venerdì 1 dicembre 2023

QUNZ 4

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo




E' in arrivo il periodo natalizio e, come sbandieravano una volta le ronde per le strade, tutto va bene. Va bene tanto per dire, s'intende, al punto di dover correggere: tutto va male; o, meglio ancora: tutto ristagna nel bene e nel male.
In sostanza le gravi tare di questo mondo, in preda alla deleteria globalizzazione, che condanna l'uomo alla acefala obbedienza ad oligarchie internazionali,  arbitri delle cose di tutti i giorni, specie attraverso la mediazione dei mezzi di comunicazione di massa, veri protagonisti della nostra realtà.
E così in Italia hanno buon gioco le vecchie classi dirigenti, che restano sempre in sella, anche al variare del vento politico che tira. Hanno buon gioco i vecchi clan artistici, che spadroneggiano nel campo culturale.
Purtroppo in un mondo così non si vede alcuna via d'uscita, siamo tutti destinati a inchinarci a questi gretti e ciechi ingranaggi collettivi, i quali si appellano poi alla loro indispensabilità, onde impedire la confusione e la discordia, ma in verità essi non fanno che i comodi di pochi e riducono le persone ad automi di una infernale macchina mondiale.
A noi autori letterari non resta che affidarci all'effetto mitigatore della poesia, e pertanto io proseguo per la mia strada, proponendo il quarto brano del racconto Qunz, desunto dal mio romanzo, già presente nei circuiti Amazon, dal titolo Lungo il muro. Se la letteratura può servire a medicare le ferite, ecco, io offro questo rimedio, che magari non servirà a guarire, ma senz'altro almeno ad alleviare i mali.





Segue da Qunz 3 dell'1 novembre 2023  

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   Ebbene? Se il barman non poteva essere un altro, poteva mai Medardo Sagliocca da Caserta mentire? Egli che sosteneva Tasso e Marino essersi incontrati a Ferrara, come provava una lettera del secondo all’amico Ignazio Zambrogna di Napoli, dal Sagliocca scovata in Francia, non essendo mai giunta al destinatario, perché intercettata dai servizi di sicurezza di Luigi XII, che teneva il poeta partenopeo sotto sorveglianza, temendo egli volesse rientrare di nascosto in Italia. Il Marino era effettivamente riparato a Parigi, in fuga dal Piemonte, dove il duca di Savoia lo aveva fatto imprigionare ingiustamente all’indomani dell’attentato da lui subito ad opera del genovese Murtola, suo rivale letterario. Nella lettera autografa, che il Sagliocca aveva scoperto in una biblioteca di Nantes, chi sa come finita lì, Giambattista Marino riferiva che nel suo incontro col Tasso, costui gli avrebbe suggerito il soggetto e addirittura il titolo dell’Adone, oltre a consegnargli passi sparsi già da lui composti del poema. Un poema siffatto egli aveva in animo di redigere prima della morte, ma allora, sentendo prossima la fine, aveva inteso lasciare a Marino quelle sue confidenze letterarie come un lascito, vedendo in lui il suo erede e prosecutore in Campania e rammaricandosi di non aver potuto vivere, lui napoletano, nelle terre natie. Tutte cose, queste che contraddicevano apertamente la nota sentenza del Lavoisier nulla si crea e nulla si distrugge, tanto vero che, come ognun sa, Marino scrisse Murtoleide fischiate. Come conseguenza di questi versi non poteva avvenire altro che un cambio d’olio nel motore, non solo essendosi usurato il lubrificante già esistente, ma essendosi oltre tutto rotto un tubo nel bagno di casa. Bisognava evitare che la testata si fondesse.

  Il che riuscì senza dubbio, se non altro in grazia della solidità della squadra di rugby durante la partita, finita poi 10 a 3, secondo le previsioni, del resto, che annunciavano temporali e maltempo nella zona, non scartando la possibilità che all’ippodromo vincesse Varenne, a testimonianza che i resti archeologici si potevano portare alla luce con degli scavi in quel luogo. Scavi che in seguito non vennero effettuati, per il fatto che i fondi accantonati per quello scopo furono invece dirottati in perfetto stile italiano non si sa verso quali spese incognite. Resta il fatto che Marino riportava oltre al resto, nella lettera a Zambrogna, quale fosse lo spirito che lo animava nella stesura del suo Adone, non, cioè di competizione sportiva per la disputa di una gara di pentahtlon, bensì di pallanuoto, tolto il caso che il tenente fosse sergente o il gallo cedrone. In sintesi egli voleva dipingere con quel poema la corruzione morale e intellettuale del mondo contemporaneo, raffigurato dalla peccaminosità del legame amoroso tra Venere e Adone. Costui avrebbe impersonato il cittadino del XVII secolo, impaniato in una acutissima crisi culturale ed etica, ed alla fine con la sua uccisione ad opera dei veltri avrebbe dovuto avere una funzione didascalica e parenetica verso i lettori, che avrebbero visto in lui consumarsi la tragedia del loro secolo. Dunque, non immoralismo del Marino, come del tutto erroneamente vedevano gli storiografi del bel paese, per niente teneri in genere con gli autori napoletani, ma profondo moralismo attraverso la funzione catartica del suo poema. Non c’è che dire, noterete a questo punto, una puntata all’ippodromo su Varenne avrebbe potuto fruttare bei soldini, una volta che si era, come si era, stabilito il tenente fosse sergente e il gallo un gallo cedrone. Come si evince, infatti, dalla trama dell’Adone, Varenne non poteva non gareggiare e prevalere al traguardo, in virtù della circostanza che, essendo il tenente un sergente e il gallo un gallo cedrone, una moneta da 2 euro vale.


                                                                                                             (Continua)