L'eretico
Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e
poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi
contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già
dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione
con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico
finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa
intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e
clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente facilmente obliterabile del nostro passaggio
Henry Moore - Two Piece Reclining Figure Cut |
Qui appresso la seconda tranche dell'episodio del mese scorso Lintrolac. Seguire la letteratura in lingua italiana di oggi nelle librerie o sulla stampa e, peggio in televisione, significa acconsentire ad una buffonata gestita dagli editori, dai clan e dai poteri meschini di questo paese. Forse, come ebbi a dire in un'occasione, la verità oggi viaggia su internet e sui social network, malgrado tutto più liberi rispetto ai canali tradizionali di comunicazione, tutti chi più chi meno asserviti a qualche logica machiavellica. Leggere quest'altra mia pagina di narrativa, tratta dal romanzo in corso Lungo il muro, può voler dire accostarsi più da vicino alla verità artistica e sfuggire alle bugie e mistificazioni dell'editoria nazionale
Non
fu perciò, quindi che si consigliarono tra loro sul da farsi. Uno, un
passeggero dichiarò – In campagna si respira meglio, io, d’estate me ne vado lì
– Un altro, un secondo passeggero – Secondo me il colore più bello è il grigio,
sta sempre bene e non dà nell’occhio – Un terzo, uno dell’equipaggio – Una
motocicletta rombante non è un cavatappi -. Decisero così che, appena scesi a
Ischia, avrebbero fatto tutti il bagno. Ma Poseidone tornò a tuonare
- Non inchinatevi a me e fra qualche minuto starete in fondo ai
gorghi, muti come pesci per sempre – E allora essi si misero a ballare un
sirtaki e Poseidone si unì a loro in una grande festa sulla tolda della nave.
Il capitano dell’imbarcazione fece sentire in quella la sua voce squillante,
che catturò per un attimo l’attenzione di tutti, anche del dio – Un chiodo a
pressione va infilato nel muro - . Alle 12 e 15 approdarono a Ischia.
Naturalmente questa era la prova che un barbiere può chiamarsi anche Jò.
Ciò
detto, mi sembra appena il caso di ricordare che nell’automobilismo pit stop
non significa andare a tutto gas, per quanto nel far west una volta ci fossero
gli indiani. Ecco come avvenne quel che avvenne a Palazzo Schioppa: divampò una
infuocata disputa su chi fosse l’autore dell’affresco conteso, che in tanti non
vollero riconoscere di mano berniniana. E ci fu (Teodoro Giobba) chi disse
Giuseppe Ribera, chi (Lando Crimalchi) Bernando Cavallino, chi (Simone
Arcolisci) Luca Giordano, chi (Eduardo Lava) Francesco Solimena, chi (Federico
Salfi) addirittura Salvator Rosa. Poco mancò che si bucasse la ruota e si
dovesse cambiarla, e allora si sarebbe dovuto anche andare dal gommista, solo
che, dato che l’elettrauto si trovava più vicino, poi non si poteva sapere se
fossero le candele ad essere guaste o bisognasse cambiare invece l’olio.
Siccome non si trattava delle gomme, alla fine si optò per la I decade di Tito
Livio e si lesse Machiavelli. A questo punto, tutto stava a decidere se era
meglio lui o Guicciardini, al che si pensò giustamente che, per saperlo, bastava
rivolgersi a un carrozziere, anziché a un gommista o a un elettrauto.
Effettivamente così il colore poteva essere lilla metallizzato e si sarebbe
risparmiato di scegliere tra Machiavelli e Guicciardini, tanto o l’uno o
l’altro sempre occorreva aspettare la primavera per vedere introdotta l’ora
legale. Un altro ebbe inoltre a dire che in fondo sia l’uno che l’altro dei due
scrittori erano toscani e in una Campania autonoma o indipendente sarebbero
stati quasi dei forestieri. Il problema, però era, ciò assodato, se un lombrico
scava il terreno maggiormente in un giardino o nell’aperta campagna, per il
semplice fatto che d’estate ci sono le pesche, laddove a Carnevale si festeggia
con le maschere. Non vorrei che ora si fraintendesse e si credesse che le camelie
profumano di più.
Luca Giordano - Il matrimonio della Vergine |
Gianlorenzo
Bernini, per meglio capirci, non è che amasse le camelie più di tutto, ma, pur
essendo napoletano di origine, visse a Roma. Egli, il massimo esponente del
barocco italiano, secondo i biografi, rientrò a Napoli, dunque, per trovarsi al
capezzale della madre in punto di morte e vi rimase per circa tre mesi, fin
qualche tempo dopo la dipartita di quella e la sua tumulazione. Ebbene, non è
che perciò le gomme della macchina fossero lisce, no, ma è che una guardata
alla pressione non fa male, voglio dire che non devono mai essere sgonfie,
quando si circola sulle strade. Federico Salfi, il noto storico dell’arte, ben
coscio di ciò, faceva sempre controllare le gomme dal benzinaio e fu così che
formulò l’idea che Bernini avesse dipinto lui l’affresco di palazzo Schioppa.
