lunedì 23 giugno 2014

VINDERAL

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio.


Henry Moore  -  Double oval

Il brano che segue appartiene al romanzo Lungo il muro, ancora in via di realizzazione. Il titolo assegnato a questo articolo, Vinderal, non compare nel romanzo suddetto e viene introdotto ad esclusivo uso e consumo di questa pubblicazione.




  Boom, era troppo grossa: dire che due telecomandi da cancello sono più floreali di un calcolo algebrico con   e loge, senza escludere i popcorn e i salassi. Sarebbe come prendere un cacciavite e avvitare, dimenticando che 83 non è uguale. Madonna, ma è così semplice! Se uno apre uno scatolo e ne tira fuori dei biscotti, non può poi venire a dire candidamente fuori piove, pur sapendo che furono i vandali a saccheggiare Roma.
  L’avrò ripetuto cento volte che i biscotti non sono caramelle, e allora è fuori luogo credere che con essi sia possibile ricapitolare. Mentre in pratica con tre caramelle bisogna poi telefonare per sapere se gli abiti in lavanderia sono pronti, con altrettanti biscotti è d’obbligo affacciarsi al balcone e guardare in strada se ci sono pullman per Caserta che passano. La lavanderia non per nulla è quella a due passi, il che non significa che le motociclette non passino, ma solo che possano avere cilindrata diversa e condurre lo stesso a Caserta, a differenza di un pullman, che, andando a diesel, deve fare rifornimento.
  Il discorso ci porterebbe lontano, se entrassimo nei particolari, per cui preferiamo troncarlo qui, dicendo in conclusione che una sedia a dondolo costa. Aggiungerò solo che per fare una torta come si deve ci vuole il lievito, non trascurando che ai passaggi a livello bisogna sempre rallentare e, se per caso si vede una persona che attraversa sul nostro cammino, evitare di usare il clacson nei centri abitati e piuttosto fermarsi per darle la precedenza. Va da sé che in tali circostanze è consentito ricordare la scadenza dell’assicurazione, a patto di non dipingere quadri a olio, al massimo ad acquerello.
  Né si potrà ugualmente escogitare un’astuzia per penetrare non visti nella città di Troia, in compenso sarà opportuno prenotare un posto in pizzeria per la sera, in previsione dell’affollamento domenicale, ma fare assolutamente attenzione a compilare il modulo delle tasse, onde scongiurare. Manco a farlo apposta, tra gli esborsi dei redditi vi sono le spese dei lavori fatti in casa per riparare i tubi del bagno, che fanno testo in tema di filologia greca classica, si pensi per fare un esempio al Kamasutra, e pertanto vanno conteggiate ai fini della corretta attribuzione della paternità della Batracomiomachia.
   Considerato, però che di italiani evasori fiscali si è perso il conto, il problema sarà determinare inequivocabilmente se il cosiddetto Anonimo del Sublime, cioè colui che redasse l’omonimo trattato, fu davvero, come si afferma, Cassio Longino. Per accertarlo, converrà ricorrere senz’altro ad accertamenti immobiliari e bancari, che porteranno sicuramente alla luce la reale consistenza del patrimonio di numerosi soggetti e società, spesso di prestigio, sospettati di aggirare il pagamento dei tributi. Per di più, lo stesso Cassio Longino conobbe personalmente Apollonio Rodio, il che ci mette sulla buona strada riguardo all’intercettazione di svariati reati fiscali, come il pesce in scatola, l’aramaico, i profilati in alluminio, i frigoriferi, la metrica dei trochei e spondei.
  E i trimetri giambici, direte voi, quelli no? Qui, occorrerà ben discernere: vi pare lo stesso se un’arancia è matura e un ammortizzatore è fuori uso? Se sì, converrete che una pendrive può memorizzare tante cose, tra cui il gesso, la betoniera e il jumbo, non ovviamente la vernice blu e, se volete, l’appendix virgiliana. Se no, sarà incontestabile che aleph è una lettera araba, al basket si gioca in 7, la poesia romantica, il cemento può essere armato, uno dei segnali stradali è lo stop, ma non il mettere la firma. Tutto ciò ci permette di pronunciarci senza ombra di dubbio circa i trimetri giambici in perfetto accordo con quanto definito a suo tempo in sede giudiziaria a proposito della vicenda fiscale della Korek, che aveva evaso per dodici milioni, vicenda ben nota ai lettori.
