincia autonoma della Campania in un’Italia di regioni confederate non
promuoverebbe il nostro sviluppo e la nostra vitalità più autentica come
popolazione? -. Pensare costituisce prerogativa umana e, alla luce di quelle
parole, la conclusione poteva essere una sola, che, attraccando la nave nel
porto, l’equipaggio potrebbe scendere a terra, ma, dato il bastimento sia un
mercantile, si deve prima sbarcare il carico in porto, quindi non si può
dubitare che il cavallo ha quattro zampe.