mercoledì 1 maggio 2024

QUNZ 8

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio


Salvatore Emblema - Senza titolo



Le stagioni cambiano, così anche gli avvenimenti che formano il nostro destino di uomini. Purtroppo la vita letteraria di questo paese e dell'intero mondo tristemente globalizzato no. Assistiamo alle solite vergogne, per cui troppo spesso  autori e opere di scarsa o nessuna qualità vengo portati in auge e decantati per meriti che non hanno, altri invece, decisamente di valore più consistente, vengono lasciati nell'ombra. Il tutto in base a calcoli personalistici e convenienze di natura editoriale o commerciale. Sono le famigerate leve politiche e gli ancor più famigerati clan artistici che infestano l'Italia a decidere tutto e dirigere il nostro tempo verso una involuzione civile e culturale che adesso non sembra, ma che apparirà presto in tutta la sua drammaticità. Andiamo verso una progressiva deresponsabilizzazione intellettuale delle persone, sempre più spinte verso un culto smodato del danaro e dell'affermazione economica e sempre più distaccate da se stesse, dai rapporti interpersonali, dal dominio di sé, della propria intelligenza e soggettività. Si vanno via via costruendo delle acefale pedine di un gioco fine a se stesso, avente come suo unico scopo di garantire il monopolio dei più ricchi, oramai padroni assoluti della scena, e un  presunto benessere, esclusivamente economico. Il prezzo di tutto ciò è un nuovo medioevo, in cui la nota dominante è l'oscurantismo delle menti, derivante dalla dittatura dei media, nelle mani di gruppi oligarchici. Qualche sprazzo di luce può venire solo dalla poca cultura autentica e libera, oasi nel deserto della cultura asservita, arruolata e conformista che circola sulla stampa e sui teleschermi, mentre la contemporaneità si avvia verso un'era di buio irregimentamento e massificazione. Il brano che qui presento ha la pretesa di sfuggire a quest'ottica e di costituire appunto uno sprazzo di luce nel buio 





Segue da Qunz 7 dell'1 aprile 2024
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  Restava il fatto incontestabile che il codice parlava chiaro: non è vietato il commercio di abiti a tutta gamba e minigonne, cosicché la moda era esclusa in quel contesto urbano e tutt’al più era lecito pensare che il faraone non fosse Hamset II, ma Hamset III. Il particolare non era di poco conto, solo a pensare che l’uva matura al sole e poi si vendemmia, oltre al fatto che per gru s’intende anche l’uccello trampoliere e 0,157 è un numero decimale. Qui sorge doverosa e spontanea la domanda: si può fare la radice cubica di 0,157? e, se sì, stabilire quanti furono le rose contenute nel mazzo, se no, spiegare se c’è un rapporto tra il fatto che Marino era napoletano e il duca di Savoia, che era torinese, lo avesse posto in detenzione. Tanto alla luce della famosa sentenza di Archimede datemi una leva, grazie alla quale sarà agevolmente possibile sperimentare come solo alla luce solare l’uva matura, per cui non ci si venga poi a dire il Savoia non partecipò alla guerra dei trent’anni. Semmai, se ne potrà inferire che fece mettere in cella il napoletano Marino per ritorsione, essendo stato costretto a punire il genovese Murtola. In conclusione, riguardo all’uva nella vigna, si tenga presente che va coltivata e si badi bene che la coltivazione non può consistere nel leggere il giornale a pag. 13, eccezion fatta per il coniglio in salmì.

  Bando alle ciance, volete sapere che altro affermava il documento web del Sagliocca a proposito del Tasso e del Marino? Che l’Adone era un parto comune dei due poeti campani, visto che l’idea, il titolo, nonché svariati luoghi del poema, dal partenopeo trapiantati direttamente nelle ottave, erano di mano autentica del sorrentino, come risultava da altre carte manoscritte di quest’ultimo in possesso del Sagliocca stesso, che egli citava. Tutto ciò, oltre a costituire un importante passo nel progresso tecnologico del ramo delle macchine per il caffè sia da bar che domestiche, mise nello scompiglio il mondo della critica e storiografia letteraria, diremmo meglio, gli ambienti della pallavolo, visto che nella pallavolo c’è la battuta e il pallone non è come quello del rugby. Insomma era un po’ tutto il comparto della siderurgia che vi era interessato, tant’è vero che i meteorologi previdero vento forte da nordest e siccità per il mese di aprile.

  Tuttavia nella cultura non si registrava alcuna decisa accoglienza della tesi del Sagliocca, dal momento che vi era molto scetticismo sull’autenticità e del suo scritto d’epoca e ancor più dei documenti originali del Tasso e del Marino.  Restava il fatto inequivocabile che l’uva da vino cominciava a maturare all’inizio di settembre, e con ciò era definitivamente assodato che non si può tracciare un cerchio senza il compasso. Ecco però che una notizia venne d’un tratto a rischiarare l’affare del Sagliocca: spuntò chi sa come un manoscritto autografo e perciò sicuramente originale del Tasso, una sua epistola a tale Ottavio de’ Ranuccini da Pistoia, scovato in una biblioteca di Lucca, in cui egli asseriva tra l’altro - Ebbi la visita quest’oggi di Giovan Battista Marino, giovin poeta ch’io vedo ‘n lui un figlio e lui parlai per lungo e lui dettai quel che feci de L’Adone, poema ch’io impresi a fare ad hora di qualche luna -, il tutto datato 2 febbraio 1523. Non c’è che dire, così si tagliava la testa al toro, voglio dire non c’erano più dubbi che la famosa satira VI di Giovenale era proprio contro le donne, tanto più che nella pallavolo bisogna conteggiare i punti come anche nel basket.

(Continua)


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