  Tutto ciò per dire che l’impiegato al catasto Giacomo Stola aveva ricevuto giovedì scorso una ingiunzione di pagamento per un importo non corrisposto risalente a 5 anni prima e ammontante alla bella sommetta di circa 11000 euro da parte dell’agenzia di pulizie Bril. Egli naturalmente non ne sapeva proprio nulla né della Bril né di agenzie di pulizie, con quel suo modesto quartierino di 4 vani e accessori al 2° piano di uno stabile di via Melograno a Camposano, tuttavia non si sarebbe in nessun modo potuto dire che un box per auto non serva. In effetti egli, che non si spostava mai per lunghi viaggi, non sapeva che farsene, resta il fatto che le uova sode sono più digeribili. Già, c’è chi dice lo siano di più gli asparagi, benché poi, a  ben guardare, i fari anabbaglianti siano usati maggiormente degli abbaglianti. Fermo restando, però che ci sia molta irregolarità nei controlli fiscali nel nostro paese, tant’è vero in giro si sente dire che la ginnastica fa bene, alcuni fanno palestra, altri sport, altri footing, inducendo a credere la filosofia si sia diffusa già nei primi secoli avanti Cristo in ambiente romano, nonostante a quei tempi Annibale fosse ritenuto un grande condottiero. Lo stesso Annibale era Cartaginese, cosa che ci porterebbe a giudicare il jazz un genere musicale. Non come il bowling, che si gioca con le bocce, per cui o bere o affogare, cioè o paghi le tangenti o. Inversamente il ping pong si gioca con le racchette e quindi le tangenti sono già state pagate. Resta il fatto che a una lucertola puoi tagliare la coda, ma non è detto che poi la bolletta della luce sia quella.
  Giacomo Stola, orbene, era nelle peste. Che voleva questa Bril da lui? Chi aveva mai avuto bisogno di pulizie a casa sua: sua moglie si chiamava Giulia, i suoi due figli erano Sandro e Luisa, e quest’ultima, diciottenne, aiutava la madre nelle faccende domestiche, dunque? La lettera recapitatagli parlava di un pagamento arretrato, risalente a 5 anni prima, che adesso con penali cumulate era arrivato a una cifra esorbitante. Ma tant’è, se non avesse saldato entro 10 giorni, lo avrebbe perseguito per via giudiziaria, e allora immagina un po’: pignoramenti o, chi sa, un po’ di gattabuia. Stola, tipo molto meticoloso e timoroso, tutto assorbito dai suoi mediocri compiti di ufficio, non sapeva più dove battere la testa. Pensò di andare a esporre reclamo personalmente alla sede della Bril, come risultava dall’indirizzo sulla lettera e sulla fattura acclusa. Si mise in treno, come tutti i giorni, per Napoli, ma stavolta, invece di timbrare il cartellino al suo ufficio, si diresse all’agenzia Bril. Bril crediamo doveva essere anche il nome di qualche nuovo sport, che so, una specie di spaventapasseri usato dai contadini per spargere il verderame, dimodoché era ovvio che per un giro turistico alle Azzorre si doveva prendere la nave.
  Questa, però doveva essere da crociera, sennò c’era caso che Bril fosse anche una parola in fenicio antico, che stava per porta una collana al collo ed è da credere si riferisse alla fiamma di gioventù di Stola, che si chiamava Lina e che poi lo lasciò per un marinaio turco. Tasse egli le aveva sempre pagate, tangenti no, ma ciò non voleva dire che in una discoteca il volume delle casse dovesse essere smorzato, anzi sull’autostrada c’erano gli avvisi man in work. Egli così smontò dal treno a Napoli e prese la via della metropolitana. Non è che con ciò sull’autostrada non vi fossero più man in work, al contrario un turista, uscendo da un bar a Tenerife disse au wiedersen.
  E dire che un coccodrillo è africano, nel senso che un wurstel non è un hamburger, e allora come spiegare i man in work? Doveva essere sicuramente che la luna era all’ultimo quarto, altrimenti come avrebbero potuto gli evasori pagare la tangente nel nostro paese? La risposta è che non ci sono birre senza luppolo e non c’è discoteca senza chiasso. Ne ricaviamo anche quest’aurea regola: se si paga, si paghi in anonimo, per evitare.
  Stola, dunque prese per la stazione metrò più vicina all’indirizzo della Bril e, sceso dal treno, mosse a piedi verso quella meta. Non dico ch’egli fosse goloso di wurstel, ma certo le tapparelle delle abitazioni non per questo vanno chiuse di notte, al punto che in tanti giudicano Annibale più abile generale di Giulio Cesare. Tanto più che editore in Italia è sinonimo di ignorante e trappano, dal momento che non ve n’è uno solo che sia simile. Voglio dire che un elicottero, avendo le pale, può essere così. In sostanza gli editori italici non capiscono un’acca di libri e letteratura, ma, siccome gli si dà molto credito da parte dei regimi in carica, bevono anche loro acqua minerale.
