L'eretico Bruno costituisce
l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi
pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si
diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal
diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta
correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un
eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa
intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan
al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo
fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro
passaggio
Salvatore Emblema - Senza titolo |
Un nuovo inizio di dicembre è un
pò una contraddizione in termini, ma questo post è proprio così. Inaugura
infatti un nuovo brano tratto dal mio romanzo Visita di Sirdi e capita proprio
di questo mese, che oggi prende il via, l'ultimo dell'anno. A pensarci non è la
sola contraddizione che ci si offre alla vista, ne siamo pieni intorno a noi.
E' un mondo, questo, fatto di contraddizioni, che qualcuno potrebbe prendere
anche per insensatezze nel loro insieme, coesistendo, ma io penso che più che
tali siano invece il succo stesso del nostro vivere odierno. Un vivere che va
considerato ovviamente per quello che è, un'epoca di profonda crisi della
coscienza, certo, ma nello stesso tempo esso non può trovare una cifra se non
in ciò stesso, in questa sua polivalenza che, si prenda come si voglia, è la sua effettiva valenza. Una singolarità, il nostro oggi, che vive di pluralità conflittuali,
ed era destino che questa nostra contemporaneità annegasse in questa specie di
arcaicità dell'uomo, un uomo, più che mai oggi sapiente e più che mai
insipiente, più che mai abbiente nelle sue dotazioni materiali, come non è mai
stato nella storia in questa società dei consumi, eppure così fragile nella sua
interpretazione di sè, che appare più di sempre precaria. E un presente,
questo, da un lato così avveniristico e proiettato nel futuro, da un lato così
respinto nella notte dei tempi per la sua povertà spirituale, che ci getta in questa sorta di medioevo attuale, il medioevo del villaggio globale,
apparentemente libero e spregiudicato, ma sostanzialmente oppresso e vincolato dai
media, che dettano legge e sono manipolati da consorterie e lobby, da cui dipendono alla fin fine le nostre sorti. Un'Italia, un mondo, questi che abbiamo dinanzi, che vivono
una contraddizione incomponibile tra sanità e malattia, per cui si può arrivare
a chiamare democrazia ciò che invece è oligarchia di poteri e clan, anche
artistici, da club privato, verità ciò che è spudorata menzogna, bellezza ciò
che il massimo della mostruosità. In quest'ottica di divaricazione spirituale
della coscienza mi accingo a proporre un altro paragrafo del mio romanzo, come
fosse perciò una specie di medicina da assumere per fronteggiare una malattia
che si sa incurabile. Che valga anche come omaggio natalizio ai miei graditi
lettori
Non, viceversa rispetto al cruciverba testé citato, il cubo. Come detto, si consideri una piramide. Preso il vertice opposto alla base, la si capovolga. Dopo, sfociato il Volturno nel mar Tirreno, ci si rada pure la barba.
E’ tutta questione di garbo, nello sbarbarsi, occorre la mano giusta. Inutile dire, a tal riguardo, che un fruttivendolo vende. Un orefice, per parte sua, può chiamarsi Pasquale o Roberto, nulla toglie che abbia in casa un cane. Il pianeta Mercurio pure.
Questo non vale per il treno
Salerno-Caserta partito alle ore 17,18. C’erano a bordo impiegati, gente di
commercio, occasionali utenti per cause personali o familiari e, qualcuno, di
diporto. Mancavano Renzo e Lucia, l’8a sinfonia, il topo e il
formaggio, Zeno Cosini, Romolo e Remo, il basilico e l’aglio.
Nonostante tante assenze, il ferro
fonde. E così, in un vagone del Salerno-Caserta uno parlò in tal guisa – Hai
saputo? Hanno avanzato l’istanza per la provincia di Nola – e l’interpellato –
La provincia dei comuni? -. – Chiamala come ti pare! -; più in là, nello stesso
vagone, in un altro scomparto di sedili un signore in doppio petto grigio,
estrattolo dalla tasca interna della giacca, esibiva a un vicino il suo portafogli.
Vi si intravidero bigliettoni a iosa, delle tessere e, all’interno del suo
documento di riconoscimento per la guida (- Ecco – fece osservare – ero così,
quando avevo 28 anni), un talloncino plasticato con la sua foto di oggi e la
data odierna. – La mia patente nautica. Me l’hanno rilasciata poco fa alla
capitaneria di porto -. E’ sottinteso il portafogli fosse di pelle in tinta
gialla con le iniziali in fucsia impresse, oltre all’etichetta di nome, e un
numero, sempre in fucsia, che spiegò il proprietario – E’ il numero di serie.
Si tratta di un portafogli marcato di valore, a tiratura limitata – Il
racconto potrebbe proseguire
con la descrizione dell’isola di Rodi.
Descritta la quale, si dovrebbe passare
a discorrere dei pirati e della cattura in mare della giovinetta, poi condotta
sulla costa libica e lì venduta a caro prezzo. La stessa, trapiantata quindi
prima nel deserto del Sinai in un’oasi, per divenire poi l’anno domini 1706 la
favorita dell’harem del sultano e prendere stanza nel palazzo sontuoso e
mirabolante sul Mar Rosso del suo signore.
Ma andremmo
troppo lontano, per cui ci ridurremo soltanto a riferire il nome completo di
Renzo, ossia come sapete. Lucia, invece aveva per madre Agnese. La qual cosa ci
spinge a riflettere sulla necessità imminente di pagare il telefono.
Quest’ultimo, essendo a tasti, non ci esime dal fare colazione la mattina. Oltre a ciò, il ghiaccio si scioglie e quindi. Non staremo perciò a ripetere la lezione di filosofia. Chi, filosoficamente parlando, è all’oscuro del resto della storia di Biancaneve?
(Segue)