domenica 1 settembre 2024

QUNZ 10

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Salvatore Emblema - Senza titolo




L'eretico Bruno riprende le sue pubblicazioni dopo la pausa estiva. E le riprende come le aveva interrotte, nel segno cioè della rottura più decisa con la cultura pubblica italica, soggetta ai voleri dei soliti clan (nel senso deteriore del termine) culturali e di poteri ciechi e sordi, sensibili solo ai propri corti interessi e non a quelli più alti dell'arte e dell'intellettualità. Tutto ciò nel quadro di una globalizzazione internazionale sempre più opprimente e oscurantista, che attraverso i media esercita il suo dispotismo sull'uomo e la terra tutta. E che  dire oltre a questo? Che la cultura  italica ufficiale (si pensi a quella che hanno chiamato la nazionale della letteratura presentata alla Buchmesse di Frankfurt, che così si squalifica ampiamente, nazionale selezionata da un innominabile "qualsiasi" cronista televisivo, improvvisatosi, per chi sa quali autorità e da chi poi conferitegli, arbitro di cose letterarie). Siamo alle solite, dunque, in questa cultura sempre più alla deriva, dove trovare qualche voce autentica e coraggiosa, capace di levarsi in difesa della verità, nel mondo intero direi, è pura chimera. Mi ritrovo pertanto a ripetere le medesime cose e a riproporre  la mia letteratura come unico antidoto contro questo medioevo che ci circonda,  gestito com'è da oligarchie che dettano legge, mettendo a tacere ogni genuina espressione che nasca dal basso e osi mettere in discussione la loro autocrazia. A voi ora un nuovo brano, l'ultimo della serie Qunz, che così chiude questa narrazione tratta dal romanzo Lungo il muro.





Segue da Qunz 9 dell'1 giugno 2024

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  Ciò accertato, non resta che osservare come un cerchio si traccia con il compasso. Tracciatolo, non si tratta di misurarne la superficie, quanto piuttosto di vedere se è paragonabile. In sostanza, può quel cerchio essere assimilato al manoscritto del Tasso? Qualora lo fosse, è appena il caso di dire che rappresenterebbe un’ulteriore conferma che l’uva matura. Altrimenti varrebbe la pena senz’altro di indirizzarsi verso l’acquisto di altro genere di frutta, che so, kiwi o prugne. In tutti i casi, però, il manoscritto sparito si sarebbe in teoria potuto recuperare. Qualunque sforzo, però non servì a nulla ed il manoscritto finì irrimediabilmente perduto, cosicché mettere in dubbio fosse mai esistito era il meno che si potesse. Morale: un segno del destino; sennò, ditemi voi, come il cerchio poteva essere tracciato con il compasso, così da fornire un’indicazione incontrovertibile se l’uva matura o meno?

  E il segno fu che la querelle Sagliocca o non Sagliocca si riaccese tra gli studiosi di letteratura in lingua italiana (c’era chi affermava a tal riguardo che l’uva si poteva anche conservare in frigorifero, per cui c’erano tante letterature in lingua italiana, la campana, la siciliana, la veneta, la friulana e così via), al punto che non si capiva più se la frutta fosse un melone o un ananas e molti preferirono farne senza a tavola.

Si fece avanti allora un certo Leonardo Ognibene, un esperto di letteratura del passato da Salerno, il quale propose di accogliere entrambe le posizioni, quella a favore delle asserzioni del Sagliocca e quella contro, ciascuna con un margine di  veridicità  e riscosse vasti e più o meno unanimi consensi. Tutto stava ora a decidere univocamente se il fuoco fosse un elemento e l’aria no, oppure l’acqua sì e la terra no, l’aria sì e l’acqua no o tutte le possibili alternative, ammesso che le locomotive fossero a vapore, il contatore Geiger e le violette da campo 6, in modo da assodare definitivamente che non ci fu volontarietà nell’omicidio Morol. Dopodiché, basterà solo venire a capo di quale sia la taglia dell’abito e ci si potrà presentare degnamente all’appuntamento, una volta dato per scontato che per abracadabra non s’intenda anche paraponziponzipò.

                                                                                                                         (Fine)   

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