  Si vede che una farfalla è colorata, sennò come potrebbe un’insalata non farsi con lattuga, pomodori, cetrioli, dunque non essere ben composta e poi condita al punto giusto, se non a patto che una donna adoperi dei cosmetici per abbellirsi il volto? Né si capisce perché un editore italico debba essere per forza padano, in particolare la birra, che a Munchen versano a fiumi, a parte il fatto che le antenne possono essere paraboliche e purtroppo i famigerati editori italici sono per lo più de Milan. Segno che un numero di telefono può essere o l’uno o l’altro.
  Quello dell’idraulico, per dire è 0812345, quello del medico 08156291, quello con la barba è mio cugino, quell’altro è un palo della luce, per il resto pare che ci sia stato un tifone al largo del Pacifico. Ignaro di quanto testé riferito, Giacomo Stola si approssimò alla sua destinazione e si trovò di fronte un grattacielo di una cinquantina di piani. Non che le melenzane fossero degli ortaggi e che le banane stessero ai tropici, quell’edificio pareva veramente interminabile, come se toccasse il cielo e Stola ebbe un po’ di vertigine. Nondimeno, accelerò il passo e s’infilò nell’atrio, cercando nella lista dei residenti se vi fosse il nome della Bril, ma non lo trovò. Doveva essere che i gatti non sono topi, cosicché i primi miagolassero e i secondi squittissero, permettendo che gli elicotteri volassero con le pale e il giorno dopo la partita di basket ci fossero i commenti. I quacqueri, per esempio sono protestanti e i sunniti musulmani.
 E i rinoceronti, domanderete? Quelli hanno il corno, per cui, non avendo la proboscide, Hegel direbbe che sono dialettici, in ciò avvalorato dalla circostanza che, quando passa un treno, il passaggio a livello deve restare chiuso. Oltre tutto, se le sbarre sono serrate, è ovvio che un uovo dev’essere sgusciato, per poter preparare sui fornelli una frittata, ma, se le sbarre sono aperte, vorrà dire che la frase può essere così formulata sono trent’anni che faccio il piastrellista.
Clan indifferenti a tutto, d’altronde sembra siano infiltrati in certi appalti edilizi, per cui un piastrellista può tranquillamente professare il buddhismo, anche se non si può a priori scartare un libro, un romanzo, per prendere un caso, conti 238 pagine. Sicuramente, però il clan lo scarterà, per la semplice ragione che l’appalto per la posa in opera delle piastrelle è già stato assegnato a una ditta collusa. La mafia, è logico, s’insinua in tante pieghe della vita nazionale, in pratica facendo sì che per stirare un paio di calzoni ci voglia il ferro, non il televisore.
  Una questione di elettrodomestico, dunque, e va da sé che o lavatrice o frigorifero o lavastoviglie, un’automobile deve sempre avere la marmitta, sottintendendo che la frazione debba essere 8/7, cioè nel gioco del bowling uno strike è il massimo. Stola, per conto suo non vi aveva mai giocato, a lui piacevano solo le carte napoletane, ma ora, lì in quel grattacielo che pareva la torre di Babele, non ci pensava nemmeno e chi sa quanto avrebbe dato per andarsene subito. Chiese qualche informazione qua e là, nessuno, tuttavia seppe dirgli nulla sulla Bril. Pareva di essere in un paese straniero in quel luogo, nessuno che ti degnasse di uno sguardo amico, chiunque non badava che ai suoi privati e segreti affari, come fossero tutti degli automi che salivano e scendevano da quei piani che non finivano mai, protendendosi fino al cielo. Prese così l’ascensore, determinato a chiarire quella storia. Naturalmente non si trattava di rispondere al cellulare pronto sto per partire ci vediamo appena arrivo e prendiamo un caffè, né di cambiare canale al telecomando, quanto piuttosto di riflettere profondamente sulla metafisica di Spinoza, in modo da stabilire se i gabbiani fossero di più o di meno. Stola risolse subito il problema, fermandosi ogni tanto a qualche piano e interrogando dove poteva, specie negli uffici e qualche volta bussando a qualche casa privata, per avere dei lumi sulla Bril. Finì che ci fu un altro canestro e il risultato fu di 80-70 a favore della squadra ospite, punteggio che giustificava le previsioni che vedevano il prezzo dell’oro in caduta libera e il termometro in salita fino a 21°, fermo restando che le piante di cocco stanno anch’esse ai tropici e gli struzzi corrono fino a 50 km/h, facendo in modo la benzina costi. Povero Stola!, la Brill era peggio di un ago nel pagliaio in quel grattacielo: maledetto indirizzo che non precisava né il piano né l’interno, e dire che c’erano anche 4 scale nel fabbricato. Gli parve di perdere la testa, come si fosse smarrito in chi sa quale paese sconosciuto, eppure era lì, nel cuore della sua Napoli, che pretendeva, lui del nolano, ma da tanti anni in servizio nella città partenopea, di sapere come le sue tasche.
