L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello
scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli
effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque
dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto
d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta
correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un
eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa
intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan
al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura,
andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del
nostro passaggio
Salvatore Emblema - Senza titolo |
Con settembre è ora di riaprire questo blog. E come riaprirlo se non con un nuovo inserto di narrativa, che si riallaccia all'ultimo del genere, del giugno scorso? E' la volta di Zamik 3, che continua il racconto omonimo, contenuto nel mio romanzo Visita di Sirdi. Inutile dire che le impostazioni letterarie sono le consuete, come pure che nulla vi è di nuovo, per così dire, sul fronte occidentale, ovverosia nei miei rapporti con la letteratura pubblica italica. Essa è arroccata sui soliti presupposti fuorvianti del potere e del personalismo. I soliti interessi dettano legge nel campo, per cui i valori letterari contano poco o nulla. Quel che importa è solo obbedire alla volontà di meschini calcoli e di oscuri clan. Questo blog ne è invece l'esatto contraltare, mirando esclusivamente a obiettivi artistici, pertanto curandosi unicamente di praticare il proprio culto della letteratura, e null'altro. Con il che confidiamo di riscuotere l'approvazione e il consenso dei nostri lettori, che è nostra convinzione continueranno a seguirci
Come se poi
non si sapesse che non c’è niente di più ridicolo e insulso della borghesia
italiana! E sempre a proposito del baseball di cui sopra, mica vi sfugge che i
tappeti in casa vanno spolverati? A Ulmas di certo non sfuggiva che i bambini
giocano. Inoltre concentrò la sua attenzione su questo punto della lettera – La
nostra società rilevò tramite tribunale due anni orsono i beni immobili di un
agiato possidente nolano morto a ottant’anni senza lasciare eredi. Inventariando tra gli arredi e tutto il loro
contenuto (anch’essi acquisiti da noi), fu riscontrata in
un archivio la presenza di un vecchio rogito risalente a
quarantasei anni addietro, che venne esaminato dai nostri tecnici e legali.
Esso trattava della cessione di una non vasta superficie di terreno in località
Marigliano da destinarsi a solo uso agrario. Vi era poi un codicillo che poneva
la condizione secondo la quale qualora mai in futuro, nel lasso di
cinquant’anni, qualcuno, dietro voltura comunale della loro destinazione d’uso,
come avvenuto poi, avesse costruito su quelle terre era tenuto costui al
versamento di una somma, il cui valore aggiornato risulta in seicento milioni.
Dato che è proprio lei, attraverso suo padre come suo erede, che ha edificato
su un’area di quel lotto acquisito a suo tempo proprio per effetto di quel
rogito, risulta ora debitore verso di noi della quota succitata – Sorge dopo una tal lettura, spontanea la
domanda: se a Filippi avessero prevalso Bruto e Cassio, la repubblica a Roma
avrebbe continuato a sopravvivere?
Come dire: tra
un carciofo e un cavolfiore quale avvita meglio di un cacciavite? Perché in
fondo una patata si frigge. Sia pure, ma i taxi trasportano clienti e ciò
rappresenta una contraddizione riguardo al friggere, per quanto forse l’attacco
di un quadro alla parete ne costituirebbe la soluzione.
Quella che
Ulmas, pur inseguita, non trovava per la sua grana. Gli sarebbe bastato in
questa impresa prendere la ceneriera di cristallo e deporla sul controbuffet?
Sarebbe stato per Ulmas, supponendo che uno faccia lo schampo il martedì, come
cucinare delle polpette a bagnomaria. Allora, pensiamo che la soluzione poteva
risiedere piuttosto nel poggiare la ceneriera sulla scrivania.
Il matematico,
invece pensava tutt’altro. Che per sbarbarsi occorre insaponarsi col pennello,
no, ma che gli infissi in un cantiere prima si
montano e poi si verniciano, nemmeno. Pensava precisamente: devo
consultare un avvocato e attaccare causa a questi impostori della immobiliare,
carte alla mano, non mi è mai risultato che nel contratto di acquisto del
terreno dove è sita la mia residenza da parte di mio padre fosse contemplata la
clausola invocata da quei profittatori e sì che avrò letto e riletto l’atto
chissà quante volte. Se ne ricaverà, immagino, l’idea che il rubinetto
dell’acqua sta sul lavandino, ma non importa.
Quel che
importa è s’intenda come in Italia i veri fuorilegge stanno fuori e si recitino
due pater, tre ave e un gloria, salvo poi (a Roma per esempio si dice ‘sta
mignotta) prendere l’ascensore. E non finisce qui, come stanno a dimostrare le
giraffe della savana. Un’ulteriore prova può venire dalla circostanza che erano
le tre di notte.
Ma quando mai?, direte giustamente. Se, mentre Ulmas meditava sulla lettera recapitatagli a proposito dei seicento milioni, al massimo potevano essere le dieci, dieci e mezza? Chiariamo allora che la circostanza delle tre di notte non riguarda Ulmas, ma l’apriscatole.
Saverio Ulmas,
altro che apriscatole, non ci si raccapezzava. Possibile? Andò a prendere nel
suo archivio personale sia il contratto originale in oggetto (suo padre era
defunto da cinque anni e la documentazione di proprietà era in suo possesso;
naturalmente occorrerà riportate che anche la madre di Ulmas non era più e lui
era l’unico loro figlio e, perciò unico erede di quell’immobile, che, insieme a
qualche terreno di campagna costituiva tutta la sua ricchezza), nonché una
fotocopia che ne aveva fatto a suo tempo per garanzia personale. Tra parentesi
va anche detto che alle tapparelle molti preferiscono le persiane nelle abitazioni
se non altro così una caramella ogni tanto non guasta. Ulmas, non mangiando mai
caramelle, costatò che, del tutto paradossalmente, la fotocopia e il rogito
discordavano. La prima corrispondeva in tutto e per tutto a quanto egli
rammentava, l’altro misteriosamente conteneva con identica grafia notarile in
piena regola, senza ombra di manomissione alcuna e con tanto di registrazione
conforme alla data della fotocopia la postilla reclamata dall’immobiliare, che
l’avrebbe costretto a pagare quella cifra esorbitante, quanto al terzo era
probabilmente un topo del Perù o una chiave inglese o che dir si voglia.