![]() |
| Giotto - Crocifissione |
In quest’altra mia pagina in rime, compresa nella raccolta A occhio e croce, i soliti caratteri della mia personale arte poetica
UN’AIDA AL S. CARLO
Non importa se fu propizio il tempo
a lungo e ritardarono l’addio
le cicogne, così che nessun lampo
si vide incidere l’azzurro d’odio,
le lucciole sulla siepe sperarono
non finissero più di lampeggiare
e sembrò che il calendario perfino
non volesse sentirne di voltare
pagina e di ritornare dicembre,
basta
una sferzata di maestrale
e precipita nel gorgo e in spesse ombre
ogni tropico o equatore fatale.
Non riesce allora il più soave miele
una lingua di fiele ad addolcire,
il guasto del motore non abile
meccanico ed esperto a riparare,
non a ricomporre il vaso prezioso
infranto in cocci la mano dell’arte,
le frontiere già violate dal passo
d’oltralpe più a ripristinare niente
né quelle antiche are dei numi aviti
o gli strappi a ricucire nel lenzuolo
ricamato ricordo di antenati
e a ridar vita l’acqua al secco melo.
Tutti i successi neanche all’ippodromo
se i trofei nella vetrina esibiscono,
un David neanche se uno fosse uomo
d’aver riplasmato più bello e buono
o aver piegato Odoacre superbo
nello spodestare Augusto il legittimo,
non importa se guaristi dal morbo
gli egizi durante il flagello, il settimo,
la gazzella neanche se coi denti
riuscì a scampare al morso della tigre
e la pioggia se spense tutti quanti
gli incendi la stagione delle sagre.

Nessun commento:
Posta un commento