  Non per nulla un giornalista costituiva il non plus ultra dell’arroganza e della saccenteria, al punto che ne contavano più loro che il calendario sulla loro carta stampata o dalle loro tivù, cui bisogna necessariamente aggiungere per la compiuta intelligenza della precedente affermazione la superficie del cilindro sia πr2h, onde sostituire l’olio nel motore appena consumato. Gli stessi contatori della luce lo dimostrano, intendo che il numero di chilowatt non corrisponde ai chilometri del tachimetro, in pratica 23167 non è quanti sono gli evasori fiscali italiani, ma il cherosene. La conta degli evasori è molto più ingente e il bello è che nessuno ci pone riparo, anzi le ostriche non sono pesci. Si pensi a tal riguardo che la I legge di Keplero prevede che l’orbita debba essere ellittica e allora come si fa poi a escludere a priori che un pipistrello non sia un uccello. Per farlo, bisognerebbe quanto meno saper giocare a pallanuoto, così almeno, nel prendere un pallone, uno non dovrebbe essere costretto a ripetere continuamente questo è un evasore e questo, e questo pure e quell’altro, senza doversi fermare per niente presto nell’elenco. E’ che in Italia ci sono gli scavi di Pompei e lì bisogna girare per visitarli tutti.
  E poi non è detto che un pinguino sia un pesce, basti dire che, per salire al 3° piano, si può prendere l’ascensore, dunque… Inoltre la scienza medica assicura che un mal di testa non dipende sempre dalla cervicale, per cui è ovvio che bisogna saper operare in borsa se si vuole che un barattolo di sottaceti di vetro non cada di mano e finisca in pezzi, con la conseguenza che la geografia non è la storia, ma tuttavia il mese appresso. Ecco, in sostanza, non è come un giornalista che dice solo balle, ma come l’altra volta. Manco a farlo apposta, Giacomo Stola pensava alla geografia. Egli si domandava se quella fosse la sua Napoli o un altro mondo. Mentre saliva e scendeva i piani di quel grattacielo interminabile, alla ricerca dell’Agenzia di pulizie Brill, egli rifletté che tutto sommato non aveva torto quel vecchio detto Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, nel senso che avrebbe proprio avuto bisogno a quel punto di un buon caffè per tirarsi su, nello stato di depressione in cui era. Naturalmente ciò non equivaleva a cambiare la ruota della macchina, tant’è che i piccioni volano sull’acqua. Eppure, giunto al 52° piano del palazzo, l’ultimo, egli scrutò attraverso i vetri di un finestrone della scala in basso e non capì più dov’era: una vertigine lo colse, egli avvertì come una perdita di coscienza, chi era lui non avrebbe più potuto rispondere, si sentì estraneo a se stesso, egli semplicemente vegetava, era solo un corpo senza pensiero: perdersi nello spazio cosmico sarebbe stato lo stesso. Alla fine, poi, diremmo noi che in una piscina in fondo c’è l’acqua.
  Stola, però non era neppure sfiorato da quest’idea, egli da più di mezz’ora non faceva che sballottarsi da un piano all’altro, ma nessuno ne sapeva nulla di quella Brill, eppure le murene sono pesci.  Poteva mai desistere? No, se è vero che stirare degli indumenti li rende caldi. Piuttosto piegarli dopo la stiratura sarebbe stato come girare lo sterzo e premere il clacson, cosicché Stola si riebbe dal suo smarrimento e decise di riprendere a cercare. Un po’ dopo mise i piedi al 36° piano e lì provò a chiedere informazioni a un addetto di una compagnia telefonica. Sbalordì al sentirgli uscire dalle labbra che sì, la Brill era ubicata su quel paino, di fronte a quel suo ufficio fino a poco tempo addietro, ma poi era sparita e lui non ne aveva avuto più notizie. Sì, alla data della spedizione dell’avviso di pagamento a Stola era ancora lì, tutto tornava. Dunque, le carote si vendono come ortaggi e i gli alligatori hanno i denti, ma la crema al limone non si fa con l’essenza di garofano, malgrado siano le corse automobilistiche ad avere il pit stop. Che cosa se ne poteva concludere? Stola pensò che 383 è minore di 397.
