martedì 1 marzo 2016

FROSAR

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio




Henry Moore - Two Piece Reclining Figure Cut

Qui appresso la seconda tranche dell'episodio del mese scorso Lintrolac. Seguire la letteratura in lingua italiana di oggi nelle librerie o sulla stampa e, peggio in televisione, significa acconsentire ad una buffonata gestita dagli editori, dai clan e dai poteri meschini di questo paese. Forse, come ebbi a dire in un'occasione, la verità oggi viaggia su internet e sui social network, malgrado tutto più liberi rispetto ai canali tradizionali di comunicazione, tutti chi più chi meno asserviti a qualche logica machiavellica. Leggere quest'altra mia pagina di narrativa, tratta dal romanzo in corso Lungo il muro, può voler dire accostarsi più da vicino alla verità artistica e sfuggire alle bugie e mistificazioni dell'editoria nazionale









  Non fu perciò, quindi che si consigliarono tra loro sul da farsi. Uno, un passeggero dichiarò – In campagna si respira meglio, io, d’estate me ne vado lì – Un altro, un secondo passeggero – Secondo me il colore più bello è il grigio, sta sempre bene e non dà nell’occhio – Un terzo, uno dell’equipaggio – Una motocicletta rombante non è un cavatappi -. Decisero così che, appena scesi a Ischia, avrebbero fatto tutti il bagno. Ma Poseidone tornò a tuonare -  Non inchinatevi a me e fra qualche minuto starete in fondo ai gorghi, muti come pesci per sempre – E allora essi si misero a ballare un sirtaki e Poseidone si unì a loro in una grande festa sulla tolda della nave. Il capitano dell’imbarcazione fece sentire in quella la sua voce squillante, che catturò per un attimo l’attenzione di tutti, anche del dio – Un chiodo a pressione va infilato nel muro - . Alle 12 e 15 approdarono a Ischia. Naturalmente questa era la prova che un barbiere può chiamarsi anche Jò. 
  Ciò detto, mi sembra appena il caso di ricordare che nell’automobilismo pit stop non significa andare a tutto gas, per quanto nel far west una volta ci fossero gli indiani. Ecco come avvenne quel che avvenne a Palazzo Schioppa: divampò una infuocata disputa su chi fosse l’autore dell’affresco conteso, che in tanti non vollero riconoscere di mano berniniana. E ci fu (Teodoro Giobba) chi disse Giuseppe Ribera, chi (Lando Crimalchi) Bernando Cavallino, chi (Simone Arcolisci) Luca Giordano, chi (Eduardo Lava) Francesco Solimena, chi (Federico Salfi) addirittura Salvator Rosa. Poco mancò che si bucasse la ruota e si dovesse cambiarla, e allora si sarebbe dovuto anche andare dal gommista, solo che, dato che l’elettrauto si trovava più vicino, poi non si poteva sapere se fossero le candele ad essere guaste o bisognasse cambiare invece l’olio. Siccome non si trattava delle gomme, alla fine si optò per la I decade di Tito Livio e si lesse Machiavelli. A questo punto, tutto stava a decidere se era meglio lui o Guicciardini, al che si pensò giustamente che, per saperlo, bastava rivolgersi a un carrozziere, anziché a un gommista o a un elettrauto. Effettivamente così il colore poteva essere lilla metallizzato e si sarebbe risparmiato di scegliere tra Machiavelli e Guicciardini, tanto o l’uno o l’altro sempre occorreva aspettare la primavera per vedere introdotta l’ora legale. Un altro ebbe inoltre a dire che in fondo sia l’uno che l’altro dei due scrittori erano toscani e in una Campania autonoma o indipendente sarebbero stati quasi dei forestieri. Il problema, però era, ciò assodato, se un lombrico scava il terreno maggiormente in un giardino o nell’aperta campagna, per il semplice fatto che d’estate ci sono le pesche, laddove a Carnevale si festeggia con le maschere. Non vorrei che ora si fraintendesse e si credesse che le camelie profumano di più.


