L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio
LISIA - CONTRO ERATOSTENE, 4-7
Fu Pericle a persuadere mio padre a stabilirsi in questa terra, e vi risiedé trent’anni. Non venimmo a causa né io né lui con chicchessia, vivendo qui democraticamente senza né commettere torti verso chiunque né riceverne. Al tempo però dei Trenta, che si rivelarono perfidi e prevaricatori, essi, nell'assumere l'autorità, proclamavano necessitasse affrancare la città dagli improbi per indurre gli altri cittadini alla virtù e integrità, ma poi mai si permettevano di fare queste cose che propugnavano, come io mi sforzerò di salvarne la memoria, discutendo in primis sulle mie cose e le vostre. Tra i Trenta infatti Teognide e Pisone asserivano riguardo ai meteci che alcuni erano nemici dello stato, il che era un magnifico sotterfugio per dare a vedere di colpirli, ma in realtà approfittare dei loro averi.
D’altra parte la città era in cattive acque e al governo facevano d’uopo fondi. Così senza problemi attiravano le persone dalla loro parte. Nessun conto in verità facevano di eliminare esseri umani, laddove giudicavano di primaria importanza carpire ricchezze.
(trad. G. A.)
ANACREONTE – Fr. 33
A noi la coppa subito, garzone,
e io la scoli d’un sol sorso dal liquido
nel cratere con dieci tazze d’acqua
e cinque di vino da te mischiate,
io brindi così ancora, senza eccessi.
Nel bere, non facciamo come Sciti,
ingordi in mezzo al chiasso e alla baldoria,
trinchiamo adagio, tra soavi inni.
(trad. G. A.)
“Giammai uomo o donna di te più vicini
avrò” promise Callignoto un dì a Ionide.
Promise; ma invero i giuramenti
degli spasimanti si dice breccia
non facciano all’orecchio degli dei.
Così oggi lui è in fiamme per un ragazzo
e quella infelice nemmeno calcola.
(trad. G. A.)
Di fronte alla vista dell'intero Ellesponto affollato di navi persiane e tutte le coste e le pianure di Abido traboccanti di soldati persiani, ecco Serse rallegrarsi, ma subito dopo versare lacrime.
Artabano, suo zio paterno, adocchiatolo, lui che per primo aveva espresso apertamente il suo avviso, consigliando Serse di non fare guerra alla Grecia, quest’uomo dunque, resosi conto che il re era in lacrime, gli pose questo interrogativo: - O re, quanto incongruenti cose tra loro hai compiuto adesso e poc’anzi, se, dopo d’esserti proclamato contento, adesso piangi - E quello a dire - Mi mosse a compassione il considerare quanto fugace sia l’intera esistenza umana, visto che di tutti questi pur così tanti di numero nessuno vivrà fino a cent’anni - Allora il primo gli fece - Di tanto ben altro e più commiserevole abbiamo patito dalla vita. In una vita così effimera nessuno che sia uomo, è nato tanto fortunato, nè in mezzo a questi nè tra gli altri, che non gli salti alla mente non una, ma molte volte, di desiderare la morte piuttosto che vivere. In verità le disgrazie che ci colpiscono e le infermità che ci flagellano danno l’impressione che la vita, malgrado così breve, sia troppo lunga. Pertanto la morte, per essere così infelice la vita, diviene una salvezza ambitissima. E gli dei, che si beano della loro lieta esistenza, si dimostrano gelosi di essa -
(trad. G. A.)
CALLIMACO - Ant.Pal. VII,459
Brava a narrare, suonare e danzare,
spesso le ragazze di Samo Cretide
ricercano, di dolce compagnia
e lingua sciolta, ma qui ella riposa
nella quiete che a tutte è destinato.
(trad. G. A.)
DEMOSTENE - I FILIPPICA, 30-32
Le disponibilità che abbiamo procurato, eccole dunque. Una volta sottoposte al voto le alternative, se siete d'accordo, le delibererete per alzata di mano, onde contrastare Filippo non solo con le leggi e gli scritti, bensì anche nelle azioni. E sono dell'avviso che potreste decidere più efficacemente riguardo ai combattimenti e ai loro preparativi, se poneste mente, cittadini ateniesi, alla posizione geografica del paese contro cui dovete guerreggiare e se vi rendeste conto che Filippo si regola in genere volgendo a suo favore i venti e le stagioni e adotta le sue decisioni sfruttando i venti etesii e la stagione invernale, ove noi non possiamo intervenirvi. Fa d'uopo quindi, sulla scorta di ciò, non agire con incursioni in difesa (succederebbe di arrivare sempre fuori tempo), bensì secondo piani sistematici e con truppe regolari. E vi è lecito servirvi per le forze invernali di Lemno, Taso e Sciato, nonché delle isole nei paraggi, ove sono a disposizione tanto porti che vettovaglie e quanto necessiti per delle truppe; e durante la bella stagione, quando da un lato si può costeggiare la terra ferma dall’altro i venti sono gestibili, sarà consentito stazionare nei pressi di quella regione e dell’entrata dei porti.
(trad. G. A.)
Che sgorbio i poemi ciclici! Andazzo
mai tollero di chi erra di qua e là.
Mi disturbano gli amanti volubili,
non mi disseto alla fontana pubblica
e mi rincresce ogni volgarità.
“Lisania un amore sei, sì un amore”,
e appena spenta l’eco di questa voce
ecco chi spiffera “Sta con un altro”
(trad. G. A.)
CALLIMACO - Ant.Pal. VII,471
Per sempre dorme qui sotto, Filippo,
ogni tuo sogno di padre, il tuo caro
fanciullo dodicenne Nicotéle.
(trad. G. A.)