martedì 1 marzo 2022

LULLOX 3



L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo


Lullox 3 è il nome del post di questo mese. E' il continuo del paragrafo del mio romanzo Visita di Sirdi inaugurato su questo blog a dicembre, con la interruzione di gennaio, in cui ho pubblicato della poesia. Commentare il presente post sarebbe ripetersi. Non mi ripeterò, dirò solo che la mia narrativa è un mondo a sé, che cerca di incamminarsi su itinerari non battuti, per aprire un discorso letterario originale e moderno. Lo stesso perseguo anche in poesia. Inutile cercare nella mia prosa la scorsa lineare, la comodità del fraseggio. Un'attenta e seria lettura permetterà però di decifrarne i valori sonori e semantici, in una con i risvolti di novità formale rispetto al registro corrente del genere romanzo in voga, circolante nelle librerie. La mia narrativa presenta interventi su svariati piani, espressivo, compositivo, rappresentativo, esplicativo. Intendo essere più esplicito. Espressivo riguarda il mio eloquio, già battezzato come schizofrenico o astratto-cubistico; compositivo si riferisce all'assemblaggio o montaggio degli spezzoni del racconto; rappresentativo ha a che fare con lo sfondo per così dire scenico dell'obiettivo, di sapore trascendentale, che cioè, pur eccedendo i confini del logico e plausibile, si valorizza solo in rapporto ad esso; esplicativo nel senso di trasporre sulla pagina il multiforme clima spirituale e culturale del XX secolo e oltre. Ecco qualche segreto del mestiere che ho cercato di svelare, qualche chiave interpretativa del mio lavoro letterario in prosa. Ma ora concludere dicendo che poteri occulti e oligarchici sempre operanti in questo paese e clan artistici che vi imperversano (ma del resto il panorama internazionale in questo campo specifico non se ne discosta granché e non risulta assai più confortante in genere) ne hanno sempre reso proibitiva la diffusione e persistono nel farlo, sarebbe ricadere nella ripetitività, per cui me ne asterrò.





Fu chiamato il capotreno, che apprese dalla bocca del Crucioli essergli stato involato il suo oggetto personale. Fu intimato che nessuno smontasse dal convoglio, appena arrestatosi in stazione. Fatte salire due guardie ferroviarie, esse operarono i primi rilievi, raccogliendo la denuncia del rapinato e le identità di tutti gli occupanti del vagone, nessuno dei quali era pallanuotista. Non ci fu alcuno che si accusasse del furto, né la refurtiva si poté recuperare. E così pure le margherite sul prato. 

Tale furto non costituiva argomento di studio  dell’architettura  romana, che, trattando di acquedotti e basiliche, può influire beneficamente sulla gastrite. Questa affezione non è mortale, ma non impedisce la grandine estiva. Né le bottiglie sono battaglie; piuttosto il lunedì viene sempre dopo la domenica.

Ma quel giorno della rapina in treno era martedì. Perquisiti che furono senza successo i presenti sul vagone, il treno fu fatto ripar-

re (mi correggo: tire), rinviando l’indagine a poi. Non si pensò di farsi la lampada così da essere scambiati lungo le rive del fiume Congo per abitanti del posto. Ci fu chi invece pensò che, quando fa caldo, la cioccolata si scioglie.


Meglio la liquirizia, si osserverà, se non altro con il vento i rami si piegherebbero e così al bar servirebbero il seltz. A riprova adduciamo la circostanza che l’argento non si ossida. Un’applicazione pratica se ne ebbe, allorquando il treno Salerno-Caserta, non ancora sopito lo scalpore suscitatovi dalla storia del portafogli, entrò nella successiva stazione di Palma Campania. Lì, manco a farlo apposta, non  c’erano sommozzatori, per cui le tele di ragno sul termosifone dell’ufficio delle tasse non si contavano, e il calorifero non era appunto di bronzo. Tant’è vero che, a condizione i sub non s’immergessero nel lago per riportare alla luce l’auto precipitatavi sul fondo, uno dei quattro sul treno summenzionato, che prima avevano parlato della provincia di Nola, ebbe così a pronunciarsi – Poco è mancato non ci prendessero per delinquenti! -. E il vicino – Mettiti, però, nei loro panni. Il sospetto era legittimo -, al che il primo – Sì, ma che modi quelle guardie! -. – Hai ragione – trovò quello di fronte – Ma, parliamo d’altro, per distrarci da questo spiacevole   incidente – Subito il quarto, al suo fianco, colse al balzo la palla – Ecco, ecco, questo si chiama saggezza. Suggerisco immediatamente un buon argomento: la provincia di Nola – E gli altri a sorridere e bonariamente protestare – Rieccoci … Si ricomincia … Ma dai, di nuovo? -. – No, scusatemi, perché? – si schermì il contestato – Vi sta storto che discorro del vostro bene? Io sono di Saviano, tu di Liveri, tu di Cicciano, lui di Marigliano, siamo tutti nolani o, se vi piace, del territorio della Provincia dei comuni. Pensate che erigerci a provincia autonoma della Campania in un’Italia di regioni confederate non promuoverebbe il nostro sviluppo e la nostra vitalità più autentica come popolazione? -. Pensare costituisce prerogativa umana e, alla luce di quelle parole, la conclusione poteva essere una sola, che, attraccando la nave nel porto, l’equipaggio potrebbe scendere a terra, ma, dato il bastimento sia un mercantile, si deve prima sbarcare il carico in porto, quindi non si può dubitare che il cavallo ha quattro zampe. 

(Segue)