L’illustre architetto, scultore e pittore, secondo le sue ricerche, non è che
possedesse una Renault, ma era pur sempre di sangue partenopeo, tant’è vero che
comunemente si dice non c’è due senza tre. E pertanto Salfi asseriva che
Bernini nel trimestre che si fermò a Napoli per restare presso la madre
morente, fu ingaggiato dai baroni Schioppa di Carinola perché eseguisse nel
loro palazzo di via Mirto angolo via Toledo un affresco raffigurante la nascita
di Partenope dal fiume Sebeto, cosa che il genio del barocco poi realmente fece
in quel lasso di tempo. Non per nulla un affresco non è un rinfresco, che
avrebbe comportato più panini imbottiti, qualche wurstel, del cotechino e tanto
champagne, cosicché l’artista napoletano, passati i tre mesi, se ne ritornò a
Roma. Con ciò non significa che a Nola o, non so a Saviano o Marigliano o
Ottaviano, tutti comuni del nolano, si viva meglio, nient’affatto, ma solo che,
quando si gira in macchina, bisogna avere sempre l’accortezza di portarsi
appresso la ruota di scorta in buono stato, caso mai la partita finisca 4 a 1 e
i tifosi allo stadio urlino urrà.
Giustamente
si osserverà ma lei è del nolano? e risponderò sì, ma non è vero che ho le
gomme sgonfie alla macchina, basti dire che al rinfresco c’erano perfino dei
rotoli di calamaro al graté. Se è così, allora com’è possibile che Giordano
Bruno finì sul rogo? Era nolano anche lui, no? Spiego subito: un mio amico
elettricista, avendo acquistato una Citroen, si fermò dal benzinaio e questi
gli chiese controllo le gomme? Lui rispose sì, dopo aver fatto benzina.
In
tal modo fece anche Giordano Bruno, ma siccome a Roma facevano i festini in
Vaticano, Lutero protestò. E non ti andarono perciò in giro con le gomme
sgonfie? Il mio amico elettricista fu conseguentemente dichiarato eretico a
causa della sua Citroen e immediatamente messo al rogo dai Gesuiti in Campo dei
fiori a Roma. Non solo, ma le camelie fu definitivamente dimostrato che non
sono dalie.
La
circostanza non è priva di importanza, solo a pensare che nel nostro paese un
editore manovra i suoi cronisti come fossero suoi lacché e chi non fa come dice
lui, fuori. E poi, non si creda, come solitamente si sente dire, che non c’è
rosa senza spine, perché ci sono anche le dalie, le camelie, le azalee, i
tulipani, le orchidee, i giacinti, i girasoli, i gerani. Ne esce confermato che
le camelie non sono dalie, come pure la pinza, il trapano, il martello. Va al
riguardo puntualizzato che un chiodo prima si estrae quello vecchio, poi si fa
un nuovo foro, infine si ficca nel muro. Dopodiché si appende il quadro e qui
ritorniamo punto e daccapo: to bie o not to bie?
Sì,
perché, ditemi voi, se le camelie non sono dalie, com’è possibile che, saliti
su non so una Porche, uno vada per controllare la pressione alle gomme e gli
venga candidamente comunicato che sono lisce? E’ la Porche che non è una
Renault o la Citroen che non è dell’elettricista? Ci si può consolare solo
dicendosi che dopo tutto anche le ortensie sono fiori, malgrado
l’aperitivo.
E
perché un digestivo no? Sicuramente, è sufficiente dire che un gommista ne
beve, quindi le ruote possono benissimo essere lisce. Il ragionamento adesso ci
porta logicamente a concludere che l’elettricista aveva ragione quando diceva che
un benzinaio non è un gommista. In realtà egli, e così tutto quadrava, aveva
comprato una Citroen, non una Peugeot.
Vuoi
vedere che è per questo se tra Bernini, Giuseppe Recco, Luca Giordano, Salvator
Rosa e tutti gli altri che furono chiamati in causa da critici e storiografi,
non si riusciva a capire chi fosse l’artefice dell’affresco di palazzo
Schioppa? Bernini dicevano certi no, è troppo poco architettonico; Recco
dicevano altri no, manca della freschezza che alberga nei suoi dipinti;
Salvator Rosa obiettavano altri ancora, no, manca di fantasia
surreale. E analogamente per gli altri candidati, c’erano sempre
degli studiosi che avevano qualcosa da ridire, sicché quell’affresco di palazzo
Schioppa pareva di tutti e di nessuno. Non si finiva più in tal guisa di
avanzare ipotesi sulla sua paternità e puntualmente di screditarle. Si arrivò
al punto a Napoli di fare la fila presso i gommisti, tanto le dalie erano
ricercate ai negozi di fiorai.
