venerdì 1 dicembre 2017

XEROX III



L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio




Wassily  Kandinsky - La grande porta di Kiev



E' quello che segue il terzo e ultimo episodio del racconto Xerox, tratto dal mio romanzo Visita di Sirdi.  Stefano Mazza  è un po' l'anima sia dell'episodio che del libro intero, e qui si narra come, un tantino rocambolescamente, si trovi unito in matrimonio con Milena Arrighi. Ma il mio non è un romanzo di sentimenti, bensì di progetti di umanità. Il fulcro della mia narrativa, non solo questo libro ma tutti gli altri, escluso il primo La fabula e la cetra, è l'analisi della cultura del novecento nelle sue molteplici articolazioni ed espressioni, che vengono a costituire la vita intellettuale di tutta una generazione cui appartengo. Il libro, dunque intende mettere sulla scena il panorama intellettuale del XX secolo unitamente alla società sullo sfondo che l'ha sperimentato e partorito. Accanto a ciò, diverse sono le soluzioni della mia per così dire poetica narrativa che vi si accompagnano, come l'adozione di un fraseggio del tutto peculiare, che, pur prendendo le mosse dal dettato joyciano, ne escogita una inedita alternativa, ma ve ne si riscontrano anche altre, come il distacco da ogni aderenza alla oggettività degli avvenimenti, che assumono una piega tra la cronaca e il paradossale, nonché l'eterogeneità delle scene descritte lungo i numerosi episodi, il rimando continuo dei particolari raccontati all'economia generale del romanzo, al suo significato globale. E dunque, egregi e graditi lettori, alla luce di queste avvertenze di fondo, mi auguro che sarà per voi più proficua la visitazione di queste pagine, che non sia disgiunta dalla coscienza della piena contrarietà e colpevole estraneità del mondo ufficiale della cultura italiana nei confronti di esse e dell'opera tutta cui esse appartengono, di cui (editori in primis, ma anche critica, stampa, clan letterari) dovrà forse un giorno rendere conto all'opinione pubblica








  Certo è che il troppo mangiare fa male alla salute, come appare anche dalle piantagioni di tabacco, che, se fosse estate, né si farebbe giorno né i gatti o i cani. Che, poi il malcostume imperi nelle file dei politici del nostro paese, non fa differenza. Piuttosto ecco tutto: chi sa mai come fa caldo all’equatore, il verniciare e questo è il punto.
  Di cui, l’uomo che attraversa il ponte sul fiume non è che l’eccezione che conferma la regola. La regola, in una parola, è quella che si diceva prima, cioè le castagne sugli alberi; cosa ne pensiate al riguardo non è lo stesso che prendere un caffè a letto, intendo: coltivare gerani in vaso nel proprio giardino nel tempo libero. Munirsi a tal scopo di phono asciugacapelli è, secondo me, sbagliato in pieno, preferibile invece non comprare automobili di grossa cilindrata. E’ un acquisto che, credo non convenga a chi non ha soldi in eccedenza e, dati alla mano, Stefano Mazza potrebbe confermare, alla luce di quanto illustrato, che quella non fu l’unica stravaganza nella sua storia sentimentale con Milena, l’affare di zio Umberto voglio dire, il quale se ne ripartì il giorno appresso per Sapri con la testa stordita per l’imprevisto (il nipote non si era sposato e non aveva in programma di farlo per ora), neanche l’acqua e il vino tolgano la sete sempre.
  Accadde anche questo: finiti i rigori invernali e mitigatosi il tempo, molti, come richiamati segretamente dalla dolcezza della realtà circostante, la prima domenica che capitò si misero in viaggio per una gita e un uomo, Enrico Linci, cadde in un fiume annegando, l’anno precedente a quello delle avventure matrimoniali in corso di narrazione. Giunti a questo punto di essa, è evidente che prendere un tè al posto del caffè a fine pranzo è per lo meno di cattivo gusto e tanto basti.
  Altrettanta è la pregnanza emotiva che trasmette la lettura di una lauda di Jacopone, che riveste il valore, a parer di diversi, di una sacra rappresentazione in nuce, forma teatrale che, si sa, ebbe molta fortuna nel medioevo. Senza porvi mente, all’ingegner M. passava ben altro per la testa che letteratura, ma, quando si vide capitare, due, tre giorni dopo la dipartita dello zio cilentano la famiglia Arrighi al completo, padre, madre e due figli proprio nel palazzo adiacente a quello dove aveva sede il suo ufficio, cui andò a prendere servizio, con Milena che gli cadeva ogni tanto sotto gli occhi uscendo dal balcone di casa, mentre lui era al suo tavolo di lavoro tecnico, rimase a bocca aperta. Si vede che il sapone serve a lavarsi, il gasolio no.
  Non solo, ma, lasciando stare l’acquavite, che pure non costa molto, credete che italiani e spaghetti siano due cose diverse per esempio a Helsinki, e fortuna che, come affermò il Poeta, satura tota. Vediamo adesso come:

