mercoledì 1 luglio 2020

IL TROUBADOUR II-XX

L'eretico Bruno costituisce l'organo ufficiale dello scrittore (narratore e poeta) Gerardo Allocca, che vi pubblica a tutti gli effetti legali suoi contenuti letterari o saggistici. Si diffida chiunque dal riprodurli in parte o integralmente, essendo protetti dal diritto d'autore. Già dal nome il blog L'eretico Bruno tradisce la sua diretta correlazione con il filosofo nolano. E se da un lato il riferimento ad un eretico finito sul rogo non è proprio di buon auspicio, dall'altro questa intestazione suoni anche come un avviso nei riguardi di certi ambienti e clan al titolare di questo blog ostili che noi nolani abbiamo la testa dura, andiamo fino in fondo e lasciamo un segno non facilmente obliterabile del nostro passaggio

Henry Matisse - Lezione di musica



Brindiamo all’estate nel segno della poesia. La mia letteratura non è solo narrativa, dunque è inevitabile questo blog debba ospitare anche altri generi compositivi, nella fattispecie poesia. Una poesia, la mia, che anch’essa si è evoluta nel tempo lungo un iter assolutamente originale. Certo vi erano tre crinali su cui impiantare il discorso in questo campo, quello di stampo tardoermetico alla Montale, quello di taglio intellettualistico alla Eliot, quello a sfondo neoavanguardistico alla Pound. Per me ho preferito altre vie, che rifuggissero da ognuna di tali direttrici. La mia poesia dunque non è ermetica, perché non vive di suggestioni verbali con richiami ed evocazioni oggettive, non è intellettualistica, poiché non si sostanzia di ragionamenti in veste lirica, non è neoavanguardistica, siccome non calpesta metrica e forme consacrate in vista di un effetto comunicativo. Essa rivaluta il discorso e il fraseggio, nel contempo si astiene da qualunque ossequio alla consequenzialità pura, rifiuta (e qui si contrappone alla mia linea in prosa) le infrazioni espressive a oltranza e riscopre la liricità, condensando tutta la sua prospettiva e la sua ottica in messaggi di parallelismo rappresentativo. Attraverso la rappresentazione di momenti e scene viene a delinearsi un’idea, un significato che il lettore può estrapolare non nella sua immediatezza, ma in una specie di traduzione e conversione logica, che sta a lui evocare. La poesia, su un registro di rinnovata e recuperata musicalità, sparge dei semi di natura sconosciuta, che bisogna decifrare e inquadrare in una visione coerente, per quanto coerente possa essere. Una lettura della poesia, questa mia, che ha cercato di salvare il salvabile in questo genere letterario, da cui ben si comprende il nome di Versi superstiti, da me attribuito cumulativamente alle mie raccolte. Purtroppo da salvare c’è ben poco in un mondo come questo, che si trascina ciecamente nella sopravvivenza e nell'istinto di conservazione, in un paese come l’Italia, alla mercé di clan artistici e poteri oscuri, che reggono le fila della realtà. E c’è poco da stare allegri, per cui si va avanti pur sempre alla giornata, così come l’affare Covid ha messo allo scoperto






DISPACCIO URGENTE AL GENERALE GENSERICO (S.P.M.)



No, le orchidee, nemmeno quelle, fanno
più armonia, il cactus forse in mezzo al campo
polveroso basta per gli occhi o il pieno
di benzina alla stazione o anche a tempo
debito il cric per cambiare la ruota.
E’ Arcadia a noi l’elenco telefonico,
hanno voglia nello stagno ogni volta
i cigni a sfilarci avanti nel parco
o ad ogni schiarita l’arcobaleno
a troneggiare puntuale allo sfondo:
a noi è Arcadia l’antenna al nono piano
di fronte sul balcone, a tutto tondo
il volo 771 che sfreccia
sulle nostre teste, il verde al semaforo.
E a lenire non basta, no, la feccia,
la piaga del nostro violato foro.






I FUNERALI DI MECENATE



                                                                                  Odoacre in trono


Sui miei girasoli ho installato i vetri
di una serra, che la pioggia neanche
o il freddo e gli occhi indiscreti degli altri
li disturbino malvagi e le bianche
lance di luce mai non li trafiggano.
Sul mio pesco ho avvolto un panno di lana,
così, se mai aprile tornerà, l’anno
non passi invano e l’ape esca di tana
come sempre. Ma le stelle brillare
non vogliono, ritardano a schiudersi
le albe ogni mattina di più e sul mare
non vola più un gabbiano sono mesi.




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