L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
Si è soliti dire ogni promessa è un debito, come ogni tradizione che si rispetti, no? A tal proposito tradizione di questo blog vuole che esso chiuda i suoi battenti prima dell'interruzione estiva e la ripresa a settembre con un inserto sulla letteratura greca classica, presentata in brani antologici nella mia traduzione: la Grecia antica come faro della civiltà occidentale e delle arti di tutti i tempi, la Grecia antica come lezione immortale all'umanità.
Non solo, ma per me assolve anche l'ufficio di far dimenticare l'Italia, quest'Italia che non è nemmeno Italia, divisa com'è tra aree geografiche che si guardano di malocchio e in cagnesco, dove essere italiani per chi è meridionale e, nella fattispecie, napoletano e campano, riesce estremamente complicato e arduo, al punto che ci rinuncerebbe volentieri. E non bastasse, un'Italia, l'attuale, dove spadroneggiano clan culturali e poteri innominabili e sotterranei, sensibili solo ai loro (non sempre trasparenti) interessi, per cui dimenticarla per un po', affidandosi alle auree vestigia letterarie della Grecia classica è un privilegio assolutamente da non perdere. Buone vacanze a tutti i nostri lettori
ALCEO - fr. 96
Un bicchiere, un bicchiere!
L’occaso, a che aspettarlo?
Dura il dì solo un’unghia.
(Trad. G. Allocca)
(Trad. G. Allocca)
ERODOTO - LE STORIE
(Proemio; I,1)
(Proemio; I,1)
Qui Erodoto di Alicarnasso esporrà il suo racconto, mirando a
che né le gesta dei mortali siano cancellate dal ricordo a distanza di tempo,
né le prodezze sbalorditive e dei Greci e dei Barbari restino nell’ombra, e
quali siano i motivi per cui guerreggiarono tra loro.
I,1
Orbene, gli studiosi sostengono che all’origine delle guerre
vi furono i Fenici della Persia. I quali, provenienti via mare da quello
nominato come Mar Rosso e stanziatisi nella terra che ancor oggi abitano,
presto si misero lontano per mare e, avendo a bordo manufatti egizi ed assiri,
fecero tappa tra gli altri lidi anche ad Argo, quell’Argo che in quel tempo
primeggiava tra le città di quel territorio che oggi è appellato Grecia. Qui
approdati, dunque, commerciavano le loro merci. Contrattato che ebbero quasi
tutti i loro articoli, cinque o sei giorni dopo il loro arrivo, alle spiagge
sopraggiunsero molte altre donne e anche
la figlia del re, il cui nome, come riferiscono anche i Greci, era Io, figlia
di Inaco. Quelle, accostate alla poppa della nave, acquistavano le mercanzie
che ad esse maggiormente piacevano. I Fenici allora, facendosi coraggio gli uni
gli altri, le furono addosso. La prevalenza di esse ebbe modo di scappar via,
nondimeno Io insieme ad altre fu sequestrata. Subito i Fenici, trascinatele a
bordo, prendevano il largo per l’Egitto.
(Trad. G. Allocca)
(Trad. G. Allocca)
ANACREONTE - fr. 94
Ecco, un balzo dallo scoglio Leucade,
e mi slancio tra i flutti tra
merletti
spumeggianti e son furioso d’amore
(Trad. G. Allocca)
MIMNERMO - fr.5
Passa un sogno la verde età, fulminea
e ambita ; ma la tarda, sofferente
e laida, pende subito sul collo,
aborrita e al pari biasimevole,
essa che fa di ognuno non più lui
e, piombata addosso ad uno, è una
croce
sia per la vista che per ragionare.
(Trad. G. Allocca)
LISIA - CONTRO ERATOSTENE (par. 17)
Il terrore dei Trenta ad Atene (ndr)
A giorno di queste notizie e subito preso per parte mia il mare la notte appresso alla volta di Megara, i Trenta trasmisero a Polemarco la consueta loro ingiunzione, di prendere cioè la cicuta, senza nemmeno apprendergli perché stesse per morire: a tal punto gli fu interdetto ogni tribunale e ogni discolpa
(Trad. G. Allocca)
(Trad. G. Allocca)
OMERO-ODISSEA
(XVI-266-280)
Paziente e nobile, Ulisse ecco a
dirgli -
Molto certo non passerà che essi si
astengano
dalla dura contesa, allor che il
tempo
venga nelle mie stanze tra noi e i
proci
si manifesti la violenza di
Ares… -
(Trad. G. Allocca)