La misura si colma

  E’ necessario premettere che patate e cavoli sono un piatto che alcuni giudicano squisito, altri stomachevole. E’ per lo stesso motivo, suppongo, che generalmente si dice un maschio in mezzo a tante femmine fa il gallo nel pollaio. Sarebbe a indicare anche che non c’è due senza tre.
  Non altrimenti, quando il gatto non è presente, i topi ballano e tanto è quanto volevo dire. Fatte le debite premesse, il resto del ragionamento ora è facile: sinteticamente, quando si deve attraversare una via trafficata, dove le macchine vanno di fretta, è consigliabile passare sulle strisce. Stefano, consapevole di tale buona norma di comportamento, si recò poche settimane dopo l’assunzione nel suo ufficio agli sportelli del comune.
  Doveva, infatti ordinare alcuni documenti da produrre alla sua amministrazione per mettere in regola la sua posizione. Era sua abitudine, prima di coricarsi la notte, dare un ultimo sguardo ai giornali della mattina. Leggeva, era un sua particolarità, non giornali napoletani, gli piacevano, invece quelli calabresi e più ancora quelli francesi. La spiegazione era probabilmente che la gallina ha fatto l’uovo.
  Coerentemente, le ipotesi sono due: o l’uovo non è stato fecondato o lo è stato, nel primo caso non ne potrà nascere un pulcino, nel secondo sì, almeno in teoria, salvo eventualmente a vedere se le menzogne hanno o no le gambe lunghe. Sia o non sia, Mazza andò al comune.
  Non si creda però che egli si coricasse molto tardi, anzi, la sera molti dicono che bisogna mangiare poco, dopodiché la digestione, era opinione dei medici salernitani del 1300, fit in ore e poi nello stomaco. Lo contraddice per caso il fatto che tanta gente consuma rotocalchi e romanzi rosa e gialli?
  Un dubbio del genere certamente non occupava il pensiero del fresco impiegato del Genio, allorquando, trovandosi in mano suo certificato anagrafico appena rilasciatogli, scoprì di non essere più scapolo e di risultare coniugato con tal Milena Arrighi, di quattro anni più giovane di lui. Attonito e come folgorato, lì per lì impietrì. Considerato che non si può parlare a tutti gli effetti di romanticismo a proposito di Foscolo, sarà bene forse non insistere sulle sue presunte paternità clandestine, di cui… mi pare in sostanza che ebbe una sola figlia. Lasciando da parte le congetture sul poeta, l’ingegnere, riavutosi dallo stupore, chiese spiegazioni agli sportelli e, ricevuto dal dirigente in persona, lo salutò gentilmente.
  Per brevità, egli rivelò di leggere giornali calabresi, malgrado l’orologio ed, esposto il fatto, non c’era altro da dire per lui. Al che, a chi verrebbe in mente di obbiettare l’impossibilità di un periodo ipotetico di 3° tipo? Scolasticamente, il discorso più idoneo è: era Mazza convinto dell’irrealtà dell’ippogrifo? Ammettiamo pure che lo fosse, non cambia che egli si sentì rispondere dal dirigente che purtroppo era mortificato, ma i suoi dati erano proprio quelli e c’era da perderci letteralmente la testa sopra – Il mio reparto brilla per scrupolosità e capacità, come può essere mai successo! – Una nuvola non poteva essere più diversa dal fumo di una ciminiera, ma un’oliva più un fico d’India. Ricevute le dolenti scuse, Mazza fece correggere il disguido e il giorno appresso, visto che a quel punto era veramente troppo e si sentiva come perseguitato, chiese a Milena, con la quale era tornato in amicizia da quando se la trovava davanti quotidianamente all’ufficio sul balcone di faccia e che, all’udire il racconto di tutte quelle singolarità, sbigottì, di sposarlo, quasi subito accettato. Donde i cavalli, i giardini, la nascita della tragedia, i cacciavite, il marchese di Roccaverdina, i dirigibili, il 3 e 14.


Luca Giordano - Sposalizio della Vergine