La
cosa continuò a trascinarsi così irrisolta per mesi, come fosse che una
BMW non potesse avere le gomme sgonfie, quando poi erano le camelie a profumare, non i
contrabbassi. Tutt’al più si poteva credere che i violoncelli profumassero,
benché fossero in tanti a preferire i clarini. Alla fine un fagotto perché non avrebbe
potuto profumare lui? Fatto sta che la vendita dei tulipani crebbe a più non
posso, dopo che si diffuse la voce che italiano non significava quello. Tutti
si chiesero quale fosse la pressione corretta per le gomme e si stabilì che
quella di scorta doveva essere alla stessa pressione.
Ovviamente
il manometro per la misurazione non doveva essere confuso con il barometro,
come fecero molti automobilisti. Essi però, in cambio, ricorrendo ai barometri,
date le file dai gommisti, fecero indovinatissime previsioni del tempo.
Nonostante prevedessero pioggia e maltempo per tre giorni di seguito, la
vendita dei tulipani non calò, anzi furono le Renault, non le Opel. E ci fu chi
dalle reti Sky annunciò che, dato il protrarsi degli affollamenti presso le
officine dei gommisti, a Napoli era stato ufficialmente deciso di porre fine
una volta per tutte alla diatriba su chi fosse l’autore dell’affresco di
palazzo Schioppa. Il cronista Sky aggiunse anche che le dalie non erano
camelie, e molti non capirono.
Manco
a farlo apposta, in effetti, le gomme delle macchine erano 4+1, quindi
bisognava aggiungere 1, il che giustificava pienamente l’aggiunta nella notizia
da parte delle reti Sky. Fatto si è che numerosi telespettatori pensarono bene,
una volta appresa quella notizia, che, come le dalie non erano camelie, così
non si doveva più andare alle partite di calcio su tutto il territorio
nazionale e allo stesso modo altri non vollero più acquistare i giornali.
Similmente la nostalgia.
Per
di più i telespettatori erano sia maschi che femmine, dunque, non essendo
unisex, indossavano abiti di taglio ben diverso. Ne viene anche che
l’acquedotto serve le case dei cittadini, così come le linee telefoniche, della
luce e del gas. Altra conseguenza è che un concerto di musica da camera si può
fare. Inversamente una lavastoviglie va caricata col sapone, per cui non ha
senso dire questo quadro è brutto. Resta il fatto che le albicocche sono
morbide, i mobili di legno, i lampadari pendono dal soffitto, neanche le carote
non stessero sotto terra, come le patate, e gli zucchini non fossero verdi. Per
il resto, i cavalli galoppano negli ippodromi.
Gli
stessi non rimasero coinvolti nella controversia a proposito dell’affresco di
palazzo Schioppa. Questa sembrava incomponibile, a tal segno da
indurre la Soprintendenza alle Belle Arti e Monumenti di Napoli ad adottare
come estrema ratio una soluzione assolutamente sui generis per cavarsi
d’impaccio e sperare quello stallo insormontabile. In altri termini i grissini
sono un utile spuntino e si discostano dagli omnibus per il fatto che questi si
fermano a tutte le stazioni, ma non il ferro dolce.
La
latta è proprio così, ferro dolce o ghisa? Ben altrimenti, il cemento
s’indurisce contrariamente alle dalie, che, come fiori profumati, non coincidono
con l’area. Il volume è, invece quello del cemento, ma un po’ minore, in quanto
la latta è più debole, per cui, quando si misura l’altezza, viene sempre più alta, di circa 5 cm. 7, infatti è troppo, perché corrisponde ai colori
dell’arcobaleno, 4 è poco, perché il quadrato è un poligono. Non rimaneva che
sentenziare che l’affresco di palazzo Schioppa apparteneva a tutti gli artisti
candidati, fino a successivo eventuale accreditamento. Così fece la
Soprintendenza di Napoli, assegnando a tutti i nomi avanzati, Bernini,
Giordano, Rosa, Recco, Cavallino e gli altri quell’opera d’arte, un po’ all’
uno un po’ all’altro, dal momento che essa sembrava avere un po’ di ognuno di
essi, senza averne tutto. Tanto per dire, il cannocchiale serve, una borraccia
pure, un caricabatterie. Di Bernini aveva l’originalità e la grandezza, di
Salvator Rosa la magia del colore, di Giordano la monumentalità, di Recco la
naturalità, di Solimena l’eleganza, e così per ogni altro dei pittori della
scuola napoletana del XVII secolo vi era qualche tratto tipico che apparteneva all’affresco.
Eppure, in autostrada la velocità non dipende dallo stesso motivo, intendo dire
che non bisogna estrarre la radice quadrata di x, ma pagare il pedaggio.
Ecco
come avviene che, cliccando sul nome, si apre una finestra su cui si legge
inserire i propri dati anagrafici e una fotografia, dopodiché premere il piede
sull’acceleratore e innestare la freccia a destra, facendo in modo che
compaiano tutte le tappe della carriera nel curriculum, che si avrà cura di
firmare alla fine, apponendo la data del giorno e avviandosi sulla tangenziale
a non più di 80 Km orari, tanto più che le stelle sono bianche la notte. Non
dimenticare che i cani fanno bau bau