Luca Giordano - Il matrimonio della Vergine

  Gianlorenzo Bernini, per meglio capirci, non è che amasse le camelie più di tutto, ma, pur essendo napoletano di origine, visse a Roma. Egli, il massimo esponente del barocco italiano, secondo i biografi, rientrò a Napoli, dunque, per trovarsi al capezzale della madre in punto di morte e vi rimase per circa tre mesi, fin qualche tempo dopo la dipartita di quella e la sua tumulazione. Ebbene, non è che perciò le gomme della macchina fossero lisce, no, ma è che una guardata alla pressione non fa male, voglio dire che non devono mai essere sgonfie, quando si circola sulle strade. Federico Salfi, il noto storico dell’arte, ben coscio di ciò, faceva sempre controllare le gomme dal benzinaio e fu così che formulò l’idea che Bernini avesse dipinto lui l’affresco di palazzo Schioppa. L’illustre architetto, scultore e pittore, secondo le sue ricerche, non è che possedesse una Renault, ma era pur sempre di sangue partenopeo, tant’è vero che comunemente si dice non c’è due senza tre. E pertanto Salfi asseriva che Bernini nel trimestre che si fermò a Napoli per restare presso la madre morente, fu ingaggiato dai baroni Schioppa di Carinola perché eseguisse nel loro palazzo di via Mirto angolo via Toledo un affresco raffigurante la nascita di Partenope dal fiume Sebeto, cosa che il genio del barocco poi realmente fece in quel lasso di tempo. Non per nulla un affresco non è un rinfresco, che avrebbe comportato più panini imbottiti, qualche wurstel, del cotechino e tanto champagne, cosicché l’artista napoletano, passati i tre mesi, se ne ritornò a Roma. Con ciò non significa che a Nola o, non so a Saviano o Marigliano o Ottaviano, tutti comuni del nolano, si viva meglio, nient’affatto, ma solo che, quando si gira in macchina, bisogna avere sempre l’accortezza di portarsi appresso la ruota di scorta in buono stato, caso mai la partita finisca 4 a 1 e i tifosi allo stadio urlino urrà.
  Giustamente si osserverà ma lei è del nolano? e risponderò sì, ma non è vero che ho le gomme sgonfie alla macchina, basti dire che al rinfresco c’erano perfino dei rotoli di calamaro al graté. Se è così, allora com’è possibile che Giordano Bruno finì sul rogo? Era nolano anche lui, no? Spiego subito: un mio amico elettricista, avendo acquistato una Citroen, si fermò dal benzinaio e questi gli chiese controllo le gomme? Lui rispose sì, dopo aver fatto benzina.
  In tal modo fece anche Giordano Bruno, ma siccome a Roma facevano i festini in Vaticano, Lutero protestò. E non ti andarono perciò in giro con le gomme sgonfie? Il mio amico elettricista fu conseguentemente dichiarato eretico a causa della sua Citroen e immediatamente messo al rogo dai Gesuiti in Campo dei fiori a Roma. Non solo, ma le camelie fu definitivamente dimostrato che non sono dalie.
  La circostanza non è priva di importanza, solo a pensare che nel nostro paese un editore manovra i suoi cronisti come fossero suoi lacché e chi non fa come dice lui, fuori. E poi, non si creda, come solitamente si sente dire, che non c’è rosa senza spine, perché ci sono anche le dalie, le camelie, le azalee, i tulipani, le orchidee, i giacinti, i girasoli, i gerani. Ne esce confermato che le camelie non sono dalie, come pure la pinza, il trapano, il martello. Va al riguardo puntualizzato che un chiodo prima si estrae quello vecchio, poi si fa un nuovo foro, infine si ficca nel muro. Dopodiché si appende il quadro e qui ritorniamo punto e daccapo: to bie o not to bie?
  Sì, perché, ditemi voi, se le camelie non sono dalie, com’è possibile che, saliti su non so una Porche, uno vada per controllare la pressione alle gomme e gli venga candidamente comunicato che sono lisce? E’ la Porche che non è una Renault o la Citroen che non è dell’elettricista? Ci si può consolare solo dicendosi che dopo tutto anche le ortensie sono fiori, malgrado l’aperitivo.   
  E perché un digestivo no? Sicuramente, è sufficiente dire che un gommista ne beve, quindi le ruote possono benissimo essere lisce. Il ragionamento adesso ci porta logicamente a concludere che l’elettricista aveva ragione quando diceva che un benzinaio non è un gommista. In realtà egli, e così tutto quadrava, aveva comprato una Citroen, non una Peugeot.
  Vuoi vedere che è per questo se tra Bernini, Giuseppe Recco, Luca Giordano, Salvator Rosa e tutti gli altri che furono chiamati in causa da critici e storiografi, non si riusciva a capire chi fosse l’artefice dell’affresco di palazzo Schioppa? Bernini dicevano certi no, è troppo poco architettonico; Recco dicevano altri no, manca della freschezza che alberga nei suoi dipinti; Salvator Rosa obiettavano altri ancora, no, manca di fantasia surreale.  E analogamente per gli altri candidati, c’erano sempre degli studiosi che avevano qualcosa da ridire, sicché quell’affresco di palazzo Schioppa pareva di tutti e di nessuno. Non si finiva più in tal guisa di avanzare ipotesi sulla sua paternità e puntualmente di screditarle. Si arrivò al punto a Napoli di fare la fila presso i gommisti, tanto le dalie erano ricercate ai negozi di fiorai.