  Inutile, perciò continuare la ricerca nel grattacielo, la Brill non l’avrebbe mai trovata. Si avviò malinconicamente verso la discesa e questa volta si fermò solo a terra, dove, guadagnata l’uscita, si rimise in strada, non sapendo dove battere la testa. Si vede, crediamo, che, essendo quello il suo stato d’animo, le giraffe hanno il collo lungo e stanno in Africa. Lui, cui non piacevano le caramelle, continuava a rimuginare tra sé su quella storia. A un certo punto, fosse che le navi partivano dal porto, fosse che nelle stazioni ci fosse gente, gli venne una pensata illuminante: un avvocato, mettersi nelle sue mani, e quel giorno stesso si portò per un consulto ad uno studio legale, l’unico che sapeva, a Nola, dove si era rivolto suo cognato Adolfo in seguito a una contesa processuale su un confine agrario. Non si trattava, è chiaro, di stappare una bottiglia, né di usare il crich, ma occorreva comunque fotografare. L’avvocato, tale Marcello Minfra, raccolse tutti i dati che lui poté procurargli e promise di studiare il caso, rimandandolo a qualche giorno dopo. Non si creda con ciò che un coiffeur debba sempre usare i bigodini nel fare pettinature, ma solo che i francobolli devono essere timbrati, senza contare che una stationwagon può essere una Wolkswagen. Non è, invece vero il contrario, che, quindi una camicia con i polsini e il colletto abbottonati debba essere per forza guarnita da una cravatta. No, basta che la trivella sia piazzata sul terreno. 
  Non importa che gli evasori fiscali siano tanti tra i padani, non so, le pantofole, i calzini, i guanti, né che i brasiliani siano maestri nel calcio, Stola fu convocato dall’avvocato, come convenuto e apprese dalle sue labbra che c’era poco da fare, egli era tenuto a liquidare l’importo a suo debito a favore della Brill, essendo le carte tutte in regola: anche se la ditta risultava in base a ricerche da lui condotte soppressa, tuttavia gli arretrati dovevano essere corrisposti e depositati su un conto corrente che risultava, però anonimo, contrassegnato solo dalla sigla Brinner. Si poteva contestare la prestazione lavorativa a suo beneficio, ma bisognava provarlo in tribunale e ciò avrebbe significato un difficile e incerto iter processuale, che forse gli sarebbe costato non poco. Stola era ben lungi a quel punto dal credere che un aliscafo sia simile a un motoscafo che, uscendo dallo studio legale, giudicò piuttosto che un CD.
  Il legale Minfra, al suo ritorno nel suo gabinetto, gli mise dunque sotto gli occhi come stavano le cose, e cioè la vacca è un animale sacro, ma il maiale presso alcuni popoli lo è altrettanto, per la qual cosa non è buona educazione fare eruttazioni in pubblico, ma è meglio al massimo spegnere la tivù per evitare di sorbirsi tutte le corbellerie e le gratuità che ammanniscono dagli schermi. Inoltre dichiarò che una volta era peccato mangiare carne il venerdì, ma adesso che andavano diffondendosi dappertutto gli evangelisti e i presbiteriani bisognava guardare dallo specchietto prima di avviare la macchina e mettere la freccia. Concluse che come ultima chance vi era da smentire con prove inequivocabili le sue firme sulla fatturazione con le allegate foto che mostravano i lavori in corso nell’abitazione dello Stola per ben undici mesi, di cui l’interessato non sapeva come capacitarsi. Naturalmente confutare tante circostanze così lineari e limpide era impresa davvero proibitiva e il Minfra consigliava di corrispondere l’importo preteso, a meno di fare benzina alla stazione di servizio, controllando anche la pressione ai pneumatici e facendo lavare a puntino i vetri, allo scopo di rimarcare con l’evidenziatore in verde e accomodare la lavatrice guasta.
  Stola così se ne tornò a capo chino a casa, tetro e sconsolato, già architettando in cuor suo come fronteggiare quel pagamento tanto cospicuo per lui come tanto imprevisto. Egli mai e poi mai avrebbe immaginato che le zebre non differissero e non si dovessero pagare le tangenti come in tante  amministrazioni pubbliche italiane, anzi  fossero i modem che permettono di navigare in rete, come comprova anche la grande filosofia germanica del primo ‘800. Lo stesso André Gide, egregio narratore parigino, confermò l’insostituibile ruolo del modem in informatica, quando scrisse Les caves du Vatican, senza parlare dei pessimi costumi dei prelati in La Chartreuse de Parme. Ma non è su questo che vogliamo ora intrattenerci, bensì sulle cause che portarono alla famosa disfatta di Caporetto, in cui l’esercito austriaco travolse le armi italiane. Innanzitutto, la prima, pirla.
