domenica 19 aprile 2015

HOLMET

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Henry Moore  -  Arc


A esemplificazione e documentazione dell'attuale corso del mio discorso narrativo, qui appresso un brano dal mio romanzo Visita di Sirdi. Sarà che i critici a me ostili (gli do' pure un'idea), tanto per sminuirlo e far valere contro di me le loro pretese estetiche da clan italici e da lacché statali e governativi, marcheranno il mio stile come crescendo rossiniano o come maccheronismo folenghiano o come semplicismo alla Modigliani, lo ripropongo immutato in questa pagina, nella convinzione che costituisca un progresso letterario e possa segnare una nuova tappa nel cammino della ricerca narrativa.





  Ricordo a chi avesse la vista debole che il pepe è una spezia, ma questo non è tutto, perché una canzonetta fa tu tu tu. E per non fare d’ogni erba un fascio, sarà bene dire che la pratica della dattilografia è un altro paio di maniche. Non mi esimo, perciò dal far parola che, quando Carlo VIII oltrepassò le Alpi, fu Ludovico il Moro a chiamarlo, non  Ferdinando di Napoli, del  tutto all'oscuro della faccenda. Acciocché, poi il consumo domestico di corrente si abbassi, non saprei che consigliare.
  Tutt’al più il discorso da farsi a tal fine sarebbe: i più passano la vita senza guardare più in là del loro naso, solleciti soltanto del portafogli in tasca, degli orari lavorativi, degli affari familiari, come un treno sulle rotaie e dimenticano il punto e virgola. Per esempio, il legno di mogano è tra i più pregiati. Senza contare che la ceramica è considerata universalmente un’arte minore, anche se non direi che il trucco stia sempre a una donna. Ci sono, ancora, quelli che, oltre a fare come il treno sulle rotaie, pensano a spassarsela come possono, chi in un modo chi in un altro: uno va a pesca, uno allo stadio, un altro a donne, oppure ai monti, tutti, in genere, malgrado ciò, non vedono più in là del loro naso. Il fatto è, suppongo, che la dodecafonia non a ognuno piace, e, per dirla tutta, una pera, se non si tiene in frigo, dopo un po’ di giorni va a male, si sa.
  Giova notare qui che Teodorico, re goto in Ravenna, morì senza eredi maschi, né da meno di lui, non avendone anzi proprio, fu l’ultima Angiò partenopea, Giovanna, un’altra maestà colonizzatrice della penisola. Alcuni, per definire ciò che vogliamo intendere ed essere più espliciti, parlano di strafottenza, ma noi preferiamo il termine noncuranza. Spiego meglio: è come vivere inavvertitamente, senza farci troppo caso, irriflessamente, la noncuranza è così: una specie di superficialità e spensieratezza sulle sorgenti dell’umanità, sul punto di partenza, su quello di arrivo e anche sul cammino di mezzo dell’avventura terrena. Come si vede, il libeccio viene da sud.
  Non è un caso che l’ecologia sia una scienza moderna, più o meno come l’avverbio. Gli Austriaci, però è opinione comune che governarono proficuamente il Lombardo-Veneto, checché se ne dica e sennò, certamente i pesciolini rossi non sopravviverebbero nelle vasche delle case e sarebbe un guaio. Logicamente, le iene sono carnivore, ma non è questo che volevo mettere in luce.
  piuttosto è da porre in rilievo il beneficio che può comportare per la vista l’uso di occhiali da sole, quando la luce del giorno è troppo intensa, affermano almeno certuni. Per parte nostra, siamo convinti che abbiano, però ragione coloro i quali sono contrari alle bevande alcoliche in assoluto. Prescindendo da essi, c’è chi sostiene con vigore la medicina omeopatica, conscio che non possa servire a qualcosa andare a spasso sotto la luna. Ragion per cui, immagino, molti amano l’opera lirica. Ancor più, se è così, occorre, è ovvio illustrare il significato della parola noncuranza, che, nel valore da me attribuitole, indica le persone che non distinguono più in là del loro naso. A meno che non si voglia riferirsi a Ottone III di Sassonia, sacro imperatore romano, non ci saranno giudizi contrari a ciò. Ma così non si capisce che non c’è vino che tenga allo champagne, bevendolo!





  La noncuranza è uno stato di torpore della mente, che attanaglia persone su persone, ignare semplicemente di non accorgersi di se stesse, di non analizzare la vita, essendo prigioniere degli avvenimenti e perciò non libere. Si pensi che, facendo un raffronto, uno struzzo è veloce quanto un cavallo o giù di lì e ci si renderà conto che il moto e la quiete sono utili. Immergendo, invece il corpo nella vasca da bagno, non si volgerà la mente alla noncuranza, che pure è un affare molto personale. Vero è che comunemente si crede i ragni portino bene, tuttavia il marsala è dolce. Brevemente, e a ulteriore delucidazione, non guarda più in là del proprio naso colui che non bada vi possa essere una spiegazione al suo caffelatte del mattino, non ne è nemmeno sfiorato dall’idea, che gli piaccia o no particolarmente far colazione. In compenso, pare che il prossimo inverno sarà nelle previsioni più freddo del solito, non esclusa l’eventualità che due tipi, incontrandosi possano, sconosciuti l’uno all’altro, fare a botte o dirsi tranquillamente ciao.



Luca Giordano  -  Galatea e Polifemo

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