  La cosa continuò a trascinarsi così irrisolta per mesi, come fosse che una BMW non potesse avere le gomme sgonfie, quando poi erano le camelie a profumare, non i contrabbassi. Tutt’al più si poteva credere che i violoncelli profumassero, benché fossero in tanti a preferire i clarini. Alla fine un fagotto perché non avrebbe potuto profumare lui? Fatto sta che la vendita dei tulipani crebbe a più non posso, dopo che si diffuse la voce che italiano non significava quello. Tutti si chiesero quale fosse la pressione corretta per le gomme e si stabilì che quella di scorta doveva essere alla stessa pressione.
  Ovviamente il manometro per la misurazione non doveva essere confuso con il barometro, come fecero molti automobilisti. Essi però, in cambio, ricorrendo ai barometri, date le file dai gommisti, fecero indovinatissime previsioni del tempo. Nonostante prevedessero pioggia e maltempo per tre giorni di seguito, la vendita dei tulipani non calò, anzi furono le Renault, non le Opel. E ci fu chi dalle reti Sky annunciò che, dato il protrarsi degli affollamenti presso le officine dei gommisti, a Napoli era stato ufficialmente deciso di porre fine una volta per tutte alla diatriba su chi fosse l’autore dell’affresco di palazzo Schioppa. Il cronista Sky aggiunse anche che le dalie non erano camelie, e molti non capirono.
  Manco a farlo apposta, in effetti, le gomme delle macchine erano 4+1, quindi bisognava aggiungere 1, il che giustificava pienamente l’aggiunta nella notizia da parte delle reti Sky. Fatto si è che numerosi telespettatori pensarono bene, una volta appresa quella notizia, che, come le dalie non erano camelie, così non si doveva più andare alle partite di calcio su tutto il territorio nazionale e allo stesso modo altri non vollero più acquistare i giornali. Similmente la nostalgia.
  Per di più i telespettatori erano sia maschi che femmine, dunque, non essendo unisex, indossavano abiti di taglio ben diverso. Ne viene anche che l’acquedotto serve le case dei cittadini, così come le linee telefoniche, della luce e del gas. Altra conseguenza è che un concerto di musica da camera si può fare. Inversamente una lavastoviglie va caricata col sapone, per cui non ha senso dire questo quadro è brutto. Resta il fatto che le albicocche sono morbide, i mobili di legno, i lampadari pendono dal soffitto, neanche le carote non stessero sotto terra, come le patate, e gli zucchini non fossero verdi. Per il resto, i cavalli galoppano negli ippodromi.
  Gli stessi non rimasero coinvolti nella controversia a proposito dell’affresco di palazzo Schioppa.  Questa sembrava incomponibile, a tal segno da indurre la Soprintendenza alle Belle Arti e Monumenti di Napoli ad adottare come estrema ratio una soluzione assolutamente sui generis per cavarsi d’impaccio e sperare quello stallo insormontabile. In altri termini i grissini sono un utile spuntino e si discostano dagli omnibus per il fatto che questi si fermano a tutte le stazioni, ma non il ferro dolce.
  La latta è proprio così, ferro dolce o ghisa? Ben altrimenti, il cemento s’indurisce contrariamente alle dalie, che, come fiori profumati, non coincidono con l’area. Il volume è, invece quello del cemento, ma un po’ minore, in quanto la latta è più debole, per cui, quando si misura l’altezza, viene sempre più alta, di circa 5 cm. 7, infatti è troppo, perché corrisponde ai colori dell’arcobaleno, 4 è poco, perché il quadrato è un poligono. Non rimaneva che sentenziare che l’affresco di palazzo Schioppa apparteneva a tutti gli artisti candidati, fino a successivo eventuale accreditamento. Così fece la Soprintendenza di Napoli, assegnando a tutti i nomi avanzati, Bernini, Giordano, Rosa, Recco, Cavallino e gli altri quell’opera d’arte, un po’ all’ uno un po’ all’altro, dal momento che essa sembrava avere un po’ di ognuno di essi, senza averne tutto. Tanto per dire, il cannocchiale serve, una borraccia pure, un caricabatterie. Di Bernini aveva l’originalità e la grandezza, di Salvator Rosa la magia del colore, di Giordano la monumentalità, di Recco la naturalità, di Solimena l’eleganza, e così per ogni altro dei pittori della scuola napoletana del XVII secolo vi era qualche tratto tipico che apparteneva all’affresco. Eppure, in autostrada la velocità non dipende dallo stesso motivo, intendo dire che non bisogna estrarre la radice quadrata di x, ma pagare il pedaggio.  
  Ecco come avviene che, cliccando sul nome, si apre una finestra su cui si legge inserire i propri dati anagrafici e una fotografia, dopodiché premere il piede sull’acceleratore e innestare la freccia a destra, facendo in modo che compaiano tutte le tappe della carriera nel curriculum, che si avrà cura di firmare alla fine, apponendo la data del giorno e avviandosi sulla tangenziale a non più di 80 Km orari, tanto più che le stelle sono bianche la notte. Non dimenticare che  i cani fanno bau bau