  Poi, la seconda, certi clan letterari capitolini del tutto indifferenti usavano la parola burino nei loro libri, infine, la terza, o’ sole mio sta ‘nfronte a te non era un tweest.  Si dimenticava che, come sesta causa, anche il boogie boogie  era un ballo. A questo punto, in tema di balli, non si può passar sopra il valzer, così fine e la classica passacaglia, che, entrambi, non ci esimono dal tener presente nel giusto conto che una rata, se si deve regolare entro il 25, non si può poi liquidare il 29. Terminerò il discorso su Caporetto, dicendo che o volere o volare.
  Stola, invece, non sapeva come terminare quella sua faccenda con la Bril. Non disponeva di denari sufficienti per saldare il suo debito e pensò di accendere un prestito, per onorarlo. Due giorni appresso il suo definitivo consulto presso l’avvocato, egli si recò in banca, per trattare con il personale della sua agenzia quel mutuo. Nell’uscire dal suo condominio, distrattamente attratto dalla buca della posta, l’aprì e vi trovò una busta con l’intestazione Bril – Impresa di pulizie e lì per lì rimase di stucco. Come?, si disse, un’altra volta! Che altro vogliono da me questi? Non gli basta avermi messo sui carboni ardenti. Ora, signori miei, fa d’uopo considerare che in archeologia la datazione dei reperti si può fare anche con metodi chimici, dunque un vaso, per esempio, può essere greco o egizio o pompeiano, ma, ciò malgrado, non è dato con altrettanta sicurezza affermare che non possa essere azionato anche a mano, una volta sbloccato il congegno automatico e telefonato al tecnico per la riparazione del guasto. Qui, riguardo al cancello, bisognerebbe adesso impegnarsi su una ardua materia, quella del giusto riconoscimento della pensione di anzianità ai lavoratori dello zoo, il cui inquadramento giuridico risulta alquanto controverso. Basti dire che secondo le previsioni meteorologiche giovedì pioverà.
  Ebbene, esaurito l’argomento, torniamo a Stola. Strappata la busta estratta dalla buca della posta, egli ansiosamente la lesse, temendo qualche altra dolorosa sorpresa. E invece, come se la luna fosse al primo quarto e l’orologio segnasse le 23 e 43, egli apprese trattarsi di una ricevuta in tutto e per tutto regolare, con cui gli veniva notificato il suo pagamento della somma a debito nei confronti dell’agenzia di pulizie, per cui il suo debito era prosciolto. Non solo, ma vi era una lettera di accompagnamento, in cui con tanto di firma, la stessa, come notò, della precedente lettera con cui veniva avvisato delle spettanze da saldare, gli si riferiva di avere ricevuto la sua visita al 35° piano del grattacielo e lo si ringraziava per l’avvenuta quietanza dell’importo a suo carico nei confronti della Bril. Stola, come la prima volta stava per essere colto da un colpo per quella somma che da un momento all’altro gli veniva addebitata, ora che ormai si era rassegnato a accollarsi quel misterioso pagamento, stette lì lì per venir meno di nuovo nel venire a sapere altrettanto misteriosamente di avere assolto il suo obbligo, cosa a cui lui non aveva mai effettivamente provveduto, come mai aveva contratto quel debito. Si riebbe e in cuor suo si felicitò: comunque fosse, si era tolto quel peso dalle spalle, anche se non capiva come, né in fondo, pensò, questo per lui significava che egli aveva fatto tutto il suo dovere e, che la cosa fosse o no, com’era, spiegabile e comprensibile, dopo la tempesta era spuntato il sereno e tanto bastava. Salì quindi nuovamente nel suo appartamento, per festeggiare lì con la moglie.  A commento, dirò che non era come un film, essendo le batterie al litio.
  Infatti Annibale valicò le Alpi e colse alla spalle i Romani. Poi nella battaglia del Metauro morì il fratello e Tito Livio scrisse. Più avanti Nerone incendiò Roma e Vespasiano costruì il Colosseo. Successivamente Diocleziano stabilì la tetrarchia e Costantino il cristianesimo. Seguì la deposizione di Romolo Augustolo e la salita al potere di Odoacre, con il che la parentesi dell’impero si chiudeva, nel 476. Il numero che mi tocca ora indicare è, però, non questo, bensì 37924401965883108872455006182247295… etc. etc. etc.

domenica 22 giugno 2014

ULTIME NOTIZIE

Amedeo Modì  - Ritratto di Leopold Zborowski

A partire da questo articolo, L'eretico Bruno diviene l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblicherà a tutti gli effetti legali le sue produzioni letterarie (già per la verità presentate in passato per certe pagine). Si diffida chiunque dal riprodurle in parte o integralmente, essendo protette dal diritto d'autore.
Solo a meditare sul nome del mio blog, L'eretico Bruno, si resterà sorpresi dalla sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E purtroppo, se da un lato come autore il paragonarmi ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certa ambienti e clan a me ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio.

giovedì 5 giugno 2014

MEGLIO DI NULLA


Artinvest2000. Braque Georges, "Violino e brocca" 1910, Olio su tela 117x73. Kunstmuseum, Basilea.
Georges Braque -  Violino e brocca




Sono finite le parole per accompagnare la mia poesia. Eccola, nient'altro, salvo che è scritta per caso in italiano, ma lo poteva essere in una qualsiasi altra lingua.




IL SOLITO DISCO


Farà pure scirocco d’un novembre
maggio e d’un liberty una casa nuova
un restauro, niente potrà quelle ombre
riverniciare di luce, mai riva
toccherà più la stessa onda, nessuna
luminosa aurora risveglierà
Pompei dal suo sonno e  il Fauno o la luna
sotto il Cancro abbagliante tingerà
più come un angelus la mezzanotte.
Calarono quelle ombre piedi vandali
su archi e obelischi tra il traffico e ditte
e su templi tra strisce pedonali,
imposero quei veli oscuri al giorno
quella mano che mutilò al nocciolo
i suoi  rami, sul tardi quel telefono
che squillò per l’addio, quel lampo al melo
che bruciò anche le ali della capinera.
Per il veliero in viaggio alle colonie   
l’abbordaggio della bandiera nera,
ai merli quella colla nelle panie.

                                                                       Gerardo Allocca